Digital Skill PDF

Title Digital Skill
Course Digital Business e Web Marketing
Institution Università degli Studi di Verona
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Appunti e slide del corso "competenze trasversali - digital skills"...


Description

DIGITAL SKILLS – COMPETENZE TRASVERSALI Ultima lezione, occorre essere presenti obbligatoriamente 04.12 exam a distanza + partecipazione obbligatoria per l’ultima lezione perché al termine verrà svolto il test. Necessario seguire almeno il 75% delle lezioni dei video in panopto. Viene rilasciato un attestato finale. Possibile riguardare le lezioni solo per coloro che sono iscritti. 3 CFU: alla fine del percorso completo, comunicheranno loro la comunicazione alla segreteria e aggiungeranno loro i cfu nel libretto. EXAM: è semplicemente una idoneità (su 15 domande), non fa media.

MODULO 1 - ALFABETIZZAZIONE, COMUNICAZIONE E COLLABORAZIONE Lezione 18-19 novembre Per comprendere i miti legati al nativo digitale, mi consente meglio comprendere l’alfabetizzazione digitale. I nativi digitali si intende coloro nati dopo il 1980, e che secondo la visione di Prensky essendo in un carattere altamente digitale essi sono diventati e propensi a vivere una loro vita in modo connesso ed utilizzare in modo efficace la connessione e la digitalizzazione. Li ha portati a sviluppare delle competenze sotto forma di velocità e multitasking. Ricerche recenti hanno messo in dubbio questo sul fatto che basta essere sufficiente essere nati dopo il 1980 e sviluppare queste caratteristiche. Le competenze tecniche per essere definite efficaci dovevano avere delle caratteristiche che consentissero un utilizzo corretto ed efficace senza creare danno alla mia persona. Competenze tecniche + competenze non tecniche  COMPETENZE DIGITALI competenza complessa che intreccia molti diversi elementi (di origine diversa) ma in generale ha come obiettivo quello di consentirmi di funzionare in modo efficace negli ambienti digitali. Digital skills siano in una relazione interdipendenza e non semplice da definire con una serie di altre competenze: 1. Information skills: cercare di analizzare, utilizzare, valutare le informazioni in modo critico ed efficace. Queste competenze che sono antiche, e che accompagnano ogni processo di acquisizione. Tenere uno sguardo critico in base a ciò che si dice, alla fonte da cui deriva l’informazione. 2. Competenze visuali: capacità di relazionarsi efficacemente con la parte grafica di un programma. Chiama in causa il concetto “usabilità” cioè la capacità di un sistema di essere utilizzabile da un utente medio senza una precedente alfabetizzazione, ad esempio Netflix quando lo apri per la prima volta, chiama in causa il creatore e l’utente. Capacità dell’utente di associare l’elemento visivo con l’azione collegata (netflix). Competenze si sviluppa e si consolida anche attraverso l’utilizzo. 3. Competenze cognitive: alfabetizzazione segue spesso anche una dimensione radiale, cioè “rete” una costruzione che noi abbiamo quando leggiamo un testo che ha al suo interno una stesura di parole evidenziate attraverso le quali arriviamo ad ulteriori spiegazioni e approfondimenti. Da un concetto passo ad un altro, mi aiuta a costruire delle correlazioni. La digitalizzazione mi offre questa possibilità, ma non posso darlo per scontato in quanto non è detto che io approfitti di questa occasione. Se io non sviluppo le competenze cognitive che il web mi mette a disposizione, allora può farmi condurre verso routine sterili e un momento di spaesamento/perdita di punti di riferimento. Uscire dalla zona di comfort.

4. Competenze socio-emotive: siamo difronte a delle insidie in un contesto di rete che possono essere affrontate attraverso competenze tecniche (per esempio frodi – “clicca qui hai vinto un telefono”) e competenze non tecniche (per esempio, troll all’interno dei social media o flame war). Queste competenze che mi portano a saper gestire le relazioni a distanza in modo equilibrato, in un’ottica collaborativa. La chiave interpretativa è la possibilità di mettere al servizio queste competenze digitale alle nostre possibilità. La somma di queste 4 competenze, mi consente un utilizzo creativo nei confronti degli strumenti in modo flessibile, autonomo, critico ed efficace.

Alfabetizzazione digitale è il sapere mettere tutte queste competenze tecniche e non in un contesto complesso, che mi consente di utilizzarle con autonomia, creatività e autoefficacia. Il sistema informativo / di Ateneo È un insieme di attività, processi, persone e organizzazione per la gestione delle informazioni. È un sistema informativo, di cui si compone di: - Organizzazione: prima cosa fondamentale da individuare. Per esempio, docenti che entrano in gioco, altri collaboratori dietro che aiutano, studenti fanno le loro azioni e così via. - Processi (chi fa che cosa, come, quando etc): è un’attività che viene codificata per essere implementata attraverso l’organizzazione e attraverso i sistemi informatici. - Strumenti che si innestano per migliorare l’efficienza e la produttività. Prima si ragiona sull’organizzazione, e poi sullo strumento. In myUnivr, per esempio troviamo strumenti come:  Esse3: è il sistema di gestione delle nostre carriere universitarie attribuita agli studenti. Permette di fare operazione come piano di studi, iscrizioni esami, valutazione della didattica, accedere alle opportunità che mi offre il mio percorso di studi, stage e tirocini, certificati, benefici, esonero delle tasse e così via. Vi è l’interfaccia di una mobile app, che gestisce in modo corretto il nostro percorso e permette di avere un sottoinsieme delle attività e delle funzioni raggruppate nell’app.  VPN: accesso sicuro ai dati e alle risorse bibliotecarie. “Virtual Private Network”, è una modalità per accedere in modo sicuro alle risorse di un’azienda. Come se il pc entrasse all’interno dell’azienda, alla sua rete (anche se mi trovo altrove). Questa operazione avviene in maniera sicura, gestire una connessione sicura rispetto ad un ente.  GIA: sono delle credenziali che permettono di entrare nel programma MyUnivr, e permette di collegare tutte le azioni – applicazioni – servizi – elearning e gestione dei ruoli. SSO: “Single Sign On” permette di autenticarsi una sola volta, e le volte successive permette entrare senza inserire le credenziali perché ci riconosce.  Service Desk: un sistema per richieste di supporto, apertura di un ticket.  Compilatio: sistema anti-plagio per la tesi di laurea.  Universe: portale per la ricerca bibliografica di documenti cartacei, elettronici e digitali.  EasyRoom: sistema di gestione orario lezioni e prenotazioni posti in aula.  Ugov-Ru: CUD per prestazioni a titolo oneroso (150h, erasmus, tutoraggio).

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Zoom Moodle MYUNIVR – ACCEDI CON LE CREDENZIALI GIA

PANOPTO

WOOCLAP

ZOOM MOODLE

 tutti i sistemi moderni vengono spesso erogati in Cloud con diverse modalità di erogazione, e hanno una serie di interfacce che permettono di collegarsi al sistema informativo. Quando si scambiano un certificato digitale, vuole dire che si scambiano un sistema che permette di avere la certezza (per esempio, Panopto) sa che deve chiedere le credenziali GIA, e se qualcuno dovesse mettersi nel mezzo, Panopto se ne accorge subito perché non si sono scambiato questo “certificato digitale”. Offre una serie di servizi e di caratteristiche di integrazione. Coloro he hanno sviluppato Panopto (USA) viene in cotesto cioè un sistema informativo (all’interno di Moodle o altri sistemi attraverso integrazioni/configuraz ioni).

Se non avessimo avuto queste integrazioni, ci saremo dovuti appoggiare al personale d’ufficio e portare problematiche sull’hard desk aziendale.

PANOPTO

Permette al docente di registrare lezioni. Vuol dire che il docente mostra il proprio desktop e registra la propria lezione. E poi la salva su Cloud sugli “archivi” di Panopto.

Successivamente riprende questa lezione e la trasporta all’interno del corso Moodle che segue.

Sotto di ciò vi è sempre lo scambio di una “certificazione” che mi permette che Panopto sappia del riconoscimento delle autorità per garantisce la certezza dell’identità dei due sistemi.

Office on line: Office 365 / (Google docs) +

Mail System: Outlook / (Gmail) + Content Management System / Collaboration: Cloud Services: App, storage, systems

GLI STRUMENT STANDARD DI UN SI Posta elettronica utilizzata come strumento di lavoro, un sistema di comunicazione per inviare un documento, un avviso, un messaggio.

Bisogna superare il sistema delle mail  I sistemi nuovi, per esempio “collaboration” cioè calarsi in un contesto dove uso strumenti tecnologi di comunicazione (per esempio, Zoom viaggia anche su rete VOIP cioè chiamare telefoni di qualsiasi natura).

“Document Management System” è l’evoluzione del disco dove vado a salvare tutti i miei documenti, per esempio sul “file system” dell’azienda ma ad oggi uso Cloud. Il documentale ha una serie di caratteristiche: - Si accede via browers (via web) - Operazioni: o posso condivisione informazione e documenti online, con la possibilità di fare collaborazione online in contemporanea (con più persone). o Check-in (riprendo) e check-out (rilascio) dei documenti cioè dalla nota documentale posso riprendere il documento senza far porre modifiche da qualcun altro. o Vedere la cronologia delle modifiche apportate al documento, e posso “accettarle” o tornare alla versione originale.

“Office 365” lo troviamo su Cloud: - Bookings - Forms  moduli - One Note - Power BI (Business Intelligence): misurare l’attività del mio business. - Sway: crea e condivide report interattivi - Etc…

“Project Management” è progetto, e la presenza di un team. Con un sistema di gestione progetti, gestione documentale e gestione di collaborazione.

MAIL

Bisogna configurare nella posta elettronica il “SMTP” cioè permette di inviare foto nel sistema gestionale della posta. Successivamente bisogna fare una operazione “IMAP” che permette di ricevere la rete di posta. MS Outlook  permette di incorporare diversi sistemi, sincronizzare sul calendario etc. inoltre permette di fare operazioni come ‘impostare delle regole’ (da impostazioni mail”). Sono dei data center che contengono centinaia e migliaia di server. Seguono due logiche: 1. Logica hardware: possiede dei computer a livello separato. Sistemi che hanno una sofisticazione separato, sistemi scalabili per avere la possibilità di togliere e aggiungere. 2. Logica software: possiede un sistema incredibile. Si salva tutto su Cloud, quando un’azienda vuole usare un servizio su Cloud, tale servizio deve essere su “MarketPlaceAgid” cioè agenzia per la digitalizzazione la quale ha specificato che non tutti i Cloud sono uguali, cioè verificare che sia certificato e deve certificare. Per esempio, Google Maps riceve migliaia di informazioni. E questo strumento percepisce se vi è un incidente perché in base alle info che riceve vede che rallenta il flusso, o anche magari qualcuno l’ha segnalato. Le professioni che vanno di più ad oggi sono: - data scientist - data analyst (big data) - cloud admin

Conference: Zoom / (Teams) Meeting: - Security 

Waiting room: vuol dire che quando creo un meeting inserisco tutti i partecipanti all’interno di una waiting room in attesa. Lo si fa per proteggere il meeting sia dal livello d’accesso sia attraverso una password di accesso, dal cd. “bilbobbing” cioè robot meccanici che intercettano nel web i metting ID di zoom e il loro robot cerca di entrare nel metting divulgano foto e filmati  codici di protezione.

Require a passcode when scheduling new meeting Only authenticated users can join meetings: creo meeting solo per coloro che possiedono credenziali GIA  Controllo sicurezza: l’ospite principale può decidere a chi far condiviere lo schermo, o bloccare il meeting, o selezionare il coospite, espellere i partecipanti, creare sondaggi etc.  Remote support: è la possibilità di prendere il controllo del pc di un’altra persona, o lascio il controllo del mio pc ad un’altra persona. Ovvero quando non riesco a fare una cosa, quindi condivido il controllo del mio pc ad help desk.  Può scegliere su quali Cloud salvare le proprie informazioni e i propri video (quali paesi). Zoom ha un sito web fatto molto bene, con una serie di tutorial in lingua inglese per capire come funziona e approfondire il sistema.  

Concetti di PM

Fare un “progetto” vuol dire cercare di approcciare il modo corretto per il coordinamento, pianificare l’attività. “Fallisce” perchè non sempre si ha un approccio scentifico e preciso dell’attività.

Non fallisce quando dietro al Sistema vi è un “program manager”, che ha esperienza e riesce a valutare il tutto in maniera precisa. Il project manager è colui che sostiene la speranza. È un leader in grado di guidare e motivare il team al raggiungimento degli obiettivi, trovando il giusto bilanciamento con i vincoli imposti. Possiede doti organizzative, autorevolezza e la necessaria autorità. Deve sapere comunicare, mediare, negoziare, gestire conflitti, costruire e mantenere relazioni.

Usa strumenti quali, Miro, Slack, Wrike, Jiira, Basecamp, Teams e altri mille. Le componenti di un progetto:

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stakeholder coloro che sono coinvolti nel progetto (fornitori, lavoratori, persone che fanno parte del progetto, utenti, destinatari etc) scope cioè l’obiettivo e scrivere cosa farà e cosa non farà. schedule cost (costi) quality (processo di qualità) risk (gestire i rischi) resource communication (piano di comunicazione) procurement

Project charter  è un documento che permette di definire quali sono gli obiettivi del progetto, mettendo a fuoco le idee, le discuto, le elaboro e le provo. Come si realizza l’idea? E poi come resta in piedi? Il documento lo trovo su moodle, me lo guardo bene. Google design sprint  secondo Google si progetta un progetto in 5 giorni:  understand: capire cosa fare  sketch: disegnare, capire i flussi, i processi, distribuire i ruoli  decide: cominciare a definire le decisioni nei diversi scenari ipotizzati  prototype: definisco il prototipo o l’idea su carta  validate: valido il mio progetto e lo propongo agli stakeholder.

Content Management System: Teams e Sharepoint, Miro (PM), Slack, Wrike, Jiira, Basecamp Content + Collaboration = PM System

Miro  è uno strumento che permette di usare disegni, ideazioni brainstorming del mio progetto, creo dei workshop in maniera agile, strategia e pianificazione. Riesco a definire il progetto ideato. Slack  permette di lavorare in gruppo e di creare all’interno dei team dei canali (per esempio, la posta elettronica). È più concentrato e profondo. Inoltre ha altre migliaia di applicazioni da integrare, la forza di questo strumento è la intercorperabilità. Jira  è uno strumento focalizzato per lo sviluppo di software, perché permette di assegnare a ciascun sviluppatore di fare rendicontazione dei costi delle varie società che hanno fatto rendicontazioni. Inoltre riguarda il supporto ai clienti in merito alla manutenzione o agli errori del software. Basecamp  sviluppo agile dei porgetti, in cui possono creare sottocategorie di compiti da assegnare, una chat, creare un flusso di comunicazione, creare attività/schedulare un calendario, e condividere documento file. Wrike  è abbastanza completo e sofisticato, software conciso. “Creo un progetto” e mi permette di gestire tute le fasi di vita del progetto. E posso assegnare l’attività ad una persona del mio team, aggiungendo una descrizione, il periodo specifico per assegnarlo, ed è integrato con il mio sistema della mia organizzazione. Per ogni macro-attività, creo delle sotto-attività (per esempio, preparazione sede incontro + rinfresco). Posso gestire la gestione condivisa, pianificazione, dei rischi all’interno di un unico ambiente.

Il punto di equilibrio è di non spezzare troppo il progetto in sotto-attività perché altrimenti non se ne esce più, ma si preferisce lavorare in un contesto di collaborazione. Assegnare un coordinatore, e decidere insieme a lui e al team, concordare e basarsi sulla fiducia. Sharepoint è il documentale che permette di gestire i documenti. Ms Teams  è lo strumento che permette di fare collaborations, per esempio condividere documenti, conferenze, canali, chat, arricchire il mio ambiente di lavoro. Il disegno dei processi con Business Process Modeling and Notation (BMPN) Si tratta di un linguaggio riconosciuto dallo standard a livello internazionale (subito comprensibile), e permette di disegnare processi – grafici comuni riconosciute dal modello standard. Due livelli di utilizzo: 1. utilizzo semplice per fare documentazione, e spiegarlo. 2. imparo a utilizzarlo in modo approfondito perché ciò che disegno, lo trasforma in codice e poi lo posso mettere in un sistema ‘Wokflow’ che permette di creare un documentale.

Strumenti per disegnare processi: Signavio Eventi  sono delle azioni che avvengono durante un processo, impattano direttamente sul flusso del processo. E possono dare avvio (start), interromperlo o farlo terminare. START END Start (pallino verde) inizio processo End (pallino rosso) fine processo Message (arrivo di un messaggio) X (cancel) errore Timer (elemento temporale) Compensation (rewind) ricomincia processo Link cioè rimanda ad un altro processo Attività  rappresentano le attività che si devono svolgere. Può essere atomica (singola) o non atomica (multipla). Connessioni  vengono utilizzate per collegare tra loro attività indicandone l’andamento del processo. Ve ne sono di tre tipi:  sequence flow: connessioni tra un’attività e l’altra. Linea continua con freccia.  message flow: quando l’organizzazione viene svolta all’esterno quindi quando si va da un cliente o fornitore. Linea tratteggiata con freccia.  Association: per capire dove si salvano le informazioni (database). Linea con puntini con freccia. Gateway (decisioni)  servono per controllare il flusso del processo. Se il processo non necessita di un controllo allora il gateway non serve. Il flusso del processo può convergere o divergere rispetto al gateway. Piscine  contengono tutti i processi, i sub-processi e i task di una medesima funzione. Individuo i diversi stakeholder del processo. Lanes  sono una sottosezione di una piscina presenti in una funzione.

MODULO 2: CREAZIONE DI CONTENUTI DIGITALI Lezione 25-26 novembre

Content Management System (CMS) Tecnicamente il CMS è un’applicazione lato server, divisa in due parti: o il back end, ovvero la sezione di amministrazione, che si occupa di organizzare, supervisionare e realizzare il contenuto, o il front end, cioè la sezione dell’applicazione detta “pubblica”, cioè visibile a tutti gli utenti che accedono tramite internet. Nonostante i CMS non siano stati concepiti per il Web, oggi il loro utilizzo più diffuso è rivolto alla gestione di siti web, soprattutto se di grandi dimensioni e frequentemente aggiornati. Può essere modificata anche la struttura stessa delle pagine in numero ed organizzazione. A volte i WCMS danno la possibilità di gestire anche più versioni dello stesso sito (ad esempio, HTML o WAP). Una delle applicazioni più utili dei sistemi di CMS, infatti, è nella gestione dei portali, dove vengono impiegati come strumento di pubblicazione flessibile e multiutente. Ad esempio, gestione di contenuti testuali (notizie, articoli ecc.), link, immagini, liste di discussione, forum, materiale scaricabile I CMS consentono di definire utenti, gruppi e diritti in modo da poter permettere una distribuzione del lavoro tra più persone. Per esempio, è possibile definire una classe di utenti abilitati esclusivamente all’inserimento delle notizie, mentre si può riservare la scrittura di articoli ad un altro gruppo, e limitare tutti gli altri alla sola consultazione. L’introduzione di un Web Content Management System in azienda richiede la definizione di chiari processi interni di approvazione dei contenuti. La scelta di un software di WCMS è strategica per le aziende che generano la maggior parte di volume d’affari su Internet, ma – in proporzione diversa – è molto importante anche per il libero professionista che vuole utilizzare il medium Internet per farsi conoscere.

In modo che i creatori di contenuti possano gestire ...


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