Economie di scala esterne PDF

Title Economie di scala esterne
Course Economia degli scambi internazionali
Institution Università degli Studi dell'Aquila
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Capitolo 7...


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Capitolo 7 – Le economie di scala esterne 1. 2. 3. 4. 5.

Introduzione La teoria delle economie esterne Economie esterne e commercio internazionale Rendimenti crescenti dinamici Commercio interregionale (regioni all’interno dello stesso Paese e geografia economica)

1. Introduzione Il modello di Ricardo e il modello HO si basano sull’ipotesi di rendimenti di scala costanti o decrescenti. I rendimenti di scala sono costanti quando, all’aumentare dei fattori produttivi utilizzati in un settore, la produzione aumenta della stessa proporzione. Quando invece la produzione aumenta più che proporzionalmente rispetto all’aumento dei fattori produttivi, siamo in presenza di rendimenti di scala crescenti (economie di scala) . All’aumentare del livello di produzione di un’impresa o settore, il costo unitario decresce. La produzione è dunque tanto più efficiente quanto maggiore è la quantità prodotta. Come risultato delle economie di scala, in presenza di commercio internazionale:  

ogni Paese può produrre un insieme limitato di beni senza sacrificare la varietà dei prodotti consumati ogni Paese può produrre questi beni in modo più efficiente, ossia in quantità maggiori, facendo aumentare la produzione mondiale

Le economie di scala possono essere:  

esterne: i costi unitari dipendono dalla dimensione del settore interne: i costi unitari dipendono dalla dimensione dell’impresa

Le economie di scala hanno implicazioni sulla struttura di mercato:  

un settore in cui ci sono solo economie esterne sarà caratterizzato da molte piccole imprese in concorrenza perfetta le economie interne, invece, danno alle grandi imprese un vantaggio di costo sulle piccole e causano una struttura di mercato di concorrenza imperfetta

2. La teoria delle economie esterne Per diversi motivi, il fatto di concentrare la produzione di un settore in una zona può ridurre i costi di produzione del settore anche se la dimensione media delle imprese rimane piccola. Un gruppo di imprese geograficamente concentrato (cluster) può essere più efficiente di un’impresa isolata. Economie esterne di scala, ma interne al settore (Economie Marshalliane) esistono per tre ragioni principali: 



si attirano fornitori specializzati: un’impresa che cercasse di entrare nell’industria in una località diversa sarebbe svantaggiata dall’inizio perché non avrebbe accesso diretto ai fornitori della Silicon Valley e dovrebbe produrre da sé i beni oppure contrattare a distanza si genera un bacino di lavoratori con qualifiche adeguate (manodopera specializzata): i lavoratori rischiano meno la disoccupazione e i lavoratori corrono meno rischi di carenza di manodopera specializzata



si promuovono spillover di conoscenza: i lavoratori di imprese diverse si incontrano nella vita sociale e parlano di questioni tecniche legate al lavoro, c’è lo scambio informale di indicazione e di idee.

La forza delle economie di scala dipende dalla dimensione dell’industria: a parità di altre condizioni, un settore più grande genera economia di scala esterne più forti che riducono i costi di produzione del settore. In presenza di economie di scala esterne, si ha una curva di offerta inclinata negativamente: quanto maggiore è l’output del settore, tanto minore sarà il prezzo al quale le imprese sono disposte a vendere i loro prodotti.

3. Economie esterne e commercio internazionale In assenza di commercio internazionale, il prezzo e la produzione di equilibrio di ogni paese saranno nel punto di intersezione fra la curva di offerta e quella di domanda. Ipotizziamo che il prezzo dei bottoni in Cina in assenza di commercio sia minore del prezzo negli Stati Uniti. Cosa succede quando i due paesi si aprono al commercio internazionale? L’industria cinese di produzione dei bottoni si espande, mentre quella statunitense si contrae. Questo processo si autoalimenta: all’aumentare della produzione del settore cinese, i costi si ridurranno ulteriormente; al contrarsi della produzione del settore statunitense, i costi di questo settore aumenteranno. Alla fine, ci possiamo attendere che tutta la produzione di bottoni si concentri in Cina. Come incide sui prezzi la concentrazione della produzione? I prezzi dei bottoni cinesi erano più bassi dei prezzi dei bottoni statunitensi prima dell’apertura al commercio. Poiché la curva di offerta della Cina è inclinata negativamente, l’aumento della produzione per effetto del commercio porta a un prezzo dei bottoni inferiore al prezzo che vigeva prima del commercio. Il commercio internazionale porta in entrambi i paesi a prezzi dei bottoni inferiori a quelli che si avevano in autarchia! Questa implicazione è molto diversa da quelle dei modelli senza rendimenti crescenti: nei modelli di HO e Ricardo, per effetto del commercio internazionale, i prezzi relativi convergono. Che cosa potrebbe generare tale vantaggio iniziale che permette di avere un prezzo inferiore?  

vantaggio comparato (differenze relative alla tecnologia ed alla dotazione relativa di risorse) contingenze storiche: qualcosa offre a una particolare località un vantaggio iniziale in un settore particolare e questo viene “fissato” dalle economie di scala

La conseguenza è che non sempre i settori sono localizzati nel posto “giusto”: una volta che un Paese ha stabilito un vantaggio in quel settore, potrebbe mantenere tale vantaggio anche se altri Paesi potrebbero potenzialmente produrre i beni in modo più economico (es. il Vietnam

possa può produrre bottoni ad un prezzo più basso della Cina, la Cina però ha organizzato per prima il settore dei bottoni). In presenza di economie di scala esterne, il commercio ha effetti ambigui sul benessere nazionale: possono prodursi vantaggi per l’economia mondiale, grazie alla concentrazione della produzione in settori caratterizzati da economie esterne ma non c’è garanzia che la produzione caratterizzata da economie esterne avvenga nel paese “giusto”. Può anche succedere che un paese peggiori la propria condizione in presenza di commercio: un paese potrebbe stare meglio producendo da sé tutti i beni, piuttosto che importandoli. Ipotizziamo che Tailandia e Svizzera producano orologi: la Tailandia può farlo a prezzi più bassi ma la Svizzera ha iniziato prima. La Tailandia è incentivata a proteggere il settore degli orologi dalla concorrenza straniera. Tuttavia, al di là di questi casi, l’esistenza di settori concentrati è sempre vantaggiosa per l’economia mondiale.

4. Rendimenti crescenti dinamici Le economie esterne di scala possono anche dipendere dall’ammontare di produzione cumulata nel tempo, o meglio dall’ accumulazione di conoscenza: lo spillover di conoscenza comporta una riduzione dei costi di produzione delle singole imprese quando l’intero settore accumula esperienza. La curva di apprendimento rappresenta la relazione tra costo unitario e quantità cumulata; è inclinata negativamente. Come le economie di scala esterne statiche, anche i rendimenti di scala crescenti dinamici possono consentire di mantenere nel tempo un vantaggio iniziale in un settore e possono essere utilizzati per giustificare il protezionismo: la protezione temporanea dei settori consente alle imprese di fare esperienza (tesi dell’industria nascente ) ma nella realtà a) spesso la protezione si protrae per periodi troppo lunghi e b) è difficile capire quando esistono effettivamente economie di scala esterne.

5. Commercio interregionale (regioni all’interno dello stesso Paese e geografia economica) Le economie di scala esterne giocano un ruolo importante anche nel determinare la struttura del commercio interregionale, il commercio che ha luogo tra regioni all’interno di uno stesso paese. Innanzitutto, occorre distinguere tra servizi non commerciabili che devono essere offerti localmente (es. servizi veterinari, editoria di testate giornalistiche, istituzioni di risparmio) dai servizi commerciabili (es. settore cinematografico, ricerca scientifica, ecc.). Cosa determina la localizzazione dei settori tradable? Sicuramente le risorse naturali, il capitale e la manodopera ma principalmente le economie di scala esterne più che altro dovute a contingenze storiche: le regioni che iniziano a produrre un determinato prodotto in grandi quantità tendono a mantenere il vantaggio acquisito anche se un’altra regione potrebbe produrre quel bene a prezzi inferiori. La geografia economica fa riferimento agli studi di economia internazionale, commercio intraregionale e organizzazione delle attività economiche nelle aree urbane e rurali: a. la geografia economica studia come le persone negoziano fra di loro attraverso lo spazio b. cambiamenti nei mezzi di comunicazione come internet, e-mail, sms, video conferenze, cellulari stanno cambiando il modo in cui le persone negoziano fra di loro attraverso lo spazio

c. innovazioni nelle modalità di trasporto stanno riducendo i costi di trasporto e/o di acquisizione di servizi che prima erano ‘non commerciabili’...


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