Rendimenti DI Scala - Schema PDF

Title Rendimenti DI Scala - Schema
Author Domenico Petrella
Course Economia
Institution Sapienza - Università di Roma
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Description

RENDIMENTI DI SCALA Rendimenti di scala: dati i prezzi dei fattori, lo stato della tecnologia e la scelta ottima della tecnica, definiscono come varia la produzione al variare della quantità impiegata dei fattori di produzione, determinando così l’andamento del costo medio di lungo periodo.  Rendimenti costanti di scala: un dato aumento percentuale dei fattori produce lo stesso incremento percentuale della produzione.  Rendimenti crescenti di scala: un dato aumento percentuale dei fattori produce un incremento più che proporzionale della produzione.  Rendimenti decrescenti di scala: un dato aumento percentuale dei fattori produce un aumento meno che proporzionale della produzione. COSTO MEDIO DI LUNGO PERIODO Costo medio di lungo periodo (CMELP): dati i prezzi dei fattori, lo stato della tecnologia e la scelta ottima della tecnica, l’andamento del CMELP è determinato dai rendimenti di scala.  Economie di scala: in presenza di rendimenti di scala crescenti, il CMELP si riduce al crescere della quantità prodotta.  Diseconomie di scala: in presenza di rendimenti di scala decrescenti, il CMELP aumenta al crescere della quantità prodotta.  Costi costanti: in presenza di rendimenti di scala costanti, il CMELP non varia al crescere della quantità prodotta. La legge della produttività marginale decrescente non opera, in quanto le ipotesi implicano le variazioni delle quantità impiegate di entrambi i fattori sempre nelle stesse proporzioni.

MOTIVAZIONI DELLE ECONOMIE O DIDECONOMIE  A livello di impianto: a) specializzazione e divisione del lavoro; a’) alienazione dei lavoratori; b) indivisibilità dei macchinari; c) efficienza dei grandi macchinari; d) internalizzazione delle fasi di produzione; d’) coordinamento delle fasi di produzione.  A livello di impresa: a) economie di organizzazione, dei costi comuni e finanziarie; a’) problemi di coordinamento e relazioni industriali; b) economie di varietà.  A livello di industria: a) economie esterne di scala; a’) diseconomie esterne di scala. RICAVI Funzione del ricavo totale: per ogni livello di produzione ( Q1) e con riferimento ad un dato periodo di tempo, il ricavo totale è dato dal prodotto della quantità prodotta moltiplicata per il prezzo al quale è stata venduta: RT=f(Q)=Q x P(Q)  Il termine P(Q) identifica la relazione che può intercorrere tra la quantità che l’impresa sceglie di produrre ed il prezzo al quale i consumatori sono disposti ad acquistare tale quantità. Sostanzialmente, tale relazione dipende dalla quota di mercato dell’impresa.

RICAVO MEDIO: è sempre uguale al prezzo e definisce il ricavo ottenuto dall’impresa per ogni singola unità

RT QxP (Q) =P(Q ) = Q venduta. RME = Q RICAVO MARGINALE: definisce l’incremento del ricavo totale a fronte della vendita di una singola unità

aggiuntiva di produzione. RMG =

Δ RT ΔQ

 L’andamento del RMG dipende dalla quota di mercato dell’impresa determina l’andamento del RT e del RME. RICAVO MARGINALE ED ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RMG ED ELASTICITA’: quando maggiore è la quota di mercato del’impresa, tanto maggiore sarà la sua capacità di influenzare il prezzo variando la quantità prodotta.  Quota di mercato insignificante: i consumatori sono disposti ad acquistare ogni unità aggiuntiva prodotta dall’impresa sempre al medesimo prezzo; pertanto, la curva di domanda per l’impresa è orizzontale, con un’elasticità che tende in valore assoluto ad ∞.  Quota di mercato significativa: i consumatori sono disposti ad acquistare ogni unità aggiuntiva prodotta dall’impresa soltanto ad un prezzo più basso pertanto, la curva di domanda per l’impresa è inclinata negativamente, con un’elasticità che in valore assoluto varia ∞ a 0. MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO EXTRAPROFITTO è pari alla differenza tra il ricavo totale ed il costo totale di produzione. Π=RT(Q)-CT(Q)= Q x P(Q)-Q x CME(Q)  Al fine di massimizzare l’extraprofitto, l’impresa sceglie la quantità da produrre, accettando nel contempo il prezzo al quale i consumatori sono disposti ad acquistare tale quantità.  La condizione di massimizzazione è RMG=CMG, l’impresa sceglierà il livello di produzione in corrispondenza del quale la variazione del ricavo totale è uguale alla variazione del costo totale. EXTRAPROFITTO: la differenza tra il ricavo totale ed il costo totale di produzione è maggiore di zero. Π= Q x (P-CME)>0 PERDITA: la differenza tra il ricavo totale ed il costo totale di produzione è minore di zero. Π= Q x (P-CME)0 PROFITTO NORMALE: il costo opportunità della gestione dell’impresa che deve sostenere il proprietario, pari al rendimento che il proprietario potrebbe ottenere investendo il capitale finanziario impiegato nell’impresa in un’attività finanziaria alternativa, maggiorato del premio per il rischio. r l= l+A  In termini percentuali, il profitto normale (rl) è pari alla somma del rendimento ottenibile da un’attività finanziaria priva di rischio (i) e del premio per il rischio (A) connesso allo svolgimento dell’attività d’impresa....


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