Economie di scala - mappa concettuale - Economia internazionale PDF

Title Economie di scala - mappa concettuale - Economia internazionale
Author Giulia Verdone
Course Economia Internazionale 
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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mappa concettuale...


Description

La produzione di un’impresa, di un settore o di un paese, esibisce ReSCr quando la variazione proporzionale e contemporanea dei fattori produttivi, comporta una variazione più che proporzionale nell’output. ECONOMIE DI SCALA Il termine economie di scala nasce dal fatto che aumentando la scala produttiva, si economizza nella quantità di input che occorre per ogni unità prodotta. All’aumentare della produzione, il costo medio di produzione dell’impresa diminuirà fino ad un certo punto, poi aumenterà. Questo può accadere per i motivi seguenti: 1) se l’impresa opera su larga scala, i lavoratori possono specializzarsi nelle attività in cui risultano più produttivi. 2) La scala può fornire flessibilità. Variando la combinazione dei fattori produttivi utilizzati per ottenere il livello di produzione dell’impresa, i manager possono gestire in modo più efficace il processo di produzione. 3) L’impresa potrebbe essere in grado di acquisire alcuni fattori di produzione a costo inferiore perché li ordina in grandi quantità e quindi può spuntare prezzi migliori. La combinazione dei fattori produttivi può cambiare con la scala dell’attività dell’impresa, se i manager sfruttano il costo inferiore dei fattori produttivi. Le economie di scala si riferiscono all’effetto che un aumento della scala della produzione ha sul costo medio unitario della produzione.

ECONOMIE INTERNE DI SCALA

ECONOMIE ESTERNE DI SCALA *(vd dopo)

Se i ReSCr sono presenti a livello d’impresa (essendo questi attribuiti al particolare processo produttivo dell’impresa stessa)

Se i ReSCr sono presenti a livello si settore o di paese, ma non a livello d’impresa.

In presenza di economie interne di scala non si può avere la concorrenza perfetta e sorgono forme di mercato necessariamente meno competitive, quali la concorrenza monopolistica e l li li

Con l’abbandono della concorrenza perfetta, il bene prodotto in un mercato non è necessariamente omogeneo e si apre la possibilità di differenziazione del prodotto.

Si

ricorda che in concorrenza perfetta un’impresa raggiunge una dimensione ottima sufficientemente piccola per il mercato, tale da risultare price taker - ovvero, alla sua

dimensione ottima, l’impresa non influisce sulla formazione del prezzo di equilibrio. Tuttavia, abbiamo appena mostrato che i costi medi di un’impresa caratterizzata da ReSCr sono decrescenti, indicando come l’espansione della produzione non trova limiti in una dimensione ottima piccola. Poiché i costi medi sono decrescenti anche a livelli produttivi molto elevati, infatti, l’impresa farebbe profitti crescenti continuando ad espandere la sua produzione se, come si assume in concorrenza perfetta, il prezzo di mercato fosse per lei dato e costante. Ma ciò implica che, continuando ad ampliare la sua produzione, l’impresa raggiunge una quota di mercato sufficientemente grande da influenzare il prezzo di equilibrio dell’intero settore. Quindi non si è più in una situazione di concorrenza perfetta.

FORME DI MERCATO IMPERFETTAMENTE CONCORRENZIALI In presenza di economie di scala interne, l’aumento indefinito della produzione trova un limite nel trade of tra quantità e prezzo rappresentato dalla domanda all'impresa. L'impresa riesce ad aumentare la quantità venduta solamente abbassando il prezzo; sebbene i costi di produzione diminuiscano con l'aumento della quantità prodotta, l'impresa non può espandere la produzione all'infinito perché il prezzo diminuirebbe eccessivamente (e i ricavi totali potrebbero decrescere). In altre parole, l'impresa possiede un certo grado di monopolio attraverso il quale può scegliere la combinazione ottimale di quantità e prezzo che le garantisce il massimo profitto. Graficamente, la curva di domanda all'impresa non è orizzontale (ovvero infinitamente elastica) poiché l'impresa non può essere price taker. La curva di domanda all'impresa è invece inclinata negativamente: l'impresa può aumentare la quantità venduta, ma solamente diminuendo il prezzo (ovvero a un ricavo medio più basso). ECONOMIE ESTERNE DI SCALA* Si parla di economie esterne di scala quando l'interrelazione tra le imprese genera un miglioramento generale nelle condizioni di produzione dell'intero settore. Come conseguenza, il settore viene a essere caratterizzato da rendimenti di scala crescenti. Occorre notare che non vi è alcuna necessità che i rendimenti crescenti siano presenti a livello d’impresa: le imprese possono continuare ad avere rendimenti costanti di scala (ReSCo), ma l'intero settore può essere caratterizzato da rendimenti crescenti causa delle esternalità positive presenti all'interno settore. La concorrenza perfetta nel settore è compatibile con la presenza di economie esterne di scala. Alcuni esempi di esternalità di produzione a livello settoriale possono essere la facilità di comunicazione, la vicinanza delle imprese fornitrici e dei lavoratori, la diffusione degli usi di produzione e della conoscenza. CONCORRENZA MONOPOLISTICA E APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE Il grado di monopolio (o potere di mercato) dell'impresa dipende dal grado di sostituibilità di una varietà rispetto a quelle dei suoi concorrenti: tanto maggiore la sostituibilità tra le varietà, tanto minore sarà la differenza tra il prezzo che l'impresa può richiedere e il prezzo che si avrebbe in caso di concorrenza perfetta (uguale al costo marginale). Quindi, tanto maggiore il grado di sostituibilità delle varietà (ovvero l'elasticità di sostituzione tra le varietà), tanto minore il grado di monopolio dell'impresa. Una misura del grado di monopolio è data dal mark-up, ovvero dalla differenza (percentuale) tra il prezzo e il costo marginale. La presenza di ResCr disincentiva la formazione di molte imprese e quindi la produzione di molte varietà. Dato che ogni varietà è assegnata ad una impresa e l'impresa deve raggiungere un livello minimo di produzione per sfruttare le economie di scala e coprire i costi fissi di avvio, la dimensione del mercato nazionale limita il numero delle imprese alias il numero di varietà a disposizione dei consumatori.

Assumendo che il benessere dei consumatori aumenti con il numero di varietà a loro disposizione. L'economia può allora trarre beneficio dall'apertura al commercio internazionale. Infatti, con la possibilità di esportare e importare varietà dall'estero: (i) le imprese possono espandere la loro produzione per servire il mercato estero e sfruttare maggiormente le economie di scala, (ii) i consumatori possono acquistare dall'estero quelle varietà non disponibili all'interno. ECONOMIE ESTERNE DI SCALA E COMMERCIO INTERNAZIONALE L’apertura al commercio internazionale espande la domanda per il settore a ReSCr, ne diminuisce i costi medi e fornisce l’incentivo a commerciare. 

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EQUILIBRI MULTIPLI E FATTORI EXTRAECONOMICI: non esiste un unico equilibrio, ma equilibri multipli e più modelli di specializzazione sono possibili per i vari Paesi. Fattori extraeconomici possono essere determinanti per stabilire i modelli di specializzazione osservati. PERDITA DI BENESSERE DALL’APERTURA COMMERCIALE ASSENZA DI COMMERCIO INTRAINDUSTRIALE DIVARICAZIONE NEI PREZZI DEI FATTORI...


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