Edward Hopper, analisi dell\'artista e delle sue più famose opere PDF

Title Edward Hopper, analisi dell\'artista e delle sue più famose opere
Course Storia dell’arte contemporanea
Institution Università degli Studi di Macerata
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Summary

Le sue opere raccontano l'America dell'epoca, non lo fanno attraverso lo sfarzo dei grattacieli o dei monumenti ma ritraendo la vita quotidiana: dai distributori di benzina alle strade silenziose, illuminate da lampioni e luci al neon....


Description

Edward Hopper Anno di nascita: 22 Luglio 1882 Anno di morte: 15 Maggio 1967 Nato in una piccola cittadina sul fiume Hudson di nome Nyack, Edward Hopper nasce in una piccola famiglia borghese. Fin da piccolo fa notare il suo talento per il disegno, così come il suo interesse per le navi e simili, che spesso riproduce nei suoi disegni. Convinti del suo talento, i genitori, gli permettono di conseguire nel 1899 un concorso per corrispondenza alla New York School of Illustrating. Questo evento segnò la nascita di hopper pittore. L’anno successivo si trova presso la New York School of Art, dove è a contatto con grandissimi artisti del suo tempo: tra le persone che gli sono vicine possiamo ricordare il nome di William Merrit Chase e di William Henri.Edward Hopper, arriva come pittore americano a Parigi, dove rimane affascinato dall’ambiente e dall’atmosfera e si sente molto colpito dallo stile degli artisti simbolisti. Nel 1907 Edward Hopper effettua diversi viaggi in Europa e con molte fermate a Parigi, che lo aveva fatto innamorare tempo addietro. Qui sviluppa uno stile molto vicino all‘impressionismo, ma con un tocco personale che lo renderà unico nel suo genere. Anche nel 1910 torna nella capitale francese, perfezionando le sue abilità come i grandi dettagli degli interni o anche il gioco di luminosità che ha un ruolo fondamentale nei suoi prodotti. Quando però ritorna in America l’atmosfera piena di positività crolla e si concentra su temi giornalieri che caratterizzano il suo paese. Nel 1918 si unisce al Whitney Studio Club, gruppo fondamentale per gli artisti indipendenti e proprio qui successivamente espone Soir Bleu. In questo quadro viene riportato una tipica terrazza parigina dove viene condensato in un semplice attimo tutte le classi sociali, dalle più basse fino all’aristocrazia, per mezzo di personaggi molto ben caratterizzati, come la prostituta, i borghesi o un protettore. Matrimonio Josephine Verstille Nevison, che farà da ora in poi la musa ispiratrice per il pittore riguardo le figure femminili. Il 15 Maggio 1967 Hopper muore nel suo studio a New York. Nighthawks (o i nottambuli) Data di realizzazione: 1942 Dimensioni: 84 x 152 cm Dove si trova: Art Institute of Chicago Il quadro Nighthawks Edward Hopper, subito dopo essere stato disegnato e colorato con attenzione, è stato esposto nella galleria d’arte di Rehn, in cui il pittore aveva già portato qualche altro suo lavoro tempo prima. Appena messo nella galleria, il quadro era ufficialmente in vendita. Passa poco più di un mesetto ed il giorno di San Patrizio, Edward e sua moglie Josephine partecipano all’inaugurazione della mostra su Henri Rousseau al Museum of Modern Art. Si tratta di un’occasione molto importante; l’evento è stato organizzato da Daniel Catton Rich, il direttore dell’Art Institute of Chicago. Nello svolgersi della festa, Daniel si ritrova a chiacchierare con il direttore del Museum of Modern Art, il quale spende delle buonissime parole a proposito dei precedenti lavori di Edward. Incuriosito dalla discussione, Daniel dà un’occhiata al lavoro di Hopper Nighthawks e rimane molto colpito dalla bellezza di quest’opera. Senza pensarci due volte, la compra e la fa portare all’Art Institute of Chicago,

dove la puoi ammirare ancora oggi. Edward aveva l’abitudine di conservare un piccolo quadernino in cui, con una matita, faceva delle piccole bozze dei progetti per i suoi quadri futuri. Nei momenti in cui era ispirato, prendeva questo quadernino e cominciava a scrivere appunti e a fare dei disegni precisissimi, senza tralasciare nemmeno un piccolo dettaglio. E Josephine lo aiutava anche in questo, infatti, spesso era proprio lei ad aggiungere delle informazioni fondamentali per i nuovi quadri. completato proprio il 21 Gennaio del 1942. quella più sostenuta riguarda il fatto che l’uomo appoggiato al bancone del bar avesse un naso a becco. Devi sapere che in inglese la parola hawk vuol dire falco, e in questo caso potrebbe riferirsi al naso di quest’uomo che frequenta il locale notturno. Josephine a decidere il titolo dell’opera di Hopper Nottambuli. C’è una lettera scritta dalla moglie del pittore indirizzata a Marion, la sorella di Edward, Edward Hopper al leggendario pittore Vincent Van Gogh. Di Hopper, conosciamo tutti i dettagli di questo suo capolavoro grazie al quadernino e alle lettere di sua moglie, e così anche Van Gogh ne scriveva un sacco a suo fratello Theo ed ai suoi amici in cui gli spiegava come nascevano e come si stavano sviluppando alcuni suoi quadri, come la notte stellata. la città è totalmente deserta, la solitudine. nessuno di loro sta parlando o chiacchiera con qualcun altro nel locale: sono tutti imbambolati e persi nei loro pensieri. Questa particolare atmosfera silenziosa ricorda tanto quella che era presente nell’assenzio di Degas, non è una solitudine generica, ma quella provata dall’americano di quegli anni, perso nei suoi problemi in una gigantesca New York che forse non sa nemmeno che esiste. Siamo negli anni ’40 del ‘900 , le città si evolvevano ad una velocità straordinaria, gli edifici spuntavano qua e là come dei funghi e gli Stati Uniti stavano diventando la potenza numero 1 al mondo, atmosfera di tristezza che avvolge la scena: ti basta guardare il chiaroscuro denso e deciso riportato sui personaggi e che si estende fino al più piccolo particolare del quadro, dando la sensazione che nulla e nessuno riesca a sfuggire a questa notte dipinta da Hopper Edward. doveva essere ambientata in un locale a Greenwich Village, il quartiere di Manhattan dove abitava Hopper. Molto probabilmente, Hopper, ha preso ispirazione per il suo disegno da un ristorante vero, ma ne ha semplificato le caratteristiche, rendendolo essenziale e mostrando pochi elementi: i protagonisti, il bancone, un marciapiede, l’insegna e qualche edificio nelle vicinanze....


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