Eutanasia Attiva E Passiva PDF

Title Eutanasia Attiva E Passiva
Author Beatrice Atzori
Course Filosofia
Institution Università Vita-Salute San Raffaele
Pages 3
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Summary

Riassunto dell'articolo ''Eutanasia attiva e passiva'' di J. Rachels...


Description

EUTANASIA ATTIVA E PASSIVA di James Rachels L’idea che è giusto permettere ai pazienti di morire è antica. Socrate lodava un medico così: ‘’non avrebbe mai cercato di curare corpi che la malattia aveva penetrato sempre più a fondo.’’ Era l’uccidere che veniva condannato. La moralità del consentire alle persone di morire sospendendo il trattamento è diventato sempre più importante quando i metodi di cura sono diventati più sofisticati. Attraverso apparecchiature quali respiratori, macchine cuore-polmoni è diventato possibile mantenere in vita praticamente chiunque. 1958  PIO XII sosteneva che si potesse permettere al paziente che è già praticamente morto di trapassare in pace. AMERICAN MEDICAL ASSOCIATION  condanna l’uccisione per pietà ma dice che è ammissibile sospendere o omettere il trattamento per lasciar morire un paziente terminale. In questo modo la comunità medica abbraccia la distinzione tra eutanasia attiva e passiva. 1) EUTANASIA ATTIVA: un’AZIONE POSITIVA VOLTA A UCCIDERE IL PAZIENTE (per esempio con un’iniezione di cloruro di potassio); 2) EUTANASIA PASSIVA: evitare di fare quanto servirebbe a tenere in vita il paziente. Molti autori preferiscono usare il termine eutanasia solo per quella attiva. Usano espressioni diverse per riferirsi a quella passiva: morte con dignità. Un motivo è che suona molto meglio difendere la morte con dignità piuttosto che sostenere l’eutanasia di qualsiasi tipo. La credenza che esista un’importante differenza morale tra eutanasia attiva e passiva ha ovvie conseguenze per la pratica medica. (Esempio: un paziente morente per un cancro incurabile alla gola soffre di dolori terribili che non può alleviare. È certo di morire in pochi giorni ma decide di non voler continuare a vivere perché il dolore è insopportabile. Così chiede al medico di porre termine alla sua vita. Un modo in cui il medico potrebbe assecondare la sua richiesta consiste nell’uccidere il paziente con un’iniezione letale. La maggior parte dei medici non lo farebbe. La dottrina attiva/passiva dice al medico che anche se egli non può inoculare la sostanza letale al paziente può interrompere la terapia e lasciar morire il paziente.) RACHELS SOSTIENE CHE EUTANASIA ATTIVA E PASSIVA SONO MORALMENTE EQUIVALENTI. IL FATTO CHE IN UN CASO L’EUTANASIA E’ ATTIVA MENTRE IN UN ALTRO PASSIVA NON COSTITUISCE DI PER SE’ UNA RAGIONE PER GIUDICARE L’UNA MORALMENTE MIGLIORE DELL’ALTRA.

LE DUE FORME DI EUTANASIA SONO MORALMENTE EQUIVALENTI: O SONO ENTRAMBE ACCETTABILI O NON LO SONO. STANNO O CADONO INSIEME. (e visto che l’eutanasia passiva è giusta, si deve ritenere giusta anche quella attiva.)

Impiegare la distinzione tradizionale ha serie conseguenze negative per i pazienti. Nel caso del malato di cancro terminale il medico ha tre opzioni: 1) può mettere fine alla sua vita con un’iniezione letale; 2) può sospendere la terapia e lasciarlo morire prima di quando avrebbe dovuto; 3) potrebbe continuare la terpaia e prolungare la sua vita più a lungo possibile.

LA POSIZIONE TRADIZIONALE DICE CHE SI PUO’ SCEGLIERE LA SECONDA OPZIONE MA NON LA PRIMA. Un problema è dato dal fatto che, se sospendiamo la terapia, gli ci vorrà più tempo per morire e così soffrirà di più che se gli somministrassimo l’iniezione totale. Questo appare contrario all’impulso umanitario che motiva la decisione di non prolungargli la vita. La posizione che sostiene la terza alternativa è secondo Rachels sbagliata ma possiede una sua integrità. La posizione che sostiene la seconda alternativa come prioritaria è una posizione moderata che incorpora il peggio di entrambi gli estremi. La crudeltà celata nella distinzione tra uccidere e lasciar morire può essere illustrata da questo caso: la sindrome di Down è talvolta complicata dall’atresia duodenale (ostruzione intestinale) che impedisce al bambino di ricevere il nutrimento. In tali casi, genitori e medici talvolta decidono di non attuare l’intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione e lasciar morire il bambino. (resoconto del dottor Shaw  come chirurgo la cui naturale inclinazione è di usare ogni mezzo per combattere la morte, guardare morire un neonato che potrebbe essere salvato è un’esperienza emotivamente terribile.) Egli è preoccupato solo dalla prova che sembra necessaria. Ma perché il perché è necessaria questa prova? Si ritiene che la vita dei neonati sia preziosa e debba essere protetta, allora naturalmente ci si opporrà all’ucciderli o al lasciarli morire. Tuttavia l’atresia duodenale non è parte della sindrome di Down, è solo una condizione che talvolta la accompagna. Quando non esiste alcuna ostruzione intestinale i bambini Down continuano a vivere. ALCUNI BAMBINI DOWN, CON ATRESIA DUODENALE, MUOIONO, MENTRE ALTRI, SENZA ATRESIA DUODENALE, VIVONO.  Questo è IRRAZIONALE. È irrazionale perché ai bambini con ostruzione intestinale è concesso di morire non perché hanno l’atresia ma perché sono mongoloidi e genitori e medici giudicano che a motivo di questo è meglio non sopravvivere. Questioni di vita e di morte vengono decisi su basi irrilevanti. In questione è la sindrome di Down, non l’intestino.

LA TESI DELL’EQUIVALENZA DICE CHE NON ESISTE ALCUNA DIFFERENZA MORALMENTE RILEVANTE TRA UCCIDERE E LASCIAR MORIRE. Più precisamente la tesi definisce cosa conta o meno come ragione moralmente valida a sostegno di un giudizio di valore: il semplice fatto che l’uno è un atto di uccidere, mentre l’altro è un mero lasciar morire qualcuno, non costituisce una ragione moralmente valida a sostegno del giudizio che il primo è peggiore del secondo. È compatibile con la tesi dell’equivalenza che tra tali atti ci possano essere altre differenze moralmente significative. Per esempio, la famiglia di un paziente potrebbe desiderare che al suo caro sia concesso di morire, ma non ucciso. In questo caso abbiamo un'altra ragione per lasciar morire il paziente piuttosto che ucciderlo: la ragione è che la famiglia preferisce questa soluzione. Questo non significa che la distinzione tra uccidere e lasciar morire sia di per sé importante. Importante è rispettare la volontà della famiglia. RACHELS NON SOSTIENE CHE UN’AZIONE CHE COMPORTI LASCIAR MORIRE E’ ALTRETTANTO CATTIVA DI UN’AZIONE CHE COMPORTI UCCIDERE. Ci sono molte ragioni per le quali un certo atto di uccisione può essere moralmente preferibile a un particolare atto di lasciar morire, o viceversa. LA TESI DELL’EQUIVALENZA E’ UNO DI QUEGLI ENUNCIATI FILOSOFICI ETEREI E ASTRATTI CHE POSSONO SEMBRARE IMPOSSIBILI DA PROVARE.

Nella scienza spesso vogliamo sapere quale influenza viene esercitata da un elemento di una situazione complessa. La procedura consueta consiste nell’isolare l’elemento interessato studiando i casi in cui tutto il resto è mantenuto costante, mentre quell’unico elemento è mantenuto costante. Variando un elemento vediamo le differenze che ne derivano. Si può tentare un esperimento simile con la distinzione tra uccidere e lasciar morire. Possiamo considerare due casi esattamente simili tranne per il fatto che uno comporti l’uccidere e l’altro il lasciar morire. Consideriamo questa coppia di casi: 1) Rossi erediterà una grossa somma se accadrà una disgrazia al cugino di sei anni. Mentre il bambino sta facendo il bagno, Rossi si introduce in bagno e lo affoga. Nessuno lo scopre e Rossi ottiene l’eredità;  HA UCCISO IL BAMBINO. 2) Bianchi erediterà una somma se accadrà una disgrazia al cugino di sei anni. Come Rossi, si introduce in bagno con lo scopo di affogare il bambino, tuttavia mentre entra in bagno vede il bambino scivolare. Bianchi è felice e rimane lì a guardare. Il bambino annega da solo, accidentalmente. Nessuno se ne accorge e Bianchi ottiene l’eredità.  LO HA LASCIATO MORIRE. Se la differenza tra uccidere e lasciar morire fosse di per sé un problema moralmente rilevante, allora dovremmo dire che il comportamento di Bianchi è stato meno riprovevole di quello di Rossi. Ma non possiamo affermare questo per TRE ragioni: 1) ENTRAMBE...


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