Adolphe Ferrière e Les Oubliés della scuola attiva in Italia PDF

Title Adolphe Ferrière e Les Oubliés della scuola attiva in Italia
Author Laura Montalto
Course Pedagogia
Institution Università degli Studi di Catania
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Prefazione Tra le pubblicazioni presenti in lingua Italiana non compaiono approfondite ricostruzioni del pensiero e dell’opera di Adolphe Ferrière. Un vuoto che certamente ha compromesso una visione panoramica ampia dell’intera stagione di rinnovamento educativo di inizio secolo, caratterizzata dal significativo apporto di molteplici istanze di ricerca empirica in campo educativo. Un vuoto di documentazione che ha segnato non poco le interpretazioni e le ricostruzioni operate in Italia. Si avverte dunque la necessità non soltanto di riconsiderare a più ampio raggio l’apporto di figure come quella di Ferrière, ma anche di allargare il quadro di implicazioni di interesse connesse alle ricerche su Educazione Nuova e Scuola Attiva in Italia. Il ginevrino, definito in Italia come “apostolo della scuola attiva”, fonda nel 1912 assieme a Pierre Bovet e Edouard Claparède l’Istituto di Scienze dell’educazione J.-J. Rousseau. Adolphe Ferrière era affetto da sordità totale. Con “Corporation des silencieux” Elda Mazzoni si riferiva i maestri italiani innovatori del tempo.

Introduzione Adolphe Ferrière è lo studioso che ha più sofferto delle “ingiurie dei tempi”. Non rendono giustizia alla memoria del pedagogista svizzero non solo il silenzio che ha avvolto la sua opera, ma pure la distorsione di lettura cui essa è stata soggetta. Raffigurato come infaticabile propagandista ed entusiasta divulgatore dell’idea di scuola attiva (école active), e organizzatore del movimento dell’Educazione Nuova (Education nouvelle), Ferriere finisce per essere oggetto di un riconoscimento di “apostolo zelante”, incline sì alla propaganda pedagogica, ma distante però da un possibile esercizio di pensiero rigoroso. Il nome di Adolphe Ferriere è noto come fondatore del Bureau international des écoles nouvelles (BIEN) e come entusiasta animatore della Ligue internationale pour l’Education nouvelle (LIEN). La veste di “apostolo della scuola attiva” ha contribuito a diffondere un “vizio di lettura” che eclissa, ancora oggi, certi aspetti del suo pensiero da cui poter trarre nuova materia di riflessione. Il recupero presso il Fonds Adolphe Ferriere di documentazione archivistica ha consentito di accedere a nuove piste di indagine. Le testimonianze diaristiche del ginevrino ci restituiscono l’ampiezza di un articolato orizzonte culturale e di una varietà di interessi scientifici. Ci consegnano, altresì, i tratti poco noti di un profilo umano estremamente complesso, caratterizzato da non poche contraddizioni: da una parte “introverso per necessità”, dall’altra “estroverso per temperamento”. Si è provato a riconsiderare il contributo di Ferriere attraverso un’ottica più ampia e documentata, per mettere in luce nessi significativi tra: - la sua attività di organizzatore e pubblicista ed il più generale contesto della cultura pedagogica di area francofona di inizi 900 - il suo pensiero pedagogico e la biologia, la sociologia, la psicologia, la filosofia e la religione - il modello di scuola attiva, di cui si fa interprete e divulgatore - e il movimento dell’Educazione Nuova Le sue opere sono edite per un periodo che copre all’incirca mezzo secolo, dal 1904 al 1960. Sottoponendo ad attento spoglio gli innumerevoli scritti pubblicati è possibile cogliere l’aspetto polimorfo della sua ricerca. Ripercorrendo l’iter di riflessione di Ferriere è possibile rintracciare dei motivi di carattere teorico che sono a fondamento di tutto il suo pensiero pedagogico. Il motivo biologico permea molti dei suoi scritti e costituisce lo sfondo teorico della tesi di laurea in sociologia che, nonostante il riconoscimento unanime da parte della critica del tempo, non ha fino a oggi conosciuto considerazione adeguata. Si è richiamata inoltre l’attenzione su alcuni nodi tematici come l’antinomia natura/cultura, il rapporto uomo/natura, il nesso innato/acquisito. Riprendendo alcuni assunti della teorizzazione del filosofo Bergson, la riflessione di Ferriere pone l’accento su una concezione del soggetto inteso come “vivente” rispetto al quale l’educazione si configura in termini di potenziamento dell’energia vitale, nonché rafforzamento della volontà di vita.

Ferriere sottolinea la necessità di orientare il processo educativo in direzione della piena attivazione delle potenzialità biologiche presenti nel fanciullo, al fine di rispettarne le tendenze naturali e quindi promuoverne lo sviluppo integrale. La seconda stagione dell’attività intellettuale dello studioso, in particolare nel decennio 1920/1930, sarà contraddistinta da un crescente interesse teorico per la pedagogia. Al nome di Adolphe Ferriere è associata l’idea di scuola attiva. La sua notorietà, infatti, è essenzialmente ricondotta alla diffusione delle idee educative sottese a questa formula. La nozione école active viene per la prima volta adottata da Pierre Bovet per connotare un’esperienza educativo-didattica avviata a Milano dall’educatore e maestro Maurilio Salvoni. Il panorama culturale italiano di inizi Novecento è animato da un fermento di riforma pedagogica proprio nel campo dell’istruzione e della formazione degli insegnanti. La lettura delle notes d’entretiens (note di conversazione) offrono testimonianza scritta dei colloqui intervenuti tra Ferriere ed illustri personalità del mondo pedagogico italiano, primo fra tutti Giuseppe Lombardo Radice. Le pagine del Petit journal relative all’anno 1926 ci consegnano resoconti dei due viaggi compiuti da Ferriere in Italia per visitare i principali istituti di avanguardia educativa. Anche le numerose lettere inedite di G. Lombardo Radice indirizzate a Ferriere offrono spunti per ricostruire alcuni scenari del rinnovamento pedagogico italiano.

Cap 1 – Adolphe Ferrière tra clichés interpretativi e fonti inesplorate Sub – Gli studi su Ferrière in Italia Tra le figure emblematiche che nel panorama del rinnovamento pedagogico internazionale di inizi 900 giocano un ruolo di primo piano, Adolphe Ferriere, pedagogista ginevrino vissuto tra il 1879 e il 1960, è lo studioso che ha più sofferto di quelle che vengono definite “ingiurie dei tempi”. Egli è raffigurato come infaticabile propagandista ed entusiasta divulgatore dell’idea di scuola attiva (école active), e organizzatore del movimento dell’Educazione Nuova (Education nouvelle). È stato più volte rimproverato di non essere approdato ad una elaborazione sistematica del proprio pensiero, spesso giudicato ridondante, carente sul terreno di una teorizzazione scientifica rigorosa. Ferriere sembra mostrare un atteggiamento quasi ossessivo nel citare le fonti bibliografiche da cui desume informazioni ed approfondimenti. Giorgio Bini afferma su Adolphe Ferriere: “La sua produzione è così vasta che potrebbe pensare a lui come teorico dell’attivismo. In certi momenti egli si dimostra completamente sprovveduto d’un minimo d’orientamento”. Ernesto Codignola pone l’accento sul peculiare ruolo di interprete e di testimone di interessanti esperienze di scuola attiva. Gli interpreti italiani che hanno approfondito il suo apporto pedagogico si sono per lo più indirizzati a illustrarne e valutarne le interessanti iniziative istituzionali per la diffusione del movimento di rinnovamento pedagogico internazionale nel primo cinquantennio del 900. Adolphe Ferriere è noto come fondatore del Bureau international des écoles nouvelles (BIEN) e come entusiasta animatore della Ligue internationale pour l’Education nouvelle (LIEN). - il BIEN avvia la propria attività istituzionale con il duplice scopo di censire tutte le esperienze educative condotte all’interno delle nascenti écoles nouvelles e di stabilire rapporti di scambio tra diversi istituti educativi, favorendo così la valorizzazione e la diffusione delle loro esperienze - con la costituzione della LIEN prenderà avvio a una fase d’istituzionalizzazione del movimento di rinnovamento pedagogico internazionale di inizio secolo La veste di “apostolo della scuola attiva” ha contribuito a far circoscrivere a pochi caratteri l’ampiezza del suo orizzonte culturale, eclissando così aspetti del suo pensiero da cui poter trarre nuova materia di riflessione. Vanno inoltre segnalati i contributi di riflessione risalenti al periodo giovanile (mai editi in traduzione italiana).

Interessanti appaiono, inoltre, gli studi condotti nei primi anni del 900 sul terreno della Psicologia Genetica. L’opera di riduzione del contributo di Adolphe Ferriere non solo ha determinato una sorta di “cortocircuito interpretativo” che ha fatto spegnere i riflettori sull’Autore, ma ha contribuito a diffondere, nell’ambito delle interpretazioni italiane, un “vizio di lettura” che persiste ancora oggi. È possibile effettuare una distinzione generale tra 2 filoni interpretativi. Da una parte si collocano gli interpreti, sia di fronte laico sia cattolico, che hanno avviato una lettura dell’attivismo pedagogico. Si tratta di letture che hanno posto in luce la trama di relazioni tra Ferriere e i temi del rinnovamento pedagogico internazionale. - La Fondation Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) è stata istituita nel 1984. Attualmente gli archivi sono presieduti dal Professore Charles Magnin membro del LHISCE. Essi costituiscono sul fronte internazionale uno dei siti di documentazione e di ricerca più ricchi e diversificati sul movimento dell’Education nouvelle, concorrendo a ricostruire i tratti peculiari di una vivace stagione di sperimentazione educativa in Europa. I fondi conservati presso gli AIJJR accolgono risorse documentarie preziose per ricostruire la storia dell’educazione e delle scienze dell’educazione in Svizzera durante il 900 I contributi offerti sembrano prospettare per alcuni aspetti una lettura che non restituisce le molte sfumature interne al pensiero di Ferriere. Sembra mancare una ricostruzione e interpretazione della sua opera che prenda in considerazione l’innumerevole quantità di scritti, e una puntuale contestualizzazione nel quadro del vasto movimento di rinnovamento pedagogico fiorito tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, definito come Educazione Nuova (o Education Nouvelle). Sub – Il fondo Adolphe Ferrière. Archivi Istituto J.-J. Rousseau Il recupero presso il Fonds Adolphe Ferriere di documentazione archivistica in gran parte inedita, ha consentito di accedere a nuove piste di indagine. Le testimonianze diaristiche del ginevrino, in particolare le pagine del Petit Journal (comprende 43 taccuini manoscritti inediti che accolgono la cronaca quotidiana della sua vita) e del Mon grand Journal (comprende 14 taccuini manoscritti inediti che raccolgono le riflessioni di Ferriere e il resoconto delle sue letture) su cui lo studioso era solito annotare, in modo maniacale, ogni evento della propria esistenza, ci consegnano i tratti di un profilo umano estremamente complesso, caratterizzato da innumerevoli contraddizioni; “introverso per necessità”, perché murato fin dall’età di venti anni in una sordità totale, desideroso di dedicarsi alla pratica educativa, anche se costretto a rinunciarvi a causa del proprio deficit uditivo. Dalla lettura degli inediti emerge anche il profilo di un uomo “estroverso per temperamento”, con la vocazione di personaggio pubblico e politico. La lettura del Petit journal offre testimonianza dei due viaggi compiuti in Italia, permettendo da un lato di ricavare informazioni riguardanti note esperienze educative avviate nel contesto nazionale, dall’altro di allargare lo sguardo su esperimenti di innovazione pedagogica poco conosciuti. Informazione preziose emergono pure dalla lettura delle notes d’entretiens (note di conversazione) che offrono testimonianza scritta dei colloqui intervenuti tra Ferriere e Lombardo Radice durante il soggiorno del ginevrino a Roma. Per via della sua sordità, Ferriere per comprendere il contenuto delle conversazioni faceva riassumere in forma scritta quanto asserito dal suo interlocutore. Sub – Un profilo inedito Ogni elaborazione teorica prende forma nell’evolversi di un processo di maturazione intellettuale che accompagna il vissuto culturale dello studioso nell’operare soluzioni di sintesi personale. Biologia, sociologia, psicologia, psicoanalisi, filosofia, religione sono terreni di studio frequentemente richiamati nelle sue pubblicazioni. L’interesse per le arti, le lettere, la politica, l’economia, testimonia inoltre l’intento di volere contemplare un universo che includa tutti gli aspetti della vita dell’individuo. “Pensiero” e “azione” sono strettamente interrelati nell’itinerario di Ferriere lungo due vie: lo studio e la ricerca teorica da una parte, la vita pratica come educatore dall’altra.

Le sue opere sono edite per un periodo che copre all’incirca mezzo secolo, dal 1904 al 1960. Dai suoi scritti è possibile cogliere anche l’aspetto polimorfo della sua ricerca. Ferriere da buon ricercatore in educazione osserva le questioni emergenti del panorama culturale a lui contemporaneo. Sulla scia del positivismo di Comte e Spencer, Ferriere attribuisce valore aggiunto alle tre scienze, biologia, psicologia, sociologia che costituiscono le premesse teoriche per volgere alla fondazione di una scienza dell’educazione che abbia un’attitudine per una spiegazione dei fenomeni educativi. Adolphe Ferriere gioca un ruolo di primo piano non soltanto per gli ambiti e le relazioni che sperimenta, ma anche per i tratti significativi delle sue osservazioni e descrizioni, da cui emergono tendenze e correnti di pensiero del variegato panorama culturale internazionale di fine 800 e prima metà del 900. Tuttavia la critica ha sempre rintracciato un limite negli scritti di Ferriere: le numerose pubblicazioni presentano contenuti ripetitivi e ridondanti. Ferriere di ciò è consapevole, tanto da giustificare il suo modus operandi in quanto sente la necessità di avvalersi, nella ricerca sull’educazione, della collaborazione di più contributi di specialisti. Un aspetto del pensiero di Ferriere che è stato sottoposto a critica e giudicato debole è quello relativo al suo pensare religioso e cosmologico. A tal proposito egli parla di Typocosmie, terreno di riflessione che tenta di rintracciare una corrispondenza tra eventi umani e ordine cosmico dei fenomeni. Questo genere di studi è persistente nel contesto di una ricerca condotta con tanto di misurazione e quantificazione statistica. L’interesse per questo ambito sarà giustificato dall’esigenza di affrontare in modo più esteso la riflessione sui cosiddetti Tipi psicologici. Un leitmotiv può essere rintracciato nell’opera dello studioso: al centro dell’attenzione di Ferriere resta sempre il problema fondamentale dell’educazione e del fanciullo e dell’uomo in generale. I temi presentati possono essere ricondotti in un ambito che richiama l’attenzione sul ruolo sociale e di emancipazione ricoperto dall’educazione. Per comprendere interamente l’apporto del pensatore svizzero è opportuno tenere presente che lo spirito che contraddistingue il suo impegno intellettuale è di tipo biologico e solo successivamente sociologico. L’interesse per la biologia sarà sempre presente nella teorizzazione dello studioso. Ciò che preoccupa Ferriere è collocare tutti i fenomeni che riguardano lo sviluppo dell’essere umano nel contesto da cui esso stesso trae origine: la dimensione del βioc. Lo studioso concepisce l’essere umano come animato da un “élan vital” che lo spinge a conservarsi e ad aumentare le possibilità di vita. Ferriere estende l’approccio della biogenetica alla lettura dei processi educativi. Oltre questo Ferriere si fa anche portavoce di una concezione di matrice spiritualista, in cui prende spunto dall’orientamento di Bergson e di William James, concentrando la propria attenzione non tanto sull’essere, ma sul divenire, in cui il punto di partenza è sempre quello del βioc.

Cap 2 – Al crocevia di biologia e sociologia: la riflessione teorica del giovane Ferrière Sub – I primi studi di biologia e sociologia Il padre Frederic Ferriere, autorevole medico e vicepresidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, si era fatto animatore di molteplici iniziative a favore dei fanciulli e di donne in difficoltà, fondando, nel 1914, una sezione per il soccorso dei civili. Ferriere all’età di 14 anni fonda il “Club alpin des jeunes”, a 17 è presidente di una società teatrale di giovani di talento. Segue gli studi classici e dopo aver studiato in collegio a Ginevra (in cui trascorre momenti difficili) e avere conseguito la maturità, avvia la propria carriera universitaria iscrivendosi alla Facoltà di Scienze. I suoi studi accademici s’indirizzano verso i corsi di zoologia e di anatomia comparata tenuti dal prof. Yung e verso gli insegnamenti di geologia e paleontologia di Duparc. Sospinto da un profondo interesse per questioni sociopolitiche frequenta pure il corso di Economia sociale e sistemi politici di Wuarin. Il giovane Ferriere non rimane estraneo neppure alle influenze della filosofia spiritualista, soprattutto quella di Bergson. Dal filoso francese desume l’idea fondamentale che per spiegare tutti gli aspetti della vita

dell’uomo sia necessario aprire un dialogo costante con la biologia, l’unica scienza in grado di offrire un contributo rilevante nello studio dei processi di sviluppo del vivente. Parallelamente ai corsi universitari, il giovane Ferriere ha un contatto con le nascenti scuole nuove, il cui debutto risale al 1889. Ma l’avvenimento principale che segna i primi anni di formazione è l’esperienza condotta in Germania, dal 1900 al 1902, presso gli istituti di Hermann Lietz. - precisamente a Ilsenbur (1898), a Haubinda (1901) e a Bieberstein (1904). Si tratta di scuole-convitto che prendono il nome di Focolari di educazione in campagna. Col passare del tempo tali istituti degenerano gradualmente, lasciando spazio a forme di autoritarismo, tanto che lo stesso Ferriere riconoscerà, molti anni dopo, i limiti di queste prime esperienze Nel ruolo di “giovane maestro volontario” egli orienta il proprio impegno sul terreno dell’innovazione pedagogica, mostrando uno spiccato interesse per questioni di carattere educativo-metodologico, divenendo il collaboratore più fidato di Lietz. L’esperienza in veste di praticien presso la scuola nuova tedesca farà maturare in lui l’idea di una scuola come “laboratorio di pedagogia pratica”. Rientrato in Svizzera nel 1902 Ferriere presta servizio per 3 mesi a Glarissegg accanto a W. Frei e W. Zuberbuhler. In questo periodo inizia ad accostarsi con interesse agli apporti provenienti dal mondo delle scienze umane. Frequenta i corsi di filosofia, storia, psicologia, storia delle religioni, morale e pure il corso di pedagogia di Duproix, conseguendo nel 1905 la licenza in scienze sociali. I suoi primi studi sono pubblicati sul giornale cristiano “L’Essor”, periodico di orientamento morale, sociale e religioso. Nel 1915 pubblica la tesi di laurea in sociologia ricevendo come riconoscimento ufficiale l’autorevole “Prix Frederic Amiel”. In questa prima stagione dell’itinerario di Ferriere emerge dunque un interesse per questioni che non sono esclusivamente pedagogiche, piuttosto metafisiche e biologiche. Secondo una concezione metafisico-filosofica, Ferriere sostiene che alla base della vita dell’uomo risiede una forza originaria, l’élan vital (slancio vitale) di natura non materiale. In linea generale lo slancio vitale presiede allo sviluppo organico e non organico dell’individuo, dalla fase iniziale dell’embrione alla forma completa di essere adulto, ed è identificato come “volontà di accrescere le sue possibilità di vita per vivere sempre meglio”. Questa forza non è considerata soltanto in termini biologici e materiali, ma assume pure caratteri spirituali. Questa concezione tenta di offrire una spiegazione dello sviluppo e dell’evoluzione sia dell’individuo, sia della società. - forte è il richiamo alla teoria spenceriana dell’evoluzione. Secondo Spencer la realtà andrebbe intesa in termini evolutivi Sub – La logica del progresso e la question de l’organisme social In uno dei suoi testi Ferriere critica la tradizionale nozione di organismo sociale. Secondo il suo punto di vista l’individuo e la società devono essere studiati in termini processuali secondo la visione dell’essere in divenire e attraverso la nozione di progresso. Sia le società, sia gli organismi viventi sarebbero caratterizzati da singole componenti che fanno convergere le loro attività differen...


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