Storia della scuola Santamaita PDF

Title Storia della scuola Santamaita
Author Giorgia Clamori
Course Storia dei processi formativi
Institution Università degli Studi di Firenze
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Summary

della Santamaita (Scienze della Formazione Firenze, Esame Storia dei Processi Formativi) Alle origini della scuola italiana ( Prima era molto avanzata nel nord rispetto al sud. Un esempio fu quello del Regno che dette vita a scuole elementari, professionali e normali (per la formazione degli insegna...


Description

“Storia della Scuola” Santamaita (Scienze della Formazione Firenze, Esame Storia dei Processi Formativi) 1- Alle origini della scuola italiana ( 1815-1859) Prima dell'unità d'Italia l'istruzione era molto più avanzata nel nord rispetto al sud. Un esempio fu quello del Regno Lombardo-Veneto che dette vita a scuole elementari, professionali e normali (per la formazione degli insegnanti) e nel Granducato di Toscana. L'elemento più dinamico è rappresentato dalla nascente borghesia (moderata e liberale) che aveva avviato processi di modernizzazione in vari settori, soprattutto nel nord Italia ( Piemonte, Lombardia e Toscana). Ciò fece si che ci fosse una maggiore attenzione verso l'istruzione. Al contrario accadde nel mezzogiorno in cui la nascita della borghesia era più lenta e di conseguenza lo sviluppo dell'istruzione subì gravi ritardi.

1,2 - Scuola e società nel Regno di Sardegna Durante l'800 il Regno di Sardegna presentava una situazione economica e sociale più avanzata rispetto ad altri stati preunitari. Il modello scolastico sabaudo richiamava per qualche aspetto quello dei collegi militari. Dopo la restaurazione vanno ricordati i seguenti provvedimenti: 1. La Regia Lettera (30/11/1847) Carlo Alberto istituì il Ministero della Pubblica Istruzione per la promozione dell'istruzione, il sostegno agli istituti scolastici e la sorveglianza delle “sane dottrine”. 2. La legge Boncompagni (4/10/1848) Carlo Alberto emanò: 1) lo Stato aveva il controllo sull'istruzione pubblica e privata articolata in tre livelli: elementare (un biennio inferiore e uno superiore) e l'istruzione era obbligatoria per i comuni; Secondario (studi classici e tecnici privi di sbocchi universitari); Universitario (riconosciuto in autonomia); 2) Limitava le prerogative dell'istruzione religiosa, dovevano dotarsi di un abilitazione statale all'insegnamento; 3) disegnava un'amministrazione scolastica a forma piramidale : vertice ( ministro, affiancato dal consiglio superiore della pubblica istruzione), ispettori, consigli e provveditori; 4) massima attenzione all'università e all'istruzione classica. 3. La legge Lanza (22/06/1857) accrebbe l'accentramento dell'amministrazione scolastica e segnò un ulteriore appesantimento burocratico.

1,3- La legge Casati La legge Casati fu emanata da Vittorio Emanuele II, era finalizzata a consolidare le istituzioni scolastiche sabaude e della Lombardia, ma soprattutto rappresentava la Magna Charta della scuola italiana.

1,4- La scuola della legge Casati Struttura del sistema scolastico: istruzione superiore, istruzione secondaria classica, tecnico e primaria. 1. Istruzione universitaria, dedicati 141 articoli; 2. Istruzione Secondaria classica, dedicati 84 articoli; 3. Istruzione tecnica, elementare e normale, dedicati 66 articoli. Il carattere accentratore della legge viene individuato da alcuni osservatori tra i quali

Carlo Cattaneo. Il modello della legge Casati si ispirò a quello prussiano (aveva un'autorità forte rispetto a quella italiana).

1,5- L'università Erano previste cinque facoltà (teologia, giurisprudenza, medicina, scienze fisiche, matematiche e naturali, lettere e filosofia) in sei paesi (Torino, Pavia, Cagliari, Milano, Regno di Savoia, Genova). Lo “spostato” è colui che mediante la laurea e la collocazione professionale aspira all'ascesa sociale, per la visione classista era considerato una minaccia.

1,6- L'istruzione secondaria classica L'istruzione secondaria ha per fine di ammaestrare i giovani in studi attraverso i quali acquistano una cultura letteraria e filosofica per poi accedere alle università (art.188). Tutto ciò poteva essere possibile frequentando il ginnasio e il liceo, il primo di cinque anni, il secondo di tre, ma per accedervi era necessario sostenere l'esame di ammissione. Alla fine tramite l'esame di licenza verranno conclusi gli studi. I ginnasi erano istituiti in capoluoghi di provincia e le spese erano a carico dei comuni.

1,7- L'istruzione tecnica L'istruzione tecnica ha caratteristiche pratiche, prevedeva due gradi di durata triennale. L'istruzione tecnica inferiore ha come peculiarità il fatto di essere gratuita. Gli istituti erano localizzati nei capoluoghi di provincia i quali ne assicuravano il mantenimento. Al termine degli studi era necessario sostenere un esame di licenza. Gli istituti tecnici furono suddivisi in sezioni (commerciale-industriale-agronomica-fisico/matematica).

1,8- L'istruzione normale Per insegnare nella scuola pubblica elementare il maestro doveva essere munito di una “patente”. Il provvedimento istituiva nove scuole normali maschili e altrettante femminili di durata triennale. Gli stipendi erano a carico dello Stato, mentre i comuni avevano il compito di provvedere alle spese di gestione. Per accedervi era necessario superare un'esame di ammissione e occorrevano due attestati: moralità ( rilasciato dal comune) e sanità fisica. I maschi potevano accedervi all'età di 16 anni mentre le femmine a 15, ciò avvenne perché si pensava che le donne avessero una vocazione, ovvero una particolare abilità in tale uffizio. 1861- prima modifica fatta da De Sanctis, vennero introdotti la religione, attività ginniche e militari. 1865- A causa della carenza di insegnanti vennero istituite sedici scuole preparatorie per allievo in varie città d'Italia. Gli stipendi erano molto bassi e causarono varie conseguenze tra cui il suicidio della maestra Italia Donati e la condizione disagiata della “maestra Carbonara”.

1,9- L'istruzione elementare La scuola elementare ha durata quadriennale, ed è suddivisa in due gradi biennali (inferiore e superiore), è gratuita e vi si accede all'età di 6 anni. Le scuole maschili sono separate da quelle femminili. Era possibile che il padre impartisse direttamente l'istruzione elementare al figlio, o attraverso precettori e insegnanti privati. L'istruzione

viene impartita dai comuni, soprattutto quelli del nord, mentre in quelli più piccoli del mezzogiorno la scuola elementare si diffuse più lentamente. Siccome le famiglie vivevano una condizione disagiata, videro l'obbligo scolastico come un'altra imposizione dello Stato.

1,10- L'infanzia e la scuola che non c'è Coloro che provvidero alla fondazione e allo sviluppo delle prime scuole dell'infanzia furono: Lambruschini e Aporti, i quali si limitavano all'insegnamento di preghiere e filastrocche in squallidi stanzoni. Nel 1860 fu emanato il “ Regolamento organico sulla scuola elementare” il quale stabilisce che qualsiasi tipo di insegnamento è gratuito per essere impartito ai fanciulli e chi lo impartisce deve avere un titolo di insegnamento per farlo. Inoltre lo Stato non voleva farsi carico della scuola dell'infanzia, per questo nacquero in ritardo.

2- La scuola italiana tra il XIX e XX secolo (1861-1911), diciassette milioni di analfabeti L'analfabetismo dopo l'unità d'Italia costituì uno dei problemi più gravi del nostro paese. Alla metà del XIX secolo l'Italia era all'ultimo posto nella classifica europea in quanto ci presentava un alto tasso di cittadini non in grado ne di leggere ne di scrivere. Ciò che provocò questo ritardo fu la presenza della chiesa, la quale considerava sbagliata la diffusione della cultura negli stati popolari (Santa Romana Chiesa).

2,2- La scuola della Destra Storica La Destra storica guiderà il paese dal 1861 al 1876 e durante questi anni portò a termine il disegno unitario. Aveva cercato di gestire le questioni ereditate dal passato ( questione scolastica, questione meridionale, questione romana). L'interesse per l'istruzione della destra si limitava a quella proposta dalle classi dirigenti.

2,3- La scuola della Sinistra storica 1876 salita al governo della sinistra con Depretis, il quale insieme ad altri uomini daranno vita a: l'istruzione obbligatoria (1877); abolizione della tassa sul macinato (1880); nuova politica agraria (1877-1884); allargamento del diritto al voto (1882). uno dei punti fondamentali per Depretis era l'istruzione elementare gratuita, obbligatoria e laica. Inoltre fece delle leggi per l'aumento del 10% degli stipendi; Legge Coppino (1877) fece si che venne istituita una sorta di anagrafe scolastica ( una lista di fanciulli che frequentavano la scuola elementare). Depretis va ricordato anche per aver rilanciato la discussione sull'insegnamento della religione, questione tipica anche degli altri paesi europei. In sostanza l'istruzione religiosa era obbligatoria solo nella scuola elementare. La Legge Coppino al contrario scelse di tacere sull'istruzione religiosa ponendo il primo piano l'insegnamento dei doveri dell'uomo e del cittadino (oggi chiamata educazione civica).

2,4- Pedagogia e Pedagogie Pedagogia ispirata al positivismo, quella del movimento socialista cattolico. Positivismo pedagogico esso diffonde in Europa una nuova concezione della scienza, riconducibile sia dall'illuminismo, sia dall'avanzamento del sapere scientifico. Da questo nuovo clima

culturale viene fatta risalire la rinascita della sociologia, dell'antropologia, della psicologia sperimentale, intese ormai come scienze autonome. Tra i maggiori esponenti del positivismo italiano ci sono: Villani, Ardigò, Siciliani, De Dominicis e in particolare Aristide Gabelli, considerato il massimo esponente di esso per la sua grande fiducia nell'educazione, la quale, secondo lui, potrebbe avviare una soluzione per i problemi economici e sociali. Pedagogia Socialista i maggiori esponenti furono Merx, Owen, Engels, Babeuf, Saint-Simon, Proudhon, e Fourier. In Italia furono Antonio Labriola, Edmundo De Amicis, Gaetano Salvemini, li accomunva la visione critica del capitalismo ottocentesco, la sollecitudene per l'emancipazione delle classi popolari, oppresse da povertà e ignoranza, la fede nell'importanza dell'istruzione per debellarle. Pedagogia Cattolica Don Giovanni Bosco crea istituti salesiani a favore dell'istruzione dei poveri. Secondo lui l'istruzione e l'educazione rappresentano un mezzo sicuro per ridare dignità a vite destinate alla delinquenza. 2,5- Cambiamenti e problemi tra XIX e XX secolo • Università: per molti il problema più grave era ancora l'eccessivo numero degli studenti, dei laureati e delle sedi. L'Italia aveva il più alto numero di analfabeti, ma al tempo stesso di studenti universitari. • Istruzione secondaria classica: l'educazione classica rappresentava il canale privilegiato per formare i quadri dirigenti delle moderne società europee. • Istruzione tecnica: percorso formativo più trascurato rispetto al liceo-ginnasio destinato ai giovani provenienti dai gruppi sociali medio-bassi. • Scuole professionali: articolate nel 1907 in scuole industriali, artistiche, commerciali e femminili. Esse si distinguono dalle scuole tecniche perché invece di imporre ai giovani una cultura generale si ponevano il problema di assicurare solamente una cultura specifica in un mestiere. • Istruzione normale: per superare il salto tra la scuola elementare e l'inizio di quella normale De Sanctis istituì un corso preparatorio biennale che in seguito venne trasformato in un corso complementare da Boselli nel 1889, portando a sei anni la durata della scuola normale. Nel 1896 il ministro Gianturco fece eliminare la patente inferiore, inoltre alcune discipline vennero aggiunte, altre soppresse. • Istruzione elementare: Aristide Gabelli redisse i programmi per la scuola elementare: 1- valorizzare il metodo dell'insegnamento primario; 2- polemica contro il nozionismo; 3- l'importanza che l'insegnamento si tramuti in un esercizio di osservazione; 4- necessità di collegare la scuola alla vita; 5-legame fra educazione intellettuale morale e civica. Legge Orlando del 1904 prevedeva: 1innalzamento dell'obbligo scolastico a 12 anni; 2- formazione delle classi miste; 3- avvio di una serie di corsi serali e festivi rivolti agli adulti; 4- l'abolizione della differenza retributiva fra maestri inferiori e superiori;5- istituzione del corso popolare. • Corso popolare: era rappresentato dalle due classi finali (tre ore di lezione al giorno), corso fortemente voluto dai socialisti, e aveva come scopo il segnalare, ancora una volta, la mancanza della scuola media. • Avocazione della scuola elementare: gli studiosi continuarono ad interessarsi ad essa per vari motivi: ritenevano che fosse un'arma contro l'analfabetismo; lo

sviluppo dell'associazionismo magistrale alimentava l'interesse per la scuola elementare. Cosi nacque il fronte avocazionista per far si che la scuola elementare fosse finanziata dallo Stato.

2,6- Maestri e professori Nascita di una nuova categoria: gli insegnanti. Inizialmente l'insegnamento non era considerato un vero e proprio lavoro. Dal punto di vista delle classi dirigenti la donna insegnante rappresentava una garanzia assoluta(la professoressa pesava meno sulle finanze dato che percepiva un stipendio più basso rispetto ad un professore).UMS associazione dei maestri di radice laica 1901, partito di sinistra. FNISM associazione insegnanti scuola secondaria(ne fece parte anche Gentile) associazione sganciata dai partiti.

3- La riforma Gentile e gli anni della dittatura (1923-1945). Il quadro storico e sociale. Il 24 ottobre 1917 L'Austria sconfisse l'Italia davanti a Caporetto. 1922 formazione del governo Mussolini il quale cercò di costruire un nuovo ordine, ma soprattutto cercò l'appoggio degli intellettuali che erano rappresentati da un vasto esercito del quale il fascismo intendeva assicurarsi l'appoggio per la loro capacità di contribuire ad un consenso di massa, ma molti si sottrassero. 1923 costruzione della MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale) e inoltre viene approvato l'insieme dei provvedimenti scolastici nati come Riforma Gentile.

3,2- Prima della riforma Gentile 1919 il ministro Baccelli aveva aumentato gli stipendi dei maestri FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti Scuole Medie). Secondo Gentile era importante che le scuole venissero ridotte incrementando la serietà negli studi (poca serietà per troppe scuole). Benedetto Croce, ministro dell'istruzione nell'ultimo governo Giolitti non portò a provvedimenti di rilievo, allestì un disegno di legge su: esami nelle scuole medie di istruzione classica, tecnica e magistrale;sistemazione dei corsi paralleli aggiunti e degli istituti d'istruzione media e normale. Nel 1921 la commissione parlamentare respinse entrambi i disegni di legge.

3,3- La riforma Gentile E' costituita da regi decreti adottati durante il 1923: 1- superare la legislazione scolastica e le diverse filosofie che l'avevano ispirata; 2- costruire un sistema scolastico che fosse rispondente alla pedagogia e alla filosofia dell'idealismo italiano. • La scuola elementare: (4 anni +2 di corso popolare) c'è l'obbligo fino ai 12 anni. Venne suddivisa in tre gradi: 1-Preparatorio di durata triennale (corrispondente alla nostra scuola dell'infanzia); 2- Inferiore: (I e III elementare); 3- Superiore (IV e V elementare). • Educazione religiosa: insegnamento della dottrina cristiana nell'istruzione primaria. • Istruzione secondaria: istruzione media distinta in due gradi: I grado(4 istituti)= scuola complementare, ginnasio corsi inferiori dell'istituto tecnico e magistrale; II

grado = liceo, corsi superiori dell'istituto tecnico e magistrale, liceo scientifico e femminile. Venivano affrontati 7/8 anni di studio con la presenza di molti esami. • Liceo classico: durata quinquennale (3+2)o liceo triennale, era una scuola severa e selettiva per la formazione delle élite. Vennero introdotte materie come : latino, filosofia e storia, ritenute molto importanti. Le lezioni ricoprivano 22 ore settimanali. • Le scuole di scarto: era una scuola per giovinette, di fatto veniva insegnata una cultura generale senza alcuno sbocco. Un esempio di scuola di scarto è la scuola complementare. • Istituto tecnico: aveva una durata di 8 anni, ed era suddiviso in grado inferiore e superiore (presentava anche il latino). • Istruzione magistrale: aveva una durata di 7 anni (tolse il tirocinio). Gentile sosteneva che l'insegnante elementare deve conoscere le materie da insegnare e non altro (visione idealista). • L'università : Gentile conservò nella sostanza l'impianto della Legge Casati. La rigorosa selezione degli studenti serviva per ridare dignità all'istruzione universitaria. Sul piano politico la riforma Gentile portò Mussolini ad accreditarsi il consenso della Chiesa grazie all'introduzione dell'esame di Stato e la restaurazione dell'insegnamento della religione cattolica.

3,4- Commenti e Sviluppi La riforma Gentile provocò varie turbolenze nel movimento fascista. Nasce una convinzione che la scuola gentiliana fosse punitiva per la piccola e media borghesia (abolizione di numerose scuole). Si aggiunse un ampio movimento di protesta di studenti e famiglie i quali chiedevano l'abolizione dell'esame di stato, la diminuzione delle tasse e l'introduzione graduale della riforma. Tra l'autunno 1923 e l'inverno 1924 vennero occupate alcune università in segno di protesta.

3,5- Dai ritocchi alla Carta della scuola Con questa espressione si definisce l'insieme delle modifiche che i successori di Gentile introdussero alla sua riforma e che finirono con lo snaturarne i caratteri di fondo. Il rapporto tra fascismo e Vaticano registrò compromessi e vantaggi anche se non mancarono i momenti di crisi. 1926 il regime creò l' ONB (Opera Nazionale Balilla) e il GIL (Gioventù Italiana del Littorio). L'ONB fece sì che vennero introdotte delle attività quali l'educazione fisica alla formazione paramilitare, colonie estive. Giuseppe Bottai (1939) fece approvare dal Gran Consiglio del fascismo la Carta della Scuola =scuola elementare di 5 anni e al termine : scuola artigiana (triennale e priva di sbocchi); scuola professionale (triennale e senza sbocchi come la scuola tecnica); scuola media (triennale con il latino); mantenne l'istituto femminile “triennale” con prosecuzione ne Magistero Femminile biennale privo di sbocchi. Gentile pensava a un'Italia contadina, guidata da una ristretta élite sociale e culturale; Bottai interpretava, seppure con contraddizioni, alcune spinte di modernizzazione presenti nella società italiana , comprese quelle legate alla diffusione di un apparato industriale che anche nella scuola proponeva nuove domande.

4- Dalla Costituente agli anni 60' (1946-1968). Quadro storico e sociale. Durante gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale (1943-1945) l'Italia si trovò suddivisa in due. Dalla Sicilia fino al fronte che risaliva la penisola rimase la sovranità nominale di Vittorio Emanuele II anche se di fatto era l' AMGOT (amministrazione militare alleata per i territori occupati) ad esercitare le principali funzioni amministrative. I primi provvedimenti relativi alla scuola, in questo periodo, furono assunti dal colonnello americano W. Washburne il quale cercò di ripristinare l'abilità scolastica, democratizzare la scuola eliminando dai libri di testo la retorica nazionalista, il razzismo, l'esaltazione dell'impero. Inoltre cercò di mettere in contatto gli insegnanti con la ricerca pedagogica, tutto questo perché sosteneva che la società italiana dovesse ispirarsi agli stessi principi di libertà e democrazia che regolano la vita americana.

4,2- La scuola della Costituente L'assemblea costituente rappresentò il primo terreno d'incontro e scontro tra le forze politiche in ordine ai problemi dell'istruzione e dell'educazione. (PCI) Palmiro Togliatti e concetto Merchesi: il primo osservava la scuola in una prospettiva politica, un luogo di grande importanza per l'incontro con i cattolici; il secondo rappresentava la continuità con le posizioni della sinistra laica e democratica. (PSIUP) riprendeva la tradizione socialista con l'aggiunta di nuove cose: obbligo a 15 anni; potenziamento per la scuola materna; maggiore attenzione alla scuola elementare; rifiuto dell'educazione religiosa; mantenimento della scuola privata; creazione di una scuola media unica senza il latino. (PRI) i repubblicani: obbligo a 14 anni; eliminare il centralismo burocratico; autonomia degli insegnanti; istruzione tecnica e professionale. Nel 1947 il PCI aveva votato l'art. 7 (Patti Lateranensi) al fine di evitare ancora più c...


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