Figure Retoriche PDF

Title Figure Retoriche
Author Dario Baldussu
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Cagliari
Pages 3
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Summary

Riassunti sulle principali figure retoriche...


Description

Anacoluto: Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse in uno stesso periodo, la prima delle quali resta incompiuta, mentre la seconda porta a compimento il pensiero; per es.: Io, alla fine, mi scappò la pazienza. Più genericamente, qualsiasi costrutto in cui non viene osservata la sintassi normale. Frequente nel parlare familiare e nei proverbi, è spesso utilizzato dagli scrittori, o per maggiore efficacia o per riprodurre il linguaggio del popolo.

Anafora: Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente: «Per me si va nella città dolente, /Per me si va nell’eterno dolore, /Per me si va tra la perduta gente» (Dante). Anastrofe: Figura sintattica che consiste nell’inversione dell’ordine abituale di due parole contigue. Propria delle lingue classiche (Romam versus per versus Romam; quam ob remper ob quam rem), ricorre nella lingua italiana nell’uso letterario. Antitesi: Figura retorica consistente in un accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica. Si ottiene sia affermando una cosa e negando insieme la sua contraria (Non fronda verde, ma di color fosco, Dante), sia mettendo a contrasto due fatti opposti e ambedue reali (Presume di rifar tutto, perché nulla sa fare, Leopardi). Ossimoro: Figura retorica che consiste nell’unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità. L’effetto che si ottiene è quello di un paradosso apparente; per es.: lucida follia; tacito tumulto (G. Pascoli); convergenze parallele (A. Moro); insensato senso (G. Manganelli). Antonomasia: Figura retorica consistente nel sostituire il nome di una persona o di una cosa con un appellativo o una perifrasi che lo identifichi inequivocabilmente: il Ghibellin fuggiasco (Dante); la città celeste (il Paradiso). Catacresi: Figura retorica consistente nell’estendere una parola o una locuzione oltre i limiti del suo significato proprio (per es., nell’espressione dantesca il Sol tace, per «manca, non giunge», non essendo proprio del Sole né il parlare né il tacere; o, nel linguaggio ordinario e familiare, nelle espressioni «stare a cavallo di un muricciolo, di una seggiola», «calzare un guanto», «la gamba del tavolo», «il collo della bottiglia», «il sole tramonta nel mare»). Gradazione: Figura che designa una serie di parole o di gruppi di parole ordinati in modo da produrre un’amplificazione e una progressiva intensificazione (g.

ascendente o climax) o al contrario un’attenuazione (g. discendente o anticlimax) nelle idee esposte (La terra ansante, livida, in tumulto; /il cielo ingombro, tacito, disfatto; Pascoli). Ellissi: Figura retorica che consiste nell’omissione in una proposizione di uno o più elementi che si possono sottintendere (per es. il verbo) conferendo all’enunciato più concisione ed efficacia. Nell’ambito dell’analisi narratologica, l’ellissi è l’omissione di alcuni eventi, in rapporto al tempo della storia. Iperbole: Figura retorica, consistente nell’esagerazione di un concetto oltre i termini della verosimiglianza, per eccesso (le grida salivano alle stelle) o per difetto (non ha un briciolo di cervello). Litote: Figura retorica che consiste nella formulazione attenuata di un giudizio o di un’idea attraverso la negazione del suo contrario (non ignaro, ossia esperto; non è un’aquila, ha intelligenza scarsa). Metafora: Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo aver mentalmente associato due realtà differenti sulla base di un particolare sentito come identico, si sostituisce la denominazione dell’una con quella dell’altra. È un procedimento di trasposizione simbolica di immagini; una similitudine abbreviata in cui il rapporto tra due cose o idee è stabilito direttamente senza la mediazione del ‘come’ (nella m. l’ondeggiare delle spighe, ondeggiare sta a mare come movimento delle spighe sta a campo di grano). A seconda di fattori quali la lingua, la cultura, la distanza concettuale o fisica fra le realtà associate, il tipo di somiglianza individuato, la metafora risulterà più o meno nuova ed efficace. Metonimia: Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma discendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell’una a quella dell’altra. Costituiscono relazioni di contiguità i rapporti causa-effetto (sotto la specie autore-opera, leggere Orazio, cioè le opere scritte da Orazio), contenentecontenuto (bere un bicchiere), qualità-realtà caratterizzata da tale qualità (punire la colpa e premiare il merito, cioè punire i colpevoli e premiare i meritevoli); simbolofenomeno (il discorso della corona, cioè il discorso del re o della regina), materiarealtà composta di tale materia (un concerto di ottoni, strumenti fatti d’ottone). Sineddoche: Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell’una a quella dell’altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), genere-specie (i mortali per gli uomini), materia prima-oggetto prodotto (un bronzo per una scultura in bronzo).

Perifrasi: Circonlocuzione o giro di parole con cui si significa una qualsiasi realtà cui ci si potrebbe riferire direttamente con un unico termine: Colui che tutto move (Dante), per definire Dio, motore dell’universo. Poliptoto: Figura retorica che consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso (o, nelle lingue non flessive, la funzione sintattica), il genere, il numero, il modo e il tempo: Cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante). Sinestesia: Particolare tipo di metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse (silenzio verde, Carducci; colore squillante, voce calda); quando l’accostamento tende a ripetersi (per contingenze storico-culturali e stilistiche) può determinarsi un mutamento semantico e nascere una nuova accezione della parola (il lat. clarus, etimologicamente appartenente alla sfera sensoriale auditiva, è passato alla sfera visiva sia nel latino classico sia nelle lingue romanze, dove, a partire dal linguaggio musicale, ha nuovamente assunto un’accezione acustica, come in suoni chiari, voce chiara). Prosopopea: Figura retorica che consiste nel raffigurare come persone esseri inanimati o entità astratte (che la Gloria sia una signora infida, inquietante; Morante). Preterizione: Figura retorica che consiste nell’affermare di voler tacere qualcosa di cui tuttavia si parla o comunque si fa cenno. L’effetto ricercato è, in realtà, di mettere in evidenza ciò che apparentemente viene tralasciato. Nel discorso comune compaiono molte forme rituali di p. (meglio non parlare di…, per non dire… ecc.)....


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