Figure Retoriche Divina Commedia PDF

Title Figure Retoriche Divina Commedia
Author Dalila D'Agostini
Course Letteratura italiana
Institution Università del Salento
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Summary

figure retoriche di 3 canti per ogni cantica...


Description

FIGURE RETORICHE DIVINA COMMEDIA CANTO V DELL’INFERNO 



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ENJAMBEMENT: vv.25/26 : dolenti note / a farmisi sentire vv.64/65 : tanto reo / tempo… vv.67/68: più di mille / ombre vv.70/71: udito / nomar vv.113/114: quanto disìo / menò…… vv.126/127: per diletto / di Lancialotto SIMILITUDINE: v.29: come fa mar per tempesta v.40: E come li stornei ne portan l’ali v.46: E come i gru van cantando lor lai v.82: Quali colombe, dal disìo chiamate v.143: come corpo morto cade. SINEDDOCHE: v.88: O animal benigno (il genere “animal” per la specie “uomo”) SINESTESIA: v.27 : loco d’ogni luce muto (associazione di qualità uditiva e visiva) ANASTROFE: v.2: men loco cinghia v.8: tutta si confessa v.89: visitando vai v.97: nata fui v.139: questo disse PERIFRASI: v.91: il re dell’universo (ovvero: Dio) METONIMIA: v.132 : esser baciato il disiato riso (astratto per il concreto)

CANTO VI DELL’INFERNO   

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CLIMAX: vv.5-6: come ch’io mi mova e ch’io mi volga, e come che io guati vv.8: etterna, maladetta, fredda e greve ALLITTERAZIONE: vv.7-8: de la piova eterna, maladetta, fredda vv.13-14: cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra ANASTROFE: vv.19: urlar li fa la pioggia come cani vv.20: de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo vv.54: a la pioggia mi fiacco vv.59: ch’a lagrimar mi ‘nvita vv.111: di là più che di qua essere aspetta CHIASMO: vv.17: e ‘l ventre largo, e unghiate le mani CLIMAX ASCENDENTE: vv.18: graffia li spiriti, ed iscoia ed isquatra SIMILITUDINE: vv.19: come cani



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vv.28-33: qual è quel cane ch’abbaiando arogna/qual è quel cane ch’abbaiando agogna IPERBATO: vv.42: tu fosti, prima ch’io disfatto, fatto vv.50: la tua città, ch’è piena d’invidia sì che già trabocca il sacco, seco mi tenne in la vita serena vv.70: alte terrà lungo tempo le fronti PERIFRASI: vv.60: tal che testè piaggia METAFORA: vv.50: trabocca il sacco vv.75: le tre faville c’hanno i cuori accesi METONIMIA: vv.65: verranno al sangue ENJAMBEMENTS: vv.7-8; 32-33; 46-47; 49-50; 100-101 FIGURA ETIMOLOGICA: vv.4: novi tormenti e novi tormentati

CANTO XXIII DELL’INFERNO 



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SIMILITUDINE: vv.2-3: n’andavam l’un dinanzi e l’altro dopo, come frati minor vanno per via vv.10-12: e come l’un pensier de l’altro scoppia, così nacque di quello un altro poi, che la prima paura mi fé doppia vv.17-18: ei ne verranno dietro più crudeli che ’l cane a quella lievre ch’elli acceffa vv.37-42: mi prese, come la madre ch’al romore è desta e vede presso a sé le fiamme accese, che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di sé cura, tanto che solo una camiscia vesta vv.46-49: non corse mai sì tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand’ella più verso le pale approccia, come ’l maestro mio per quel vivagno vv.50-51: portandosene me sovra ’l suo petto, come suo figlio, non come compagno ANASTROFE: vv.26: l’imagine di fuor tua vv.52: fuoro i piè suoi vv.145: A gran passi sen gì METONIMIA: vv.77: Tenete i piedi PERIFRASI: vv.117: Convenia porre un uom per lo popolo a’ martìri ENDIADI: vv.60: Stanca e vinta.

CANTO XIII DEL PURGATORIO 

ENJAMBEMENT:





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vv.2: Si risega / lo monte vv.4-5: Lega / dintorno vv.37-38: Sferza / la colpa vv.38-39: Sono / tratte vv.53-54: Punto per compassion vv.79-80: Da quella banda / de la cornice vv.82-83: Divote / ombre vv.88-89: Le schiume / di vostra coscienza vv.89-90: Aspettava / in vista vv.106-107: Questi / altri vv.118-119: Amari / passi vv.124-125: Lo stremo / de la mia vita SIMILITUDINE: vv.5: Come la primaia vv.18: Come condur si vuol quinc’entro vv.47-48: Ombre con manti al color de la pietra non diversi vv.52-54: Non credo che per terra vada ancoi omo sì duro, che non fosse punto per compassion di quel ch’i’ vidi poi vv.67-69: E come a li orbi non approda il sole, così a l’ombre quivi, ond’io parlo ora, luce del ciel di sé largir non vole vv.71-72: E cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora vv.102: Lo mento a guisa d’orbo in sù levava v.123: Come fé ‘l merlo per poca bonaccia ANASTROFE: Vv.9: Livido color vv.16: O dolce lume vv.29: Altamente disse vv.64: Altrui pietà vv.75: Consiglio saggio vv.76: Ben sapev’ei vv.87: ‘l disio vostro solo vv.90: De la mente il fiume vv.101: Volesse alcun dir vv.109: Savia non fui vv.111: Ventura mia vv.115: Cittadin miei vv.135: Con invidia vòlti vv.142: E vivo sono. PERIFRASI: vv.86: L’alto lume LITOTE: vv.48: Non diversi ENDIADI: vv.78: Breve e arguto vv.91: Grazioso e caro

CANTO XVIII DEL PURGATORIO 

ANASTROFE: vv.1: Posto avea vv.2: Attento guardava





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vv.38: Sempre esser vv.106: Fervore aguto vv.112: Parole furon queste vv.117: Villania nostra vv.123: Tristo fia vv.135: Le rede sue ENJAMBEMENT: vv.16-17: Luci de lo ‘ntelletto vv.88-89: Mi fu tolta / subitamente vv.113-114: Vieni / di retro vv.133-134: Fue / morta SIMILITUDINE: vv.28-31: Poi, come ‘l foco movesi in altura per la sua forma ch’è nata a salire là dove più in sua matera dura, così l’animo preso entra in disire vv.29-30: È nata a salire là dove più in sua matera dura vv.54: Come per verdi fronde in pianta vita vv.58-59: Sono in voi sì come studio in ape di far lo mele vv.78: Fatta com’un secchion che tuttor arda vv.87: Stava com’om che sonnolento vv.91-96: E quale Ismeno già vide e Asopo lungo di sè di notte furia e calca, pur che i Teban di Bacco avesser uopo, cotal per quel giron suo passo falca, per quel ch’io vidi di color, venendo, cui buon volere e giusto amor cavalca ANTITESI: vv.50: È da matera ed è con lei unita PERIFRASI: vv.67: Color che ragionando andaro al fondo vv.125: Mal nacque ENDIADI: vv.85: Aperta e piana vv.92Furia e calca METAFORA: vv.121: Ha già l’un piè dentro la fossa

CANTO XXV DEL PURGATORIO 



PERIFRASI: vv.2-3: Ché ‘l sole avea il cerchio di merigge lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio vv.17: Lo dolce padre mio vv.43-44: Scende ov’è più bello tacer che dire vv.45: In natural vasello vv.48: Lo perfetto loco vv.70: Lo motor primo SIMILITUDINE: vv.4-6: Come fa l’uom che non s’affigge ma vassi a la via sua, che che li appaia, se di bisogno stimolo il trafigge vv.10-14: E quale il cicognin che leva l’ala per voglia di volare, e non s’attenta d’abbandonar lo nido, e giù la cala; tal era io con voglia accesa e spenta di dimandar vv.38-39: E si rimane quasi alimento che di mensa leve vv.41-42: Come quello ch’a farsi quelle per le vene vane vv.52-53: Anima fatta la virtute attiva qual d’una pianta vv.55-56: Si move e sente, come spungo marino



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vv.89-90: La virtù formativa raggia intorno così e quanto ne le membra vive vv.91-96: E come l’aere, quand’è ben piorno, per l’altrui raggio che ‘n sé si reflette, di diversi color diventa addorno; così l’aere vicin quivi si mette in quella forma ch’è in lui suggella virtualmente l’alma che ristette vv.87-98: Simigliante poi a la fiammella che segue il foco là ‘vunque si muta, segue lo spirto sua forma novella ANASTROFE: vv.5: La via sua vv.6: Di bisogno stimolo vv.34: Le parole mie vv.50: Coagulando prima vv.52: Anima fatta vv.105: Aver sentiti puoi vv.118: Lo duca mio vv.124: Per la fiamma andando vv.133: Al cantar tornavano METAFORA: vv.17-18: Scocca l’arco del dir, che ‘nfino al ferro hai tratto vv.38: Assetate vene FIGURA ETIMOLOGICA: vv.71-72: Spira spirito ENJAMBEMENT: vv.85-86: Cade / mirabilmente

CANTO III DEL PARADISO 

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PERIFRASI: vv.1: Quel sol vv.18: Amor tra l’omo e ‘l fonte vv.75: Dal voler di colui che qui ne cerne vv.84: lo re vv.101: Con quello sposo PARONOMASIA: vv.28-30: Vòto-voto vv.57: Voti-vòti SINEDDOCHE: vv.1: ‘l petto ENJAMBEMENT: vv.34-35. vaga / di ragionar… vv.43-44: non serra porte / a giusta voglia….. vv.52-53: ….infiammati / son nel piacer….. vv.56-57: fuor negletti / li nostri voti … vv.58-59: mirabili aspetti / vostri …. vv.89-90: la grazia / del sommo….. vv.121-122: Ave/ Maria METAFORE: vv.1: Quel sol che pria….. vv.34: … non lascia lor torcer li piedi vv.86: ell'è quel mare… vv.101: con quello sposo…. vv.117: Non fu dal vel del cor già mai disciolta vv.119: metafora (arco saetta)



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SIMILITUDINI: vv.9: quali per vetri trasparenti e tersi vv.14-16: Debili sì, che perla in bianca fronte non vien men forte a le nostre pupille; tali vid’io più facce a parlar pronte vv.36: Quasi com’uom cui troppa voglia smaga vv.43-45: La nostra carità non serra porte a giusta voglia, se non come quella che vuol simile a sé tutta sua corte vv.68-69: Tanto lieta, ch’arder parea d’amor nel primo foco vv.91-96: Ma sì com’elli avvien, s’un cibo sazia e d’un altro rimane ancor la gola, che quel si chere e di quel si ringrazia, così fec’io con atto e con parola, per apprender da lei qual fu la tela onde non trasse infino a co la spuola vv.124: come per acque cupa cosa grave BISTICCIO vv.57: li nostri voti, e voti in alcun canto ANASTROFE: vv.13: d'i nostri visi le postille vv.16: a parlar pronte vv.19: Di lor m’accorsi vv.20: quelle stimando vv.29: Vere sustanze vv.38: La dolcezza senti vv.40: grazioso mi fia vv.41: nome tuo vv.47: la mente tua vv.61: a rimembrar festino vv.80: divina voglia vv.101: Ch’ogne voto accetta vv.113: sorella fu vv.124: la vista mia ENDIADI: vv.10: Trasparenti e tersi ANALOGIA: vv.45: sua corte DANTISMO: vv.97: inciela

CANTO XVII DEL PARADISO 

SIMILITUDINE: vv.2-6:Vedessi non altrimenti che per pelle talpe come, quando i vapori umidi e spessi a diradar cominciansi, la spera del sol debilemente entra per essi vv.31-33: Rompeo sé per sé stessa, a guisa d’una bulla cui manca l’acqua sotto qual si feo



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vv.40-45: Come si frange il sonno ove di butto nova luce percuote il viso chiuso, che fratto guizza pria che muoia tutto; così l’imaginar mio cadde giuso tosto che lume il volto mi percosse, maggior assai che quel ch’è in nostro uso vv.52-54: Ma come al sol che nostra vista grava e per soverchio sua figura vela, così la mia virtù quivi mancava vv.58: Sì fa con noi, come l’uom si fa sego vv.78: Ed eravamo affissi pur come nave ch’a la piaggia arriva ENJAMBEMENT: vv. 5-6: La spera / del sol vv.23-24: Non venìa cosa vv.55-56: Ne la / via vv.68-69: Beati / pacifici vv.85-86: Scemo / del suo dover vv.134-135: Buona / essenza APOSTROFE: vv. 13: O imaginativa vv.73: O virtù mia IPERBOLE: vv. 14-15: Ch’om non s’accorge perché dintorno suonin mille tube ANASTROFE: vv. 16: Chi move te vv.21: Ne l’imagine mia vv.37: Ancisa t’hai vv.55: Divino spirito vv.66: Al primo grado fui vv.71: Che la notte segue vv.81: Maestro mio vv.82: Dolce mio padre vv.103: Comprender puoi vv.120: ‘l contrario ama ENDIADI: vv.26: Dispettoso e fero vv.135: Frutto e radice SINEDDOCHE: vv.41: Il viso chiuso METONIMIA: vv.61: Or accordiamo a tanto invito il piede PERIFRASI: vv.97: Nel primo ben diretto

CANTO XXIV DEL PARADISO 

METAFORA: vv.2: benedetto agnello vv.8: roratelo vv.56-57: spandessi…forte



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vv.84: monete vv.89: questa cara gioia vv.86 vv.101: che natura…incude vv.110-111 vv.115: di ramo in ramo SIMILITUDINE: vv.13-15: e come voli vv.46: sì come…terminarla vv.148: come…tace ENJAMBEMENT: vv.107 vv.118 PERIFRASI: vv21: nullo chiarezza ANTONOMASIA: vv.39: per la qual…andavi NEOLOGISMO: vv.87: s’inforsa ANSTROFE: vv.100 TMESI: vv.16-17: differente-mente...


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