Futurismo - Riassunti di arte dal libro cricco di Teodoro edizione rossa volume 3 - Itinerario dell’arte, vol.3 PDF

Title Futurismo - Riassunti di arte dal libro cricco di Teodoro edizione rossa volume 3 - Itinerario dell’arte, vol.3
Course Arte - 5 anno
Institution Liceo (Italia)
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Riassunti di arte dal libro cricco di Teodoro edizione rossa volume 3...


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29.1 Filippo T. Marinetti (Ales. D'E., 1876 – Bellagio 1944) e l'estetica futurista Il Manifesto del Futurismo appare per la prima volta su Le Figaro (febbraio 1909), firmato dal poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti. Tra gli 11 punti del manifesto, si legge: Punto 1: Vogliamo cantare l'amore del pericolo, l'abitudine all'energia, alla temerità. Punto 2: Coraggio, audacia, ribellioni saranno essenziali per la nostra poesia. Punto 3: Vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, la corsa. Punto 4: Affermiamo una nuova bellezza, quella della velocità. Punto 7: Non v'è più bellezza, se non nella lotta. La poesia va concepita come un violento assalto contro le forze ignote. Punto 9: Vogliamo glorificare la guerra […] e il disprezzo per la donna1. Punto 10: Vogliamo distruggerei musei, biblioteche, accademie e combattere contro il moralismo, il femminismo e ogni viltà opportunistica o utilitaria. Determinante per comprendere lo sviluppo della poetica futurista è il diffuso clima ideologico e politico fatto di nazionalismo e di una confusa aspirazione al rinnovamento e all'azione. Sin dall'Unità, l'Italia ha sempre avuto un ruolo marginale nello scacchiere internazionale, dovuta all'arretratezza principalmente industriale. In campo politico, nuovo ruolo viene assunto da ceti poveri, dagli ideali socialisti, e cittadini cattolici, a cui era sempre stato vietato prendere parte alla vita politica. Artefice principale di quest'evoluzione fu Giolitti. Filippo Tommaso Marinetti, italiano di nascita, ma francese di formazione (Parigi), instancabile attivista, si afferma presto come autore di poesie e romanzi. Sempre nel Manifesto, viene ribadito l'obiettivo di svecchiare la cultura italiana. Il Futurismo si segnala da subito per una visione estetica che abbraccia l'intero modo di concepire la vita, non solo l'arte. Venivano 1 Disprezzo della donna: Leggi “condanna dell'immagine di donna intrisa di voluttuoso romanticismo”.

organizzate serate futuriste, per far affermare il movimento, a metà tra rappresentazione e comizio. In una di queste venne firmato, nel marzo 1910, il Manifesto dei pittori futuristi. Ne seguirono altri: 1910: M. dei Pittori f. – M. Tecnico della pittura f. - M. dei Musicisti futuristi. 1911: M. dei Drammaturghi futuristi. 1913: M. della Donna futurista – Programma politico futurista. 1914: M. dell'Architettura futurista. 1916: M. della Cinematografia futurista. 1917: M. della Danza futurista. I Manifesti della Pittura furono firmati da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla e Severini. Quello tecnico offre indicazioni più precise circa la predilezione dell'immagine del movimento2. Il poeta futurista, che fa uso del verso libero, è chiamato a sintetizzare la propria espressione usando nuove immagini e inedite analogie. Altre forme di velocizzazione sono l'uso del verbo all'infinito, e l'onomatopèa. Zang Zang Tumb (1914), libro di Marinetti, descrive i momenti di una battaglia cercando di dare la sensazione di simultaneità al lettore. Ispirato all'assedio di Adrianopoli (1912). Le tavole parolìbere aggiungono una suggestione visiva grazie a una soluzione grafica allusiva. Il culto dell'azione si traduce sul piano politico in una serie di dichiarazioni e di “gesta” ispirate alle idee interventiste, irredentiste e antisocialiste del Programma politico futurista. L'avventura politica dura dal 1918 al 1920, quando Marinetti riporta i Futurismo entro confini esclusivamente artistici.

29.2 Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – 1916) Nel 1900 è a Roma dove approfondisce l'interesse per la pittura e la letteratura, studia, conosce Gino Severini e Giacomo Balla. Nel 1907 s'iscrive all'Accademia di Belle Arti a Venezia, ma va a Milano. Decisivo è l'incontro con Marinetti nel gennaio 1910: aderisce al 2

A proposito, si legge: Per la persistenza delle immagini nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano […] Così un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti.

Futurismo ed è il maggiore ispiratore del Manifesto tecnico della pittura. A Parigi ha la possibilità di conoscere direttamente gli esiti maturati dai cubisti. Muore il 17 agosto 1916. La città che sale (1910-11, olio su tela) è un turbinoso affollarsi di cavalli e uomini che invade quasi l'intero campo dell'immagine; emergono solo alte e dritte impalcature di alcuni edifici in costruzione. Lo scenario è la periferia urbana. Il tema che emerge è quello del lavoro. Una attività anima tutti, le movenze sono ulteriormente evidenziate dalla tecnica divisionista, che pone in rilievo le masse di colore, che si compenetrano e si scontrano generando un forte effetto di moto. Questa manifestazione di forza diventa simbolo dello slancio vitale, elemento primordiale della vita, per i futuristi. Con questo quadro, Boccioni va verso una pittura che vada oltre la pura raffigurazione degli oggetti e che raggiunga il più alto livello dell'espressione diretta di una sensazione. Stati d'Animo (1911, olio su tela) consiste in un ciclo di tre dipinti. Di esso esistono due versioni e la prima fu realizzata prima dell'incontro con i pittori cubisti. La prima versione de Gli Addii mostra come il linguaggio adottato si rifaccia alla scomposizione divisionista, portata ai limiti estremi, intravediamo figure appena delineate. Nella seconda versione, chiara è l'influenza cubista. Una serie di figure sfaccettate, lontane da ogni naturalismo, ripetono il movimento dell'abbraccio moltiplicandone la sequenza nello spazio. Emerge il profilo di una locomotiva a vapore. Alcuni criteri della pittura futurista, come la simultaneità della visione o la sintesi tra visione ottica e mentale, sono facilmente riconoscibili nell'opera. Altro criterio importante è la compenetrazione dinamica: la vicinanza/sovrapposizione tra gli oggetti e le loro forme. Scopo: rendere l'osservatore partecipe. Forme uniche della continuità nello spazio (1913, bronzo) è un esempio dello sforzo per rinnovare il linguaggio plastico. La scia sembra quasi solidificarsi nello spazio. Il fluire ininterrotto dei profili amplia la figure oltre i suoi stessi limiti volumetrici, dando una grande

idea di vorticosa dinamicità. La scultura di Boccioni si fonda sulla propria autonoma tridimensionalità, vista come sintesi delle tre dimensioni in un incessante svolgersi nello spazio di forze e di forme.

29.3 Antonio Sant'Elia (Como, 1888 – Monfalcone, 1916) Dal 1907 è a Milano, dove studia all'Accademia di Brera, senza però terminare i corsi. Nel 1912 diventa professore d'architettura a Bologna. Nel 1914 firma il Manifesto dell'architettura futurista, dove è descritta la metropoli fantastica dell'architetto: la città futurista è un cantiere tumultuante e dinamico, la casa futurista è come una macchina gigantesca, in cui le scale sono ormai inutili. Il suo contributo al Futurismo è un ampio gruppo di disegni e schizzi, che presenterà per la prima volta durante una mostra nel 1914. Con questi elaborati, Sant'Elia riesce a sviluppare pienamente i temi più autentici e originali della propria ricerca. Sant'Elia individua un nuovo organismo urbano determinato da un processo d'integrazione tra l'architettura e il sistema delle infrastrutture stradali e dei trasporti. Un esempio di ciò è Stazione d'aeroplani e treni con funicolari ed ascensori su tre piani stradali (1914, disegno) in cui Sant'Elia concepisce una pista d'atterraggio collegata alla sottostante stazione ferroviaria mediante sette funicolari a cremagliera e quattro imponenti blocchi d'ascensori. 29.4.1 Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958) Molto importanti per la sua pittura sono i soggetti legati a problematiche sociali e ispirati al mondo degli operai e dei poveri. Nel 1915 firma la Ricostruzione e nel 1918 il Manifesto del colore. Durante i primi anni '30, abbandona il Futurismo e torna ad una pittura figurativa fatta di paesaggi e ritratti. La sua aspirazione è “l'assoluto realismo”, senza il quale la pittura “cade in forme decorative e ornamentali”.

La sua adesione al Futurismo avviene con una serie di dipinti nei quali affronta il tema del moto di un corpo. Balla fissa sulla tela le singole fasi che compongono il movimento, come in Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912, olio su tela), il cui vero soggetto è l'analisi del moto attraverso la scansione delle sue fasi intermedie. Gli elementi sono moltiplicati fino a diventare delle vibrazioni....


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