Gabbiano Cechov PDF

Title Gabbiano Cechov
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Riassunto Gabbiano Cechov, analisi atto per atto e approfondimenti...


Description

Gabbiano - Checov Dramma in 4 atti (1895) Prima esecuzione:17 ottobre 1896 al Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo. Personaggi principali: Irina Nikolaeva Arkadina = attrice vedova di treplov Kostantin Gavrilovich Treplov = suo figlio, scrittore Nina Michajlovna Zarechnaja = figlia di un ricco possedente, aspirante attrice Boris Alekseevic Trigorin = romanziere, compagno della Arkadina Altripers Piotr Nicolaevic Sorin = fratello della Arkadina llja Afanasievic Sdamraev = amministratore di Sorin Polina Andreevna = sua moglie Mascja = sua figlia Dorn = medico Medvedenko = maestro Jakov ...operaio Ilcuoco La cameriera Il tema del gabbiano è quello che ritornerà in tutti i successivi lavori teatrali di Cechov: la tragedia di un’umanità delusa dalla vita inutile. Il titolo dell'opera viene da un accostamento simbolico: quello fra l’ignara felicità di un gabbiano che, volando sulle acque di un lago, viene stroncata dall'oziosa indifferenza di un cacciatore, e la sorte di una fanciulla, Nina, che sulle rive dello stesso lago si alscia cogliere da un letterato di qualche nome, Trigorin il quale senza cattiveria, anzi cedendo ad una sorta di fatalità approfitta della sua femminile smania di aprire le ali, la porta via con sè a fare l’attrice, la rende madre di un bimbo che però muore subito, e la lascia infine tornare distrutta alla casa di una volta. Qui c’è un altro uomo che l'ama da molto tempo: il giovane Konstantin, anche lui scrittore, che sogna l'arte e la gloria. Ma la madre di lui, Irina, un'attrice celebre, disprezza l'inconsistenza delle liriche fantasie che egl iva componendo; e Nina non vuol saperne di lui. Sicchè Konstantin, sentendosi fallito, si uccide. Questa semplicissima trama, che non è neanche una vera trama, offre a Cechov il pretesto per la rappresentazione di una società di illusi aspiranti invani a partecipare al gusto dell'esistenza, che li respinge. Cechov sviluppa un modo di portare in scena la vita non attraverso una storia, un intrigo lineare, ma nelle

forme di una piatta e stanca conversazione di uomini e donne ciascuno in preda ai propri tormenti e affanni, i più che dialogare fra loro ripetono ciascuno la propria idea fissa, la propria angoscia e la propria sconfitta. L'azione sisvolge nella villa di Sorin. Fra il3 e il 4 atto trascorrono due anni. Rappresentato per la prima volta al Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo l'anno successivo, fu un insuccesso clamoroso. Vera Komissarzhevskaya, che impersonava Nina, fu così intimidita dall'ostilità del pubblico che perse la voce. Cechov abbandonò la platea e durante gli ultimi due atti rimase dietro le quinte. Nel 1898 Konstantin Stanislavskij e Vladimir Nemirovic che, l'anno precedente avevano fondato a Mosca il Teatro d'Arte, misero in scena una nuova versione dell'opera. Questa volta fu un trionfo. Atto I Il dramma si svolge in una tenuta estiva, proprietà di Sorin, un ex impiegato statale di salute cagionevole. Sorin è il fratello della famosa attrice Arkadina, che è appena giunta nella tenuta con il suo amante, Trigorin, per una breve vacanza. Nel primo atto, le persone che sono nella tenuta di Sorin si riuniscono per assistere a un dramma scritto e diretto da Konstantin Trepliov, il figlio di Arkadina. Recita nel dramma Nina,una giovane donna che vive in una vicina tenuta, che impersona "l'anima del mondo".Il dramma è il più recente tentativo di creare una nuova forma teatrale e assomiglia a un'intensa opera simbolista. Arkadina ride del dramma, trovandolo ridicolo e incomprensibile e Trepliov si infuria. Il primo atto mette in scena i molti triangoli romantici del dramma. Il maestro elementare Medvedenko ama Masa, la figlia dell'amministratore della tenuta. Masa a sua volta ama non corrisposta Trepliov, che fa la corte a Nina. Quando Masa parla al dottor Dorn del suo amore, questo sconsolato attribuisce al lago l'umore romantico di tutti i presenti. Atto Il Il secondo atto si svolge di pomeriggio, fuori dalla tenuta, qualche giorno dopo. Dopo aver ricordato i bei tempi felici, Arkadina comincia un'accesa discussione con l'amministratore Shamrayef e

decide di partire immediatamente. Nina invece rimane e riceve da Trepliov un gabbiano a cui Trepliov stesso ha sparato. Nina è confusa e inorridita dal dono. Trepliov vede Trigorin che si avvicina,e se ne va colto da una fitta di gelosia. Entra Trigorin, uno scrittore famoso. Nina gli chiede di parlarle della vita da scrittore. Trigorin risponde che non è una vita facile. Nina dice che lei sa che anche la vita da attrice non è facile, ma lei vuole questo più di ogni altra cosa. Trigorin vede il gabbiano ucciso da Treptiov e medita su come farlo diventare il soggetto di un racconto: "Una giovane donna vive tutta la sua vita in riva a un lago. Lei ama il lago, come un gabbiano, ed è felice e libera, come un gabbiano. Ma per caso arriva un uomo, e quando la vede la distrugge, per pura noia. Come questo gabbiano". Arkadina fa chiamare Trigorin e questi parte mentre lei gli dice di aver cambiato idea e che non partiranno immediatamente. Nina indugia, affascinata dalla celebrità e dalla modestia di Trigorin ed esclama "Il mio sogno!". Atto lII Il terzo atto si svolge dentro la tenuta, il giorno che Arkadina e Trigorin hanno deciso di partire. Tra i due atti Trepliov ha tentato ilsuicidio sparandosi alla testa, ma il proiettile gli ha solo scalfito il cranio. Per tutto il terzo atto egli ha il capo fasciato con delle bende. Nina arriva quando Trigorin sta facendo colazione e gli presenta un medaglione che mostrala sua devozione per lui con un verso tratto da uno dei libri di Trigorin:"Se hai bisogno della mia vita, vieni e prendila". Nina si ritira dopo aver implorato di avere un'ultima occasione per vedere Trigorin prima che lui parta. Entra in scena Arkadina, seguita da Sorin, la cui salute continua a peggiorare. Trigorin esce per finire di preparare i bagagli. C’è una breve lite tra Arkadina e Sorin, dopo la quale Sorin si accascia per il dolore ed è soccorso da Medvedenko. Entra Trepliov che chiede alla madre di cambiargli le bende. Mentre lei gli cambia le bende, scoppia una lite tra madre e figlio anche perchè Trepliov denigra Trigorin, dopo la quale Trepliov lascia la stanza in lacrime. Entra Trigorin e chiede ad Arkadina se possono rimanere nella tenuta, in virtù dell'attrazione che il giovane sente nei confronti di Nina. Arkadina lo lusinga e lo convince a tornare a Mosca. Partita Arkadina, arriva Nina per dare l’addio finale a Trigorin e informarlo che sta per fuggire via per diventare attrice, contro il volere dei genitori.I due si baciano appassionatamente e decidono di rincontrarsi a Mosca.

Atto IV Il quarto atto si svolge in inverno due anni dopo, nel salotto che è diventato lo studio di Treptiov. Masa ha finalmente accettato di sposare Medvedenko e adesso hanno un bambino, anche se Masa ancora ama, non corrisposta, Trepliov. Vari personaggi discutono di quello che è accaduto nei due anni che sono trascorsi: Nina e Trigorin hanno vissuto insieme a Mosca per un periodo, poi lui l'ha abbandonata ed è tornato da Arkadina. Nina non ha mai avuto un vero successo come attrice e adesso è in tournèe in provincia con una piccola compagnia teatrale.Treptiov ha pubblicato alcuni racconti ma è sempre più depresso. La salute di Sorin sta peggiorando e gli abitanti della tenuta hanno telegrafato ad Arkadina perché torni a vederlo prima che muoia. La maggior parte dei personaggi vanno nel salotto per giocare a tombola. Trepliov non si unisce a loro, e passa il tempo lavorando a un manoscritto sulla sua scrivania. Il gruppo esce per andare a pranzo, entra Nina da una porta posteriore e racconta a Trepliov la sua vita negli ultimi due anni. Nina comincia a paragonarsi al gabbiano, l'uccello ucciso da Trepliov, poi cambia idea e dice "Sono un'attrice". Dice di essere stata costretta ad andare in tournèe con una compagnia teatrale di seconda categoria dopo la morte del bambino avuto da Trigorin, ma adesso sembra aver ritrovato la speranza. Trepliov la supplica di restare, ma lei è troppo confusa per accettare. Sconfortato, Trepliov passa diversi minuti strappando il manoscritto prima di uscire dalla stanza in silenzio. Il gruppo rientra e ricomincia a giocare a tombola. C’è uno sparo improvviso fuoriscena e Dorn va a vedere che cosa è successo. Ritorna e prende da parte Trigorin, dicendogli di portar via Arkadina in qualche modo, perchè Trepliov si è appena sparato. Il gabbiano di Cechov smuove il nostro interesse per la varietà di temi trattati e di interpretazioni che si possono ricavare. Ma si può soprattutto parlare di un dramma che si interroga sul ruolo dello scrittore e su cosa questi debba rappresentare nelle proprie opere. Per usare un termine del drammaturgo e critico teatrale Gerardo Guerrieri, è un dramma sul “mestiere di scrivere“. Il già citato Treplev rappresenta quel modello di artista innovativo, pronto a sperimentare nuove formule e nuovi temi per appagare il proprio pubblico. Eppure proprio quel pubblico sembra non comprendere la sua arte, arrivando addirittura a prendersi gioco di

lui come fa sua madre Irna. La conseguenza è che l’artista si sente frustrato e ferito nell’orgoglio per tale incomprensione.

TREPLEV: COLPA MIA! MI ERO SCORDATO CHE SCRIVERE PER IL TEATRO E RECITARE È RISERVATO SOLO A POCHI ELETTI! HO VIOLATO IL MONOPOLIO! A ME … IO … (…)

ARKADINA: (…) HA VOLUTO APPIOPPIARCI QUESTO DELIRIO DECADENTE! FINCHÉ SI SCHERZA IO SONO LA PRIMA AD ASCOLTARE, ANCHE UN DELIRIO, ANCHE IL FARNETICARE DI UN PAZZO. MA QUI SI PRETENDE DI PARLARE DI NUOVE FORME DI UNA NUOVA ERA DELL’ARTE! MA CHE NUOVE FORME, QUI C’È SOLO UN PESSIMO CARATTERE!(1)

Al contrario Trigorin rappresenta lo scrittore che ha il consenso dei suoi ammiratori. La semplicità di temi e stili e la rinuncia a lasciarsi andare a sperimentazioni estreme gli donano il successo, tant’è che l’attrice Nina ammira i suoi racconti. Molti critici vedono in Trigorin il personaggio con cui si può identificare lo stesso Anton Cechov, per molto tempo considerato un autore “modesto” rispetto a giganti come Dostoevskj e Tolstoj. Allo stesso tempo, però, Trigorin è anche un giovane che dubita delle proprie capacità e che vede nella scrittura un dovere, un compito gravoso, una maledizione da cui è impossibile liberarsi.

NINA: MA È UN MONDO MERAVIGLIOSO QUELLO IN CUI VIVETE! COME VI INVIDIO SAPETE? COM’È DIVERSO IL DESTINO UMANO! (…)

TRIGORIN: CHE HA DI BELLO LA MIA VITA? (…) GIORNO E NOTTE SONO POSSEDUTO DA UN UNICO PENSIERO OSSESSIONANTE: DEVO SCRIVERE, DEVO SCRIVERE, DEVO SCRIVERE, DEVO, DEVO … NON HO NEANCHE FINITO UN RACCONTO CHE GIÀ, NON SI SA PERCHÉ, NE DEVO SCRIVERE

UN

ALTRO,

POI

UN

TERZO,

DOPO

IL

TERZO

UN

QUARTO…

SCRIVO

IN

CONTINUAZIONE, SEMPRE DI CORSA, COME UN VIAGGIATORE CHE CAMBI AD OGNI STAZIONE CAVALLI E RIPARTA SUBITO… NON POSSO FARE ALTRIMENTI… CHE C’È IN QUESTO DI BRILLANTE, DI BELLO, ME LO DITE VOI? È UNA VITA ASSURDA. (…) (2)

Sono queste le parole che Trigorin comunica a Nina, parole sul prezzo che il successo impone ad una che è affamata di successo. Nina aspira a divenire un’attrice e trova così un suo simile in Treplev, anche se provengono da due contesti familiari differenti. La ragazza vuole fuggire dalla monotonia di una famiglia chiusa che non condivide la sua passione per il palco, mentre Treplev vuole trovare quel successo già raggiunto da sua madre. Ma se Nina riuscirà nel suo intento, Treplev perderà gradualmente la propria autostima e deciderà di togliersi la vita. Questo è forse il motivo principale per cui il dramma ha come titolo Il gabbiano, l’animale che viene involontariamente ucciso da Treplev e che si trasforma in una metafora. Come l’uccello vola libero e alto nel cielo con il rischio di essere colpito per poi precipitare, così anche Nina e Treplev sono due gabbiani, ma con destini diversi e già segnati....


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