Gabriele D’ Annunzio - ... PDF

Title Gabriele D’ Annunzio - ...
Course Letteratura italiana b 20132014
Institution Università degli Studi di Torino
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GABRIELE D’ANNUNZIO LA VITA Gabriele D'Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863, terzo di cinque figli, da famiglia borghese. Compie gli studi liceali nel collegio Cicognini di Prato, dove si distingue sia per la precocità dell'ingegno sia per l'acceso individualismo e l'insofferenza per la vita del collegio. A sedici anni (1879) pubblica i suoi primi versi, raccolti in Primo vere; il libro piace ai critici, e fin da quel momento D'Annunzio dichiara di desiderare un «vivere inimitabile» e di volersi fare un «nome grande». Nel 1881 si trasferisce a Roma, dove frequenta solo sporadicamente la facoltà di Lettere e preferisce invece prendere parte alla vita mondana della capitale. Nel 1882 pubblica i versi di Canto novo  e i racconti di Terra vergine , due opere dai contenuti fortemente sensuali. Per sfuggire a diversi creditori si reca a Napoli dove comincia a scrivere sul ‘’Mattino’’,un importante quotidiano nazionale. Nel campo letterario inizia a farsi conoscere e la fama è dovuta a diversi aspetti: ● scandalo per i contenuti erotici ● ma anche di una vita altrettanto giudicata fatta di avventure galanti,lusso e duelli. Ed è proprio in questo periodo che D’annunzio si crea la maschera dell’esteta ,ovvero quella dell’individuo superiore,dotato di una speciale sensibilità per la bellezza,che rifiuta i valori della mentalità borghese,rifugiandosi in un mondo di pura arte. La vita di Gabriele d’annunzio è un,esperienza eccezionale,inimitabile fuori dalle regole,una vita rivestita da un'aura di emozioni,rilegata da contraddizioni ed eccessi. Si sviluppa in questo periodo la fase estetizzante,di cui diventerà il massimo esponente. FASI DELLA VITA DI D’ANNUNZIO 1. La prima fase della sua produzione (primo vere, canto novo, terra vergine) è già caratterizzata da una forma di VITALISMO NATURALISTICO, dove il poeta canta una natura variopinta, multiforme e selvaggia in cui egli si immerge. Questa fase è quindi caratterizzata dal PANISMO , ormai riconosciuto come la linea tematica di tutta la sua opera. In seguito sempre durante questa fase (terra vergine, novelle di Pescara) pare sempre più decisiva l'influenza del naturalismo di Maupassant e Zola. I personaggi umani si fondono con gli elementi naturali del paesaggio abruzzese. 2. La seconda fase è caratterizzata dall'ESTETISMO e dal PIACERE (il piacere). Negli anni romani prende sempre più forma il personaggio d'annunziano, un poeta languido e raffinato, esteta aristocratico che si distacca dai modi e dai gusti della gente comune. Durante questo periodo si va realizzando l'aspirazione di rappresentare in forme letterarie raffinate le eleganze e le stravaganze degli ambienti aristocratici romani.

3. La terza fase è quella del SUPEROMISMO e del PANISMO (le vergini delle rocce, il fuoco). Questi due atteggiamenti coesistono in qualche misura e si alternano in vario modo in una produzione ancora copiosa, finché quello superomistico cede il passo a un più maturo panismo.A questa fase è legata buona parte della produzione teatrale. D'annunzio si propone infatti di creare un teatro di poesia al fine di creare un'atmosfera ideale in cui vibri tutta la vita della natura. Spiccano i temi della morale superomistica, della lussuria, del sangue e della violenza (laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Alcyone.).L'ultima fase è quella del notturno, comprende le pagine scritte dopo l'incidente aereo che gli causò una grave ferita all'occhio.

IL SUPERUOMO La fase estetizzante della vita di d’annunzio si esaurì all’inizio degli anni 90,in seguito alla lettura delle teorie di Nietzsche. Il concetto di oltreuomo o superuomo, introdotto dal filosofo Friedrich Nietzsche, è un'immagine o figura metaforica che rappresenta l'uomo che diviene se stesso in una nuova epoca contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo. Secondo Nietzsche, infatti, il nichilismo passivo che segue alla scoperta dell'inesistenza di uno scopo della vita può essere superato solo con un accrescimento dello spirito, il quale appunto apre le porte a una nuova epoca. Gabriele D'Annunzio per la stesura dei suoi primi romanzi si rifece molto al superomismo nietzschiano. Infatti molti dei temi toccati nelle opere dannunziane sono quelli della ricerca del protagonista nel diventare un asceta, un essere perfetto in grado di controllare la Natura, le passioni che provengono da essa, e perfino le passioni stesse che egli prova stando con le sue amanti. Un elemento forse che separa D'Annunzio dal superomismo di Nietzsche è proprio il fatto della relazione amorosa del protagonista "superuomo" con le donne. Non vi è opera nella produzione di D'Annunzio in cui il protagonista non sia solo senza una donna. Una nuova fase caratterizza la vita di D’Annunzio ovvero quella del superuomo ,egli cercava di ricreare l’immagine di una vita eccezionale,sottratta dalle norme del vivere comune. Tutto ciò è racchiuso dalla presenza della villa della Capponcina che è la prova del fatto che L’autore vivesse una vita da principe rinascimentale. D’annunzio inoltre era strettamente legato alle esigenze del sistema politico dell’epoca in cui viveva,ed egli utilizzava i propri testi per attirare l’attenzione pubblica. Paradossalmente,il culto della bellezza e il vivere inimitabile risultavano essere finalizzati al loro contrario,a ciò che d’annunzio ostentava di disprezzare,ovvero il denaro e le esigenze di mercato. E’ una contraddizione che d’Annunzio non riuscì mai a superare.

I TEMI Due risultano i concetti chiave dell’ideologia di D’Annunzio. Essi sono: l’Estetismo ed il Superuomo. ESTETISMO: si intende la ricerca del piacere, fine a se stesso; l’identificazione della bellezza, del godimento estetico, dell’arte, della forma come assoluto; l’idea centrale del fare della propria vita un’opera d’arte. Per questi motivi la vita dell’esteta diviene essa stessa arte ed acquisisce un’importanza fondamentale. Il movimento dell’Estetismo ebbe, in Europa, tre grandi maestri: J. K. Huysmans in Francia (Controcorrente- A rebours) Oscar Wilde in Inghilterra (The picture of Dorian Gray) G. D’Annunzio in Italia (Il piacere) SUPERUOMO: si intende un uomo particolare, al di sopra della morale comune, in grado di cogliere segreti e di provare sensazioni più forti rispetto agli uomini semplici. Il mito del "superuomo" deriva a D'Annunzio dalla lettura di Nietzsche, che viene tuttavia deformata, manipolata e interpretata ad uso e consumo del poeta. Molteplici furono i generi letterari praticati da D'Annunzio: poesia lirica e poesia epica,romanzo,novelle, teatro, scritti di critica, cronaca giornalistica, prosa d'arte. Ciò potrebbe dare l'impressione di dispersività, ma in realtà tutta la sua opera letteraria s'ispira a uno spiccato sperimentalismo. Egli infatti seppe accogliere e riproporre gli spunti letterari più diversi, combinando modelli antichi e moderni e rivisitando secondo le proprie tecniche letterarie, in più modi; per esempio, nelle Laudi rifece il verso alla letteratura francescana trecentesca, rimanendo peraltro lontanissimo dalla sua semplicità e dal suo spirito religioso; D'Annunzio era poi solito appropriarsi di pagine, idee, spunti altrui: veri e propri «furti» letterari, più volte rimproveratigli dai suoi critici, ma di cui non si pentì mai,rivendicando invece le ragioni della propria libertà di artista. Da tale sperimentalismo scaturirono sia la varietà dei modi metrici dannunziani sia la ricchezza delle sue scelte linguistiche, spesso «antiche» in contesti «moderni» (come lo sport e l'aviazione). Tali manifestazioni rivelano il desiderio del poeta di essere il dominatore della parola (tutte le paroIe), il manipolatore della tradizione del passato (tutti gli autori, le forme ecc.): è il D'Annunzio «onnivoro».

IL PIACERE E LA CRISI DELL’ESTETISMO Ben presto d’Annunzio si rende conto che l’esteta non ha la forza di opporsi realmente all’ascesa borghese. Egli avverte tutta la fragilità dell’esteta,e la testimonianza più esplicita è il piacere.

Al centro del romanzo di configura Andrea Sperelli,in realtà alter ego dello stesso d’Annunzio,diventa un personaggio rappresentativo di un mondo,di una società di una volgia di simulare una vita inimitabile. Sperelli e quindi D’Annunzio,intende fare della propria vita un'opera d’arte,innalzarla alla creazione e al godimento dei sensi. Sperelli è dominato da una una forza di volontà debolissima,una forza distruttrice che lo priva di ogni energia morale e creativa(=velleitarismo). La crisi emerge da: incontro con due figure femminili opposte:Elena Muti,la donna fatale che incarna l’erotismo lussurioso e Maria Ferres,donna pura che rappresenta l’occasione per il riscatto e elevazione spirituale. Andrea mente a se stesso e cerca di sedurre Maria soltanto perchè Elena continua a respingerlo. Quando Maria si concede,Sperelli la chiama con il nome dell’altra donna,provocando la fine del rapporto. Lo scrittore mostra un atteggiamento ambivalente verso il protagonista: pronuncia duri giudizi nei suoi confronti attraverso la voce narrante non riesce a nascondere una forte attrazione per il suo gusto raffinato,per la sua condotta spregiudicata e per il suo stile di vita ricercato e senza freni. Pur segnando un punto di crisi e di consapevolezza,Il piacere non rappresenta il definitivo distacco di D’Annunzio dalla figura dell’esteta.

UN RITRATTO ALLO SPECCHIO:ANDREA SPERELLI ED ELENA MUTI(il piacere) La donna amata dall’eroe tronca all’improvviso la relazione e scompare. Quando ritorna,Andrea Sperelli apprende che,per evitare il disastro economico,ha dovuto sposare un ricco inglese,Lord Heathfield,individuo vizioso e ripugnante,Sperelli è disgustato nello scoprire che ‘’una passione altissima,veniva ad essere interrotta da un affar di denaro’’,ed è assalito dall’orrore al pensiero che Elena è toccata da mani immonde.Per giunger a comprendere il comportamento di Elena su di lei,traccia un ritratto crudele di Elena,ne costruisce uno altrettanto impietoso di se stesso. Il componimento è formato da un discorso iniziale interiore del personaggio e il narratore che pronuncia espliciti giudizi sul personaggio. Il narratore quindi non lascia interamente la parola ad Andrea sperelli,ma introduce la sua prospettiva per prendere da lui le distanze. Si manifesta in tal modo quell’atteggiamento critico dell’autore verso il suo eroe che è la struttura portante di tutto il romanzo. Però anche Andrea è critico verso se stesso e vede con spietata lucidità dentro il proprio animo. ● Nei primi due libri del romanzo è presentato come l’atto di sovrapporre alla vita reale le sue fantasie estetizzanti:tutto ciò su cui egli posa gli occhi,richiama alla sua



memoria particolari di opere d’arte (Elena muti è accostata alla figura di Danae dipinta dal Correggio). In secondo luogo Andrea arriva a mettere a nudo la menzogna che si cela dietro tali fantasie estetizzanti,cioè dietro i pensieri puri ed elevati maschera gli impulsi più materiali.

I ROMANZI DEL SUPERUOMO D’ANNUNZIO E NIETZSCHE D’Annunzio coglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche,che sente particolarmente vicini alla propria versione della realtà, banalizzandoli e forzandoli con un proprio sistema di concezioni: innanzitutto rifiuta il conformismo borghese, quello dei principi egualitari, l’esaltazione dello spirito “dionisiaco”, il rifiuto dell’etica della pietà, dell’altruismo, tipica della tradizione cristiana che mascherano l’incapacità del godere la gioia ogni oltre limite del vivere, l’esaltazione della volontà di potenza, dello spirito della lotta e dell’affermazione di sé, il mito del superuomo. D’Annunzio ha degli atteggiamenti antiborghesi e antidemocratici nei confronti della borghesia del nuovo Stato unitario in cui lo spirito affaristico contaminava il valore della bellezza, il gusto dell’azione eroica e del dominio, che erano propri delle passate élites dominanti. Egli voleva perciò l’affermazione di una nuova aristocrazia che sapesse elevarsi a superiori forme di vita attraverso il culto del bello e l’esercizio della vita attiva ed eroica. Il motivo nietzschiano del superuomo è quindi interpretato da d’Annunzio nel senso del diritto di pochi esseri eccezionali ad affermare se stessi, sprezzando le leggi comuni del bene e del male. Il dominio di questi esseri privilegiati al di sopra della massa deve tendere ad una nuova politica aggressiva dello Stato italiano. IL SUPERUOMO E L’ESTETA Il personaggio dell’esteta(aggressivo,energico,vitalistico), creato da d’Annunzio, viene inglobato in quello del superuomo. Il culto della bellezza è fondamentale nel processo di elevazione della stirpe nelle persone di pochi eletti: l’estetismo non è più rifiuto sdegnoso della realtà, ma strumento di una volontà di dominio sulla realtà. Quindi gli eroi dei nuovi romanzi non si allontanano più dalla vita sociale per contemplare la bellezza in una dimensione appartata,ma proprio attraverso la loro attività artistica e intellettuale devono aprire la strada al dominio di una nuova èlite raffinata e violenta. Il mito del superuomo è sempre un tentativo di reazione alle tendenze dell’epoca in cui si emarginava la figura dell’intellettuale, ma è un tentativo di reazione che agisce in modo differente rispetto al mito dell’esteta, poiché affida all’artista-superuomo una funzione di “vate” e di guida. E mentre la figura dell’esteta era in netta opposizione rispetto alla realtà dominante, la figura del superuomo offre soluzioni che possono accordarsi con le tendenze profonde dell’età dell’imperialismo e del colonialismo. Consapevole dei processi di declassazione dell’intellettuale, d’Annunzio cerca di ribaltare la sorte comune e ritrovare un ruolo sociale e, poiché la società non è in grado di offrirgli nulla, si auto attribuisce il compito di profeta di ordine nuovo (vate).

IL TRIONFO DELLA MORTE Il Trionfo della morte, quarto romanzo di D’Annunzio, non rappresenta ancora una compiuta realizzazione della nuova figura mitica, ma rappresenta una fase di transizione. L’eroe, Giorgio Aurispa, è ancora un esteta,  simile ad Andrea Sperelli. Giorgio, travagliato da un’oscura malattia interiore, che lo svuota di energie vitali, va alla ricerca del senso della vita. Un breve rientro nella sua famiglia aumenta la crisi dell’eroe perché immergersi nuovamente nella complicata vita familiare, e soprattutto rivivere il conflitto  col padre, contribuisce a indebolire le sue energie vitali: per questo tende a identificarsi con un’altra figura paterna, quella dello zio Demetrio. La ricerca porta Giorgio a tentare di riscoprire le origini della sua stirpe: insieme alla sua donna amata, Ippolita Sanzio, si reca in un piccolo villaggio in Abruzzo dove riscopre le antiche usanze e credenze della sua gente. Il raffinato esteta è però disgustato e respinto da quel mondo barbarico e primitivo, perciò la sua ricerca fallisce, così come la via del misticismo religioso. Una soluzione però gli si affaccia nel messaggio “dionisiaco” di Nietzche, in un’immersione nella vita in tutta la sua pienezza, tuttavia l’eroe non è ancora in grado di realizzare il progetto, a cui si oppongono le forze oscure della sua psiche che si manifestano nelle sembianze della donna amata, Ippolita: la lussuria consuma le sue forze. Prevalgono in lui le forze negative della morte (titolo del romanzo) ed egli al termine del romanzo si suicida, trascinando con sé la “Nemica”. Il suicidio è come il sacrificio rituale che libera d’Annunzio dal peso delle problematiche negative fino a quel momento affrontate, in modo da preparare lo scrittore al nuovo cammino del superuomo. LE VERGINI DELLE ROCCE Il romanzo Le vergini delle rocce segna una svolta ideologica radicale che differisce dal romanzo precedente. D’Annunzio non vuole più proporre un personaggio debole, tormentato, incerto, ma un eroe forte e sicuro, che percorre senza dubbio i suoi obiettivi. Il romanzo è stato definito “il manifesto politico del Superuomo”. L’eroe è Claudio Cantelmo, che sdegna la realtà borghese contemporanea del liberalismo politico e dell’affarismo dell’Italia postunitaria e vuole portare a compimento in sé “l’ideal tipo latino” e generare il superuomo, futuro re di Roma che guiderà l’Italia a destini imperiali. Tuttavia, nonostante la sua sicurezza, è possibile vedere nell’eroe perplessità e ambiguità. La “putredine” e la morte, secondo la nuova ideologia superomistica, vengono ad assumere funzione di stimolo alla vita. L’eroe ha raggiunto così tanta maturità e pienezza che non teme più le forze disgregatrici che avevano portato Giorgio Aurispa (Trionfo della morte ) alla sconfitta, anzi, proprio quelle forze negative alimentano i suoi grandi disegni. Per questo l’eroe va a cercare la donna con cui generare il futuro superuomo in una famiglia della nobiltà borbonica, in piena decadenza, devastata dalla malattia e dalla follia. In questo scenario di decadenza, disfacimento e di morte, l’eroe cerca la sua compagna tra le 3 figlie del principe Montaga. La sua scelta è ambigua: dietro i propositi vitalistici ed eroici si cela una segreta attrazione per la “putredine”, la decadenza e la morte. Il vitalismo esasperato e l’attivismo eroico sembrano solo essere tentativi per allontanare l’immagine della morte. L’eroe scende in questo scenario decadente sperando di trarne vigore, invece finisce per rimanerne prigioniero. Ciò è rivelato dall’allusiva conclusione del romanzo. Si ripete frequentemente che Claudio non riesce a scegliere una compagna e che il romanzo si chiude nella sua perplessità. In realtà l’eroe sceglie la sua compagna (Anatolia), quella che tra le tre sorelle ha la maestà e

forza interiore di una regina, che però non può seguire l’eroe perché è legata al triste destino familiare. L’eroe si lascia quindi incantare dalla bellezza e il fascino di Violante che rappresenta la donna fatale, immagine di un Eros  perverso, distruttivo  e crudele,  un’immagine di morte simile a quella della “Nemica” nel Trionfo della morte. Nonostante le loro ambizioni attivistiche ed eroiche, i protagonisti dannunziani restano sempre deboli e sconfitti, incapaci di tradurre le loro aspirazioni in azione. Il romanzo doveva essere il primo di un ciclo “del giglio” in cui l’eroe avrebbe dovuto raggiungere i suoi obiettivi, ma non furono mai scritti. IL FUOCO La sorte dei personaggi dannunziani a rimanere sempre deboli e sconfitti è confermata dal Fuoco. Il romanzo si propone come “manifesto letterario” del superuomo. L’eroe è Stelio Effrena (nome che evoca l’idea delle stelle e quella dell’energia senza freni) che ha grandi capacità artistiche (poesia, musica, danza) e progetta la creazione di un nuovo teatro nazionale che dovrà forgiare lo spirito nazionale della stirpe antica, come già aveva fatto Wagner in Germania. Anche qui intervengono le forze oscure che si oppongono all’eroe chiamato a destini sovrumani ed anche in questo caso si manifestano nella figura di una donna, Foscarina Perdita, una grande attrice che incarna l’attrazione per il disfacimento e la morte e, con il suo amore nevrotico e possessivo, ostacola l’eroe nel suo progetto. Il romanzo si chiude con il sacrificio di Foscarina che lascia libero Stelio, allontanandosi da lui, per fargli proseguire la sua opera. Ma anche qui non si assiste alla realizzazione del progetto dell’eroe. Come nel romanzo Vergini delle rocce , il Fuoco doveva proseguire in un ciclo “del melograno”, in cui il destino di Stelio avrebbe dovuto compiersi, ma anche in questo caso i romanzi successivi non furono scritti. FORSE SI CHE FORSE NO È l’ultimo romanzo di D’Annunzio, scritto fra il 1909 e il 1910, ricco di riferimenti autobiografici come la passione per il volo e la storia d’amore dai risvolti drammatici con Giuseppina Mancini, moglie infelice del conte Lorenzo, proprietario di numerosi vigneti in Toscana. Il protagonista maschile, Paolo Tarsis, è un provetto aviatore e uno spericolato automobilista; Isabella Inghirami, bellissima, sensuale e drammaticamente combattuta fra ragione e istinto, finisce per impazzire, come accadde nella realtà all’amante di D’Annunzio. Il romanzo è ambientato a Volterra, dove abitano gli Inghirami, una città costruita sopra a giganteschi precipizi scoscesi (le balze) che fanno da sfondo a legami incestuosi, suicidi, tormenti e gelosie destinati a...


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