Galileo Galilei filosofo PDF

Title Galileo Galilei filosofo
Author Andrea Taricani
Course Introdução a Teologia
Institution Instituto de Filosofia e Teologia de Goiás
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Summary

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Description

Galileo Galilei (1564 - 1642)

Il metodo scientifico di Galileo Galilei La parola "METODO" è di origine greca e deriva dalla preposizione "metà" che vuol dire "oltre" e dal sostantivo "odos" che vuol dire "via" o "strada"Æ quindi letteralmente la parola metodo vuole dire "strada oltre", la strada che ci porta oltre, cioè quel percorso che crea le condizioni perché l'uomo possa andare "oltre" il suo usuale modo di vedere, di vivere e di pensare. Il metodo è quella strada che ci guida per orientare il nostro pensiero ma anche le nostre azioni. Secondo la tradizione scolastica potremmo suddividere il metodo galileiano in due momenti: 1. il momento analitico Æ dove abbiamo l'osservazione dei fenomeni che vengono studiati e risolti nei loro elementi e costituenti (lo scienziato non osserva la natura come lo facciamo noi, ma lo scienziato quantifica, misura e matematizza i dati raccolti) e dove abbiamo l'ipotesi dove lo scienziato cerca di dare una spiegazione. 2. il momento sintetico Æ con il momento sintetico l'ipotesi va verificata e quindi sperimentata, ed ecco quindi che la verifica sperimentale costituisce la prima tappa del momento sintetico. Se l'ipotesi viene verificata con l'esperimento allora posso formulare una legge scientifica. Se l'ipotesi non viene verificata con l'esperimento allora devo riformulare nuove ipotesi tornando a riosservare i miei fenomeni o tornando a fare nuove misurazioni. Ecco che quindi si tratta di un procedimento fatto di un insieme di tentativi ed errori, dove l'errore di valutazione diventa importante per formulare ipotesi più prossime alla realtà sperimentale. Galileo Galilei non ha parlato del metodo scientifico in termini così scolastici, ma ha usato due concetti: - la scienza consiste in sensate esperienze

- la scienza consiste in necessarie dimostrazioni Questi due momenti sono tra loro strettamente congiunti e si implicano reciprocamente: le sensate esperienze implicano le necessarie dimostrazioni e viceversa. Sensate esperienze vuol dire che è sensato ciò che è testimoniato dai sensi e soprattutto dalla vista (pensiamo al ruolo rivoluzionario del cannocchiale). "Sensato" però sta ad indicare anche "ciò che è ragionato", cioè ciò che è sottoposto al vaglio della ragione, perché l'esperienza scientifica non è l'esperienza immediata dell'uomo comune, che si ferma all'apparenza delle cose, ma l'esperienza scientifica che è data proprio dall'esperimento è una esperienza "mediata", è una esperienza carica di teoria come quella copernicana di cui Galileo è sostenitore. Per la scienza non esiste una esperienza pura ma ogni esperienza è carica di teoria. Le sensate esperienze sono quindi il momento osservativo, induttivo e sperimentale (osservazione dei fenomeni, verifica sperimentale, centralità dell'induzione). Galileo Galilei da buon aristotelico riprende e mette a frutto l'importanza del ragionamento induttivo, perché grazie al procedimento induttivo possiamo ampliare le nostre conoscenze. Le necessarie dimostrazioni o come dice Galilei "dimostrazioni certe", rappresentano il momento ipotetico-deduttivo, il momento teorico, il momento in cui lo scienziato elabora l'ipotesi ma nello stesso tempo l'ipotesi, frutto di una capacità intuitiva, deve essere elaborata e sviluppata su base logico-matematica. Quindi le necessarie dimostrazioni contemperano le capacità di intuire, di elaborare un ipotesi ma anche e soprattutto di svilupparla attraverso l'altra forma del ragionamento, cioè quello deduttivo. Galileo Galilei attraverso il suo metodo riesce a contemperare sia il ragionamento deduttivo che quello induttivo. Galileo Galilei sostiene che non ci può essere scienza senza "metodo".

"Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" L'opera più importante di Galileo Galilei è il " Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" ovvero il tolemaico ed il copernicano, che lui scrive nel 1632. È un opera di grande modernità. GG non scrive un trattato scientifico ma scrive un opera dialogica come fece Platone con le sue opere. GG non utilizza il latino perché altrimenti la sua opera non avrebbe potuto avere larga diffusione e quindi usa la lingua volgare. GG con quest'opera intendeva principalmente diffondere le teorie copernicane anche se in realtà espone anche la teoria tolemaica. Questo dialogo si svolge a Venezia nel Palazzo Sagredo e si svolge fra 3 interlocutori che sono: il padrone di casa, il veneziano Sagredo, il fiorentino Salviati (difensore delle teorie copernicane) e Simplicio (rappresenta il senso comune e già il nome ci fa intuire la parola "semplicità", ma rappresenta soprattutto la forza del dogmatismo, la rigidità dell'ipse dixit cioè del principio di autorità). Questo dialogo si svolge in 4 giornate dove è centrale la capacità di Galileo Galilei nel confutare e rimettere in discussione tutti gli argomenti che riguardano la teoria geocentrica. Galilei da buon copernicano dimostrò che il sole si trova al centro del nostro sistema e che la terra e gli altri pianeti ruotano intorno ad esso. Nel dialogo c'è proprio la contestazione del fatto che la terra possa muoversi. Ipotizzando che la terra si muova dobbiamo ipotizzare che si crei una specie di vento cosmico che spazzi via tutte le cose ma questo grande spostamento di aria non c'è e quindi non possiamo accettare che la terra si muova.

A questo Galileo risponde con un esperimento mentale, quello che è passato alla storia come "principio della relatività del moto", attraverso l'esempio della stiva di una nave: immaginiamo di trovarci dentro la stiva di una nave (cioè all'interno di un sistema chiuso), dentro questa stiva ci sono farfalle ci sono mosche e immaginiamo che ci sia un secchio d'acqua dal quale scendano delle gocce d'acqua che vengono versate in un contenitore e immaginiamo che la nave stia ferma. Immaginiamo che la nave si muova con un moto uniforme, supponendo che il moto sia uniforme GG dimostra che all'interno della nave non succede nulla, le farfalle e le mosche volano come prima e le gocce d'acqua scendono come prima. Questo ci insegna che stando noi sulla terra e non avendo punti di riferimento esterni alla terra come chi si trova dentro una stiva di una nave e quindi stando all'interno di un sistema chiuso, nessuna esperienza meccanica, come le gocce d'acqua, ci può dire che questo sistema chiuso della nave sia in quiete o in movimento. Quindi GG attraverso questa geniale contro-argomentazione riesce a confutare tutte quelle argomentazioni contrarie al moto terrestre e se io confuto le confutazioni finirò per dimostrare la bontà e la credibilità del moto terrestre, perché negando la negazione, la negazione della negazione ci dà l'affermazione e quindi il riconoscimento del movimento della terra.

Il Processo di Galileo Galilei Il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano" ha procurato a Galileo Galilei l'accusa di eresia. L'opera viene pubblica nel 1632 ma già nel 1616 Galilei era stato chiamato dal Sant'Uffizio e qui il Cardinale Bellarmino intimò Galileo ad abbandonare la teoria copernicana. In quegli anni le opere di Copernico erano stati messi nell'indice dei libri proibiti, l'eliocentrismo era stato giudicato come assurdo, falso ed eretico e Galilei era stato ammonito, gli fu vietato di insegnare le teorie copernicane. E Galileo promette di obbedire a questa ammonizione. Dopo la pubblicazione del "Dialogo sopra i due massimi sistemi", Galilei viene chiamato a Roma, viene interrogato, viene processato, egli ammette di non aver ubbidito all'ammonizione del 1616, viene sospettato di eresia, però Galilei, a differenza di Bruno, abiura (riconosce i suoi errori, "con cuore sincero e fede non finta", dice Galilei, "abiuro, maledico e detesto i suddetti errori ed eresie"). Viene comunque condannato e riconosciuto colpevole, gli viene comminato il carcere a vita e questa condanna gli viene commutata in arresti domiciliari grazie alla mediazione e protezione dei Medici di Firenze (Galileo Galilei era il filosofo di Corte della Famiglia Medici). GG non viene condannato a morte ma si fa i suoi arresti domiciliari presso la Villa Arcetri sulle colline fiorentine ma negli ultimi anni della sua vita, nonostante la quasi totale cecità, continuerà a dettare le sue riflessioni e a divulgare di fatto le sue idee e le sue teorie.

Profilo biografico Galilei nacque a Pisa e visse tra la seconda metà del 500 e la prima metà del 600. Nella sua formazione non studiò soltanto matematica fisica e logica ma ebbe anche una formazione letteraria, tant'è che è considerato uno dei massimi esponenti della letteratura italiana del 1600, perché la sua Prosa è valida anche dal punto di vista letterario. A 25 anni ebbe già la cattedra di insegnante di matematica presso l'Università di Fisica. Però è a Padova che Galilei si realizza pienamente come scienziato, come ricercatore.

Uso scientifico del cannocchiale Galilei non è stato l'inventore del "cannocchiale" ma è stato colui che ha costruito il cannocchiale leggendo resoconti e la grandezza di Galilei sta nell'aver usato il cannocchiale in in modo scientifico. Con Galilei il cannocchiale diventa uno strumento di verifica sperimentale delle ipotesi copernicane. Galilei cime Keplero è uno dei pochissimi discepoli di Copernico nell'Europa del tardo 500. Nel 1610 pubblica il "Sidereus nuncius" che tradotto vuol dire "Ragguaglio astronomico" dove espone le sue scoperte astronomiche. Galilei puntando il cannocchiale verso il cielo e verso le stelle scopre delle cose sensazionali (macchie solari, valli e crateri sulla Luna, le fasi del pianeta Venere ecc…), scopre cose che rivoluziona la cosmologia e quando cambia la cosmologia (e quindi la concezione dell'universo) cambia anche l'antropologia (la concezione che l'uomo ha di se stesso) e cambia anche la teologia, perché non dimentichiamo che le tre grandi questioni filosofiche, il problema antropologico, il problema cosmologico, il problema teologico sono tra loro strettamente connesse. Prima di Galilei il cannocchiale veniva usato per la navigazione oppure come divertimento per i fanciulli di ricche famiglie nobiliari. Galilei usa il cannocchiale in modo scientifico e ne fa uno strumento di ricerca perché il cannocchiale potenzia la vista. Con Galilei il cannocchiale diventa "telescopio" (scopein=vedere e tele=a distanza) che permette di vedere a distanza. Purtroppo Galilei a furia di osservare il sole attraverso il telescopio e senza schermature cominciò ad avere problemi alla vista, tant'è che negli ultimi anni della sua vita diventò quasi totalmente cieco. Quindi con queste scoperte dove la Luna presenta delle imperfezioni, Venere ha le fasi e quindi è soggetta al divenire perché non è mai identica a se stessa, il sole presenta delle macchie quindi questo vuol dire che le stelle, i pianeti e i cieli sono imperfetti come la terra. Ecco che Galilei ci dimostra che tra e cielo e terra non c'è una differenza strutturale ma c'è una omogeneità strutturale, una identità strutturale. Attraverso il cannocchiale cade la separazione tra la perfezione celeste e l'imperfezione terrestre che era uno dei fondamenti della cosmologia aristotelico-tolemaica. Quindi Galilei dimostrando che cielo e terra sono costituiti dagli stessi elementi può celebrare "il funerale della scienza aristotelica" perché il cannocchiale ha permesso di vedere il mondo così com'è e non come appare ai sensi. Nel 1623 Galilei scrive il "Saggiatore" in cui fa delle riflessioni scientifiche sulle "comete".

Scienza e fede Principio dell'autonomia della scienza La riflessione galileiana era tesa a stabilire l'autonomia della scienza tanto dalla fede quanto dalla filosofia. Al centro della riflessione galileiana c'è il "principio dell'autonomia della scienza". La SCIENZA è un SAPERE AUTONOMO rispetto alla FEDE. Galilei è stato uomo di fede e scienziato e questo dimostra che tra fede e ragione scientifica non c'è opposizione. Per Galilei la scienza è un sapere autonomo ed indipendente rispetto alla fede e alla autorità religiosa e lui lo dice da scienziato cristiano, credente.

La Bibbia e la Natura derivano entrambe da Dio e la Bibbia è scritta in un linguaggio antropomorfico, cioè in un linguaggio attraverso il quale Dio comunica all'uomo il senso delle scritture. Galilei ci dice che il fine ultimo della Bibbia è quello di insegnarci "come si va in cielo" cioè come raggiungere la salvezza eterna. Invece la scienza, dice Galilei, studia "come vanno i cieli" cioè come si muovono i cieli. Ecco quindi la netta distinzione tra scienza e fede, scienza e fede sono due ambiti autonomi, incommensurabili, perché si occupano di questioni tra loro molto diversi. Come la Bibbia non è un testo scientifico così la Scienza non può occuparsi di fede, religione e morale. Galileo Galilei dice che la Scienza studia la Natura ed è un gran libro scritto in caratteri matematico-geometrici. Galilei dice che i libri sacri non possono sbagliare perché sono ispirati direttamente da Dio però possono sbagliare gli interpreti e quindi Galilei ci raccomanda di non leggere alla lettera la parola di Dio e di non interpretare la Bibbia in termini scientifici. Quando leggiamo nella Bibbia "fermati o Sole" oppure che "il Sole si muove" o che "il Sole tramonta" non dobbiamo prendere queste affermazioni come scientifiche perché la Bibbia non è un testo scientifico. Poiché Galilei opera nell'età della Controrivoluzione astronomica, il principio dell'autonomia della scienza viene visto da molti uomini della Chiesa come uno sminuire la Bibbia. Ma in realtà Galilei esalta la fede ed esalta la sacra scrittura perché dà alla fede ciò che è della fede e dà alla scienza ciò che è della scienza, fermo restando per Galilei il primato di Dio. Galilei si professa sempre discepolo di Aristotele però manifesta un grande disprezzo per gli aristotelici perché essi molto spesso non osservano la natura ma studiano la natura attraverso i testi o i libri. Però Aristotele ci ha insegnato che per conoscere la natura bisogna osservarla e farne esperienza diretta. Invece i discepoli di Aristotele (i peripatetici) che studiano la natura indirettamente tradiscono l'insegnamento di Aristotele e sulla base delle teorie aristoteliche non vanno oltre, perché non acquisiscono nuove conoscenze ma si fermano a ciò che Aristotele ha detto, si fermano quindi all'ipse dixit cioè al principio di autorità. Ipse dixit vuol dire: riaffermare le ragioni di una autorità (l'autorità di Aristotele) in modo dogmatico, cioè in modo chiuso, senza lasciarci coinvolgere dalle novità e dai possibili cambiamenti che ci possono essere. Secondo Galilei la riflessione scientifica sta intorno al mondo sensibile e non sopra un mondo di carta come facevano i peripatetici. La scienza è un sapere fecondo, è un sapere che ci dà sempre nuove prospettive sul mondo. La SCIENZA è un sapere quantitativo, che si occupa di studiare come accadono i fenomeni. La FILOSOFIA resta un sapere qualitativo, un sapere che si preoccupa di studiare i fenomeni e gli accadimenti, cercando di coglierne il perché, il senso, il significato, il che cosa sono e qual è lo scopo. Anche qui tra FILOSOFIA e SCIENZA c'è una diversità strutturale che Galilei mette in evidenza. Però Galilei per costruire la scienza moderna presupporrà dei presupposti filosofici e da qui capiamo che non ci può essere scienza senza filosofia. Infatti Galileo Galilei nasce come filosofo di Corte....


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