Il futuro oggi ( Cerroni) - Riassunto PDF

Title Il futuro oggi ( Cerroni) - Riassunto
Course Comunicazione Interculturale
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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IL FUTURO OGGI

Introduzione Oggi si assiste ad una crisi delle strutture mentali che Charles Wright Mills chiama immaginazione sociologica. Si tratta della capacità di immaginare le innovazioni e le trasformazioni del mondo, interrogandosi inoltre su come le persone potrebbero reagire dinnanzi a questi mutamenti. Nella società odierna questa immaginazione è in crisi perché l’immaginario contemporaneo è caratterizzato da un’opposizione di due canoni, quello antico (incentrato intorno ai miti classici di Gaia, Kronos e Athena) e quello moderno (rappresentato dal Riduzionismo, dal Narcisismo e dal Relativismo). Fin quando non si riuscirà a superare l’attrito tra questi due canoni la nostra immaginazione sociologica resterà in stallo. Nonostante i due canoni siano in contrapposizione tra loro, essi hanno in comune la cosiddetta matrice classica, ovvero quella serie di domande esistenziali a cui ciascuno dei due canoni risponde in modo differente:   

Che cos’è per l’individuo lo stare al mondo? Che cos’è per l’individuo stare al mondo in relazione ad altri individui? Che cos’è per noi la conoscenza che produciamo?

Le risposte a queste domande cambiano di epoca in epoca e, di volta in volta, ogni epoca sviluppa i propri miti, cioè degli atteggiamenti e valori che influenzano il nostro modo di vivere e i nostri comportamenti. È importante superare l’immaginazione sociologica perché solo in questo modo potremo riuscire ad immaginare il nostro futuro e le nostre innovazioni. Per “innovazione”, termine che oramai compare sempre più spesso all’interno del campo della tecnologia e della politica italiana ed europea, si intende la produzione del nuovo che può creare spaesamento, paura e/o moda in quanto non si conosce a quali risultati porterà. Il dibattito intorno al concetto di “innovazione” oggi si risolve con l’adozione di due atteggiamenti distinti: 



Tecnofrenico: è l’atteggiamento adottato da chi esalta l’innovazione scientifica. Ha la sua base nel canone moderno, che comprende i miti del Riduzionismo e del Narcisismo (e in parte anche quelli del Relativismo); Tecnofobico: è l’atteggiamento adottato da chi è sospettoso e teme l’innovazione. La sua base risiede nel canone antico e nei suoi miti ormai scomparsi del tutto, come quelli di Gaia e Kronos (e il mito di Athena, che rappresenta un collegamento tra antichità e modernità).

I due principali sociologi che hanno indagato l’origine di questa contrapposizione tra natura (tecnofobia) e progresso (tecnofrenia) a livello storico sono Berlin e Sternhell. Secondo il primo, essa trova il suo fondamento nel Romanticismo (che esaltava il legame con la natura, l’agire piuttosto che il riflettere e le passioni rispetto alla conoscenza) il quale si opponeva all’Illuminismo (che invece esaltava la conoscenza, l’uso della ragione, la riflessione e l’innovazione) e al pensiero di Cartesio, un pre-illuminista che esaltava la ragione e l’intelletto . Secondo Sternhell, invece, ciò non è possibile perché egli sostiene che l’opposizione tra natura e progresso sia nata prima del Romanticismo. Egli fa risiedere la ragione del conflitto tra i due canoni nella reazione tra Illuminismo ed anti-Illuminismo, ovvero tra chi abbracciava la modernità e tra chi la rifiutava (il sociologo chiama questa corrente “Altra Modernità”). Sempre secondo Sternhell, nonostante Illuminismo e Altra Modernità fossero in contrapposizione, esse condividevano una matrice di base, che poi rappresenta la soluzione per risolvere il dilemma dello scontro tra i due canoni: la Scienza Sociale, ovvero, la Sociologia.

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Comprendere l’immaginario sociologico è fondamentale per capire la base della nostra conoscenza, la quale è formata dalla somma tra cultura, conoscenza implicita (detta anche “tacita”, ovvero quell’insieme di conoscenze che si apprende attraverso l’esperienza) e conoscenza specifica (quella formale/scolastica). La circolazione della conoscenza nel mondo sociale è caratterizzata da quattro fasi logiche: 1. 2. 3. 4.

La scoperta o la produzione di nuovi saperi; L’istituzionalizzazione della nuova conoscenza (viene ufficializzata); Diffusione dei nuovi saperi all’interno della società; I singoli individui vengono a contatto con la nuova conoscenza, che diventa una parte integrante della propria vita.

Nel corso del ‘900 è nata e si è in seguito sviluppata la Sociologia della Conoscenza, una disciplina che studia le modalità di accesso alla conoscenza degli oggetti o del sapere cosiddetto scolastico, ovvero la modalità di produzione di tale sapere. Inoltre, essa cerca di indagare e risolvere il dibattito tra cultura scientifica (che esalta il progresso e l’innovazione) e cultura tradizionale (che esalta la natura).

Parte I — Canone Antico: il nomos olimpico I tre cardini dell’immaginazione sociologica antica sono rappresentati dai miti di Gaia, Kronos e Athena. Si tratta di tre rappresentazioni degli ambiti a cui gli antichi erano più sensibili (pathos, ethos e logos). Attraverso di esse il mondo antico ha risposto ai quesiti della matrice classica:   

Mito di Gaia: il bello (stare al mondo in armonia con la natura); Mito di Kronos: il bene (rispetto dell’ordine costituito nel tempo); Mito di Athena: il vero (sguardo divino rivolto al mondo).

Secondo Neumann, il Canone Antico si è evoluto in quattro tappe. Esse si sviluppano di pari passo con l’evoluzione del genere umano e, in particolare, con l’evoluzione della coscienza individuale: 

Primo strato primitivo (epoca preistorica): la prima rivoluzione sociale consiste nello sviluppo dell'agricoltura e nella formazione delle prime città. Durante quest’epoca non esiste una vera e propria differenza tra essere umano e natura, in quanto si immaginava che l’uno costituisse l’altra. L’unica divinità esistente in questo periodo è la Terra, chiamata Gaia, la Dea della fertilità (collegata alle fasi lunari che scandiscon0 il tempo e la vita). L’assetto sociale di questo periodo storico è di tipo matrifocale e viene definito matriarcato delle origini. Esso è caratterizzato da un forte prestigio della donna e dal valore simbolico centrale attribuito alla figura femminile. Tra il 4400 e il 2800 a. C., però, le popolazioni pre-europee subiscono diverse grandi invasioni da parte dei popoli indoeuropei, i quali si basavano invece su una struttura sociale di tipo patrifocale. Quest’ultimo tipo di organizzazione sociale è stato in seguito imposto ai popoli conquistati, dando così origine al patriarcato antico.



Secondo strato (fine Secondo millennio a. C.): la società si sviluppa e si articola così tanto che il mondo simbolico inizia ad aver bisogno di divinità più definite. Cominciano a nascere molte altre divinità e Gaia si trasforma in Demetra la Potentissima (divinità della terra coltivata). Ciò vuole significare che la Terra non è più solamente un territorio fertile, ma bensì che è “coltivata”, ovvero che inizia a svilupparsi la società agricola e con lei il lavoro degli uomini sulla Terra. Entro la fine del II millennio a.C. nell'area mediterranea il potere simbolico passò definitivamente dalle mani della Potnia (Demetra) a quelle del Pater (Kronos, il patriarcato). La Grande Madre Gaia si declina in varie forme e inizia un percorso di decadimento che la ridurrà progressivamente a materia

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Terzo strato: emerge il potere del pater familias, cioè del maschio dominante come figura di riferimento nella struttura famigliare. Da questo momento si passa dal mito di Gaia a quello di Kronos/Saturno (patrifocalità uranica, tempo/ordine/legge) primo Re degli Dei che emerge come figura contrapposta a Gaia separandosi dalla natura.



Quarto strato: l’io si afferma pienamente, la società diviene razionale e governata da leggi. Zeus emerge come la divinità più importante, incarnando la figura tipica del pater familias . La conoscenza assume un ruolo fondamentale nella società e nell’immaginario stesso degli Dei (tant’è che Zeus crea da solo Athena, la quale simboleggia proprio la sapienza).

Lo sviluppo della coscienza individuale non si è concluso con la storia greca, infatti il Canone Antico è ancora presente nell’immaginario contemporaneo. Esso è riscontrabile, ad esempio, nel modo in cui i non-esperti giudicano e percepiscono il rischio tecnologico insito nelle nuove tecnologie.

1.1 Il mito di Gaia Nello stato primitivo del Canone Antico, la Terra era intesa come la principale materia di lavoro e sostentamento. Da qui nasce la figura della divinità femminile primordiale Gaia, la quale rappresentava la fecondità, la ciclicità delle forze della naturali (creatrici e distruttrici allo stesso tempo) e veniva intesa come una sorte di culla che protegge l’individuo (figura materna). Il mito di Gaia raggiunge il suo apogeo circa 35.000 anni fa con le veneri del paleolitico, delle piccole statue preistoriche raffiguranti donne con gli attributi sessuali molto pronunciati e ritratti con certo realismo, le quali non erano altro che delle manifestazioni del forte culto della Dea Madre in uso in quel periodo. Nel corso del tempo, con l'esplosione demografica dovuta alle origini dell'agricoltura e alla conseguente crescita di complessità delle culture, le "competenze" della Grande Madre si moltiplicarono in diverse divinità femminili. La Grande Dea Gaia, pur continuando ad esistere e ad avere culti propri, assumerà tre personificazioni distinte: 1. Una dea sensuale, fascinosa e combattiva: Artemide/Diana, Afrodite/Venere; 2. Una dea imponente e bellicosa: Athena/Minerva; 3. Una dea dell'oltretomba: Persefone/Proserpina. Questa tripartizione è legata alla trinità lunare: 1. Luna Nuova: dea bianca della nascita e della crescita; 2. Luna Piena: dea rossa della passione e della battaglia; 3. Luna Vecchia: dea nera della morte e della divinazione. Oggi sentiamo il mito di Gaia come un invito a tornare a stretto contatto con la natura. A questo proposito si ispirano una serie di atteggiamenti riguardanti la filosofia della vita, la critica e la filosofia sociale. In tema di filosofia della vita, Gaia è riemersa oggi dopo la scoperta della Terra come Pianeta Azzurro (la Terra dallo spazio assomiglia ad una grande oasi blu) e la successiva ondata ambientalista a partire dagli anni ’60. In particolare, è stato importante l’intervento del mineralogista e biochimico russo Varnadskij, il quale sosteneva che la Terra fosse un unico organismo vivente e dello scienziato James Lovelock, che formulò la cosiddetta “ipotesi Gaia”. In essa, Lovelock sostiene che l’uomo non sia più al centro della Terra (vista come entità spirituale), ma che egli rappresenti solo una delle tante specie che la abitano . Per lo studioso, Gaia non era più solo una semplice metafora della Terra, ma un organismo reale con un proprio ciclo vitale. Esistono quattro varianti principali del mito di Gaia nell'immaginario contemporaneo: 1. Complessistico-spiritualista, caratterizzata da un recupero della complessità e da un forte spiritualismo, es. il movimento New Age;

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2. Religiosa, caratterizzata da nuove forme di paganesimo che contrastano con il cristianesimo e tendono ad esaltare la natura e l’ecologia, come il movimento spirituale della Wikka, che celebra la figura femminile e i cicli della natura; 3. Ecofemminista, collegata alle rivendicazioni emancipatorie delle donne; 4. Antispecismo, in cui si afferma che la nostra specie non è più al centro del mondo ma si trova in una condizione di parità rispetto a tutte le altre. In tema di critica sociale, il mito di Gaia vede la scienza come qualcosa che contamina la purezza della natura e dell’uomo. Da qui si sviluppa la visione della scienza (tecnologia) opposta alla natura (spontaneità, naturalezza). In quest’ottica non si guarda al futuro con l’idea di progresso e innovazione, ma con la consapevolezza che la scienza non potrà portare a nessun progresso o evoluzione. In tema di teoria sociale, il mito di Gaia tende ad associarsi più all’idea di comunità rispetto che a quella di società, in quanto la comunità si basa sulla Terra che circonda il popolo proprio come una madre, dunque l’individuo appartiene ad un assetto sociale che lo forgia e che non consente spazio all’innovazione (visione tipica del Canone Antico) mentre alla società vengono attribuite caratteristiche individualistiche e dentro di essa l’individuo è atomizzato e non ha legami (posizione tipica del Canone Moderno).

1.2 Il mito di Kronos Kronos è il primo pater familias, benefico ma dispotico (divora i suoi figli per paura che lo spodestino), signore dello spazio-tempo e del potere temporale. La sua figura nasce nel momento in cui alla cultura matrifocale si sovrappone il patriarcato (pur senza rimuoverla), il quale pone le basi per la costruzione di un nuovo mondo simbolico. Egli incarna il valore del passato, che diviene il tempo più importante nonché l’unico di cui abbiamo traccia. Attraverso l’introduzione della sua figura nascono la storia e la storiografia, diventano importanti le tradizioni e gli ordinamenti (prima di questo mito non si scandiva il tempo in passato-presente-futuro). Kronos incarna il tempo ciclico dell’essere umano e con lui si scandisce la vita sociale, infatti si passa da una società prettamente agricola ad un ordinamento sociale più complesso ed elaborato. Il tempo, in questo contesto, diviene un’esperienza che ci dà vita ma che, nello stesso momento, ci consuma e ci divora. In tal senso, poiché in antichità il tempo era scandito secondo i cicli della natura, il futuro veniva interpretato come qualcosa di negativo che incombe alle spalle in maniera irreversibile, contrapponendosi al passato glorioso che tutti potevano osservare con i propri occhi. Oggi, invece, il futuro viene interpretato come una linea retta che prosegue all’infinito e lo si accoglie apertamente, cercando di lasciarsi alle spalle il passato. Questa visione è legata all’idea di pendio scivoloso, che esiste ancora nelle culture di oggi. Si tratta di una metafora per intendere un’idea di un cambiamento repentino e accelerato e ha valore negativo : significa rifiutare un’innovazione poiché si pensa che questa porterà ad un’altra innovazione ancora più estrema e dagli effetti sfavorevoli. Questo atteggiamento è tipico dei dibattiti che avvengono oggigiorno sulle biotecnologie, in particolare su tempi sensibili quali l’aborto, la fecondazione assistita e l’eutanasia, la produzione di OGM, etc. Con Kronos il tempo diviene la prima istituzione sociale che regola la vita della collettività. All’interno dell’immaginario di questo mito, chi viola l’ordine costituito da Kronos attraverso il tempo (il nomos) subirà una pesante condanna, poiché l’effetto che produce è quello di passare dall’ordine al disordine generalizzato della comunità. Per questo motivo, chi porta innovazione viene visto con uno sguardo critico.

1. 3 Il mito di Athena In questo periodo la società vede la conoscenza come il valore più importante. Questa è rappresentata dal mito della Dea Athena, figlia di Zeus (che al contrario di Kronos amministra la società con giustizia ed equilibrio) “estratta” dalla sua testa. Ella incarna le virtù della sapienza e del logos (logica), il prodotto peculiare della specie

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umana che è all’origine di ogni azione sociale. Uno dei concetti più importanti riguardo a questo mito è quello dello sguardo da nessun luogo: con questa definizione si intende un tema ripreso e teorizzato dal filosofo Thomas Nagel, il quale sottolinea che sia impossibile arrivare ad acquisire una conoscenza totalmente oggettiva se prima non ci si libera dai pregiudizi, dalle emozioni e dalla soggettività stessa. Si tratta di un modo di vedere il mondo senza un particolare punto di vista, impossibile da acquisire in quanto i sentimenti e le emozioni sono caratteristiche che condizionano l’essere umano. Nell’ambito del mito di Athena, lo “sguardo da nessun luogo” sottolinea un modo negativo di guardare alla scienza e all’innovazione: essa è considerata una disciplina “poco umana”, staccata dalla società, dalla natura e priva di senso o riferimenti storici.

Parte II — Il Canone Moderno Il Canone Moderno inizia dal Medioevo (V secolo d.C.) e decade verso la fine del XX secolo. Questo Canone è costituito dalle emozioni, dalle credenze e dalle produzioni simboliche rimaste marginali nell'antichità. La cultura dei moderni si è generata dal trionfo del mito della Dea Athena e ha continuato a prosperare fino al suo superamento. All'inizio del Medioevo, il rapporto tra tecnologia e trascendenza comincia a cambiare: la tecnologia viene identificata con la perfezione perduta e la possibilità di una rinnovata perfezione, mentre il progredire delle arti assume il nuovo significato di salvezza. Il tempo acquista la direzione del progresso (futuro) e presuppone una sostituzione del Nume antico dal Lume moderno (si tratta sempre di Athena, il cui mito rappresenta la continuità tra antichità e modernità). Infine, si passa dal concetto di ragione (del mito di Athena, conoscenza oggettiva) a quello di intelletto, una facoltà logico-combinatoria orientata alla calcolabilità, cioè che tende a misurare i fatti senza giudicarli in modo oggettivo ma attraverso una conoscenza matematica, riduttiva e numerica. La scienza, dunque, non si pone più domande empiriche a cui rispondere ma ragiona in senso numerico e quantitativo. Nel mondo moderno tutto viene serializzato e mercificato, anche il tempo e lo spazio (uccisione del mito di Kronos). Questo riduzionismo sfocia nel narcisismo sociologico e nel relativismo sociologico. Per ricostruire a livello sociologico il processo di formazione del Canone Moderno è necessario fare riferimento al sociologo Norbert Elias e al suo processo di civilizzazione (civiltà = progresso della modernità Occidentale nella tecnica, nelle maniere in uso, nelle conoscenze scientifiche, …). Egli scandisce la civiltà moderna in:    

Fase cortese/feudale; Fase curiale/assolutistica; Fase capitalistica; Knowledge society (società contemporanea).

Elias fa notare come l’uomo moderno, uccidendo il mito di Kronos e liberandosi delle tradizioni, si trovi in una condizione di solitudine e isolamento dalla società in cui egli stesso vive. Insomma, l’uomo moderno si ritrova in una gabbia ancora più stretta e prova angoscia poiché è solo. Secondo Elias, per poter superare questa condizione è necessario che l’individuo torni ad essere in contatto con la società. Egli sostiene che vi sia un nesso tra psicogenesi (sviluppo della personalità dell’individuo) e sociogenesi (sviluppo della società in senso generale).

2.1 Riduzionismo tecnofrenico Per riduzionismo si intende il processo per cui si riduce concettualmente ogni fenomeno ad un livello elementare, semplificandolo e leggendo tutte le sue caratteristiche attraverso le scienze fisiche, biologiche e matematiche. Si tratta di una visione diametralmente opposta a quella del Mito di Gaia, che poneva importanza ai fenomeni empirici e naturali nello studio dei fatti e degli oggetti del mondo.

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La sociologa Hilary Rose sostiene che i riduzionismo hanno ormai conquistato le scienze sociali, tra cui la Sociobiologia, la Fisica Sociale e la Genetica Sociale. Oggi ci troviamo in un’epoca di:



Riduzionismo informatico: riduce la conoscenza alla mera informazione, quando invece è quest’ultima che attiva la conoscenza;



Riduzionismo cognitivo: riduce la conoscenza al sapere, quando invece il sapere ha carattere privato e la conoscenza carattere pubblico;



Riduzionismo epistemologico: presuppone che la conoscenza debba essere necessariamente misurabile. Se non vi è scienza, numeri e formule matematiche allora non si conosce davvero.

Oggi viviamo nel rischio della quantofrenia, ovvero il considerare importante solo ciò che può essere quantificato ed esaminato sulla base di dati numerici. Dunque, informarsi sono basta: l’informazione va interpretata e per farlo è necessario possedere la conoscenza, la quale è appunto un prodotto della collettività (non del sin...


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