L invenzione musicale nella scuola dell infanzia- Frapat PDF

Title L invenzione musicale nella scuola dell infanzia- Frapat
Author teodora mei
Course Psicologia della musica
Institution Università di Bologna
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Summary

musicale nella scuola di Monique Frapat QUI COMINCIA In questo testo viene definito un IMPIANTO METODOLOGICO raccontando situazioni di gioco musicale ricche ed inconsuete. La situazione educativa creata da FRAPAT accoglie: La del QUOTIDIANO (fatta dal ripetersi delle azioni, bisogni, emozioni di adu...


Description

L’invenzione musicale nella scuola dell’infanzia di Monique Frapat QUI COMINCIA L’AVVENTURA In questo testo viene definito un IMPIANTO METODOLOGICO

raccontando

situazioni di gioco musicale ricche ed inconsuete. La situazione educativa creata da FRAPAT accoglie: - La SEMPLICITA’ del QUOTIDIANO (fatta dal ripetersi delle azioni, bisogni, -

emozioni di adulti e bambini) Ed allo stesso tempo la sua COMPLESSITA’

riuscendo a considerare l’unicità delle azioni e dei loro significati e a Rilanciare il Gioco (no didattica standardizzata). “INVENTURA” come emozioni suscitate dal lavoro dei suoni. Viene proposta l’INVENZIONE MUSICALE attraverso un’esplorazione sempre curiosa e stimolante, ma anche precisa e rigorosa. L’insegnante trasmette ai bambini il piacere dell’avventura e della sua unicità, il gusto per l’esplorazione sonora. Frapat è stata promotrice e protagonista della Pédagogie Musicale D’éveil, Francia a partire dagli anni ’70, che fornisce un quadro teorico e metodologico dando vita ad una ricerca e ad una sperimentazione estremamente interessante. Il MODELLO PROPOSTO si ispira ad UNA MUSICA CONCRETA e si basa su una ricerca ed una pratica creativa con i suoni , si struttura su alcuni principi metodologici che evidenziano i legami esistenti tra ambito educativo e musicologico (tradizionalmente lontani se non addirittura contrapposti).  L’ATTIVITA’ CREATIVA CON I SUONI assume in questo modello UN RUOLO CENTRALE CHE ORIENTA L’EDUCAZIONE MUSICALE ALL’INVENZIONE: il bambino deve poter realizzare nella scuola una RICERCA AUTONOMA, partendo da ATTIVITA’ SPONTANEE DI ESPLORAZIONE E DI SCOPERTA DEGLI OGGETTI SONORI, per passare gradualmente ad attività sempre più intenzionali, fino all’invenzione e alla composizione.  DELALANDE riformula una teoria musicale basata sull’ ANALISI DELLE CONDOTTE MUSICALI (=Comportamento motivato e guidato da una finalità da raggiungere)  Riprende lo SHEMA PIAGETIANO DEL GIOCO (che distingue 3 forme di attività ludica) per ANALIZZARE LE LORO PRODUZIONI SONORE: 1. senso-motorio 2. simbolico 3. di regole

e afferma che fin dalla prima infanzia si possono osservare nei bambini condotte sonore elementari, costituite da giochi sonori spontanei. Le prime produzioni sonore dei bambini sono considerate

come

MANIFESTAZIONI PRE-MUSICALI. In un primo tempo i giochi sembrano legati alla sensorialità e all’esplorazione fine a se stessa; vengono poi collegati a significati simbolici particolari nella fase del “far finta”; infine si orientano alla combinazione di suoni composizione, utilizzando le regole precedentemente scoperte.

e alla

Nello specifico: 1. I GIOCHI SENSO-MOTORI (dominanti fino ai 2/3 anni): Il bambino conosce il mondo esterno attraverso le Mani ed i Gesti. Acquisisce in questo modo un certo n. di schemi di movimento che gli permettono di fare presa sull’ambiente che lo circonda. Presto compariranno giochi che hanno lo scopo di raggiungere un risultato interessante: il processo delle reazioni circolari. (gesto + risultato che viene ricercato e non gesto per un risiultato). Verso gli 8/9 mesi Piaget osserva un comportamento che consiste nel “ritrovare i gesti che ci hanno permesso casualmente di produrre un effetto interessante sulle cose”. Così il bambino prende gradualmente coscienza dell’azione che ha prodotto il suono. Ripeterà la sua azione in modo che “il piacere sensoriale ceda il passo al piacere dell’atto. Ciò che piace al bambino non è tanto il risultato in se stesso quanto l’atto che ha prodotto il risultato”. Nello stadio successivo il nuovo effetto ottenuto è modificato nell’intento di studiarne la natura. E’ una reazione “per vedere”. In seguito verso l’anno e mezzo/2 anni comparirà una “riorganizzazione spontanea degli schemi anteriori, che si adeguano alla nuova situazione per assimilazione reciproca”. IMPORTANZA CAPITALE DEL RUOLO DELL’ADULTO il bambino cerca la sua approvazione e realizza in sua presenza ciò che crede l’adulto si aspetti da lui. Un atteggiamento incoraggiante da parte dell’adulto lo porta a superarsi e a variare continuamente il gioco. 2. I GIOCHI SIMBOLICI (3/4 anni):e’ il periodo che riguarda la scuola dell’infanzia. Il BAMBINO ATTRIBUISCE AL SUONO UN PRECISO SIGNIFICATO, gioca a “far finta di”, porta nelle sue produzioni sonore tutto il suo vissuto emotivo, si esprime. 3. I GIOCHI CON LE REGOLE (dai 5 anni in poi): Compaiono con la Socializzazione durante l’ultimo anno di infanzia ma soprattutto durante la primaria.

 DELALANDE riformula una teoria musicale basata sull’ ANALISI DELLE CONDOTTE MUSICALI (=Comportamento motivato e guidato da una finalità da raggiungere) e stabilisce un PARALLELISMO TRA IL GIOCO DEL BAMBINO E QUELLO DEL MUSICISTA. Ritiene che le tre forme di attività ludiche di Piaget si ritrovino anche nel musicista e corrispondano a tre diversi aspetti della pratica musicale. Il pianista che lavora sulle note non è poi così lontano dai giochi senso motori dei piccoli, anche lui acquisisce, con l’esercizio, degli automatismi motori. Il virtuosismo rappresenta dunque uno degli aspetti senso-motori del gioco strumentale. L’accostamento tra la musica e il gioco simbolico dell’infanzia trova la sua spiegazione nel vissuto extra-musicale presente in entrambi. I gesti della musicista, come quelli del bambino, sono caratterizzati da una emozione, sono iscritti nella musica, ed il gesto non sarà lo stesso se si vuole comunicare tristezza o ilarità. La musica è anche un gioco di regole, ogni cultura musicale ha la propria grammatica.

N.B. “PENSARE ALLA MUSICA IN TERMINI DI CONDOTTE E NON DI SAPERE” porta a considerare LE ATTIVITA’ MUSICALI DEI BAMBINI PER LE MOTIVAZIONI E LE FUNZIONI SPECIFICHE CHE SOTTINTENDE (e non solo per i risultati raggiunti). IL MODELLO EDUCATIVO che ne consegue VALORIZZA L’OSSERVAZIONE DEI COMPORTAMENTI MUSICALI INFANTILI, senza arrivare ad una loro immediata valutazione, ma puntando invece a capire LE MODALITA’ che organizzano LA RICERCA attuata dai bambini, per scoprire i BISOGNI che hanno portato all’azione osservata e poter sviluppare le procedure messe in atto. IL RUOLO DELL’ADULTO viene modificato in modo significativo, l’adulto DIVENTA ORGANIZZZATORE DI CONTESTI DI GIOCO che favoriscono l’osservazione dei comportamenti spontanei dei bambini e, soprattutto, la loro evoluzione .  L’INSEGNANTE DEVE EVITARE DI PROPORRE/IMPORRE LE PROPRIE SCELTE, MA RIUSCIRE A “GUIDARE SENZA ORIENTARE”. Le competenze professionali di questo insegnante si riferiscono alla Capacità di Osservazione e di Ascolto, unite ad una Cultura Musicale ad alto raggio che gli permettano di apprezzare e rielaborare le scoperte infantili.  La comunicazione adulto-bambino si basa su una PEDAGOGIA DELLA RELAZIONE RIGOROSA, consapevole della specificità della comunicazione educativa all’interno della scola dell’infanzia.

 Il RUOLO DELL’ADULTO/INSEGNANTE come figura di riferimento significativa che, oltre a SAPER PREDISPORRE situazioni stimolanti e a FAR EVOLVERE il gioco musicale e la ricerca spontanea, sa anche RISPECCHIARE L’AZIONE DI BAMBINI, riuscendo a LEGGERNE IL SIGNIFICATO PROFONDO e a VALORIZZARLO NEL GRUPPO. Il rispecchiamento è essenziale per la costruzione dell’identità personale del bambino. Sguardo/Ascolto/Attenzione Costante/Interesse per il lavoro dei bambini e per il loro significato simbolico e affettivo. L’INTEVENTO dell’insegnante DEVE essere estremamente DELICATO, quasi impercettibile, ma EFFICACE: deve essere EDUCATIVO, deve far progredire il bambino in relazione a se stesso ed in relazione alla musica.  NON potendo applicare una METODOLOGIA RIGOROSA, OGNI EDUCATORE inventa un percorso in base a: -le sue caratteristiche personali -le caratteristiche della sua classe -e di OGNI BAMBINO che si trova davanti. Esistono tuttavia punti di riferimento utili e strumenti che favoriscono l’evoluzione delle produzioni sonore in produzioni musicali.

IL SUONO è il materiale sul quale i bambini lavoreranno. Questo presuppone una TRASFORMAZIONE RADICALE DELLE ABITUDINI SCOLASTICHE: DEGLI SPAZI E DEI TEMPI DEDICATI AI GIOCHI CON I SUONI. Occorre, per realizzare tutto ciò, instaurare in classe un CLIMA DI CREATIVITA’.  CONDIZIONI MATERIALI:  GLI SPAZI IN SEZIONE: una “Scatola del Suono”, nella quale radunare oggetti diversi a seconda delle caratteristiche sonore. Se possibile un angolo insonorizzato, con del materiale di registrazione che i bambini utilizzano da soli. NELLA SCUOLA: un Salone per la Musica in cui si costituirà il capitale sonoro al quale i bambini potranno attingere per esprimersi. Quando gli oggetti della scatola sonora della sezione soddisfano determinate esigenze (ex possibilità di variare il suono variando il gesto), vengono promossi al rango di strumenti musicali, e prendono l posto nella 

stanza della musica, dove li ritroveranno al momento delle produzioni. I TEMPI

Per realizzare una pratica di natura artistica in sezione, dobbiamo prevedere l’organizzazione dei tempi, delle attività finalizzate a questo risultato. E’ opportuno lavorare dividendo la sezione in due: una metà sezione lavora, dell’altra si occupa una collega, oppure viene impegnata in un’attività tranquilla.  CONDIZIONI PSICOLOGICHE  E’ necessario saper CONDIVIDERE LA VITA DELLA SEZIONE, una vita vera, con le sue emozioni, le sue gioie, le sue pene aiutando i bambini a rielaborare simbolicamente la realtà, anche attraverso il gioco di finzione. “Il FARE FINTA” aiuta il bambino ad assimilare una realtà che non sa controllare. Quando la realtà sfugge, l’immaginazione prende il suo posto. Così l’AVVENIMENTO vissuto da tutta la sezione sarà il punto di partenza per una affabulazione (=successione di episodi di un immagine fantastica) collettiva, che comparirà nelle successive produzioni dei bambini (linguaggio, disegno, pittura…) Nel caso in cui l’avvenimento non nasca spontaneamente dovremmo essere noi a provocarlo (ex i nostri palloncini volano in cielo, dove vanno? che cosa cercano?). Più lo shock emotivo è forte, più la creazione sarà intensa. Tuttavia, ricorrere alle emozioni forti è possibile solo di tanto in tanto. Anche la vita quotidiana è ricca di sensazioni da proporre ai bambini (ex fuori piove….le gocce battono contro la finestra…..missione: oggi fare musica con la pioggia). La cosa importante non è tanto il gioco con i suoni, quanto le sensazioni provate.  PRATICA PEDAGOGICA Ascolto e Pratica sono intimamente legati: ascoltare per fare e fare per ascoltare meglio.  UN ASCOLTO PARTICOLARE L’ascolto delle proprie produzioni: la PRODUZIONE ha senso solo se il bambino sa ascoltare. La qualità del risultato dipenderà essenzialmente dal suo orecchio, sarà quest’ultimo a condurre il gesto che invita a riprodurre un’invenzione, a variarla, a giocare su questa variazione. Con la produzione il bambino impara in realtà ad ascoltare. -L’ascolto di opere musicali: l’ascolto è spesso corporeo e risponde quindi ad un comportamento spontaneo del bambino che percepisce immediatamente il movimento della musica e reagisce muovendo il proprio corpo. E’ il suo modo di

analizzare la musica. E’ per questo che il bambino non si lascerà sconcertare dalla diversità dei generi musicali che gli verranno proposti, la sua sensibilità è più ricettiva nei confronti dell’invenzione, del movimento che nei confronti dei codici. N.B. IL RUOLO DELL’INSEGNANTE è quindi quello DI PROPORRE AL BAMBINO OGNI TIPO DI MUSICA, seguendo solo un criterio qualitativo, in modo da ampliare il più possibile il suo orecchio, da incoraggiarlo all’ascolto corporeo, tenendo sempre presente che OGNUNO HA UN SUO MODO DI ASCOLTARE ED UN SUO MODO DI BALLARE. -L’ascolto dell’ambiente sonoro: spesso i bambini si fermano all’enumerazione e all’identificazione delle sorgenti dei suoni. Eppure, siccome essi tendono spontaneamente a imitare i rumori circostanti, basterebbe un incoraggiamento per farli procedere a una vera e propria analisi dei suoni, attraverso la loro riproduzione. I rumori ambientali, non sono certo musicali, dato che sono il prodotto del caso, ma l’orecchio che li ascolta può scoprirvi delle qualità musicali che ispireranno in seguito altre produzioni. UNA PRATICA INVENTIVA IL RUOLO DELL’INSEGNANTE deve da una arte imparare a scoprire quanto dei comportamenti spontanei dei bambini può diventare musicale; dall’altra far progredire i bambini e condurli fino all’espressione musicale. Sarà quindi utile condurre contemporaneamente delle attività di Esplorazione, nelle quali si scopriranno i suoni, sia delle attività di Rilancio nelle quali si scoprirà il gioco musicale a partire dai suoni. 

N.B LA METODOLOGIA della FRAPAT si può sintetizzare in TRE TAPPE FONDAMENTALI: 1. ESPLORAZIONE/RILANCIO 2. SCAMBIO 3. INVENZIONE

Il confine tra questi 3 momenti NON è rigidamente fissato. 1. A) L’ESPLORAZIONE: Il bambino ha ben poche occasioni per fare rumore, non che non ci provi, ma i suoi tentativi vengono immediatamente bloccati a scuola come a casa (a scuola la situazione sta cambiando). Non ci si può aspettare da un bambino un’invenzione sonora se non conosce bene il materiale che è oggetto della sua invenzione: il suono. Le attività di esplorazione permettono al bambino di scoprire:

-La diversità dei suoni, la diversità delle sorgenti dei suoni (ex la diversità del suono ruvido del termosifone raschiato da un bastone, la grana sottile della lima da unghie sul bordo di un bicchiere….suoni che stridono, che soffiano, che scivolano, cHe cozzano…). E’ un approccio tutto sensoriale come quello dei compositori contemporanei. -Il suo rapporto con il suono: il bambino prende coscienza del suo potere sul suono, del fatto che se un gesto genera un suono, un altro ne produce uno diverso e che lui è padrone dei propri gesti (a seconda della mano che raschia il termosifone il suono sarà un tratto sonoro che taglia il silenzio o una grana delicata).  L’INTERVENTO

EDUCATIVO:

i bambini adorano le attività di

esplorazione, mentre per gli insegnanti vale esattamente il contrario. Occorre osservare i comportamenti di ciascuno nei confronti del sonoro e notare le invenzioni che potranno servire nelle attività più avanzate, quelle che faranno progredire i bambini. Durante queste attività l’insegnante deve: -osservare, -manifestare interesse e un’aspettativa, -valorizzare le invenzioni, -raggruppare tutti intorno al gioco di un bambino per sollecitare l’immaginazione, -rimandare ciascuno alle proprie ricerche con una consegna precisa. La verbalizzazione rappresenta un altro modo di analizzare e precisare le produzioni, non bisogna però insistere troppo in quanto il linguaggio musicale è un linguaggio a se stante che non deve passare per forza attraverso la verbalizzazione. Senza obbligare i bambini a parlare, l’insegnante può manifestare una discreta aspettativa in questo senso. I commenti dei bambini ci illuminano sul modo di ascoltare e di produrre suoni. Lo scopo dei momenti di esplorazione non è il gioco musicale, tuttavia l’insegnante si trova lì per dare una “spintarella” in questa direzione quando se ne presenta l’occasione, e può accadere che il libero gioco sensoriale conduca i bambini ad immaginare che un gesto ne provochi un altro, che un suono ne richiami un altro. Ma occorre tener conto che un gioco può esaurirsi in fretta e degenerare, la dell’insegnante.

sua

ricchezza

dipende

anche

dall’intervento

1. B) IL RILANCIO: E’ la fase in cui l’insegnante pone le condizioni del passaggio dall’atto gratuito dell’esplorazione all’atto intenzionale dell’esplorazione musicale. L’intervento dell’insegnante si situa al livello della MOTIVAZIONE e non al livello dell’esecuzione, egli non dice mai ad un bambino quello che deve fare, ma lo mette in una situazione che gli dia IL DESIDERIO DI FARE, o che contiene proposte finalizzate a lavorare su un’idea musicale piuttosto che su un’altra. Ecco ciò che la Frapat chiama DISPOSITIVI. Il PERCORSO è comunque INDICATO DAI BAMBINI E DAI LORO INTERESSI, all’INSEGNANTE spetta COMPITO di introdurre DISPOSITIVI diversi e appropriati alla situazione di gioco specifica, ma anche a quello di manifestare un’aspettativa, valorizzare le scoperte individuali e allargarle al gruppo, per sollecitare l’immaginazione collettiva, e aiutare ogni bambino ad approfondire la propria ricerca.  DISPOSITIVO=Mediazione concreta che l’insegnante deve individuare in riferimento alla situazione specifica, per permettere al bambino di concentrare la propria attenzione sul suono e sulle sue caratteristiche. La FRAPAT li classifica in QUATTRO AMPIE CATEGORIE 1. DISPOSITIVI MATERIALI: riguarda il MODO DI OFFRIRE GLI OGGETTI (ex un oggetto come il microfono che amplifica la voce, una particolare disposizione degli oggetti). L’esplorazione sarà indirizzata in un senso piuttosto che in un altro in relazione al modo in cui verranno proposti gli oggetti da esplorare. La registrazione e l’amplificazione sono considerati dall’autrice strumenti praticamente indispensabili “il microfono isola il suono dall’atto complesso della produzione, che è visivo, tattile, cinestetico e uditivo e l’amplificatore lo ingrandisce, lo proietta all’altro lato della stanza…”. La registrazione permette di riascoltare una sequenza del gioco (ex uno starnuto) e proporre un’altra attività. 2. DISPOSITIVI A GIOCHI GUIDATI: attività in cui si deve rispettare una regola precisa. A volte capita di sentire il bisogno di risolvere i problemi in modo diretto, di lavorare su un aspetto preciso per superare una difficoltà che nuoce all’espressione; in questo caso organizziamo delle attività guidate, nelle quali si fissa una regola precisa. La regola del gioco NON lascia spazio a nessuna iniziativa personale, dunque NON SI PUO’ PARLARE DI GIOCO MUSICALE.

Questa regola del gioco, d’altronde, non verrà rispettata a lungo. Forse il destino di questi dispositivi a giochi guidati è proprio quello di venire abbandonati non appena sono stati assorbiti e possono quindi essere e possono essere quindi re-investiti in un gioco realmente creativo. Rispetto ai giochi guidati si pone sempre il problema della consegna. La consegna restringe il campo delle possibilità e crea un obbligo che può essere positivo. Sia le attività guidate che quelle libere sono indispensabili. Attività Guidate: con queste attività si è portati a precisare una tecnica gestuale personale, a distinguere un’idea musicale. Attività Libere: con queste attività liberiamo la nostra espressione. Ma l’espressione nasce dalla precisione del gesto, dall’idea musicale…. La cosa importante è che l’insegnante NON confonda i due tipi di attività e sappia bene ciò che sta facendo e perché lo sta facendo. 3. DISPOSITIVI DI SCAMBIO: momenti che permettono al gruppo di conoscere le invenzioni individuali/per appropiarsi delle idee degli altri. Seguono sempre l’esplorazione. L’insegnante ha visto le varie invenzioni dei bambini, ma i bambini, tutti presi dal loro gioco, non hanno percepito la diversità delle loro risposte. Occorre quindi far sì che prendano coscienza di queste diversità e che si approprino delle idee degli altri. 4. DISPOSITIVI LEGATI ALL’ASCOLTO: si cerca un ascolto stimolante, che dia voglia di fare. -L’imitazione dei rumori ambientali: L’ambiente sonoro fornisce alla nostra analisi una gamma molto vasta di suoni, con i quali l’insegnante proporrà al bambino di giocare. I bambini sono istintivamente molto abili a giocare con i suoni (basta ascoltarli giocare con le macchinine). Ma una cosa è giocare spontaneamente con la propria voce, un’altra è farlo intenzionalmente. Nel secondo caso viene stimolata la consapevolezza, mentre la spontaneità e la ricchezza della produzione rischiano di scomparire. E’ compito dell’insegnante creare delle situazioni nelle quali il bambino riesca a dominare il gioco senza perdere la sua spontaneità. Il bambino impara tante cose imitando e anche questo è un aspetto da tener presente nell’approccio ai suoni. Imitandoli il bambino li analizza, ne nota i caratteri essenziali, se ne appropria e con grande naturalezza ci gioca poiché questa è la sua grande specificità, dunque inventa.

Con gli strumenti o con la propria voce si cerca di avvicina...


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