L\' Occupazione Della Libia E LA Caduta DI Giolitti PDF

Title L\' Occupazione Della Libia E LA Caduta DI Giolitti
Author Claudia Culotta
Course Storia dell'età contemporanea
Institution Università degli Studi di Palermo
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L'OCCUPAZIONE DELLA LIBIA E LA CADUTA DI GIOLITTI - Con Giolitti cambiò anche la politica estera. L'azione dei governi precedenti era stata caratterizzata dalla scelta filo-tedesca e dall'ingresso dell'Italia nella Triplice Alleanza, insieme a Germania e Austria. Per questo motivo, l'impegno politico e diplomatico di Giolitti fu indirizzato a ridurre la Triplice Alleanza a un patto puramente difensivo e stabilire accordi la Francia e l'Inghilterra, che rafforzassero la posizione italiana in Europa. In particolare, Giolitti accordò con la Francia un'eventuale espansione francese nel Marocco in cambio del consenso a una penetrazione italiana in Tripolitiana e Cirenaica territori ormai solo apparentemente controllati dall'impero ottomano. - Nel 1911 l'Italia riprese l'iniziativa coloniale sbarcando sull'ultima parte dell'Africa settentrionale. L'Italia, del resto, non era più lo Stato debole, le finanze pubbliche erano state riassestate e la popolazione andava crescendo. Anzi, proprio l'aumento demografico era stato preso ancora una volta come un pretesto per giustificare i sacrifici di un intervento che avrebbe dato miglior sbocco alle energie italiane nel mondo a causa dell'emigrazione. Giolitti si mostrò favorevole per vari motivi: - perchè ogni altro ingrandimento delle potenze coloniali avrebbe costituito un indebolimento e una diminuzione di prestigio per l'Italia; - per dare soddisfazione e attenuare l'opposizione del movimento politico nazionalista a opera di Enrico Corradini; - per accontentare i molteplici interessi economici interni, soprattutto quelli della finanza e dell'industria. Nel 1911 la Francia iniziò la conquista del Marocco e Giolitti ritenne che fosse il momento di intervenire. Aveva inizio così la seconda impresa africana dell'Italia. - Il 29 settembre 1911, prendendo come pretesto alcuni incidenti che ci furono a Tripoli, l'Italia dichiarò guerra all'impero ottomano, sotto il cui dominio si trovava la Libia. Pochi giorni dopo, un corpo di spedizioni sbarcò a Tripoli e occupò tutta la fascia costiera. Più difficile e lenta fu invece la conquista dell'interno; i libici non accolsero gli italiani come 'Liberatori', ma come invasori, a cui opposero un'efficace azione di guerriglia. L'Italia replicò dall'inizio con pesanti e brutali metodi di repressione. Al fine di costringere l'impero ottomano alla pace, nel maggio 1912 il governo italiano decise di attaccarla direttamente. Un corpo di spedizione occupò il Dodecanneso, mentre cinque navi, nella notte tra il 18-19 luglio entrarono nello stretto dei Dardanelli. Il sultano chiese l'armistizio e il 18 ottobre 1912 firmò la pace di Losanna: l'impero ottomano riconosceva all'Italia il possesso di Tripolitania e Cirenaica e cessava la guerriglia. A garanzia di questo impegno, l'Italia conservava il Dodecanneso. - L'occupazione della nuova colonia, a cui fu dato il nome di Libia non portò all'economia nazionale i vantaggi che molti si aspettavano. Quel territorio africano era prevalentemente desertico ed era anche povera di materie prime, a eccezione dei vasti giacimenti petroliferi scoperti dopo la Seconda guerra mondiale. Tuttavia, le operazioni militari condotte per la prima volta con mezzi moderni contribuirono a rafforzare la posizione italiana nel Mediterraneo. L'impresa libica, in campo politico, incoraggiò i nazionalisti. La guerra provocò una spaccatura all'interno del Partito socialista tra la corrente minoritaria dei riformisti, che aveva approvato il conflitto attratta dalla promessa del suffragio universale e la maggioranza che si era opposta in nome del pacifismo e dell'antiimperialismo. Il congresso di Reggio Emilia espulse i riformisti Bissolati e Bonomi i quali dettero vita a un autonomo Partito socialista riformista italiano. Nel Partito socialista prevalse la linea più intransigente e rivoluzionaria, guidata da Mussolini. - Giolitti, stretto fra oppositori decisi e alleati poco docili, nel marzo 1914 decise di cedere il posto ad Antonio Salandra, un liberale moderato, che egli credeva di poter mettere da parte al momento opportuno senza troppe difficoltà. Ma non fu così. La situazione sociale e politica tendeva a peggiorare, anche perchè il governo Salandra, pur presentandosi con un programma non molto diverso da quello giolittiano, intendeva utilizzare metodi diversi. Infatti, il 7 giugno 1914, durante una manifestazione anti-militarista ad Ancora la polizia intervenne uccidendo tre dimostranti.

Successivamente fu proclamato uno sciopero generale di protesta, che vide l'adozione di lavoratori del Nord e del Centro del paese e si protrasse per sette giorni(7-13 giugno 1914) sfociando in gravi atti di violenza, con 17 morti e più di 400 feriti. Questa fu la cosiddetta settimana rossa, che ebbe il proprio centro nelle Romagna e nelle Marche. Pochi mesi dopo, lo scoppio del primo conflitto mondiale avrebbe modificato ogni rapporto politico e fatto passare in secondo piano questa manifestazione di generale protesta....


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