Calandrino E L\' Elitropia. La novella comica di Giovanni Boccaccio PDF

Title Calandrino E L\' Elitropia. La novella comica di Giovanni Boccaccio
Author Francesca Maricchiolo
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 3
File Size 121.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 83
Total Views 137

Summary

Riassunto dettagliato della novella comica dell'autore Giovanni Boccaccio, Calandrino e l'elitropia, la pietra "magica" che aveva il potere di far sparire chiunque la tenesse con sè....


Description

LA NOVELLA DI CALANDRINO E L’ELITROPIA La novella di Calandrino fa parte dell'8° giornata (l'8° giornata è interamente dedicata alle beffe); (l'8° giornata segue la 7°: la 7° giornata era stata dedicata alle beffe compiute dalle donne a danno degli uominiquesta giornata pur essendo stata particolarmente dilettevole risultava un po' monotona, dunque per rispettare il principio della variatio Boccaccio introduce questa 8° giornata in cui la beffa viene ampliata, quindi si parla delle beffe in generale - compiute dalle donne a danno degli uomini, dagli uomini a danno delle donne, da uomini a danno di altri uomini, insomma abbraccia tutte le possibilità della beffa-. La beffa è uno dei temi della novellistica che poi avrà maggiore successo soprattutto nel Cinquecento quando la novellistica come genere avrà una notevole fortuna). La regina della giornata è Lauretta (dietro questo nome c'è un omaggio a Petrarca che è evidente anche nella conclusione della 7° giornata quando Dioneo incoronando Lauretta con l'alloro afferma di incoronarla con se medesima , quindi con il lauro giocando sul nome di Laura che appunto ricorda l'alloro, così come avveniva nel Canzoniere di Petrarca. Quasi tutte le novelle sono ambientate in Toscana , perchè tradizionalmente la Toscana è abitata da un popolo di grandi beffatori; i toscani hanno una concezione particolare di se stessi, sono ingegnosi, sono degli spiriti salaci, sono particolarmente propensi alla battuta sferzante. Infatti in questa novella, Calandrino e l'elitropia, sono presenti alcuni personaggi che sono passati alla storia, nella tradizione toscana, proprio per il loro acume, per la loro intelligenza e per questo gusto nel beffare la gente: questi personaggi sono Bruno e Buffalmacco ai quali si aggiunge anche Maso del Saggio. Intorno a questi novellatori Boccaccio costruisce una serie di novelle, quasi una sorta di romanzo all'interno dell'opera . Sono tutte novelle di beffa in cui il riso è un riso disinteressato, cioè è un riso finalizzato al puro divertimento alle spalle dell'ingenuo di turno, e in particolare quindi alle spalle di Calandrino che anch'egli è passato alla storia però come personaggio sciocco. Quindi quella di Calandrino e l'elitropia è la novella più famosa che ruota tutta intorno a questa pietra mitica che poteva rendere invisibile chi la possedesse (Il riferimento alla mitica pietra che rendeva invisibile è presente anche nel XXIV canto dell'Inferno dantesco in cui è rappresentata la bolgia dei ladri i quali non potevano sfuggire alle persecuzioni dei diavoli, mentre l'elitropia, dice Dante, li avrebbe potuti aiutare a non farsi scorgere dai diavoli e quindi i dannati avrebbero potuto ripararsi in qualche modo da queste punizioni corporali). TRAMALa novella è ricondotta nell'ambito di una aneddotica toscana , anzi in questo caso specificamente un'aneddotica fiorentina  abbiamo questi personaggi Bruno e Buffalmacco che si compiacevano di accompagnarsi a Calandrino però lo facevano solo per trarne divertimento, perché Calandrino era un uomo diverso da loro; probabilmente Calandrino era un uomo che veniva dal contado (c'era una opposizione tra la rusticitas e l'urbanitas, quindi gli uomini che venivano dal contatto erano considerati solitamente meno intelligenti, meno acuti, meno scaltri rispetto agli uomini che invece appartenevano all'urbanitas fiorentina in particolare ovviamente). Abbiamo poi questo altro personaggio che è Maso del Saggio (in realtà era già stato nominato all'interno del Decameron nella novella di frate Cipolla che è la decima della 6° giornata, quando frate Cipolla fa questa sua predica delirante, in cui mette insieme un'enumerazione di cose assolutamente prive di senso e nomina in questa enumerazione anche Maso del Saggio). Calandrino poi ha un'altra caratteristica che lo rende particolarmente propenso a divenire oggetto delle beffe: egli non soltanto è un cittadino nuovo, fresco perché appena arrivato dal contado, ma come molti uomini che vengono dalla campagna si crede anche molto furbo ; Calandrino non è umile (ricordiamo per esempio Andreuccio da Perugia). Allo stesso tempo Calandrino che si crede intelligente , diventa vittima predestinata di Bruno e Buffalmacco e quindi questo suo atteggiamento giustifica, in qualche modo, anche le beffe a cui viene sottoposto. Bisogna però sottolineare una cosa, queste beffe che noi troviamo nell'8° giornata e in particolare però le beffe che riguardano l'ambiente fiorentino in cui noi troviamo questi Bruno, Buffalmacco e alle volte anche Maso del Saggio sono delle beffe che non hanno esito tragico, la loro crudeltà è circoscritta al momento . Ciò significa che il beffato viene schernito, però non viene messo al bando dalla società, non viene vilipeso al punto tale che non può reinserirsi all'interno del contesto sociale. Il beffato è, pur nella sua veste di oggetto di scherno, una persona integrata nel tessuto urbano, fa parte di un meccanismo in cui vi è sì una contrapposizione tra le classi sociali o tra i diversi livelli di acume, ma come abbiamo visto nella novella di Geri Spina in realtà queste frizioni, questi momenti di

scontro non generano mai poi una situazione di disordine, di caos, di frattura tra le varie classi o tra i diversi individui! Questo tipo di bilanciamento, di armonia si perde nella novella rinascimentale perché assistiamo ad un incrudelimento delle novelle di beffa, quindi gli esiti delle beffe diventano più crudeli e spesso gli esiti delle beffe possono addirittura divenire mortali. All'inizio della novella c'è il dialogo tra Calandrino e Maso: Maso del Saggio in questo dialogo agisce appunto come frate Cipolla nella novella decima della 6° giornata, cioè lo intontisce di chiacchiere. Maso del Saggio che è un uomo intelligente usa tutta una serie di perifrasi, di sentenze che in realtà si basano sul significante, cioè sul suono delle parole ma che non hanno alcun significato. In questa novella vi sono due beffe: 1) una beffa che è perpetuata da Maso del Saggio ai danni di Calandrino ; 2) e un'altra beffa che invece è portata avanti da Bruno e Buffalmacco sempre ai danni di Calandrino. Ma è Calandrino il punto d'unione perché il suo agire così sciocco non fa altro che attirare l'intelligenza, lo spirito salace di questi uomini che quindi sono pronti a beffarlo, perché è lui in effetti che si presta e quindi li sollecita a inventarsi delle beffe ai suoi danni. TRAMA Calandrino è un personaggio in continuo arrovellamento, cioè non è un personaggio statico , Calandrino ha sempre qualcosa per la mente , ha sempre una insoddisfazione da sanare e pur essendo un uomo nuovo pian piano si rivelano tutti quanti i suoi vizi. Uno dei vizi principali di Calandrino è l'incredibile ingordigia di denaro . (Calandrino non è un personaggio inventato ; è un personaggio storico, era un pittore pregiottesco, allievo di Andrea Tafi, e Andrea Tafi fu pure maestro di Buffalmacco, quindi Calandrino e Buffalmacco erano appunto due pittori; invece Bruno apparteneva ad un livello sociale inferiore, non era un maestro , ma una sorta di aiutante. Per cui Calandrino e Buffalmacco gerarchicamente da un punto di vista pittorico erano superiori a Bruno, però nella realtà letteraria Calandrino è di rango inferiore perché è intellettualmente inferiore, perché è molto più stupido di Bruno, e quindi Bruno si allea con Buffalmacco). Calandrino forse veniva chiamato così per il nome di un uccello perché viene a sintetizzare un po' questo ruolo di uccellone, cioè di oggetto di scherno. Calandrino tra i vari difetti ha quello di volere cambiare il proprio stato sociale , era un pittore ma in realtà non apprezzava la sua arte , perché non lo rendeva abbastanza ricco. Dunque all’inizio della novella abbiamo questo sciocco che attira l'attenzione di Maso del Saggio , il quale coglie al balzo l'occasione e incomincia a parlare di pietre che hanno delle particolari virtù (nel medioevo si credeva che le pietre potessero avere delle particolari qualità) con un suo compare, come se fosse stato un gran lapidario, ci dice Boccaccio, quindi come se fosse stato un esperto di pietre; in questo modo attira l'attenzione di Calandrino che incomincia a chiedergli più notizie, ma Maso lo prende vistosamente in giro perché incomincia a dirgli che queste pietre si trovavano e Berlinzone, nella terra dei Bachi, nella contrada del Bengodi che è come dire il paese della cuccagna (terra dove il cibo abbonda) e Calandrino abbocca a tutto quello che dice Maso. Maso ,inoltre, gli svela l’esistenza di un’altra pietra importante, l'elitropia che ha molte virtù, perché chiunque la “porti sopra di sé”, cioè la indossi, l'abbia in tasca , non è visto da alcuna persona (avrebbe la particolare virtù di rendere invisibile la persona che la possiede), che si troverebbe sul letto del fiume Mignone. Calandrino comincia a cercare Bruno e Buffalmacco come un forsennato dopo aver parlato con Maso (questo dato non ha una grande importanza nell'economia dell'intreccio, però ci dà una pennellata su quella che è la dabbenaggine di questo personaggio e sul realismo della cronaca cittadina ; cioè noi proprio immaginiamo grazie a questa piccola finestra che Boccaccio apre, questo sciocco, questo credulone che tutto il giorno se ne va cercando per la città Bruno e Buffalmacco che sono i suoi amici più cari, anche se poi in effetti lo prendevano continuamente in giro. E poi come già detto, Calandrino non è un vero artista, perché un vero artista non avrebbe mai disprezzato il suo lavoro, cioè non avrebbe definito l'arte del dipingere come uno “schiccherare le mura a modo che fa la lumaca”! Quello che interessa a Calandrino è soltanto, appunto, arricchirsi, e la sua natura viene fuori anche quando fa la proposta di rubare, di compiere un furto ai danni dei cambiatori).Calandrino propone a Bruno e Buffalmacco di organizzare una spedizione per recuperare la pietra magica. (I due capiscono subito che Calandrino è stato oggetto di una qualche beffa e intravedendo la possibilità di ingannare l’amico, accettano volentieri, mostrandosi interessati alla pietra). I 3 si recano al fiume , cominciano a cercare le pietre; Calandrino trova un bel po' di queste pietre che assomigliano a quelle descritte da Maso e se le mette in tasca. I due, che lo vedono benissimo, iniziano a fingere di non vederlo. Calandrino pensa di aver trovato l'elitropia; sulla strada del ritorno Bruno e Buffalmacco ne approfittano prendendo a sassate Calandrino,

con la scusa che ormai egli è invisibile e che loro quindi non possono sapere dove sia (e si sollazzano nel prenderlo in giro). Convinto di aver trovato la famosa pietra e di essere diventato invisibile, Calandrino torna a casa contento. Appena entra, però la moglie lo sgrida per essere arrivato in ritardo a pranzo; Calandrino vedendosi scoperto, si convince che la moglie l'abbia visto perché è una “malvagia femmina” e in qualche modo abbia distrutto l’incantesimo prodotto dalla pietra; se la prende quindi la moglie e incomincia a percuoterla con un'estrema violenza (il rapporto tra Calandrino e la moglie è un rapporto plebeo, è un rapporto grossolano; Calandrino è così stolto da prendersela con questa femina! Tra l'altro nel termine "femina" si sommano sia la misoginia medievale perché veniva usato in modo sprezzante, e sia anche la cultura popolare più bassa, quindi c'è una doppia sfumatura offensiva nell'utilizzo del termine "femina", "malvagia femina"). Fuori di sé, Calandrino corre a raccontare l’accaduto agli amici che, trattenendo a stento le risate, gli spiegano come sia una prerogativa femminile quella di “far perdere la virtù alle cose”. Spiegatogli quindi che non deve più prendersela con la povera donna (Calandrino forse l'avrebbe ammazzata), i due lasciano Calandrino, beffato per l’ennesima volta, "malinconoso con la casa piena di pietre"....


Similar Free PDFs