Riassunto The Decameron - Giovanni Boccaccio PDF

Title Riassunto The Decameron - Giovanni Boccaccio
Course DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo
Institution Università di Bologna
Pages 22
File Size 534.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 48
Total Views 145

Summary

Riassunto e analisi di 30 novelle a scelta, comprese quelle spiegate e analizzate in aula dal professore...


Description

R.M.1 30 NOVELLE A SCELTA (OBBLIGATORIE QUELLE DI PASOLINI E TAVIANI)- ESAME VEGLIA

NOVELLE PASOLINI: 

Novella 5 giornata 2 Narratrice Fiammetta

RIASSUNTO: Andreuccio, che non si è mai allontanato da Perugia, è un un mercante di cavalli assai giovane ed ingenuo, che, giunto a Napoli per concludere qualche buon affare, fa sfoggio della sua ricchezza sulla piazza del Mercato. Andreuccio viene così notato da una prostituta siciliana, che cerca di derubarlo: dopo aver visto il giovane salutare con trasporto un'anziana donna, anch'essa siciliana, chiede a quest'ultima notizie sul giovane, per poi fingersi sua sorella, figlia di un’amante conosciuta dal padre durante un viaggio nell'isola . Il ragazzo viene invitato dalla donna nella sua casa, nella contrada Malpertugio, un quartiere malfamato di Napoli. Il giovane è commosso dalla rivelazione della donna, al punto da fermarsi a cena e poi, su insistenza della presunta sorella, a dormire lì. Spogliatosi dei suoi vestiti e della bisaccia con i denari così ambiti, Andreuccio si reca nella latrina (il "chiassetto"), dove c'è un'asse schiodata che funge all'uso. Il protagonista vi scivola dentro, senza tuttavia subire danni fisici dalla caduta nella fogna; mentre la donna s'impossessa dei denari, il giovane inizia così a gridare e a richiamare l’attenzione del quartiere. Interviene il ruffiano della prostituta, che invita il ragazzo ad andarsene per evitare problemi più gravi. Direttosi verso il proprio albergo, Andreuccio incontra poi due ladri, che lo scovano nonostante egli si sia rifugiato in un casolare: i due gli spiegano che è stato fortunato ad essere caduto fuori dalla casa della prostituta, perché se fosse rimasto là sarebbe stato senza dubbio ucciso. I due delinquenti raccontano poi al giovane che hanno intenzione di derubare il cadavere dell’arcivescovo Filippo Minutolo, gran dignitario del Regno napoletano, che, morto da poco, è stato seppellito con ornamenti e oggetti preziosi nel duomo partenopeo. Andreuccio (nuovamente ingannato da chi è più esperto di lui della vita ma soprattutto desideroso di recuperare la fortuna perduta) decide di partecipare al furto. I due ladri, però, obbligano il giovane a lavarsi, data la puzza che emana. Viene calato così in un pozzo vicino alla chiesa, ma viene subito abbandonato dai due, a causa dell’arrivo di alcune guardie di giustiza. Queste, assetate, tirano su la corda a cui era appeso il giovane e alla sua vista, colti dal terrore, fuggono. Andreuccio incontra nuovamente i ladri, cui racconta il proprio rocambolesco "salvataggio" e con cui attua finalmente il furto. Scoperchiata la tomba in marmo dell’arcivescovo i due criminali obbligano il ragazzo a introdursi nel sepolcro e a consegnare loro gli oggetti preziosi. Andreuccio, capendo che i ladri vogliono nuovamente abbandonarlo, una volta ottenute tutte le reliquie, tiene per sé un anello. I due chiudono poi nella tomba il giovane, che sviene per il terrore della morte e il puzzo del cadavere. Mentre Andreuccio si tormenta sul proprio destino sciagurato, sopraggiungono altri due ladri che aprono l'arca. Un prete prova a calarsi all'interno, ma Andreuccio, cogliendo l'occasione favorevole, gli afferra la gamba, terrorizzando lui e i due malfattori, che fuggono immediatamente. Finalmente libero, il protagonista esce dalla cripta e torna a Perugia, con l’anello dell’arcivescovo. COMMENTO:“Andreuccio, la Fortuna e le prove iniziatiche”: Boccaccio attraverso Andreuccio ritrae il mondo dei commerci e la nuova classe sociale dei mercanti: astuti, scaltri, e sempre pronti a cogliere l'occasione per coronare i loro interessi. Questa è la classe emergente del XIV secolo, di cui l'autore sintetizza il dinamismo e la vitalità: Andreuccio, nella sua evoluzione, diventa parte di questa nuova forza, incarnandone consapevolmente i valori. Inoltre ciò che l’autore descrive con perizia è anche la realtà urbana napoletana del Trecento, che Boccaccio stesso aveva conosciuto direttamente: il caotico mercato, i quartieri popolari e malfamati, i vicoletti e i suoi abitanti. La Fortuna e il Caso dominano questa novella cittadina, tipica dello spirito del Decameron: Andreuccio dopo diverse disavventure riesce a tornare al punto di partenza, Perugia, arricchito sia materialmente sia interiormente. Da giovane ingenuo che era, Andreuccio diventa un furbo mercante, che usa l’astuzia per sfuggire a situazioni pericolose. Benedetto Croce osserva in proposito come l’intervento della Fortuna renda Andreuccio “un ingannato e un ingannatore, un derubato e un derubante, un mercante che va a comperare cavalli, e un ladro che invece s'arricchisce di gemme; e, col condurlo a un precipizio, gli salva la vita; col metterlo a rischio di morte imminente, gli ridà il danaro perduto”. In tal senso, quello di Andreuccio è un percorso di formazione e di

R.M.2 maturazione che, sulle onde della Fortuna, permette al giovane protagonista di acquisire una nuova consapevolezza della vita: il suo rito di iniziazione (cioè uno schema di origine mitica che allude al passaggio dall'età dell'adolescenza a quella adulta, e che si rintraccia in molte culture diverse) prevede appunto una morte simbolica, corrispondente alle tre cadute nel "chiassetto", nel pozzo e nel sepolcro, e poi il ritorno alla vita, con il "premio" finale al suo coraggio e alla sua intraprendenza. IN PASOLINI: Non ci sono molti elementi differenti tra la novella e la rappresentazione filmica di Pasolini. 

Novella 10 giornata 7 Narratore Dioneo

RIASSUNTO: I due popolani Tingoccio e Meuccio sono ansiosi di capire cosa ci sia dopo lamorte e soprattutto come sia il Paradiso o l'oscuro antro dell'Inferno; ma i due sono un po' riluttanti perché credono che sia peccato avere rapporti sessuali con le comari e quindi non vorrebbero finire all'inferno. Meuccio dichiara che chi muore per prima tornerà in sogno al secondo per rivelargli i segreti dell'altro mondo. Arrivata la notte però, mentre Meuccio cerca in tutti i modi di morire senza la violenza su se stesso, Tingoccio ha un rapporto sessuale con la comare e poi si reca dall'amico, raccontandogli l'avventura. Meuccio gli rinfaccia che ormai è condannato, perché, secondo lui, ha commesso un grave peccato contro Dio. Dopo qualche tempo Tingoccio, a causa dei ripetuti rapporti sessuali con la comare, muore e quella stessa notte appare di fronte a Meuccio il quale gli domanda in che mondo sia stato collocato. Tingoccio risponde che al momento si trova in una specie di "Limbo" in attesa di essere condotto nell'Inferno o nel Purgatorio, ma gli comunica che in quella zona non si scontano pene per aver avuto nella vita rapporti con la comare. Di seguito prega Meuccio affinché il popolo di Napoli lo veneri e faccia messe in suo onore per raccogliere denaro che gli sarà d'aiuto nella vita ultraterrena. Contentissimo, Meuccio corre dalla comare per soddisfare i suoi desideri. COMMENTO: Questa novella sembra in realtà proporre un’increspatura blasfema . Benchè il narratore avverta in sede introduttiva che nel suo racconto ci sarà l’apparizione notturna delle anime purganti, alla presentazione del giudizio eterno, e soprattutto allo scherzo sulla natura non peccaminosa dell’adulterio con le comari, su cui per altro la storia si chiude. Troviamo un triangolo amoroso, solo che i tre vertici sono costituiti dai due amici e dalla comare del primo,amata da entrambi. La novella si incentra sull’amicizia tra i due giovani e sul rispetto del patto sovrannaturale che essi stringono. Lo scivoloso argomento religioso della vita nell’aldilà e della punizione dei peccatori viene ridotto a fatterello di giovani sciocchi e grossolani: la retorica comica del racconto giunge così ad annettersi, secondo le proprie specifiche modalità, anche il territorio della condizione ultraterrena delle anime. IN PASOLINI: Non ci sono grandi differenze tra la novella di Boccaccio e quella rappresentata da Pasolini. 

Novella 2 giornata 9 Narratore Elissa

RIASSUNTO E COMMENTO: VEDI TAVIANI. IN PASOLINI: In Pasolini non viene dato molto spazio alla novella, la quale non viene rappresentata ma semplicemente letta da un anziano signore, attorniato da una folla popolare. Tra la folla viene evidenziato Ciappelletto (interpretato da Lorenzo Citti ) intento nel corrompere un ragazzino a fini chiaramente sessuali. 

Novella 1 giornata 3 Narratore Filostrato

RIASSUNTO: In una città vi era un convento con otto suore tutte giovanissime, all'interno del quale prestava servizio come ortolano un signore che si licenziò perché scontento del salario; sentito l'accaduto un giovane di bell'aspetto di nome Masetto studiò come farsi assumere, desideroso di essere attorniato da un tale numero di donne. Temendo di non essere accolto perché troppo giovane e appariscente, si finse sordomuto e riuscì nel suo intento. Dopo pochi giorni alcune monache incuriosite da racconti sul piacere carnale, decisero di sperimentare quest'ultimo servendosi del giovane ortolano, il quale essendo muto non avrebbe potuto raccontare l'accaduto a nessuno. La stessa badessa diventò complice delle azioni, ormai sistematiche, delle suore. Tale situazione porta allo sfinimento Masetto che decide di rompere il silenzio

R.M.3 affermando di aver riacquistato l'uso della parola e di non essere fisicamente in grado di accontentare tutte le suore. Per non gettare ombra sul convento, la badessa diede a Masetto il ruolo di castaldo,che lasciò il convento solo dopo molti anni, anziano e ricco. COMMENTO: La novella affronta il tema dell'impossibilità di negazione della natura istintuale e carnale dell'uomo . Ogni volta che gli istinti umani vengono chiamati in causa, Boccaccio interviene nelle sue novelle con il riso con l'intento di sdrammatizzare. Comincia a profilarsi la posizione antieremitica dell'autore, esplicata al meglio nelle novelle di Alibech e di Filippo Balducci. IN PASOLINI: Il regista rende cinematograficamente la novella in maniera affine all'originale 

Novella 2 giornata 7 Narratore Filostrato

RIASSUNTO: Un muratore che viveva a Napoli era sposato con una bella donna di nome Peronella, la quale era innamorata di un giovane che si chiamava Giannello. Tutte le mattine il marito andava a lavorare e la moglie incontrava Giannello nella sua casa, ma un giorno inaspettatamente tornò a casa prima e una volta bussato all’uscio, Peronella fece nascondere Giannello dentro un tino. Lei si finse sorpresa del suo arrivo e chiedendo spiegazioni seppe che aveva concluso un affare vendendo un tino per cinque gigliati, così lei, per non farsi credere meno furba disse che anche lei aveva venduto un tino però a sette gigliati a un uomo che aveva voluto entrarci dentro per vedere se era sano. In quel momento uscì Giannello fingendosi il compratore e disse che gli sembrava un po’ sporco, perciò la donna fece entrare il marito per pulirlo e nel frattempo se la spassò con il giovane, poichè per l’arrivo improvviso del marito non aveva potuto farlo la mattina e quando finì, Gianello pagò i sette gigliati e se ne andò via felice. COMMENTO: Il tema della settima giornata del Decameron è quello delle beffe che le donne fanno agli uomini,ed è espresso appieno nella novella II. Boccaccio difende l'onestà del riso attraverso la figura di Dioneo. Quest'ultimo, in seguito alla scelta del tema sopra citato,chiederà di essere l'ultimo novellatore di ogni giornata per far si che, qualora l'atmosfera divenisse lugubre, possa risollevare la situazione e garantire la “festa”, elemento imprescindibile nel soggiorno della brigata. IN PASOLINI: Il regista rende cinematograficamente la novella in maniera affine all'originale. 

Novella 5 giornata 6 Narratore Panfilo

RIASSUNTO: Protagonisti due fiorentini: Giotto e Forese da Rabatta. Il primo il più grande dei pittori, il secondo grande conoscitore della giurisprudenza. Un giorno di ritorno dal Suggello si ritrovano a fare la strada insieme e colpiti da un temporale sono costretti a costretti a rifugiarsi presso dei conoscenti. Quando la pioggia si placa riprendono il viaggio. Discutendo amichevolmente Forese disse che chi non avesse conosciuto Giotto di persona e le sue opere, avrebbe con difficoltà creduto che fosse il più grande dei pittori, per via del suo aspetto malandato in seguito all'acquazzone. A ciò Giotto, a sua volta, risponde che chiunque non avesse conosciuto di persona Forese avrebbe di certo dubitato che fosse così dotto. COMMENTO: La novella appartiene al tema dei motti, ovvero le risposte a tono a delle provocazioni IN PASOLINI: La novella viene rappresentata dal regista in maniera divergente dall'originale di Boccaccio: ad accompagnare messer Forense non è Giotto in persona ma un suo allievo che viene mandato ad affrescare una chiesa a Napoli. E' assente la risposta a tono alla battuta di messer Forense, ovvero il motto di spirito che è centrale nella novella di Boccaccio essendo il tema stesso della giornata. Il ruolo dell'allievo di Giotto è interpretato dallo stesso Pasolini (quasi a voler firmare la sua opera). Insieme ala novella di Ciappelletto, è una delle cornici del Decameron Pasoliniano. Finale meta letterario : perché realizzare un’opera quando è così bello sognarla? 

Novella 4 giornata 5 Narratore Filostrato

RIASSUNTO: Caterina, figlia di Lizio da Lisbona, si innamora di Ricciardo Manardi, frequentatore della casa del padre; l’unico problema era il luogo dove potersi incontrare e la soluzione venne in mente al giovane innamorato. I due si videro per la prima volta sul balcone della casa di lei e passarono la notte assieme.

R.M.4 Sfortunatamente però si addormentarono nudi e, quando si fece giorno, Lizio li scoprì; questo, uomo molto costumato, non fece alcuna scenata, decise di trarre giovamento economico dalla sconveniente situazione: acconsentì il loro amore purché si fossero sposati. Così i due giovani furono spinti alle nozze. COMMENTO: Boccaccio propone nella novella qui analizzata un sistema di valori che si discosta dai precedenti, pur presentando con essi aspetti comuni. L’amore tra i due giovani non nasce all’improvviso, suggerito da una passione momentanea, bensì dopo una lunga riflessione da parte di Ricciardo, che più volte rimane colpito dalla bellezza e dalle “laudevoli maniere” della ragazza. Il sentimento è quindi suscitato e accresciuto dalla vista e dalle maniere cortesi dell’amata. I giovani vengono definiti con aggettivi tipicamente cortesi ad indicare la loro nobiltà d’animo. Evidente il cambiamento di tono nella novella di Boccaccio: in essa infatti l’amore trova riscontro soprattutto come attrazione fisica e come atto sessuale piuttosto che come venerazione della donna idealizzata. Non è da dimenticare inoltre che la novella è ambientata in Romagna, patria dello sfortunato amore fra Paolo e Francesca narrato nel canto V dell’ Inferno; i due commettendo adulterio vengono uccisi dal marito di Francesca e sono dannati per sempre, mentre Ricciardo e Caterina, amanti più fortunati, perché più moderni, riescono nel loro intento, anche se devono accettare che il loro amore nascosto venga ufficializzato non tanto con un rito religioso, quanto piuttosto con un accordo economico vantaggioso. IN PASOLINI: La novella dell'usignolo viene riproposta dal regista in maniera molto fedele all'originale boccaccesca ma rappresenta un caso emblematico della rappresentazione che toglie qualcosa alla scrittura. 

Novella 1 giornata 1 Narratore Panfilo

RIASSUNTO: Probabilmente il protagonista del racconto, Ciappelletto, è un personaggio realmente esistito all’epoca di Boccaccio: è stato identificato, infatti, con un certo Cepparello o Ciapparello Dietaiuti da Prato che, alla fine del Duecento, si occupava di raccogliere le decime e le taglie per il re di Francia Carlo di Valois e il papa Bonifacio VIII. Inoltre, anche colui che introduce Ciappelletto nella novella, il mercante Musciatto Franzesi, è un personaggio storico attestato. Dai dati cronachistici, Panfilo (che è il narratore deputato ad aprire il Decameron) passa subito alla vivace caratterizzazione di Ciappelletto - con l'appellativo di "ser" poiché notaio -, figura che incarna tutti i vizi e i difetti umani. “Aveva oltre modo piacere, e forte vi studiava, in commettere tra amici e parenti e qualunque altra persona mali e inimicizie e scandali, de’ quali quanto maggiori mali vedeva seguire tanto più d’allegrezza prendea. Invitato a uno omicidio o a qualunque altra rea cosa, senza negarlo mai, volenterosamente v’andava, e più volte a fedire e a uccidere uomini con le proprie mani si ritrovò volentieri. Bestemmiatore di Dio e de’ Santi era grandissimo, e per ogni piccola cosa, sì come colui che più che alcuno altro era iracundo.” La figura perversa ed abietta di Ciappelletto permette a Boccaccio di divertirsi con una serie di giochi retorici, funzionali ad instaurare un sottile sottofondo ironico tra il narratore e il lettore: l'iperbole sottolinea le malvagità di Ciappelletto ("il piggiore uomo forse che mai nascesse") mentre l'antifrasi evidenzia le convenzioni sociali del tempo, e l'ottica con cui la classe mercantile era sogguardata dalla maggior parte dei benpensanti; il protagonista, proprio in quanto notaio, si vergogna della propria onestà, anziché delle proprie truffe. Ovviamente, Ciappelletto non ha alcuna fede religiosa né frequenta la chiesa. Un giorno però, mentre si trova ospite di due fratelli usurai fiorentini in Borgogna (Francia), Ciappelletto ha un malore, tanto da capire di essere vicino alla morte. I due mercanti, consci della pessima condotta morale del loro ospite, iniziano a chiedersi come comportarsi: non possono seppellire il moribondo in terreno consacrato senza prima farlo confessare e dargli l’estrema unzione, ma non possono nemmeno pretendere che un prete, venuto a conoscenza della vita di Ciappelletto, gli accordi il perdono. Ciappelletto, dopo aver sentito il dialogo preoccupato e lamentoso tra i padroni di casa, decide di toglierli dall’imbarazzo chiedendo egli stesso un confessore. Da subito, si prefigura un tratto tipico dei personaggi boccacciani: la virtù, ambigua e paradossale, della "beffa", dell'ingannare gli altri e del compiacimento nel farlo. Così il nostro protagonista sceglie di dare al prete un riassunto assai edulcorato della propria condotta di vita, tanto che il religioso, dopo la morte di Ciappelletto, lo santifica con parole commosse ed accorate. Le capacità di parola di Ciappelletto sono tali da ottenere non solo la remissione dei peccati (anche se

R.M.5 Boccaccio non si sbilancia sulla sorte ultraterrena del suo protagonista) ma addirittura un culto post mortem, che nasce dalla predica agiografica del frate che ne celebra le esequie. COMMENTO: Ciappelletto e l’exemplum rovesciato del Decameron: Anche ser Ciappelletto, come molti protagonisti delle novelle del Decameron, usa il proprio ingegno per risolvere la trama della complessa vicenda. In questo racconto Boccaccio non presenta solo la mancanza di morale (o, secondo un altro punto di vista, l'arguzia) della classe borghese-mercantile in opposizione all’ingenuità della Chiesa (emblematizzata ovviamente dalla figura del povero prete abbindolato dal furbo mercante), ma preannuncia, come testo proemiale, anche alcuni temi-cardine del suo capolavoro: lo spazio concesso alla fortuna e all'ingegno umano, inteso come capacità di cogliere l'occasione al volo, la comicità delle vicende umane, di cui si rifiutano letture moralistiche o trascendenti, la teatralità dei rapporti umani (Ciappelletto, in un certo senso, "mette in scena" una versione alternativa della propria vita, come se si trattasse di una narrazione all’interno di un’altra narrazione) dominata dalle risorse del dialogo e della parola umana. Il gusto della “beffa” e del capovolgimento della morale da parte di Cepparello/Ciapparello prende spunto certo dalla base aneddottica che spesso Boccaccio rielabora nelle sue novelle - basti pensare al caso di Calandrino - ma si regge anche sulla straordinaria abilità retorica del protagonista principale, che, in materia di inganni verbali, si dimostra uno dei grandi campioni delle dieci giornate del Decameron. Le capacità retoriche di Cepparello sono allora la migliore introduzione all’arte del raccon...


Similar Free PDFs