LA Novella DI Griselda PDF

Title LA Novella DI Griselda
Author Giorgia Mastrorocco
Course Lingua e cultura per il turismo e la mediazione internazionale
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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LA NOVELLA DI GRISELDA – BOCCACCIO Quella di Griselda è la centesima e ultima novella del Decameron, un’opera scritta da Boccaccio. La collocazione del racconto è molto importante perché rappresenta il culmine di un percorso ascensionale iniziato con la figura di Sir Ciappelletto nella prima novella. Sir Ciappelletto e Griselda sono infatti due personaggi opposti: il primo è l’esempio di uomo peggiore, la seconda è un modello di virtù e fedeltà. La novella si apre con una rubrica avete lo scopo di riassumere il testo e chiarirne il tema, che in questo caso è la “matta bestialità” che si può nascondere anche in una classe sociale elevata come quella del marchese di Saluzzo, uno dei protagonisti della vicenda. La vicenda narrativa vede quindi protagonisti il marchese di Saluzzo, tale Gualtieri, e la graziosa e docile contadina Griselda, che il marchese ha deciso di prendere come sposa dopo l’insistenza dei suoi sudditi. La prima richiesta del marchese, non appena ottiene il consenso dal padre di Griselda Giannucolo, è quella di obbligarla a svestirsi davanti a tutti, prima di farle indossare vestiti più regali. E’ questo il primo momento in cui dimostra di essere una donna incapace di opporsi. Nonostante tutto, Griselda si dimostra la migliore delle donne e tutti i sudditi hanno modo di apprezzare il carattere e la grazia della sposa. Dopo non molto tempo, Griselda partorisce una bambina. Deciso a metterla alla prova, il marchese le rivolge in discorso in cui le racconta che il popolo critica la sua provenienza popolare e il fatto che un nobile come lui abbia scelto proprio una semplice popolana come sposa e aggiunge che anche la bambina è mal vista in quanto figlia sua. Così fa credere a Griselda di aver ucciso la bambina, ottenendo dalla povera donna dimostrazione di fedeltà e onore. In realtà egli ha affidato la bambina a dei famigliari lontani. Poco tempo dopo Griselda partorisce un altro bambino, e si verifica la stessa vicenda accaduta anni prima con la figlioletta. Anche il questo caso la donna da’ prova della sua profonda sottomissione al marito. Per sottoporla ad un’ultima prova, Gualtieri le comunica di non desiderarla più come moglie, simula una dispensa papale che attesta la fine del matrimonio e riporta Griselda dal padre, obbligandola nuovamente a spogliarsi davanti a tutti. La donna accetta l’ennesima cattiveria e obbedisce senza opporsi. Dopo non molto tempo Gualtieri annuncia di voler prendere nuovamente moglie, e chiama Griselda a fare da cameriera per preparare il palazzo a festa. Il giorno delle nozze arriva al palazzo una ragazza molto graziosa insieme al suo fratellino, e Griselda scopre di non provare invidia ma al contrario matura nei suoi confronti un senso di protezione. Con questo, Gualtieri ha avuto finalmente la prova che Griselda fosse la donna adatta a lui; per questo rivela il suo inganno: in realtà la ragazzina non è altro che la loro figlia e il fratellino è il loro figlio, i quali non erano stati uccisi affidati a dei parenti lontani. Griselda viene quindi rivestita con abiti eleganti e continuarono a festeggiare per giorni.

In questo modo si conclude la narrazione. Il finale della novella, tuttavia, ci permette di capire che Boccaccio condanna il comportamento di Gualtieri ma che probabilmente non accetta neanche l’atteggiamento di eccessiva sottomissione di Griselda. L’ultimo paragrafo riporta il pensiero personale del narratore (Dioneo), il quale dice che anche nelle case povere piovono spiriti divini come Gridelda; e viceversa nelle case reali possono piovere spiriti bestiali come il marchese, al quale sarebbe convenuto una donna che, dopo essere stata lasciata in camicia, se ne fosse andata con un altro uomo.

Inutile dire che Griselda è una novella che si presta ad una molteplicità di interpretazioni, buona parte delle quali assai problematiche da conciliare tra di loro. Una prima possibilità è che Boccaccio voglia qui esaltare la mitezza e la fedeltà della ragazza e denunciare la follia del marito Gualtieri e del suo uso spregiudicato del potere. La figura di Griselda avrebbe insomma una rilevantissima funzione morale e strutturale, in quanto farebbe da contraltare alla comica e dissacrante figura di Ser Ciappelletto, su cui il Decameron si apriva con la prima novella della prima giornata. La straordinaria moralità di Griselda, la sua indistruttibile capacità di sopportazione sarebbero il compimento di un percorso di “redenzione” rispetto alla licenziosità di Ciappelletto, che si guadagnava il regno dei cieli con l’inganno. Secondo un’altra interpretazione, Griselda è un “esempio” di resistenza alle avversità della Fortuna, una delle grandi forze in gioco in tutto il Decameron. Addirittura nelle “prove” cui Griselda viene sottoposta si potrebbe intravedere un rimando intertestuale alle grandi figure bibliche (come Abramo, cui Dio chiede il sacrificio del figlioletto Isacco, oppure Giobbe, l’uomo “giusto” di cui sempre Dio vuole mettere alla prova la fede e la costanza) ed evangeliche (la Madonna, intesa come prototipo della donna che accetta la legge divina, o Cristo stesso).

RIASSUNTO BREVE Protagonista dell'ultima novella del "Decameron" narrata da Dioneo è Griselda, una giovane contadina che viene scelta dal marchese di Saluzzo come sua sposa e sottoposta dal marito a una serie di crudeltà immotivate, incluso farle credere di aver ucciso i loro due figli che in realtà vengono fatti allevare segretamente in un'altra città. Griselda conserva intatto il proprio amore per il marito, il quale, dopo lunghi anni di sevizie, alla fine le svela di averla voluta mettere alla prova e di amarla, ottenendo il perdono incondizionato della propria sposa. Dioneo afferma di voler narrare non già un gesto di cortesia secondo il tema della giornata, bensì una "matta bestialità", e l'interpretazione della novella è assai problematica dato che non è chiaro quale messaggio voglia trasmettere l'autore attraverso di essa.

INTERPRETAZIONE COLLETTIVA La novella di chiusura del libro è anche la più indecifrabile, poiché non è chiaro quale messaggio intenda affidare ad essa l'autore: la vicenda è paradossale e basata sull'incomprensibile crudeltà di Gualtieri verso la propria moglie, la quale sopporta in modo altrettanto incomprensibile tutte le "prove" e conserva intatto il suo amore e la sua devozione per lui, fino ad essere riammessa a palazzo come sua sposa e riconciliandosi col marito. Le interpretazioni critiche sono state assai varie, poiché ad alcuni è parso che la novella presenti un esempio di santità e bontà (Griselda) contrapposto a quello di vizio e malignità con cui il libro si apriva (Ciappelletto), quasi a chiudere idealmente un ciclo, mentre altri vi hanno visto una critica dell'autore ai privilegi e alla prepotenza feudale rappresentata qui da Gualtieri, che esercita nei confronti della moglie un sopruso sessuale che non era raro tra i membri della nobiltà terriera. Altrettanto ambiguo il valore della protagonista femminile della novella, poiché Griselda può essere esaltata come esempio di pazienza e sopportazione (è stata persino paragonata a Giobbe, personaggio biblico sottoposto da Dio a prove incredibili) oppure vista come donna sottomessa in tutto all'uomo, mentre non è chiaro se Boccaccio faccia proprio il punto di vista espresso da Dioneo alla fine della narrazione. Il tono e lo stile della narrazione ricordano molto quello delle fiabe e dei racconti popolari (che l'autore può aver tratto dai fabliaux francesi), poiché al centro vi è il matrimonio tra un nobile e una povera contadina, che ritiene tale onore quasi insperato e si rivolge sempre al marito chiamandolo "signor mio"; tre sono le prove cui Gualtieri sottopone Griselda (la sottrazione della prima figlia, poi del secondo, infine il falso annullamento delle nozze), mentre la conclusione avviene grazie a un riconoscimento (l'agnitio tipica dei romanzi tardo-antichi) attuato dallo stesso Gualtieri, che svela alla moglie che i figli sono ancora vivi e che il loro matrimonio non è stato annullato, ammettendo che tutto è stato fatto per mettere alla prova la ragazza. La vicenda si svolge nell'arco di circa tredici anni e il "lieto fine" ricorda quello di altre novelle del Decameron, benché qui esso appaia paradossale per la crudeltà di Gualtieri e l'atteggiamento passivo e rassegnato di Griselda. Quale che sia il messaggio contenuto nella novella, è chiaro che Boccaccio vuole affermare che non sempre nobiltà di sangue e di cuore coincidono, descrivendo appunto Gualtieri come uomo crudele e "bestiale" e Griselda come fanciulla signorile a dispetto delle sue umili origini (Dioneo dichiara che "anche nelle povere case piovono dal cielo de’ divini spiriti, come nelle reali di quegli che sarien più degni di guardar porci che d’avere sopra uomini signoria"), tuttavia è evidente che il mondo dei nobili è irrimediabilmente separato da quello dei contadini e che questi sopportano passivamente tutte le angherie dei loro signori, senza osare ribellarsi. Ciò esprime la visione sociale di Boccaccio che al massimo poteva auspicare l'integrazione tra ceto signorile e alta borghesia cittadina.

(vedi parafrasi della novella nella cartella “Letteratura italiana – Dell’Aquila)...


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