riassunto di Dante, Petrarca e Boccaccio PDF

Title riassunto di Dante, Petrarca e Boccaccio
Course Letteratura latina medievale
Institution Università degli Studi di Palermo
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è un riassunto di Dante, Petrarca e Boccaccio
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Description

DANTE ALIGHIERI Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265. Appartiene ad una famiglia della piccola nobiltà. Ha l’occasione di crescere in un ambiente molto raffinato, stringendo amicizia con alcuni più importanti esponenti del Dolce Stilnovo, come Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia. Quando è giovane conosce Beatrice, a cui Dante è legato da un ideale di amore che rientra nella tipica spiritualità dello Stilnovo. Beatrice muore nel 1290 e per Dante si trasforma in un valore profondo, che ha l’obiettivo di raggiungere l’impegno morale, la ricerca filosofica e la passione per la verità. Nel 1300 Dante viene eletto priore. Porta avanti una politica con moderazione. Il poeta è un guelfo bianco. Il Papa Bonifacio VIII decide di eliminare i guelfi bianchi dalla scena politica del tempo, per questo viene condannato ingiustamente all’esilio. In esilio il poeta tenta di denunciare la realtà che ha visto a Firenze e proprio in esilio si dedica enormemente alla produzione poetica. Il poeta muore a Ravenna nel 1321. Fondamentale per Dante è la filosofia, in particolare quella di Aristotele e di Tommaso d’Aquino. La sua concezione d’amore sarà strumento di perfezionamento morale e religioso, la vera salvezza dell’uomo è costituita dalla fede. Infatti Virgilio, allegoria della filosofia può accompagnare Dante fino al Paradiso terrestre, ma poi è Beatrice, allegoria della fede che lo condurrà fino all’Empireo

La Divina Commedia Come abbiamo già detto, la Divina Commedia è il capolavoro di Dante. Qui troviamo racchiusa tutta la sua esperienza umana, politica e spirituale. La Divina Commedia è composta da tre cantiche, che sono il Purgatorio, l’Inferno e il Paradiso. Ogni cantica comprende 33 canti, scritti in terzine. Il poeta lavora alla Divina Commedia fino alla morte. Narra il viaggio di Dante, reale ed individuale nell’al di là. Tale viaggio dalla selva oscura verso la salvezza di Dio, assume un significato universale e figurale, nel senso che prefigura l’itinerario della salvezza dell’umanità intera. Nel cammino è accompagnato da diverse guide: Virgilio, allegoria della filosofia che lo introduce fino al paradiso terrestre. Beatrice, allegoria della teologia e della fede e Bernardo di Chiaravalle che lo introdurrà alla visione di Dio. In questo cammino, Dante incontrerà amici, parenti, conoscenti e personaggi di epoche diverse.

Il Convivio

Il Convivio è l’opera che Dante scrisse nei primi anni in cui si trovava in esilio. È un’opera scritta in lingua volgare, scritta tra il 1303-1304, è un atro prosimetro. L’obiettivo è quello di rendere un monito ai governanti. Dante infatti vuole dire che lo studio della filosofia e il rispetto delle leggi, anche quelle che rientrano in una sfera etica, costituiscono due elementi essenziali perché gli uomini possano convivere nella società.

Il De Vulgari Eloquentia Il De Vulgari Eloquentia è un trattato in prosa scritto in latino. Composto tra il 1304-1307. In questo caso il poeta si rivolge agli scrittori, dando alcune importanti indicazioni sullo scrivere in italiano volgare. È un’opera però che Dante scrive soltanto in parte, infatti è rimasta incompiuta. Ha un valore specifico, perché per la prima volta Dante Alighieri apre una questione linguistica davvero essenziale. Si chiede infatti se la lingua volgare può sostituire il latino.

La Vita Nuova La Vita Nuova è un prosimetro. Molto probabilmente scritto nel 1294. si configura come una raccolta di liriche giovanili di Dante. È un’opera strettamente collegata all’amore che il poeta prova nei confronti di Beatrice. Molti la definiscono come un’autobiografia spirituale. In quest’opera Dante parla dell’amore, ma è un sentimento che non è visto nella sua forma terrena, ma come un sentimento che può portare ad un ideale di vita molto alto.

Il De Monarchia Il De Monarchia è incentrato su un tema politico. Dante scrive in latino affrontando delle questioni molto importanti per lui. Secondo il poeta la monarchia è l’unica forma di governo che può assicurare la pace. Dante riflette sull’importanza della monarchia universale, che si configura come una sorta di riflesso nel mondo del potere divino e del regno di Dio. Infatti, secondo Dante, l’imperatore è la figura che può garantire la pace, la giustizia e la libertà.

Le Rime Le Rime costituiscono una raccolta di poesie che Dante non ha incluso nelle altre opere. Questa raccolta è stata ordinata dai posteri e comprende alcuni componimenti poetici che riguardano alcuni temi, come la filosofia, l’amor cortese, l’esilio e lo stile della poesia.

BOCCACCIO Boccaccio nasce nel 1313. Il luogo di nascita non è sicuro, ma molto probabilmente è il villaggio di Certaldo vicino Firenze. Nel 1327, dopo i primi studi a Firenze, per volere del padre, ricchissimo mercante fiorentino, si trasferisce per qualche anno a Napoli per imparare l’arte del commercio, ma vista la sua svogliata applicazione a questo tipo di attività lascerà il commercio per dedicarsi allo studio del Diritto Canonico. Anche in questa materia, però, i risultati sono scarsi: Boccaccio è infatti attratto dai classici latini e dalla letteratura; forse proprio per questo motivo viene quindi ammesso a frequentare la corte del re Roberto d’Angiò. Qui, si innamora di Fiammetta, una dama che verrà nominata più e più volte nelle sue opere. Nel 1348 lascia Napoli e torna a Firenze; nel frattempo però scoppia l’epidemia di peste e muore il padre; gli spetta quindi l’arduo compito di amministrare la scarsa eredità. Anni più tardi viene inviato dal Comune a Padova per chiedere a Petrarca di tenere delle lezioni all’università fiorentina. Il poeta rifiuta la proposta, però tra i due nasce una sincera amicizia. Negli anni ’50 del Trecento, un monaco senese esorta Boccaccio a cambiare vita presagendo che sia prossimo alla morte: lo scrittore rimane sconvolto e minaccia di dare fuoco a tutte le sue opere (il che, per noi studenti, non sarebbe stato neanche tanto male!), ma (s)fortunatamente l’intervento dell’amico Petrarca riesce a fargli cambiare idea e a salvare il Decameron e gli altri componimenti dalla

distruzione.

Morirà

invece,

definitivamente,

a

Certaldo nel 1375.

OPERE Boccaccio è l’autore di moltissime opere in volgare: ha messo la firma a romanzi in prosa, poemi, raccolte liriche e testi di critica su Dante, di cui è un grande estimatore. É stato lui ad aggiungere l’aggettivo “Divina” alla “Commedia” del Sommo Poeta.

A testimonianza del suo grande amore per la cultura classica, ha composto inoltre molteplici opere in latino, tra cui un dizionario mitologico, le storie di uomini e donne illustri. Il suo capolavoro rimane tuttavia il Decameron, una raccolta di novelle in volgare, scritto dopo l’epidemia di peste del 1348.

IL DECAMERON STRUTTURA Il Decameron, come ogni grande opera letteraria che si rispetti, esordisce con un Proemio, un capitolo introduttivo in cui l’autore espone tutti i principali temi del libro e il pubblico a cui è rivolto. Boccaccio, si legge nel proemio, dedica il Decameron alle donne, in particolare alle donne che amano, novità assoluta per la letteratura occidentale, questo perché le donne che amano sono costrette a reprimere o nascondere le loro pene d’amore per ragioni familiari e di decoro e non possono praticare quelle attività ludiche con cui gli uomini scacciano i pensieri. Dopo il proemio c’è un’introduzione, in cui viene descritta la cornice dell’opera e la situazione iniziale: durante la peste del 1348, dieci giovani di cui sette fanciulle e tre ragazzi tutti di nobili origini, decidono di rifugiarsi in una tenuta fuori città per sfuggire al contagio. La pestilenza, descritta da Boccaccio con precisione scientifica, ha finito per distruggere l’ordine della società, e i ragazzi lo ristabiliscono nella villa. Qui, per passare il tempo, i giovani decidono di raccontare ogni giorno una novella ciascuno, sotto la direzione del “re” o della “regina di giornata”, il quale decide il tema che le novelle devono seguire.

La visione del mondo di Boccaccio si fonda su tre elementi chiave presenti nelle diverse novelle: la FORTUNA, cieca casualità che presiede alle vicende umane, la NATURA, forza istintuale e innata, INGEGNO, espressione delle doti intellettuali che può respingere la fortuna e di far proprio il corso della vita. Francesco de Sanctis ha definito il Decameron una commedia umana, non solo perché è in contrapposizione con quella divina, ma anche perché rappresenta tutto il mondo antico e contemporaneo, noto all’autore. LA CACCIA DI DIANA La Caccia di Diana è un poemetto di 18 canti in terzine dantesche che celebra in chiave mitologica alcune gentildonne napoletane. Le ninfe, seguaci della casta Diana, si ribellano alla dea e offrono le loro prede di caccia a Venere, che trasforma gli animali in bellissimi uomini. Tra questi vi

è anche il giovane Boccaccio che, grazie all'amore, diviene un uomo pieno di virtù: il poemetto propone, dunque, la concezione cortese e stilnovistica dell'amore che ingentilisce e nobilita l'essere umano IL FILOLOCO Il Filocolo (secondo un'etimologia approssimativa «fatica d'amore») è un romanzo in prosa: rappresenta una svolta rispetto ai romanzi delle origini scritti in versi. La storia ha come protagonisti Florio, figlio di un re saraceno, e Biancifiore (o Biancofiore), una schiava cristiana abbandonata da bambina. I due fanciulli crescono assieme e da grandi, in seguito alla lettura del libro di Ovidio Ars Amandi s'innamorano, come era successo per Paolo e Francesca dopo avere letto Ginevra e Lancillotto. Tuttavia il padre di Florio decide di separarli vendendo Biancifiore a dei mercanti. Florio decide quindi di andarla a cercare e dopo mille peripezie (da qui il titolo Filocolo) la rincontra. Infine, il giovane si converte al cristianesimo e sposa la fanciulla ELEGIA DI MADONNA FIAMMETTA L'Elegia di Madonna Fiammetta è un romanzo in prosa suddiviso in nove capitoli che racconta di una dama napoletana abbandonata e dimenticata dal giovane fiorentino Panfilo. La lontananza di Panfilo le crea grande tormento, accresciuto dal fatto che Fiammetta è sposata e deve nascondere al marito il motivo della sua infelicità. L'opera ha la forma di una lunga lettera rivolta alle donne innamorate; la lunga confessione della protagonista consente una minuziosa introspezione psicologica. La vicenda è narrata dal punto di vista della donna, un elemento nettamente innovativo rispetto a una tradizione letteraria nella quale la donna era stata oggetto e non soggetto amoroso: essa non viene più a essere ombra e proiezione della passione dell'uomo, ma attrice della vicenda amorosa; vi è, quindi, il passaggio della figura femminile da un ruolo passivo a un ruolo attivo IL CORBACCIO L'etimologia del titolo risulta ancora incerta e rimangono due ipotesi: potrebbe riferirsi al curbascio (che è un particolare frustino, da intendersi qui contro le donne), oppure potrebbe riferirsi al corvo, inteso qui come simbolo dell'amore che fa impazzire. L'opera viene narrata in prima persona e si apre con una giustificazione (non si tratta infatti di un vero e proprio prologo) nel quale l'autore

dichiara che desidera iniziare la sua narrazione per essere di consolazione a coloro che leggeranno, così come ha ottenuto di poter fare grazie a Dio e alla intercessione della Madonna. Il protagonista, disperato per l'amore non corrisposto di una vedova, invoca la morte e, dopo essersi addormentato, sogna. Gli appare in sogno un uomo che dichiara di essere il marito defunto della donna: egli aggiunge di essere venuto, inviato da Dio e per intercessione della Madonna, per distoglierlo dal labirinto d'amore nel quale è caduto. Il protagonista racconta allo spirito la storia del suo amore e da costui viene messo in guardia dalle donne che con la loro lussuria mettono in pericolo gli uomini. Lo spirito inizia poi a raccontargli la sua esperienza con la donna e ne mette in evidenza tutti i difetti. Dopo aver sentito quanto raccontato dallo spirito, il protagonista dice di essersi convinto e di voler rimediare al suo errore. Lo spirito lo invita quindi alla vendetta che potrebbe consistere nell'usare la sua bravura di scrittore per "smascherare" la vera indole delle donne. Sempre nel sogno il protagonista promette di farlo appena sarà uscito dal labirinto d'amore e quando si sveglia, nella sua camera, si ritrova guarito dalle sue pene. L'autore conclude la sua opera mettendo in guardia i giovani dalle "malvagie femmine". FRANCESCO PETRARCA Nasce nel 1304 ad Arezzo, ma nel 1312 la sua famiglia si trasferisce vicino ad Avignone, nuova sede della curia papale. Nonostante gli studi giuridici intrapresi per volontà del padre, fin da giovane Francesco manifesta la propria vocazione letteraria e il proprio amore per il latino e la classicità. La sua fama di dotto e letterato è crescente, infatti nel 1340 riceve l’invito ad essere incoronato poeta sia a Parigi che a Roma. Rispetto a Dante, Petrarca è cosmopolita. Alla base della sua cultura, non ci sono solo scrittori religiosi del Medioevo, primo fra tutti Agostino, ma anche autori latini che egli legge in un’ottica critica e filologica, ponendosi come precursore dell’Umanesimo. OPERE DI ARGOMENTO CLASSICO ED ERUDITO L’amore per i classici spinge Petrarca non solo a ricercare i codici antichi, ma anche a preferire il latino al volgare.

AFRICA: poema epico in esametri che elogia le gesta di Scipione l’Africano ed esalta al contempo Roma. DE VIRIS ILLUSTRIBUS: raccolta di biografie di personaggi illustri romani a cui sono aggiunte anche figure bibliche dell’antico Testamento. OPERE DI ARGOMENTO MORALE E RELIGIOSO In altri testi, sempre in latino, Petrarca affronta questioni religiose e morali, prendendo posizione a favore della linea filosofica platonicoagostiniana e indagando il proprio animo tormentato. SECRETUM: dialogo filosofico tra Francesco e Agostino alla presenza della verità, sono indicati con chiarezza i valori su cui dovrebbe basarsi la vita di un cristiano. DE VITA SOLITARIA: ideale di vita solitario corredato con esempi di personaggi classici e cristiani. DE OTIO RELIGIOSO: scritto nel 1347 dopo una visita al fratello Gherardo, monaco certosino. EPISTOLE Lettere che ha scritto durante la sua vita. OPERE IN VOLGARE Solo due sono le opere in volgare che hanno comunque titoli in latino: TRIUMPHI: poema allegorico-didascalico in terzine, non ultimato, in cui Petrarca rappresenta sei visioni, ovvero “i trionfi” di Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo ed Eternità. RERUM VULGARIUM FRAGMENTA: risale agli anni 30 a più riprese, poi ampliato e riorganizzato. La stesura definitiva consta di 366 componimenti, divisi in due sezioni, in vita e in morte di Madonna Laura....


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