Il doppio volto di Giolitti PDF

Title Il doppio volto di Giolitti
Author Angelo Iodice
Course Storia - Anno 5 - Tecnico commerciale
Institution Liceo (Italia)
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Il doppio volto di Giolitti Il modo di fare politica di Giolitti fu definito del doppio volto: - un volto aperto e democratico nell’affrontare i problemi del Nord; - un volto conservatore e corrotto nello sfruttare i problemi i del Sud; Al Nord furono consentiti gli scioperi e Giolitti fece assumere al governo una posizione di neutralità di fronte ai conflitti sindacali. Giolitti era contrario alla lotta di classe, ma era convinto che la peggior forma di lotta di classe sarebbe quella che fosse iniziata da un governo il quale si dichiarasse rappresentate di una classe contro l’altra. Per Giolitti non esisteva in Italia pericolo rivoluzionario, a meno che il governo non avesse spinto i lavoratori alla ribellione armata; questo sarebbe successo se i lavoratori non avessero trovato forme legali di protesta. Con ciò il polito corrispondeva alle critiche dei conservatori che ritenevano la sua azione di governo troppo tollerante nei confronti dei movimenti operai. Giolitti non si limitò a consentire gli scioperi, ma varò alcune riforme per migliorare le condizioni degli operai: - l’orario di lavoro fu diminuito con un massimo di 10 ore; - fu organizzata la Cassa nazionale per l’invalidità e la vecchiaia per i lavoratori; - furono presi provvedimenti allo scopo di tutelare la maternità delle lavoratrici e il lavoro dei fanciulli (età minima 12 anni). La lotta sindacale portò all’aumento dei salari dei lavoratori, che cominciarono ad acquistare oltre ai prodotti alimentari anche quelli industriali e di conseguenza nel Nord si diffuse il benessere economico tipico della società di massa. Altri interventi furono: - statalizzazione delle ferrovie, in campo assicurativo con la nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita (1912) e fu creato un apposito ente INA (Istituto nazionale assicurazioni) che avrebbe dovuto avere il monopolio del settore; - non fu attuata la riforma tributaria, che consentisse di garantire una maggiore giustizia fiscale; - non fu affrontata la questione meridionale, tranne la costruzione dell’acquedotto pugliese e gli interventi si limitarono a leggi speciali per porre rimedio a situazioni particolari (terremoti che si su cedettero nel 1905 – 1907 – 1908); gran parte del flusso del denaro che arrivò al Sud alimentando clientele e corruzione. Gli scioperi del Sud furono bloccati dalle forze dell’ordine per volere di Giolitti, attuando una pesante repressione e causando vittime. Il Sud, era politicamente un serbatoio di voti da controllare in modo spregiudicato: - attraverso i prefetti (rappresentati dello Stato nelle province), che per suo ordine impedivano i comizi degli oppositori del governo;

- tramite le forze dell’ordine, che arrestano i sindacalisti; - ricorrendo alla corruzione, alle minacce e ai brogli per fare eleggere parlamentari a lui fedeli. Giolitti fu criticato dall’opposizione e fu definito ministro della malavita dallo storico e politico pugliese Gaetano Salvemini. I salari dei lavoratori del Sud scesero portando povertà e disoccupazione. Molti contadini meridionali, disoccupati, furono costretti a partire per l’estero in cerca di lavoro e gli Italiani emigrarono tra il 1900 – 1914 verso il Nord Europa, Usa e alcuni paesi dell’America del Sud (Brasile e Argentina). L’emigrazione fu un fenomeno doloroso, poiché chi lavorava all’estero mandava parte della propria paga (rimesse) in Italia, aumentando la ricchezza del nostro paese, inoltre i lavoratori rimasti videro il loro potere contrattuale rafforzarsi e i salari gradualmente salire....


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