LA Famiglia IERI E OGGI - Ricerca sociologica PDF

Title LA Famiglia IERI E OGGI - Ricerca sociologica
Author Serena Rosauri
Course Sociologia dell'educazione
Institution Università degli Studi Roma Tre
Pages 5
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Ricerca sociologica...


Description

LA FAMIGLIA IERI,IL DIVORZIO OGGI Tra i valori essenziali per l’individuo possiamo riconoscere proprio quello degli affetti familiari; ma come si può descrivere realmente la famiglia? Per poter rispondere a questa domanda è necessario fare un salto indietro nella storia. Nel corso del Novecento l’Occidente ha potuto conoscere tre forme di organizzazione familiare: la famiglia estesa o patriarcale, la famiglia nucleare ed infine le nuove famiglie. La famiglia patriarcale o estesa prende questo nome in quanto essa è guidata dal “patriarca” che si identifica come il membro più anziano della famiglia stessa. In essa convivevano varie generazioni nonni, zii, genitori, figli e nipoti; tutti i componenti di sesso maschile dedicavano le loro forze al sostentamento, soprattutto economico, dei loro cari. La famiglia nucleare è composta invece dal nucleo essenziale, ovvero genitori e figli. Entrambi si dedicano all’istruzione a al lavoro (maschile e femminile) in ambienti esterni al nucleo familiare. Arriviamo poi alle cosiddette “nuove famiglie” che emergono dagli anni Settanta circa. L’ aggettivo nuove indica proprio la novità legata all’utilizzo del sostantivo famiglia, che al giorno d’oggi assume varie configurazioni: famiglie con un solo genitore, famiglie ricostruite, famiglie unipersonali, famiglie di fatto e molte altre. L’elemento che sempre più frequentemente accomuna le prime tre tipologie, è quello della separazione o in casi più estremi del divorzio, ovvero, l'istituto giuridico che permette lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio quando tra i coniugi è venuta meno la comunione spirituale e materiale di vita. Quest’ultimo è stato introdotto in Italia il primo dicembre 1970 e con il passare degli anni ha raggiunto picchi altissimi, permettendo alle persone di uscire da matrimoni infelici o “spenti” senza esser considerate “peccatrici” come succedeva molto tempo fa. La società seppur inizialmente diffidente a questa riforma, in quanto anche in opposizione con la chiesa ( democrazia cristiana), con il

tempo trovando giovamento in essa, ha fatto si che prendesse sempre più piede come ci mostra questo grafico:

In questo grafico ci viene mostrato come il “fenomeno” della separazione sia notevolmente aumentato dal 1950 circa con la successiva ascesa del divorzio stesso, fino all’anno 2006.

Ma cosa succede ai figli di genitori divorziati?

Uno studio su 40 ragazzi tra i 7 e i 18 anni, i cui genitori erano separati da almeno 4 anni, ha evidenziato come tutti i ragazzi avessero affermato di aver provato sollievo dopo il divorzio dei genitori. La maggior parte di questi ragazzi aveva sentito litigare i genitori per anni, in molti casi, in modo violento. Detto ciò, va tenuto presente che anche i figli di genitori che non litigavano apertamente testimoniano che la distanza e la freddezza tra madre e padre avevano creato un clima molto “inquieto” in famiglia. Tutti i ragazzi intervistati hanno sostenuto di aver sofferto molto e di aver vissuto una forte tensione per il disaccordo tra i genitori. Ma vediamo come crescono i figli di genitori separati: La ricerca scientifica avviata ormai diversi decenni fa, ha stabilito che possono esservi lievi differenze tra i figli di genitori uniti o separati per quanto riguarda ad esempio la fiducia nell’altro sesso, la stabilità delle relazioni affettive, il grado di soddisfazione nella vita o il rapporto con la

madre. Si è trovata conferma che i figli di genitori separati cominciano prima a contribuire al proprio mantenimento, sono più indipendenti, vanno prima a vivere per conto proprio, hanno più amici e li frequentano più spesso rispetto ai loro coetanei con i genitori uniti. Proviamo ora ad analizzare la situazione dagli occhi di un padre; la normalità per un papà separato in grave disagio economico è fatta di perdita di lavoro, isolamento e panico, nei casi più gravi si arriva anche a “tentativi di suicidio”. Secondo gli ultimi dati Istat del 2015, nel 94% dei divorzi viene stabilito che sia il padre a corrispondere l’assegno di mantenimento (che in media si attesta attorno ai 485 euro al mese). Un meccanismo che, secondo le organizzazioni del settore, porta a un impoverimento esponenziale di molti padri. “Prendiamo uno stipendio di 1.400 euro al mese” (si legge sul sito di Padri separati) “ a cui, per ipotesi, sottraiamo 300 euro di mutuo della casa dove restano a vivere i figli, un mantenimento dai 300 ai 500 euro e dai 300 ai 600 euro per una nuova casa in affitto. Le spese per l’uomo diventano insostenibili”. Questi dati e queste affermazioni lasciano senza parole tutti ma è necessario prendere anche consapevolezza di situazioni differenti dove, soprattutto , il rapporto con il papà diventa difficile e incostante e molti padri dimenticano quanto il mantenimento di un figlio sia costoso ma anche necessario. A volte però ad essere difficili sono proprio i rapporti a livello umano e la carenza di incontri tra genitori e figli che coltiva rapporti freddi e distaccati; come può dimostrarci questo grafico:

Dopo aver analizzato tutte le varie sfaccettature di questo delicato argomento, possiamo definirlo come negativo in quanto rappresentante di un “fallimento” e della rottura di una promessa; ma allo stesso tempo come positivo in quanto simbolo di un ulteriore raggiungimento di un obiettivo da parte della società che vuole garantire e tutelare la libertà del singolo, che in fin dei conti credo sia la cosa più importante....


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