L\'abbandono. Una storia eritrea - Erminia Dell\'Oro PDF

Title L\'abbandono. Una storia eritrea - Erminia Dell\'Oro
Course Letterature comparate
Institution Università degli Studi di Palermo
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Riassunto di appunti presi in classe...


Description

“L’abbandono: una storia eritrea” è un libro pubblicato nel 1991 da Erminia dell’Oro, una scrittrice eritrea di ascendenza italiana nata ad Asmara nel 1938. La protagonista del romanzo è Sellas, una giovane fanciulla eritrea, che, dopo aver abbandonato il suo povero villaggio e aver scampato la morte attraversando un deserto e una valle di appestati, giunge nella città di Massaua per cercare fortuna. Qui Sellas inizia a lavorare, spostando degli otri d’acqua e aiutando nei mercati, e incontra molte persone, tra cui una storpia di nome Mariam che, capace di leggere il futuro attraverso delle conchiglie, le profetizza che sarebbe diventata la donna di un uomo bianco, ma che dopo di lui nel suo futuro vedeva solo nebbia. Da qui la storia si sposta in Italia e vede protagonista Carlo Cinzi, un giovane che dopo aver perso la madre decide di andare in America per cercare fortuna. Tuttavia, in seguito allo scoppio della crisi del ’29 Carlo fa ritorno in Italia, ma subito dopo si trasferisce a Massaua, dove inizia a lavorare alla costruzione di una ferrovia. Qui, dopo qualche tempo, Carlo conosce Sellas: i due si innamorano, ben presto Sellas resta incinta (prima di Marianna e poi di Gianfranco), e Carlo, dunque, decide di prendere una casetta sulle saline dove la famiglia inizia a vivere con armonia. Ad un certo punto, però, tale armonia viene messa in crisi: a causa delle leggi razziali, che impedivano agli italiani di avere rapporti e figli con le donne eritree, Carlo non può più vivere la sua vita con Sellas e i bambini alla luce del sole, e quando l’Italia entra in guerra, decide di mandare Sellas e i bambini a Adi Ugri, il villaggio della loro famiglia, per tenerli al sicuro. Tuttavia, per Sellas comincia una vita di senti: ripudiata dalla famiglia, che la vedeva come una traditrice che si era messa con un bianco e aveva generato dei meticci, si vede costretta a trasferirsi ad Edaga Arbi e a lavorare tutto il giorno pur di riuscire a mantenere l’affitto di una catapecchia alle periferie della città. I bambini, soli tutto il giorno, vengono spesso picchiati e derisi dai bambini eritrei, che li chiamano meticci e li considerano diversi, non hanno molto da mangiare e quando Sellas rientra a casa scarica la sua rabbia su Marianna (che assomiglia molto a Carlo), picchiandola e urlandole di non rovinarle anche lei la vita come aveva fatto il padre. Nonostante tutto, gli anni passano e i bambini crescono: Gianfranco, chiuso nel suo malinconico mondo, comincia a lavorare con un falegname che costruisce bare per morti, mentre Marianna, ribelle e indipendente, ad un certo punto decide di andare via di casa e, dopo aver trascorso un breve periodo di tempo ai Comboni (un istituto gestito dalle suore), si fa riconoscere dal falegname presso cui lavora il fratello (che era italiano) e parte alla volta dell’Italia. In seguito all’invasione etiope dell’Eritrea, Sellas, sola (poiché Gianfranco finisce a lavorare come soldato in Arabia Saudita) e senza casa (poiché viene occupata dai militanti etiopi), ritorna a vivere nella catapecchia di prima e si stende piangendo e strappando il foglio con i dati del marito. Marianna, dopo vent’anni che ormai viveva in Italia, si era sposata e aveva avuto due figlie, decide di mandare una lettera al padre, con l’obiettivo di chiedere la verità e informare dopo la madre, ma a rispondere è la figlia di Carlo, la quale le dice che il padre, dopo esser stato fatto prigioniero dagli inglesi in Sudafrica, era riuscito a fuggire, si era rifatto una vita ed era morto di infarto solo poco prima....


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