Lettera a Francesco Vettori di machiavelli PDF

Title Lettera a Francesco Vettori di machiavelli
Author Francesco Cipriani
Course Letteratura Italiana
Institution Liceo Scientifico Marie Curie
Pages 2
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Summary

lettere a vettori e le motivazioni , riassunto dettagliato di questa lettera e perchè l'ha scritta...


Description

LETTERA A FRANCESCO VETTORI E’ una lettera inviata da Machiavelli il 10 dicembre 1513 all’amico Francesco Vettori ambasciatore della Repubblica di Firenze a Roma. Nella sua ultima lettera del 23 novembre Vettori gli aveva descritto la sua routine quotidiana e Machiavelli lo ricambia raccontandogli a sua volta come trascorre i suoi giorni all’Albergaccio , la villa presso San Casciano dove risiede da diversi mesi perché è dovuto scappare da Firenze dopo il ritorno dei medici , dopo essere stato imprigionato e torturato perché si credeva fosse coinvolto in una congiura antimedicea.

La lettera inizia con una riflessione di Macchiavelli che si domande perché Francesco Vettori sia stato tanto tempo senza scrivergli e tra tutti quelli che ha analizzato quello che lo convinceva di più era il fatto che qualcuno gli avesse scritto/detto che lui non era un buon custode delle lettere di Francesco , dice che non le ha mostrate a nessuno tranne che a Paolo fratello di Francesco e a Filippo un loro amico in comune , poi dice che ha ricevuto la lettera del 23 Novembre dove Francesco gli dice che sta svolgendo l’incarico di ambasciatore in modo tranquillo e pacifico e Machiavelli lo invita a continuare, perché chi dimentica il proprio comodo per fare il comodo degli altri perde il proprio e non gli viene nemmeno detto grazie. Visto che Francesco gli ha raccontato della sua vita attuale anche lui fa lo stesso, di come trascorre le sue giornate. Adesso vive in campagna e da quando è stato costretto a lasciare Firenze , è stato lì per 20 giorni mettendoli tutti insieme. Fino ad oggi si è dedicato alla caccia ai tordi , dice che si alzava prima dell’alba preparava le trappole e si incamminava con tutte queste trappole che sembrava Geta (protagonista di una novella) con i libri di Anfitrione , riusciva a catturare dai 2 ai 6 tordi. Dopodiché questo passatempo è venuto a mancargli. Ora si alza all’alba , va in un bosco di sua proprietà e passa 2 ore a rivedere il lavoro fatto il giorno prima e per ascoltare le liti dei taglialegna che hanno tra di loro. Dopo essersene andato dal bosco si reca in una fonte dove ha messo le trappole per gli uccelli. Ha sempre un libro con se o Dante o Petrarca o di qualche autore minore come Tibullo o Ovidio , legge delle loro passioni e i loro amori gli ricordano i suoi, così trascorre parte del suo tempo. Dopo si reca sulla strada dell’osteria dove parla con quelli che passano , chiede notizie dei loro paesi e viene sempre a sapere di cose nuove. Dopo aver mangiato

torna all’osteria dove per tutto il giorno gioca a Cricca , tric-trac e nascono mille discussioni e liti , in questo modo riesce a distrarsi e sfoga la rabbia per la sua sorte. Quando viene la sera torna a casa e va nel suo studio , si spoglia dei panni sporchi che ha tenuto tutto il giorno e indossa i panni degni di una curia , vestito così elegante entra nelle vite degli uomini antichi , parla con loro , gli chiede le cose , quindi studia i testi antichi in modo profondo cercando di capire le loro azioni , per 4 ore non avverte noia , dimentica le preoccupazioni. E siccome Dante dice che non si impara nulla se non lo si fissa in qualche modo nella propria mente avvisa Francesco di aver scritto un libro il De Principatibus ( Il Principe) in cui ragiona di questo argomento esaminando i vari tipi di principati, come si conquistano, come si mantiene il potere su di essi e come si perdono. E se in passato avete gradito qualche mio scritto bizzarro, non vedo perché non dovrebbe piacervi anche questo ,e per questo io l'ho dedicato a Sua Magnificenza Giuliano de Medici , che ha scritto nella speranza di dimostrare ai Medici la sua competenza negli affari di Stato e di ottenere un qualche incarico politico Successivamente dice che vorrebbe lasciare questa vita per andare a godere di quella di Francesco. Una cosa che lo impensierisce è la presenza dei Soderini e al ritorno invece che ritrovarsi a casa sua si troverebbe in prigione , perché anche se questo stato è sicuro , è pur sempre uno stato nuovo e in quanto tale è sospettoso , Machiavelli gli chiede di togliergli questo ultimo dubbio e tornerà subito. Ha discusso a lungo con Filippo riguardo al mio libretto (il De Principatibus) se fosse meglio darlo (a Giuliano de' Medici) oppure no, se fosse meglio portarglielo direttamente o farglielo avere. Il non darlo mi dava il dispiacere che Giuliano non mi avrebbe neppure letto e che l'Ardinghelli si prendesse il merito di questo mio lavoro. A darlo lo spingeva il bisogno che ha di non continuare a lungo nello stato in cui mi trovo, perché presto sarò un miserabile senza più denaro. Inoltre gli farebbe piacere che i Medici volessero dargli degli incarichi, se poi loro non fossero contenti del suo operato, allora se la potrebbe prendere solo con se stesso; se poi quest'opera venisse letta si capirebbe che in questi 15 anni che ha trascorso studiando le forme di governo ne capisce e sa quello che fa. Della sua lealtà non si dovrebbe dubitare, visto che è sempre stato leale, non vedo perché dovrebbe smettere ora di esserlo....


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