Libro del caballero Zifar PDF

Title Libro del caballero Zifar
Course Filologia romanza
Institution Università degli Studi di Trento
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Libro del caballero Zifar...


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Libro del CaballeroZifar L’inizio di una nuova epoca in Spagna: il romanzo Il Libro del Caballero Zifar è il primo romanzo cavalleresco della letteratura spagnola. Sebbene l’opinione comune sostenga che Amadís de Gaula sia la prima novela de caballerías, in realtà, la sua datazione risulta essere incerta a differenza del Libro del Caballero Zifar, che indubbiamente appartiene alla prima metà del XIV secolo. Nonostante esso possa essere definito come novela de caballerías non si può ascrivere solo in questo genere letterario. Infatti, al suo interno, troviamo caratteristiche tipiche dei generi letterari che si erano sviluppati in Spagna, e non solo, negli ultimi anni. È un’agiografia, una traduzione dall’arabo, un trattato di educazione dei principi, un romanzo bizantino, un sermone universitario, un canto d’esilio e ha persino a che fare con la materia di Bretagna. La varietà di generi in esso contenuti, insieme alla trattazione di tematiche innovative rispetto alla tradizione e alla sua struttura episodica, rendono il romanzo una novità assoluta. Prima di analizzare nel dettaglio ognuna di queste caratteristiche sarà necessario fare una piccola introduzione riguardante il contesto storico spagnolo tra il XIII e il XIV secolo.In seguito all’invasione araba nel 711, viene instaurato il regno Al-Ándalus,formato da stati musulmani indipendenti; contemporaneamente rimangono ben saldi alcuni nuclei cristiani nel nord peninsulare che, lentamente, riescono a riconquistare l’intera penisola attraverso un processo chiamato Reconquista1 che durò per oltre cinque secoli. I continui contatti con il mondo arabo e la forte influenza cristiana, fanno si che in Spagna convivano due culture differenti: quella araba e quella cristiana. Tale equilibrio viene però a rompersi nel XIII secolo, periodo caratterizzato da un forte spirito bellico dovuto alle invasioni degli almoravidi.2 Con la crociata indetta dal Papa Innocenzo III, che culminò con la batallas de las Navas del 1212, inizia la decadenza degli arabi e la diffusione dei nuclei cristiani diventa sempre maggiore. La Spagna tra XIII e XIV secolo è pertanto fortemente influenzata dalla cultura araba e cristiana, che condizionanoanche la letteratura ispanica. Analizzando il panorama letterario spagnolo, occorre dire che il XIII secolo presenta caratteristiche già ben consolidate; di fatti si utilizza la prosa per i testi scientifici, le cronache 1

Con Reconquistasi fa riferimento alla conquista dei regni musulmani di Al-Ándalus da parte dei cristiani, durata 750 anni e che culminerà il 2 gennaio del 1492 quando i Re Cattolici, Isabella e Ferdinando, espulsero dalla penisola l’ultimo dei governanti musulmani:Boabdil di Granada. 2 Dinastia berbera, proveniente dal Sahara.

e la storiografia, mentre il verso viene utilizzato per i cantari di gesta, la letteratura di intrattenimento ele opere appartenenti al mester de clerecía.3 Tuttavia, negli ultimi anni del medesimo secolo,tale panorama inizia a subire alterazioni sia contenutisticamente parlando, in quanto temi trattati solitamente nelle composizioni in versiadesso vengono inseriti nell’ambito della prosa; sia formalmente parlando, poiché gli autori tendono ad utilizzare diverse combinazioni metriche nella stessa operaspostandosi sempre più verso la prosa. Tale scelta nasce dall’esigenza degli autori di dare maggior credibilità alla narrazione dato che il pubblico a cui ci si rivolge non è più elitario, ma è formato da un numero sempre in maggiore aumento. È proprio in questo contesto che si sviluppa un genere nuovo, la novela, che bisogna distinguere dairomances. È pertanto necessario fare una puntualizzazione terminologica: la parola romance in castigliano è una parola polisemica in quanto, non solo designa la lingua derivata dal latino, ma, nel Medioevo,si utilizza anche per denominare diversi generi letterari, quali per esempio le canzoni e le composizioni lirico-narrative in versi ottosillabi. Con il passare del tempo il termine romance si specializzò in quest’ultima accezione, indicando dunque solo ed esclusivamente le composizioni lirico-narrative.Di conseguenza le narrazioni di finzioni medievali(narraciones de ficción) rimasero senza “etichetta”esolo nel Rinascimento si adottò un italianismo, novela, per questo nuovo genere, che è appunto il romanzo. Infatti prima di Cervantes gli studiosi sono soliti denominare questo genere come libros, historias, novelas, cuentos, termini tutti inadeguati però accettabili come puri convenzionalismi con i quali si identifica un genere narrativo nuovo. Il Libro del CaballeroZifarappartiene proprio a questo nuovo genere letterario e può essere considerato il primo romanzo della letteratura spagnola. È un libro molto ampio,costituito da quasi 200 fogli in due colonne, del quale abbiamo due testimoni molto antichi: M e P. Il primo appartiene alla biblioteca nazionale spagnola di Madrid datato nel XV secolo;il secondoè conservato nella biblioteca nazionale di Parigi datato nel XIV secolo. Quest’ultimo si avvicina maggiormente all’originale tanto da essere definito casi-original, ed è molto famoso sia per il suo stato di conservazione, sia per le sue miniature preziose.

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Con mester de clerecíasi intende una scuola di poesia medievale nata tra XIII e XIV secolo, composta da autori colti che utilizzano la cuadernavía (strofa di quattro versi alessandrini, divisi in due emistichi e con rima consonante).Il nome appare per la prima volta nella seconda strofa del Libro de Alexandre ed indica un nuovo genere letterario in opposizione al mester de juglaría.

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Infine possediamo un esemplare stampato nel 1512 a Siviglia, anche questo contenuto nella biblioteca nazionale di Francia, in cui manca il prologo, probabilmente perché il tipografo lo considerò inadeguato rispetto al contento della narrazione. In realtà il prologo, come ben sappiamo,costituisce un elemento di fondamentale importanza nell’analisi di un’opera letteraria. Nel caso del Zifar, grazie alla presenza di una bipartizione argomentativa, ci viene data una visionecompleta del quadro sociale e politico del tempo e dell’ars poetica dell’autore. Difatti,la prima parte del prologorappresenta un vero e proprio documento storico in cuisi fa riferimento alpellegrinaggio a Roma di Ferrand Martínez, arcidiacono di Madrid, pellegrinaggio svolto per ottenere il perdono che concesse il Papa Bonifacio VIII ai partecipantial giubileo dell’anno 1300. A questo dato storico se ne aggiunge un altro: il riscatto del corpo del cardinale don Gonzalo García Gudiel, arcivescovo di Toledo, che morì a Roma facendo promettere a Ferrand Martínez di portare i suoi resti nella chiesa di Toledo. In questo primo nucleo argomentativo ci viene presentata anche la dottrina politica e sociale sulla quale si basa il testo che, secondo Gómez Redondo, fa riferimento alla difesa del molinismo. Tale dottrina dominava il pensiero castigliano del secolo e prevedeva l’esaltazione del regno di Maria de Molina, come leggiamo in maniera esplicita nel prologo: «…Maria, regina di Castiglia e León in quell’epoca – la quale fu una padrona molto buona, e dai buon consigli, di grande intelletto e molto composta, contraddistinta da buone maniere ed amatrice della giustizia.» Il secondo nucleo argomentativo apre questioni interessanti sulla concezione creativa e sull’arte poetica dell’autore, che corrisponde a quella generale del Medioevo. Infatti l’autore ci spiega come è stata concepita la sua opera, riflettendo sul lavoro del transladador: 2

«E dato che la memoria dell’uomo non è immensa, e gli uomini non si possono ricordare delle cose molto antiche se non vengono scritte, il traduttore della storia che ascolterete, tradusse dal caldeo4al latino e dal latino alromance.5» Pertanto comprendiamo come l’opera non viene concepita come creazione propria, ma come prodotto di un complesso sistema culturale che noi benconosciamo, che si basa su quello che abbiamo definito come “garanzia dell’autorità”, ossia il noto presentato in veste nuova, dato che,nel Medioevo,il tema dell’originalità letteraria, in realtà, poteva rivelarsi un fallimento. Dunque è come se vi fossero due prologhi differenti in cui nella prima parte ci viene riportato un vero e proprio documento storico, mentre nella seconda ci vengono presentate le teorie letterarie alle quali si aggrappa l’autore per dar vita alla sua creazione. Questo non è l’unico motivo per cui il prologo è di fondamentale importanza, in esso sono contenute delle piste che ci permettono di comprendere l’identità dell’autore e la datazione dell’opera. Sebbene il testo sia anonimo, già dal prologo possiamo ricreare un profilo ben definito dell’autore, infatti risulta evidente che colui che compose il romanzo sia un autore abbastanza colto edesperto sia in materia letteraria sia in questioni militari, clericali e cortesi. L’influenza cristiana e morale nel testofanno presupporre che l’autore sia un uomo di chiesa. Inoltre l’argomento del prologo e l’uso del dialetto toledano nell’opera fanno pensare che l’autore deve essere stato un clerico appartenente alla diocesi di Toledo, probabilmente lo stesso Ferrand Martínez, che, peraltro, viene menzionato ex abrupto nella narrazione realista dei fatti storici descritti nel prologo. Per quanto riguarda la datazione del romanzo vi sono diverse ipotesi che convengono con la datazione del Libro del Caballero Zifar nella prima metà del XIV secolo. Secondo Menéndez y Pelayo la data dell’opera, o per lo meno del prologo, dovrebbe essere tra il 1299 (anno della morte del cardinale Gonzalo García Gudiel) e il 1305 (anno in cui morì il vescovo di Calahorra, personaggio presente al corteo funebre del cardinale). SecondoWagner l’opera fu scritta dopo i fatti storici narrati (tra il 1301 e il 1303, anno della morte del Papa Bonifacio VIII) e che il prologo sia stato scritto negli anni successivi, in quanto gli autori erano soliti comporlo dopo la stesura totale dell’opera. In accordo con queste teorie la critica data l’opera nei primi anni del XIV secolo, ragion per cui il Libro del Caballero Zifar può considerarsi la prima novela de ficción cavalleresca nella storia della letteratura spagnola. 4 5

Lingua araba. Con romance, nel Medioevo, si intende la lingua volgare derivata dal latino, dunque lo spagnolo.

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Infine bisogna dire che il prologo serve ad allacciarsi con la storia del cavaliere Zifar che verrà introdotta nel primo capitolo del romanzo a continuazione dell’argomento proemiale. Pertanto l’editore di Siviglia, a mio avviso,ha commesso un grande errore eliminando totalmente il prologo; fortunatamente conserviamo i manoscritti grazie ai quali ci è arrivato questo importante frammento dell’opera. Nel prologo, dunque, viene introdotto il nostro protagonista con una descrizione che sottolinea sin da subito il forte carattere religioso dell’opera. Inoltre è evidente che Dio accompagnerà l’eroe durante il corso di tutte le sue avventure.Leggiamo nel prologo: «E dato che la opera è molto ampia e complessa, l’uomo non deve disperare di non poter concluderla per nessun motivo; poiché quel Dio vero e regolatore di ogni cosa, a qualsiasi uomo di buon senno, posto a compiere la sua opera, Lui darà la forza che occorre, così come accadde ad un cavaliere delle Indie, al quale cavaliere fu dato il nome di battesimo Zifar; e dopo ebbe nome di Cavaliere di Dio, perché stette sempre con Dio e Dio con lui in tutti gli avvenimenti, così come ascolterete avanti, potrete vedere e capire le sue gesta. E perciò questo libro è chiamato Libro del Cavaliere di Dio. Il quale cavaliere era saggio, con senso di giustizia e buoni valori, che la fortuna aveva contro tanto da trarlo in povertà; però giammai si arrese alla mercé di Dio, credendo che Lui potesse cambiare quella fortuna in migliore, così come fece secondo quanto ascolterete.» Dopo l’introduzione del protagonista a conclusione del prologo, si apre la storia del cavaliere Zifar che è divisa in quattro sezioni: El cavallero de Dios, El rey de Mentón, Castigos del rey de Mentóne Los Hechos de Roboán. È proprio nella sua struttura che risiede uno degli aspetti innovativi del Libro del Caballero Zifar. Infatti, oltre alla ripartizione in capitoli, l’opera può essere suddivisa in singoli episodi tantoda essere definita come un assemblaggio di racconti. L’esigenza dell’autore di scindere diverse parti, ognuna di esse contenenti argomenti vari, è dovuta al fatto che, grazie a singoli episodi, egli è in grado di trattare tematiche differenti all’interno della stessa opera. Spesso, dunque, tali episodi servono per trasmettere un determinato messaggio morale che,per mezzo di narrazioni autonome, veniva recepito in maniera più diretta. I due episodi più famosi sono quello deLas Ynsolasdotadas e de ElCavalieroAtrevido y la dama del lago, poiché, come vedremo in seguito, hanno una forte funzione didattico-morale. 4

Per quanto riguarda la trama principale del romanzo, nella prima sezioneci viene narrata la storia di Zifar, un cavaliere valoroso che però ha la sfortuna che ogni dieci giorni gli muore il cavallo. Egliha discendenza reale, il re Tared, suo antenato, aveva avuto una condotta negativa perdendo così il trono. La missione di Zifar è quella di salvare la sua discendenza dai peccati del suo antenato, visione fortemente allegorica in quanto la sua missione è come quella di Cristo che dovette salvare l’uomo dai suoi peccati. Dunque Zifar sceglie la vita da cavaliere errante ed intraprende le sue avventure con la sua famiglia composta da Grima, sua sposa, e i suoi due figli Garfín e Roboán. Dopo molte peripezie viene incoronato re di Mentón e nominato Cavaliere di Dio. Un giorno il re decide di addottrinare i suoi figli spiegandogli le buone virtù di un cavaliere e di un principe. Questo insegnamento scaturisce in Roboán, figlio minore, un’ansia di battaglia e di onore. Così si apre la seconda parte del racconto in cui il protagonista principale diventa Roboán, il quale, volendo imitare il padre, si trasforma anch’egli in cavaliere errante acquisendomolta fama. Viene pertanto eletto come successore dell’imperatore di Triguiada per le sue virtù e qualità. La storia si conclude con la riunione dell’intera famiglia in un monastero con l’intento di onorare Dio per la sua bontà e il suo aiuto nel corso delle loro avventure pericolose. Il Libro del Caballero Zifar, come la trama lascia intendere, può essere considerato come un romanzo cavalleresco e può essere inserito in questo genere che, in Spagna, ebbe molto successo fino al Don Quijote de la Mancha di Miguel de Cervantes che rompe con questa tradizione in maniera brusca, ma allo stesso tempo gloriosa.6 In realtà il Zifar non si presenta in maniera unitaria, ma mostra una moltitudine di metodi e generi insoliti nella narrativa dell’epoca che lo rendono una novità assoluta. Grazie a questo troviamo avventure cavalleresche con tine realiste intrecciate con fábulas e racconti metanarrativi che fungono da exempla. La stessa storia di Zifar ci viene presentata come un exemplum molto ampio dando all’opera un carattere pedagogico, che prende forma soprattutto nell’episodio de Los castigos del rey de Mentón, in quanto in esso ci viene mostratolo spirito didattico che impregna il romanzo e che rafforza la funzione educativa dell’opera. Oltre al genere didattico, nel romanzo possono essere rintracciate caratteristiche che accomunano l’opera con i canti d’esilio: così come nel Cantar de Mío Cid, i cattivi consiglieri 6

Nel prologo del Don Quijote de la Mancha, opera completata nel 1605, lo stesso autore afferma chelo scopo principale della sua opera è quello di ridicolizzare i libri di cavalleria e di satireggiare in mondo medievale. Cervantes riesce nel suo intento narrando la storia di un nobileche, ossessionato dai romanzi cavallereschi, si convince di essere un cavaliere errante ed intraprende così unaserie di avventure che superano il limite del reale.

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obbligano il cavaliere e la sua famiglia ad abbandonare la propria terra, dovendoaffrontare le difficoltà della peregrinazione. Inoltre,allo stesso modo deiromanzi bizantini,l’intera famiglia subisce le avversità della separazione, avversità che saranno superate con valore e grazie all’aiuto di Dio. Oltre a ciò,la vita di Zifar presenta forti parallelismi con la storia del cavaliere Plácidas, o meglio noto come Sant’Eustachio. Entrambe le storie presentano la peregrinazione di un cavaliere con l’intera famiglia, seguita dalla separazione tra moglie e marito,caratterizzata da avventure parallele e che si concludecon il ricongiungimento finale; il romanzo infatti, nella parte El cavallero de Dios, presenta molti elementi agiografici. Risulta evidente che l’autore fa questo riferimento al fine di collegare la sua opera direttamente con una narrazione ampliamente conosciuta e radicata, aiutandolo a stabilire una base solida al suo racconto. Essendo la Historia de San Eustaquio prima di tutto un romanzo di avventura tipicamente medievale con intenzione moralizzante, l’autore la usa come modello della sua creazione trasformando il Santo in cavaliere. Le diverse similitudini che posseggono ambe le opere aiutano il pubblico a recepire meglio il racconto collegando le due narrazioni tra loro ed inserendo il romanzo in un gusto letterario già ben stabilito. Nonostante vi siano diversi punti in comune tra le due storie l’autore inserisce delle novità, quali elementi mondani di pura finzione, che prendono spunto da fonti romanzesche. Ne è una testimonianza il fatto che Zifar abbia due mogli,7 elemento ripreso dal Lai de Eliduc di Maria di Francia; o ancora il motivo delle figlie promesse in sposa dal padre ai vincitori delle battaglie, motivo tipico romanzesco che troviamo ne El Fermoso cuento del emperador Don Ottas; o il tema dell’innocente moglie perseguitata e condannata al rogo per false accuse,presente nel racconto numero 36 de El conde Lucanor. È importante mettere in evidenza anche la forte presenza di elementi arabi e orientali, basti pensare che Zifar e la moglie Grima provengono da un regno situato nelle Indie. Inoltre vi è un grande uso di arabismi e molti nomi di personaggi e toponimi possiedono una radice araba. Però non tutti i nomi provengono da una fonte musulmana o medio orientale. Il più chiaro esempio lo troviamo nei due racconti con tinte arturiane presenti nel romanzo, ossia Las Ynso las dotadas e El Cavaliero Atrevido y la dama del lago,che si allacciano all’argomento generale dell’opera, in cui i protagonisti hanno nomi quali caballero Atrevido, Señora Nobleza, caballero Amigo, Fortunado o la Señora de la Trayçion.Questi nomi rispondono ad una tradizione letteraria stabilita nei secoli precedenti al Zifar, ragion per cui essi celano lo 7

Zifar, a causa delle sue disavventure, si separa dall’amata moglie Grima, e, non sapendo se questa sia viva o meno, viene costretto a sposare un’altra donna.

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spirito bretone e le avventure di tali personaggi celano la struttura tipica delromance. Non deve apparire strano che l’autore, cosciente dello spirito arturiano di tali racconti, li inserisca in una narrazione che, al contrario, risulta essere molto vicina alla realtà. Egli infatti aggiunge questi due episodi, non solo per trasmettere un messaggio morale, come detto precedentemente, ma anche per aiutareil lettore ad identificarsi in un genere già noto. Sebbene vi siano in questi due episodi delle caratteristiche che ci permettono di trovare elementi tipici dei romanzi arturiani, vi sono altriaspetti che allontanano il testo da questo genere letterario. Infatti, nel Zifar, l’elemento fantastico e meraviglioso e gli ideali dell’amor cortese sono assenti. Al contrario,vi sono una serie di miracoli che realizza la Vergine per aiutare Grima nelle sue disavventure, che chiaramente non si possono includere nell’ambito del fantastico. Il miracoloso nel Libro del Caballero Zifar si basa infatti sulla religiosità che, durante il Medioevo spagnolo, ha grande fortuna grazie al suo maggior rappresentate Gonzalo de Berceoche scrisse un’opera intitolata proprio Los Milagros de Nuestra Señora. Per quanto riguardal’ideale socialeche ci viene descritto nel corso del romanzo, non si basa sull’idealizzazione della donna, ma su una società patriarcale,come risulta esp...


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