Lingua spagnola 1 - Atlante Della Lingua Spagnola - De Beni (2021-2022) PDF

Title Lingua spagnola 1 - Atlante Della Lingua Spagnola - De Beni (2021-2022)
Author Anonymous User
Course Lingua spagnola 1  
Institution Università degli Studi di Verona
Pages 14
File Size 225.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 243
Total Views 472

Summary

ATLANTE DELLA LINGUA SPAGNOLA NEL MONDOLO SPAGNOLO E LE LINGUE DEL MONDO1 Le lingue del mondoIl numero di lingue comunemente accettato è circa 6000. Il primo che elaborò un catalogo delle lingue del mondo fu il gesuita Lorenzo Hervas y Pandero, che nel 1800 pubblicò il suo “Catalogo de las lenguas d...


Description

ATLANTE DELLA LINGUA SPAGNOLA NEL MONDO LO SPAGNOLO E LE LINGUE DEL MONDO 1.1 Le lingue del mondo Il numero di lingue comunemente accettato è circa 6000. Il primo che elaborò un catalogo delle lingue del mondo fu il gesuita Lorenzo Hervas y Pandero, che nel 1800 pubblicò il suo “Catalogo de las lenguas de las naciones conocidas”. L’origine e lo sviluppo delle lingue si può interpretare da una prospettiva biologica o da una prospettiva culturale. La classificazione genetica consiste in un processo di identificazione di grandi gruppi linguistici denominati “filos o macrofamilias”. Quelli con il maggior numero di parlanti sono l’indoeuropeo, il sinotibetano, il nigercongo e l’austronesiano. Ci sono famiglie linguistiche non legate a macro-famiglie e sono la dravida, la altaica, la giapponese, le austroasiatiche e la daica. La macrofamiglia indoeuropea è quella maggiormente diffusa a livello mondiale e ad essa appartengono tre gruppi di lingue e varie famiglie linguistiche.

1.2 La diversità linguistica Le cause dei cambi linguistici non sono facili da identificare, ma in generale si può parlare di due tipi differenti: i cambi interni e i cambi esterni. I cambi interni rispondono a tendenze proprie dei sistemi linguistici e si producono in maniera impercettibile per i parlanti e ciò favorisce la sua diffusione. I cambi esterni rispondono a fattori culturali che tutta a società sperimenta e che posso supporre nuove necessità espressive. La geografia delle lingue non corrisponde ai confini dei paesi o delle nazioni moderne del mondo; ci sono paesi che raggruppano nel loro territorio molte lingue, mentre altri fanno uso di un’unica lingua. Con la nascita degli stati moderni durante il XVI secolo divenne conveniente dichiarare le lingue ufficiali in modo da favorire la coesione sociopolitica ed economica e avere uno strumento di comunicazione tra persone che parlavano lingue diverse nello stesso stato. Tra le lingue vive ci sono quelle nate dai contatti con altre lingue tramite le navigazioni delle potenze europee del 1500. Questi contatti portarono alla necessità di comunicare tra diversi parlanti di lingue europee e parlanti di lingue indigene di Africa, Asia o Oceania; da questa comunicazione nacquero varietà mescolate utilizzate per fini commerciali ma che poi divennero lingue materne di proprie comunità  LINGUE CRIOLLE Le lingue criolle più importanti dello spagnolo sono quattro: el chabacano nelle Filippine; el papiamento nei Caraibi; el palenquero in Colombia; el chamorro dell’isola di Guam e delle Marianne, nel Pacifico.

1.3 Le grandi lingue internazionali L’importanza internazionale delle lingue è legata a diversi fattori: il numero di parlanti; la sua estensione geografica; il numero di paesi nei quali è ufficiale; l’indice di sviluppo umano dei suoi parlanti (livello educativo, aspettativa di vita, guadagno pro-capite); capacità commerciale dei paesi dove quelle lingue sono ufficiali; tradizione letteraria o scientifica o il loro ruolo nella diplomazia internazionale. Un altro fattore decisivo per determinare lo status internazionale di una lingua è quante persone conoscono la lingua senza che sia la loro e con che intensità viene utilizzata in contesti non nativi. En número de hablantes, número de países donde es oficial y extensión geográfica, el español se encuentra entre las cinco primeras lenguas del mundo. Entre las demás lenguas internacionales, el dominio hispanohablante destaca por su cohesión: en su mayor parte, los países donde el español es oficial son contiguos y dentro de ellos la proporción de los hablantes nativos de español supera el 90%

1.4 Le lingue d’Europa Tra le famiglie linguistiche indoeuropee, le più estese per geografia e numero di parlanti sono le lingue germaniche, le lingue slave e le lingue romanze. Le lingue romanze si dispongono in un curioso scaglionamento linguistico che rende possibile la comprensione parziale tra parlanti di varietà geolinguistiche vicine. Nel 1992 venne approvata la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, dove gli stati membri vengono invitati a promuovere e proteggere la propria diversità linguistica, così come concedere la presenza alle lingue regionali o minoritarie negli ambiti pubblici o educativi.

DEMOGRAFIA DELLA LINGUA SPAGNOLA 2.1 Panorama della comunità ispanica Le comunità ispanica e lusofona costituiscono una grande area linguistica e culturale denominata Iberoamerica. Inoltre, occupano un'importante estensione geografica dell'emisfero occidentale. Nella penisola iberica si convive da secoli con lingue come il catalano, il galiziano, il basco ed altre. In America, la contiguità dei territori in cui si parla spagnolo e portoghese converte queste lingue in domini di grande entità. Entrambe sono costitutive della Comunidad Iberoamericana de Naciones, che riunisce ventidue “Stati Sovrani di America ed Europa di lingua spagnola e portoghese”; si trovano anche nel Mercosur e in altre organizzazioni interamericane. Il portoghese ha una presenza significativa nel continente africano ed è infatti lingua ufficiale in Angola, Capo Verde, Mozambico, Santo Tomé e Principe. Lo spagnolo è ufficiale in Guinea Equatoriale e nelle città spagnole di Ceuta e Melilla, oltre che nell'arcipelago delle Canarie. La presenza delle due lingue è però ridotta in Oriente con pochi siti (Timor, Filippine). La popolazione dei paesi ispanofoni converte la comunità ispanica in una delle culture con maggior rilevanza demografica nel panorama mondiale. La lingua spagnola riunisce le caratteristiche che le hanno permesso di diventare un'importante lingua mondiale. Si tratta di una lingua molto omogenea, che fa sì che le sue differenze interne non ostacolino la comunicazione. L'omogeneità si basa sulla semplicità del sistema vocalico, l'ampiezza del sistema consonantico, il lessico fondamentale e una sintesi elementare. Lo spagnolo ha carattere ufficiale in 21 paesi e approfitta anche di una demografia in costante espansione a partire dalla colonizzazione. Il territorio ispanico offre un indice di comunicatività molto alto e un basso indice di diversità: • si parla di ALTA COMUNICATIVITÀ quando, in una comunità plurilingue, una lingua serve come mezzo di comunicazione in tutta la società • si parla di DIVERSITÀ per alludere alla possibilità di incontrare due parlanti, scelti a caso, che parlano lingue differenti Nel caso dei paesi ispanici, se “parlare” una lingua fosse inteso come “usare” una lingua, la diversità sarebbe molto alta per l'alto livello di conoscenza dello spagnolo. Lo spagnolo presenta varietà interne che, per via della pronuncia, vocabolario, fraseologia e costruzioni grammaticali e discorsive, permettono di identificare gli abitanti di diverse regioni. In generale in Spagna (così come nei territori americani) esistono due modalità: • una modalità conservatrice, come quella dello spagnolo di Castiglia • una modalità innovatrice, come quella dello spagnolo dell'Andalusia, delle Canarie, dei Caraibi o del Río de la Plata Nonostante ciò, è possibile individuare otto importanti varietà dialettali dello spagnolo nel mondo:

1) in Spagna = castigliana, andalusa, canaria 2) in America = caraibica, messicano-centroamericana, andina, rioplatense, cilena L'ampiezza del territorio ispanico ha fatto sì che lo spagnolo entrasse in contatto con numerose varietà linguistiche. Nella penisola iberica si convive da secoli con varietà romaniche (come il galiziano e il catalano) e con una lingua non-indoeuropea (il basco), oltre all'arabo nel nord Africa. In America sono a contatto altre lingue coloniali occidentali, principalmente l'inglese (nord) e il portoghese (sud). La storia del contatto tra gli spagnoli colonizzatori e i popoli indigeni d'America ha contribuito alla diffusione di numerose lingue minoritarie e allo scambio di influenze linguistiche, il cui risultato si osserva nelle parole americane di origine indigena generate dallo spagnolo: tomate, papa, chocolate, barbacoa, huracán, maíz, boniato, aguacate, tiza, cancha, pampa, maraca... Le due denominazioni più diffuse per identificare la lingua spagnola sono: spagnolo/lingua spagnola o castigliano/lingua castigliana. In alcuni territori si preferisce la denominazione tradizionale, in altri la parola “spagnolo” si associa all'idea di “Spagna” e si preferisce quindi usare il termine “castigliano” per segnare una sorta di distanza con la forma di parlare degli spagnoli; in altri territori ancora il “castigliano” si identifica con la sua regione di origine (Castiglia) e si preferisce usare il termine “spagnolo” per essere più generali. In linea generale l'America del Sud preferisce il termine “castigliano” mentre il Messico, l'America Centrale e i Caraibi sono più inclini ad usare la parola “spagnolo”. In Spagna la denominazione ufficiale è “castigliano”, che per tradizione si usa in diverse aree come Castiglia, o nei territori dove si parlano lingue co-ufficiali (Galizia, País Vasco, Navarra, Catalogna, Valencia, Baleari). Ad ogni modo l'uso del termine “spagnolo” è molto diffuso, specialmente nel sud della Spagna.

2.2 Lo spagnolo nel mondo Chi è un ispanofono? Distinguiamo tre gruppi di ispanofoni. • Il primo cerchio – cerchio nucleare – corrisponde ai parlanti del Gruppo di Dominio Nativo (GDN) dello spagnolo • il secondo cerchio – cerchio ampliato – corrisponde al Gruppo di Competenza Limitata in spagnolo (GCL) • il terzo cerchio – cerchio periferico – corrisponde al Gruppo di Apprendisti della lingua straniera (GALE), vale a dire dello spagnolo come lingua straniera. In questo modo il gruppo dei potenziali utenti della lingua spagnola (GUP = Grupo Usuarios Potenciales) sarebbe costituito essenzialmente dai membri del GDN, ai quali si sommerebbero i membri del GCL e del GALE → GUP = GDN + (GCL + GALE). In questa equazione il GDN rappresenta l'insieme di individui la cui capacità di usare una determinata lingua corrisponde/si avvicina a quella di coloro che la acquisiscono dall'infanzia per via dell'interazione con la famiglia, o con i membri di una comunità o attraverso la scuola. In questo gruppo sarebbero inclusi gli ispanofoni madrelingua, coloro che hanno lo spagnolo come lingua principale e i parlanti bilingue con impronta sociale spagnola. Il GCL è l'insieme degli individui la cui capacità di parlare una lingua è limitata. Gli individui di seconda e terza generazione in comunità bilingue sarebbero i parlanti di lingua spagnola con competenze limitate. Il GALE sarebbe composto dagli individui che hanno acquisito o stanno acquisendo una determinata lingua attraverso un processo di apprendimento di classe.

Che cos' è la lingua spagnola?

Il concetto di lingua spagnola include le manifestazioni dello spagnolo con tutte le sue varietà dialettali – europee, americane, africane – includendo anche le lingue creole di base ispanica e le varietà giudeospagnole; non è poi da dimenticare l'origine koiné dello spagnolo. Per stabilire il numero di ispanofoni conviene distinguere: 1) gli ispanofoni dei territori in cui lo spagnolo è lingua ufficiale dagli 2) ispanofoni dei territori in cui lo spagnolo non è lingua ufficiale. Per un'analisi degli ispanofoni dei territori in cui lo spagnolo non è lingua ufficiale occorre distinguerli in due categorie: – coloro che parlano la lingua come se fosse la loro lingua originaria, generalmente perché l'hanno appresa in famiglia o per stretto contatto con ispanofoni GDN (migranti, parlanti di lingua creola di base ispanica); – coloro che usano la lingua con una competenza limitata, generalmente per averla imparata in un contesto bilingue o multilingue in cui lo spagnolo non è la lingua di maggior rilevanza sociale (GCL) – (paesi o territori vicini ai paesi ispanici, con frontiere molto deboli o inesistenti).

GEOGRAFIA DEL MONDO ISPANICO 3.1 Storia linguistica del dominio iberico La storia linguistica della penisola iberica è stata caratterizzata da 4 grandi periodi: 1) periodo delle lingue preromane (diverse lingue, anche di origine indoeuropea, che non permettevano la comprensione tra i vari parlanti) 2) periodo della diffusione del latino 3) periodo della penetrazione dell’arabo 4) costituzione e generalizzazione delle lingue moderne (derivate dal latino) A partire dal XVI secolo, le lingue peninsulari con maggior forza, proiezione e prestigio sociale erano il gallego e il portoghese a est; il castigliano nel centro; il catalano nella zona orientale, oltre al basco che aveva visto diminuire il suo dominio geografico e che continuerà fino al XXI secolo. GALLEGO  ha sempre posseduto un discreto numero di parlanti soprattutto in Galizia, ed è condizionata dai contatti con le parlate della zona di Leon e Castiglia e dalla vicinanza con la lingua portoghese BASCO  sopravvisse al latino e alle lingue romanze però fu caratterizzata da una grande disomogeneità linguistica che venne superata parzialmente alla fine del XX secolo con l’introduzione di un basco unificato. CATALANO  in Catalogna furono determinanti le immigrazioni dei parlanti castigliani. Il catalano ha sempre avuto un grande prestigio sociale e presenta diverse varietà.

3.2 Lo spagnolo in Spagna Si può affermare che la lingua spagnola è la lingua generale delle persone di nazionalità spagnola, senza che ciò impedisca la conoscenza e l’uso delle altre lingue presenti nella penisola. Nella penisola i 2/3 dei territori più a nord corrispondono alla lingua castigliana, mentre i rimanenti territori meridionali corrispondono le lingue andaluse. Tra una zona e l’altra è presente una zona di transizione, che comprende le aree orientali e occidentali in cui si parlano la lingua murciana y extremeña. Le città di Ceuta e Melilla possiedono una configurazione sociolinguistica speciale perché, nonostante possiedano i tratti linguistici caratteristici delle lingue andaluse, convivono modi di esprimersi castigliani ma anche arabi e berberi. Nelle aree bilingue viene utilizzato lo spagnolo nella sua varietà castigliana, ma con elementi di influenza gallega, basca o catalana. Questa configurazione dialettale è stata caratterizzata da fattori come l’urbanizzazione, l’abbattimento dell’analfabetismo e la facilità di comunicazione. Una delle conseguenze più

evidenti dell’urbanizzazione è la perdita progressiva di elementi caratteristici delle parlate locali di fronte alla mancanza di una popolazione che le sostenga.

3.3 I Caraibi Le famiglie indigene maggiormente presenti nei territori delle isole furono la arahuaca e la caraibica. La presenza degli indigeni è andata scomparendo, diventando così lo spagnolo la lingua più presente nella regione. I Caraibi sono il territorio americano in cui si è raccolta la maggior parte delle lingue europee colonizzatrici e per questo la zona caraibica è diventata uno spazio idoneo per la nascita di lingue pidgin e lingue criolle (el créole haitiano – el criollo de Samaná o el criollo jamaicano – el palenquero y el papiamento) PAPIAMENTO  lingua creola ispanica che si formò durante il XVII secolo nell’isola di Curacao e che oggi si parla nelle isole di Aruba e Bonaire, che costituiscono le Antille olandesi. È l’unione di spagnolo, portoghese, olandese e lingue africane. PALENQUERO  si è sviluppata alla fine del XVII secolo nel Palenque di San Basilio, vicino Cartagena in Colombia. I palenques erano luoghi in cui si concentravano gruppi di neri selvaggi per mantenere la propria indipendenza e la propria cultura; perciò, le varietà linguistiche raccoglievano numerosi elementi di origine africana. Lo spagnolo caraibico rappresenta una delle grandi aree del mondo ispanico, caratterizzata dalla sua tendenza a favorire gli usi più innovativi sul piano fonetico legati a tratti particolari dell’area. Il caribico condivide molte caratteristiche generali dello spagnolo dell’America come el yeísmo, el seseo, el uso de ustedes per la seconda persona plurale o l’uso di americanismi generali; inoltre vengono usati indigenismi della zona o di afronegrismi regionali. L’uso della lingua spagnola nei Caraibi si rivela interessante nella sua convivenza con l’inglese, non solo per essere la lingua di comunicazione in alcune delle Antille minori, ma anche per la vicinanza con gli USA e con tutto quello che riguarda l’influenza politica, economica e culturale (la convivenza è evidente a Porto Rico). Nonostante la vicinanza con gli USA, la proporzione di anglicismi non è superiore a quella degli altri luoghi ma si rende evidente in ambiti specifici come quello degli sport o del vestiario. Cuba, la Repubblica Dominicana e Porto Rico condividono un’identità linguistica caraibica, elementi fondamentali dell’identità linguistica ispanica.

3.4 Messico e Centroamerica Messico e Centroamerica sono territori con un’importante presenza indigena o originaria, dominata da due grandi famiglie linguistiche: al nord il NAHUATL, lingua degli aztechi; nel Centroamerica la LINGUA MAYA. In Messico il nahuatl è la lingua indigena col maggior numero di parlanti; segue la lingua maya; el mixteco; el tzeltal; el zapoteco; el tzotzil; el otomì y el totonaco. Le percentuali di parlanti monolingue sono andate diminuendo, di fronte ad un aumento di bilingui (spagnolo – lingue indigene) e dei monolingui spagnoli. Lo spagnolo del Messico e del Centroamerica subisce l’influenza indigena nell’ambito lessicale, specialmente il nahuatl. Nell’ambito della pronuncia, oltre alle caratteristiche generali dello spagnolo americano, c’è una tendenza alla pronuncia “tensa y marcada” delle consonanti in posizione finale della sillaba. In determinate regioni possono esserci fenomeni particolari come il debilitamento e la perdita delle vocali atone, oppure a livello grammaticale.

La situazione linguistica del Centroamerica si caratterizza per la presenza di gruppi etnici, oltre che per la popolazione indigena. Uno dei più importanti è quello della popolazione di colore; in Honduras invece i più numerosi sono quello dei “misquitos/zambos” (metà indios e metà di colore) e quello dei “garifunas/negros caribes”. Il fenomeno che ha una maggior ripercussione dal punto di vista linguistico attualmente è quello dell’immigrazione, sia verso l’esterno (USA e Europa) che interna. Queste migrazioni possono provocare cambi a livello linguistico nei territori del Centroamerica, portando alla generalizzazione di usi condivisi. Il caso più particolare a livello linguistico nel Centroamerica è quelli del Belize, conosciuto un tempo come Honduras britanniche, dove la lingua ufficiale è l’inglese ma la maggior parte della popolazione dice di parlare spagnolo e di non saper sostenere una conversazione in inglese.

3.5 America del Sud La situazione linguistica dell’America del Sud mostra 3 poli linguistici: quello spagnolo, quello portoghese e quello indigeno. I primi due sono legati tra loro dal fatto che esiste un dominio portoghese circondato da un dominio linguistico ispanico, come ad esempio il Brasile, unico stato in cui si parla portoghese, attorno al quale gli altri stati parlano spagnolo. Le lingue indigene dell’America del Sud possiedono un alto numero di parlanti, anche se la proporzione è bassa. L’area dove si trova la maggior concentrazione indigena è la zona andina. Si nota che la maggior parte delle persone che completa gli studi superiori possiede come prima lingua lo spagnolo; infatti, in Colombia la maggior parte della popolazione indigena si trova nelle aree rurali o in zone indigene (resguardos). Il Paraguay è un caso speciale perché, nonostante sia un paese piccolo, mostra la percentuale più bassa di parlanti di spagnolo. La lingua più parlata in questo Stato è il GUARANÍ, una lingua appartenente alla famiglia tupí-guaraní, che viene parlato lungo tutto l’est del continente. Lo spagnolo dell’America del sud racchiude una grande varietà di lingue, oltre agli indigenismi; e ciò è dovuto alla straordinaria dimensione del territorio, alle fasi del processo di colonizzazione nel continente e alle frontiere naturali interne. Oltre alle grandi lingue indigene ed europee, in America del Sud esistono manifestazioni linguistiche interessanti; per esempio, in Uruguay la vicinanza tra spagnolo e portoghese ha portato alla nascita di una “mezcla”  FRONTERIZO COCOLICHE  mezcla italiano e spagnolo

3.6 Migrazioni e lingue straniere in Spagna e Ispan...


Similar Free PDFs