Linguistica Generale PDF

Title Linguistica Generale
Author Gloria Siciliano
Course Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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LINGUISTICA GENERALE La linguistica si occupa delle lingue e della comunicazione. La linguistica è una disciplina, uno studio, un insieme di ricerche sulle lingue. È fatta sui dati. Per capire come sono organizzate le lingue, bisogna avere un quadro di un po’ di lingue e sapere quali sono: le lingue solitamente citate sono quelle che hanno “prestigio”, cioè hanno visibilità, un riconoscimento sociale: - sono scritte - sono codificate in grammatiche e vocabolari - sono usate in ambito istituzionale e nella comunicazione pubblica MA: 1) molte lingue si usano per lo più nell’orale, in situazioni informali, e variano molto a seconda delle circostanze (non hanno una norma, ad esempio i dialetti) A volte non è semplice tracciare i confini tra una lingua e un’altra 2) ogni lingua – più o meno prestigiosa – è caratterizzata dalla variazione. La variazione è collegata a differenze socio-culturali e geografiche, alla distanza sociale tra gli interlocutori e ad altro ancora. Bisogna tener conto di tutto questo per descrivere i fenomeni linguistici. CLASSIFICAZIONI E VARIAZIONI; LANGUAGES IN CONTACT E LETTURA DELLA REALTÀ I contatti di lingue sono un dato rilevabile ovunque: nella storia, nella geografia e nella natura sociale delle lingue. Ma le lingue sono anche strumenti per classificare l’esperienza e rendere “leggibile” la realtà. Tutto questo rientra nel punto di vista descrittivo, il quale però lascia intravedere una spiegazione della lingua come attività che dà struttura a comunicazione dell’esperienza umana. SPAZI LINGUISTICI, FAMIGLIE, EGRUPPI DI LINGUE Lo spazio linguistico è un territorio molto ampio dove ci sono comunità e società che utilizzano le lingue (area linguistica)  si usa per non dire paese e nazione che sono delle costruzioni politiche, le lingue si attestano dove ci sono comunità che le usano

PRESENTAZIONE DELLE MAGGIORI LINGUE IN EUROPA, NELL’AFRICA MEDITERRANEA E IN ASIA  Le lingue sono raggruppate secondo il criterio di parentela, lingue che fanno parte della stessa famiglia. Il grado di somiglianza permette di ipotizzare caratteristiche originarie comuni  entro una famiglia, vi sono gruppi di lingue suddivisi in gruppi minori  gruppo e famiglia sono termini convenzionali -

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Altri studiosi mettono in evidenza che vi sono anche differenze e queste possono autorizzare ipotesi contrarie - cioè che le caratteristiche comuni sono acquisite, diffuse da qualche lingua ad altre. Quindi non sono caratteristiche originarie, ma acquisite. In generale, lingue – anche molto lontane per parentela o senza parentela – possono entrare in contatto. In questo modo lingue anche molto lontane assumono aspetti simili. L’inglese, ad esempio, ha acquisito molte parole dal francese.

Si citano lingue tuttora usate – tra queste si considerano le più note (lingue attestate – ci sono documenti - storicamente in spazi linguistici in Europa. La maggior parte delle lingue tuttora presenti in spazi linguisti sono della famiglia indeuropea. Altre sono della famiglia ugro-finnica. Altee sono della famiglia altaica (nome catena di monti che si trovane tra la Cina e la Russia e la Mongolia - monti Altai, Siberia per estendersi alla Cina odierna e alla Mongolia). Infine, vi è il basco e il maltese.  LINGUE INDEUROPEE – DIVISE IN GRUPPI Termine convenzionale perché i territori storici in cui sono documentate vanno dall’India all’Europa. Famiglia divisa in tanti gruppi:  spazio o area è un territorio storico di insediamento di un gruppo  spazi linguistici maggiori nell’Europa odierna (spazio linguistico è un’estensione che può sovrapporsi ad un’altra): - romanzo, insieme delle parlate che sono la continuazione di usare il latino in Europa. Le lingue che sono dette romanze hanno tante caratteristiche comuni e originarie, cioè il latino parlato. - germanico - slavo, il più grande come stensione (mezza Europa è slava, sembra che il centro dell’Europa sia in Boemia, repubblica ceca. Da quel punto verso Occidente c’è la stessa distanza che dal punto fino agli urali - catena di monti massima altitudine 1000m che dividono l’Europa dall’Asia)

ALTRI SPAZI:  Baltico  Celtico, rappresentato da poche lingue, per lo più nelle isole, cioè Gran Bretagna, Irlanda  Greco, gruppo autonomo  Albanese NEL CAUCASO E MEDIO ORIENTE:  Armeno  Iranico (Persia)  Indiano, considerato insieme come gruppo del gruppo indo iraniche (Pakistan e India) SPAZIO ROMANZO:  portoghese: lingua più consistente e rilevante di quanto sembri. Gran parte dei parlanti portoghesi sono fuori Europa.  galego (Galizia, a nord del Portogallo): a nord del portogallo c’è una lingua riconosciuta in Spagna, ossia il galego - non ufficiale del paese ma riconosciuta per la Galizia.  spagnolo (Spagna e paesi dell’America latina): lo spagnolo è castigliano.  catalano (Catalogna, Baleari, Valencia): lingua ufficiale della repubblica dell’Andorra.  francese (Francia, Vallonia, Svizzera romanda, Québec, ecc.): è un modello che è stata elaborato con grande lavoro e che ha fissato un riferimento per tutta la francofonia. Il francese è ufficiale, lingua della repubblica. La Francia ha inserito il francese come lingua della repubblica nella costituzione del 1993. È anche lingua della parte francese del Belgio (Vallonia) e si trova in un certo numero di cantoni della Svizzera francese. Il Québec è uno degli stati del Canada che è anglofono, mentre Québec è francofono (quello che resta della presenza francese nell’Almerica del nord). Anche l’Africa occidentale era una colonia della Francia.  provenzale (o occitano), franco-provenzale: quest’ultimo della Valle d’Aosta e della Savoia, anche Svizzera francese. Il provenzale è usato in alcuni piccoli centri del cuneese (confine con la Francia).  italiano (Italia, Canton Ticino): norma della lingua italiana, base fondamentale è fiorentina ma nel corso dei secoli è stata elaborata  sardo: grande quantità di dialetti  reto-romanzo (romancio del Canton Grigioni, ladino dolomitico – valli di Fassa, Gardena, Badia), friulano  romeno (Romania, Moldavia - moldavo): area romanza orientale.

ALTRE VARIETA’ ROMANZE: Il termine varietà viene dagli Americani per indicare lingue e tanti modi diversi di usare una lingua. Termine generico. La parola dialetto significa tante cose diverse, in Italia indica delle varietà locali che non sono per lo più scritte, sono ristrette a dei territori. LE LINGUE GERMANICHE:  germaniche settentrionali  germaniche orientali  germaniche occidentali LE LINGUE GERMANICHE SETTENTRIONALI (NORDICHE):  islandese: molto conservativa (gli islandesi hanno nome e no cognome, solo patronimico)  svedese  danese  feringio  norvegese: due varietà, il bokmal (la più diffusa) e il nynorsk  per le espressioni documentate nei testi più antichi (medievali) si usa il termine ”antico nordico” (anche “antico islandese”, in inglese Old Norse). LE LINGUE GERMAINCHE ORIENTALI:  sono lingue non più parlate né scritte (si dice “estinte”).  ii questo gruppo fa parte il gotico, la lingua germanica di più antica attestazione (IV secolo d.C.)  in gotico restano pochi documenti, in particolare vi sono parti del Nuovo Testamento, nella traduzione della Bibbia dal greco fatta dal vescovo Wulfila (IV secolo d.C.). LE LINGUE GERMANICHE OCCIDENTALI: sono tre lingue pluricentriche (più centri) – ciascuna ha più di una varietà “standard” (più di una norma):  inglese  tedesco  neerlandese  spagnolo  francese Varietà standard del neerlandese: olandese (Pesi Bassi) e fiammingo (standard neerlandese del Belgio)

ALTRE LINGUE GERMANICHE OCCIDENTALI:  lussemburghese: il Lussemburgo usa il francese (in politica), in tedesco (nei giornali) e il lussemburghese. C’è un’area linguistica che è il frisone (nord dei Paesi Bassi e della Germania: l’alsaziano (in Alsazia, regione della Francia)  yiddish: oggi limitato ad alcune comunità ebraiche della stretta osservanza (per lo più in Israele e a New York). È una varietà formatasi sui dialetti franconi della Germania. Tramontato per shoah e per il successo dell’ebraico moderno Vi sono parlate di gruppi minori:  francone (Germania centrale, Francia orientale, Fiandre, Olanda; anche il lussemburghese è di questo sottogruppo)  bavarese (Austria, Baviera meridionale, Italia)  alemanno (Svizzera, Germania del sud-ovest, l’alsaziano in Alsazia)

LE LINGUE BALTICHE:  lituano  lettone Hanno la varietà standard.  prussiano antico, estino nel XVII secolo. Il termine prussiano si usava per un territorio di lingua baltica. Prussia era il nome di un territorio che si chiama Exclav di Kaliningrad. Il nome Prussia venne usato anche per indicare un territorio della Germania. Ogni lingua è il risultato di una convergenza di diverse lingue parlate in quel territorio. Sono una continua rielaborazione di elementi che vengono da ogni parte. L’estone non è indoeuropeo. LE LINGUE SLAVE: Il gruppo che ha l’estensione territoriale maggiore è quello slavo. Gli salvo parlano lingue divise in tre sottogruppi:  lingue slave occidentali  lingue slave orientali  lingue slave meridionali Una radice slava presente in tutte le lingue è la radice iugo (sud). LINGUE SLAVE OCCIDENTALI Occidente è dove cala il sole.  polacco (Polonia)  ceco (Repubblica ceca, divisa in Boemia e Moravia)  slovacco (Slovacchia)  serbo-lusaziano (sorabo): attestata in Germania, a sud di Berlino dove si trova la Lusazia.  e altre lingue minori LINGUE SLAVE ORIENTALI  russo: arriva fino al Giappone e comprende la Siberia  Tra russo e polacco, vi è il bielorusso e l’ucraino (parlato in Ucraina occidentale, in quella orientale prevale il russo). In Ucraina vi sono altre lingue minori, come il rossino che è presente nei Carpazi, dalla Slovacchia all’Ucraina.

LINGUE SLAVE MERIDIONALI  bulgaro (Bulgaria)  sloveno (confini con l’Italia)  serbo-croato (lingua pluricentrica): serbo in Serbia, croato in Croazia, montenegrino in Montenegro. Il serbo fa riferimento al cristianesimo orientale, bizantino e il serbo è scritto con l’alfabeto cirillico. Il cristianesimo orientale è ortodosso (non riconoscono l’autorità del Papa). L’alfabeto cirillico è usato nella tradizione bizantina; l’alfabeto romano nella tradizione romana.  macedone  slavo ecclesiastico: sulla lingua bulgara antica (1200 anni fa), si è costruita la lingua dei testi sacri, della liturgia. Il mondo cristiano orientale bizantino ha lo slavo ecclesiastico. Ha una matrice prevalentemente antico-bulgara. LINGUE CELTICHE INSULARI: Gruppo delle lingue gaeliche o gruppo goidelico è rappresentato da alcune lingue diffuse nell’Irlanda, nell’Inghilterra, nella Scozia, nell’isola di Mann che aveva una varietà di gaelico.  irlandese  scozzese  mannese (o manx, estinto nel XX sec.) Gruppo brittonico:  gallese (Galles): è molto stabile  bretone: frutto di una emigrazione in Francia, nella Bretagna  cornico (estinto nel XVIII sec.) Le lingue celtiche erano diffuse su tutta l’Europa. LINGUE AUTONOMEE:  albanese: oggi ci sono due varietà, il ghego, nel nord dell’Albania, e il tosco, nel sud dell’Albania; vi sono comunità in Grecia (“arvaniti”) e in Italia meridionale (“arbaresh”).  greco: ha un grande rilievo nella storia della cultura e delle scienze in Europa. Una parte considerevole del lessico ha matici greche (soprattutto nelle scienze). È attestato in modo continuo da circa 3500 anni. È lingua ufficiale in Grecia e a Cipro.

 armeno: di grande importanza culturale ed economica fino all’inizio dell’800, fino all’arrivo dell’impero ottomano che dà vita ad un genocidio (il “grande male”). È attestato a partire dal V secolo d.C. nell’Anatolia, con le traduzioni dei testi sacri della Cristianità. Nella storia, gli armeni vivevano in quella parte che oggi è chiamata Turchia. Quel che resta oggi è l’armeno come lingua nella repubblica di Armenia, nel Caucaso. LINGUE INDO-IRANICHE:  lingue indiane (urdu e hindi, bengalese e molte altre lingue dell’India). L’urdo e l’hindi sono lingue pluricentriche. Il primo è del Pakistan ed è parlato da popolazione islamiche, l’hindi è parlato da popolazioni induiste.  lingue iraniche (farsi in Persia, dari in Afghanistan, pashto, curdo, tagico, osseto) Altre famiglie attestate in Europa sono:  FAMIGLIA UGRO-FINNICA che si può considerare all’interno delle lingue uraliche. È europea. Gruppo finnico:  balto-finnico (finnico, estone, ecc.)  saami (nome desueto, nell’uso comune “lappone”)  e poi altre lingue minori nella Russia europea, come il mari, komi, le lingue dei mordvini, ecc. Gruppo ugro:  magiaro (ungherese), mansi, khanti LINGUE ALTAICHE:  turco (turco e azero - quest’ultimo diffuso in Iran e in Azerbaigian - tataro e altre)  mongolo BASCO non ha legami con altre lingue oggi usate. MALTESE È una lingua semitica (da cui emerge la famiglia semitica); è uno sviluppo dell’arabo siculo del IX-X sec. Le lingue semitiche principali sono:  arabo, amarico  ebraico, aramaico Le lingue camitiche sono:

 egiziano: continuato nel copto (termine che significa egiziano; non più parlato)  tamazight (o berbero)

FAMIGLIA SEMITICA OGGI La sede da cui è partita è l’Arabia e la Siria e l’Iraq oggi. LINGUE SEMITICHE SETTENTRONALI  ebraico biblico fino a quando non vengono deportati da Babilonia (e l’ebraico moderno o ivrit, ufficiale in Israele dal 1948)  aramaico (oggi in Siria e Iraq) LINGUE SEMITICHE MERIDIONALI  arabo, lingua dei conquistatori, cioè di quelli che hanno portato l’islam in tutto il mondo. C’è l’arabo classico, la lingua del Corano e poi ci sono le molte varietà dell’arabo che si distinguono in base ai territori (ad es. arabo egiziano) LINGUE ETIOPICHE  amarico: lingua ufficiale dell’Etiopia, insieme al tigrino. Il copto indica le Chiese cristiane in Etiopia e in Egitto. LE LINGUE CAMITICHE sono diffuse in Africa settentrionale:  egiziano (la lingua delle iscrizioni geroglifiche) e il copto (estinto nel XII sec.) da cui viene la lingua liturgica della chiesa copta (in Egitto)  lingue berbere (tamazight), diffuse nella regione dell’Atlante, una catena montuosa dell’Africa. Sono diffuse dal Marocco fino alla Libia; riconosciute come lingua ufficiale in Marocco e in Algeria  lingue del gruppo cuscitico, diffuso in Etiopia (lingua oromo) e nel Corno d’Africa (lingua somala) LE LINGUE DELL’AFRICA SUB-SAHARIANA Sono di difficile classificazione. Un gruppo importante sono le lingue “bantu” in cui rientrano lo swahili e lo zulu. A sud, tra Namibia e Angola, vi sono le lingue khoisan. LE LINGUE SINO-AUSTRICHE

È un grande contenitore di tre famiglie – raggruppate insieme per convenzione; non sono affatto chiari i legami di parentela tra di loro:  sino-tai - cinese (a cantonese e altre lingue della Cina) - tai (nella Tailandia)  lingue tibetane e birmane  famiglia austrica o delle lingue austronesiane LINGUE AUSTRONESIANE La famiglia austrica o delle lingue autronesiane con: le lingue maleo-polinesiane (malgascio – in Madagascar – il malese, varie lingue dell’Indonesia; il tagalog, nelle Filippine; alcune parlate a Taiwan, ecc.) le lingue austro-asiatiche (le lingue munda, in India; il monkhmer, in Cambogia e il vietnamita). Molte altre lingue sono:  le lingue caucasiche, tra cui il georgiano  le lingue dravidiche, cin il tamil (in India e Sri Lanka)  le famiglie delle lingue d’America - a settentrione, le lingue eskimo-aleutine, con il kalaallisut, diffuso in Groenlandia - in America centrale, le lingue maya - in America meridionale, le lingue quechua VARIAZIONE (DIFFERENZA) LINGUA TETTO Termine che viene da uno studioso tedesco. Si ha presente solo la norma che è codificata, raccolta in vocaboli, è il modello di riferimento per redigere testi, soprattutto quelli che hanno un rilievo pubblico, ma anche molti testi orali. Possiamo mettere la norma in relazione con la varietà standard della lingua che è la norma. La varietà standard domina le altre varietà – è la varietà di riferimento. È “tetto” ed “ombrello” sotto cui sono poste le altre varietà. È il “tipo esemplare”, rappresenta “la lingua” di cui è scelta come standard. STANDARD E VARIAZIONE Una varietà standard è il modello di riferimento all’interno di una società e nelle istituzioni. Varietà: uno strumento di comunicazione verbale (lingua o dialetto). Negli atti concreti di comunicazione verbale si realizzano espressioni che possono allontanarsi dallo standard in misura più o meno grande, a seconda di vari fattori, come il grado di istituzione, l’ambiente sociale ecc. Nella realtà quotidiana, la lingua si manifesta nella variazione, si mostra in realizzazioni molto differenti per tante ragioni

VARIETA’ E VARIAZIONE Sono due modi di guardare la realtà. Variazione indica il modo in cui si mostra una lingua, si trovano espressioni differenti. Dai dati rilevati posso fare astrazione e considerare le caratteristiche comuni ai dati che permettono di delineare una “varietà” di lingua che è legata ai dati raccolti in un dato ambito (territorio, gruppo sociale, ecc.). VARIETA’, REPERTORIO Repertorio linguistico: inteso come il complesso delle risorse linguistiche accessibili a una comunità. Il repertorio è un insieme di strumenti. Permette di tener conto le comunità di parlanti che hanno più di una lingua. Tante società hanno dei repertori linguistici dove si trovano espressioni di ogni lingua. Le lingue prive di norma o a bassa intensità normativa si manifestano in modo molto vario, sul territorio e nella società. I dialetti d’Italia sono lingue a bassa intensità normativa, lingue poco standardizzate. Si manifestano nella variazione. Il termine repertorio è più ampio rispetto al termine lingua e vuol dire tutto ciò che è accessibile. GLI ASSI Per rappresentare la variazione, la differenza tra espressioni si pensa agli assi cartesiani. Sull’asse si mettono tante espressioni e si misura una differenza. Questi assi riguardano dei fattori (luogo, società). Le differenze di espressioni sono messe in rapporto a differenze di spazio, di gruppo sociale, ecc. La differenza si deve a delle ipotesi: variazione tra scritto e parlato  Asse diamesico: variazione attraverso il mezzo, variazione che è dovuta alla differenza di sostanza che vuol dire suono o caratteri scritti, cioè la differenza tra sostanza fonica e sostanza grafica. Se cambia la sostanza, cambia il testo, il discorso. Variazione sull’asse diamesico I motivi della variazione possono essere colti osservando alcune caratteristiche del parlato rispetto allo scritto:  il parlato non è pianificato (unplanned).  nel parlato è presente l’interlocutore. Il parlato per lo più è “in presenza”.  nel parlato, il tempo per la comunicazione è ridotto rispetto allo scritto che è fatto per la comunicazione “a distanza”.

 il parlato ha l’intonazione, il ritmo, l’intensità; lo scritto ha la sintassi. Di questo si tiene conto nello studio delle lingue perché sono aspetti che vengono affrontati quando conosciuta a fondo la struttura della lingua.  ASSE DIATOPICO Variazione attraverso il luogo. È la variazione più evidente. Può riguardare la variazione delle lingue locali, oppure la variazione della lingua italiana.  lingue locali d’Italia: In diatopia, possono essere riconosciute differenze tra espressioni di luoghi diversi, ma ci sono anche caratteristiche simili: koiné (comune), insieme generico di tratti condivisi dalle varietà locali di un’area. Lo studio delle variazioni è la sociolinguistica. Asse di variazione diatopico – l’italiano Per l’italiano, è possibile distinguere varietà di italiano regionale. È possibile distinguere una varietà di italiano settentrionale da altre varietà di italiano (la varietà “mediana” dell’Italia centrale, le varietà italiane meridionali, l’italiano di Sicilia, di Sardegna, ecc.). L’Italia settentrionale è poi una varietà generica – vi sono diverse caratteristiche marcate regionalmente. Non è toccato dalla variazione diatopica l’italiano di varietà standard.  ASSE DISTRATICO Sull’asse diastratico, si rilevano differenze di espressione dovute alla variazione dell’ambiente sociale. Ci sono due tipi di differenze:  italiano scorretto, quello popolare e caratterizza gli ambienti che non hanno lo standard.  gerghi In diastratia è possibile anche riconoscere forme gergali che connotano appartenenza a gruppi sociali o professionali più o meno delimitati.  ASSE DIAFASICO Diafasico indica il modo...


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