linguistica italiana prof ssa lucia bertolini ecampus risposte corrette domande aperte PDF

Title linguistica italiana prof ssa lucia bertolini ecampus risposte corrette domande aperte
Course Linguistica italiana
Institution Università telematica e-Campus
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DOMANDE E RISPOSTE LINGUISTICA ITALIANA BERTOLINI L....


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LINGUISTICA ITALIANA PROF.SSA LUCIA BERTOLINI - ECAMPUS, RISPOSTE CORRETTE DOMANDE APERTE Linguistica Università telematica e-Campus 41 pag.

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Lez .2 Lingua orale/lingua scritta, scritti di carattere pratico/scritti letterari La lingua orale possiede una spontaneità implicita per il fatto che viene verbalizzata. Essa attua la selezione e la combinazione con una coerenza inferiore alla lingua scritta, come dimostra la presenza di approssimazioni lessicali e sintattiche. La lingua scritta sottostà, invece, a un livello di pianificazione maggiore che rompe quel processo che abbiamo conosciuto fin dall’infanzia tra il pensiero e il suo farsi parola. Si definisce scritto di carattere pratico il testo che esaurisce la sua funzione nel momento e nel luogo della sua redazione e si rivolge ad uno o ad una pluralità. Nello scritto letterario il destinatario è sfuggente poichè l'emittente può, o meno, aver individuato un destinatario diretto o immaginare un destinatario più generico, ossia un pubblico. Nel testo letterario l'emittente non trasmette solo il contenuto, ma anche ciò che è dentro di sè o su di sè, ossia l'intenzione del suo autore. Illustrate il significato di deissi e presupposizione come segnali linguistici dell'oralità. Presupposizione e deissi sono procedimenti linguistici tipici del linguaggio orale. Possono essere usati nel linguaggio scritto ma in tipi di testo particolari (un testo narrativo ad esempio). La presupposizione è legata alla conoscenza dell’interlocutore. Conoscendolo profondamente sarà chiaramente implicita una serie di nozioni, che sono appunto presupposte e che non richiedono di essere spiegate. La deissi invece è L’insieme dei tratti linguistici che fanno appello alla situazione spezio temporale condivisa da emittente e destinatario del messaggio e si manifesta in relazione al tempi, con l’uso di avverbi come “qui, ora, adesso, dopo” e allo spazio (qui, li, laggiù) o alle persone implicate (io, tu, noi, loro). Indicare i tratti distintivi nell'opposizione lingua orale/lingua scritta. Partiamo dal presupposto che il linguaggio parlato si avvale solitamente di linguaggi non verbali, come quello mimico, gestuale o prossemico . Oltretutto il parlato fa costante riferimento alla presupposizione, ovvero quell’insieme di conoscenze comuni tra gli interlocutori che vengono date per sottintese e quindi non esplicitate di volta in volta. Altro strumento del parlato è l’uso della deissi, ovvero il riferimento al contesto rispetto al tempo, allo spazio e alle persone indicate. Nello scritto l’assenza di presupposizione e di deissi cambia le regole comunicative e impone un registro meno spontaneo, rispetto al parlato. Allo scritto manca , poi, quella possibilità di retroazione che il linguaggio può offrire. I testi analizzati dal punto di vista linguistico durante il corso sono testi scritti di carattere letterario: in che modo questa scelta condiziona l'analisi linguistica? testi scritti di carattere letterario in prosa dal Duecento alla prima metà dell’Ottocento analizzati dal punto di vista linguistico durante il corso rientrano in un’ ampia tipologia di testi che inseguiremo lungo l’asse diacronico. Quanto più i testi saranno recenti tanto più avanzeranno lungo l’evoluzione storica della lingua e della letteratura italiana, cioè quanto più la tradizione prenderà corpo e autonomia nazionale, i condizionamenti letterari si faranno più forti tanto da avere riflessi specifici su registri e scelte ormai non più imputabili esclusivamente all’autonoma scelta dell’autore, perché sempre più condizionata dal ‘genere’ letterario e dal canone di testi che in quel ‘genere’ sono stati redatti fino ad allora. La scelta ti analizzare testi di carattere letterario ci consente di verificare come lo scrittore abbia voluto trasmetterci la propria intenzione. L’analisi dei testi in prosa ci permette di lavorare sugli aspetti stilistici di ogni caso analizzato, usufruendo di termini di paragone coerenti cronologicamente e caratterizzate del punto di vista diafasico. Lez 3 Definite e contestualizzate i livelli di analisi diafasico, diamesico, diastratico, diatopico Eugenio Coseriu elaborò negli anni settanta la “teoria della variazione”, con lo scopo di inaugurare un nuovo metodo analitico che concepisse la lingua come un sistema mobile e in continua evoluzione. Egli introdusse le seguenti nomenclature per indicare i differenti assi della variazione linguistica :DIAMESICO (introdotto da Mioni): riguarda il mezzo impiegato all’interno della Document shared on www.docsity.com Downloaded by: annaparrella ([email protected])

comunicazione (canale visivo-grafico o fonico-acustico);DIASTRATICO: riguarda le variabili di tipo sociale, legate alla stratificazione in classi sociali; DIATOPICO: riguarda le variazioni nello spazio (da topos) DIAFASICO: riguarda la situazione comunicativa, la relazione di ruolo tra gli interlocutori, l’argomento della conversazione e tutto il contesto globale o particolare in cui la comunicazione avviene Illustrate in termini oppositivi i livelli diafasico e diastratico Sul piano dell’asse diafasico si prendono in considerazione: la situazione comunicativa, la funzione del messaggio, il contesto in cui si verifica l’interazione linguistica. L’asse diastratico invece è inerente alla lingua selezionata in base al contesto sociale, ovvero include variabili legate alla stratificazione sociale. La dimensione diafasica è, in una certa misura, indipendente dalla condizione sociale ma si è registrato uno stretto legame tra le variazioni tra gruppi di parlanti e quelle interne al modo di parlare del singolo individuo. Dalle ricerche effettuate, col modello laboviano, è emerso che molte variabili diastraticamente significative son altrettanto significative sul piano della variazione diafasica, ad esempio le varianti utilizzate dai gruppi che si collocano più in basso nella scala sociale sono anche quelle più usate nelle situazioni di minore formalità e, viceversa, le varianti più vicine allo standard sono usate in situazioni di più alta formalità. Tali variazioni sono risultate non solo parallele ma derivate l’una dall’altra. Livelli di analisi linguistica (assi di variazione) nella teoria di Coseriu Per Coseriu un qualunque messaggio linguistico è sempre prodotto in una determinata varietà di lingua e ha una sua collocazione in ognuna di queste dimensioni. l’asse di variazione diafasico indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto. L’asse di variazione diamesico indica la variazione della lingua condizionata dal mezzo di trasmissione del messaggio ed è stato introdotto da Mioni negli anni 80. L’asse di variazione diatopico riguarda la variazione nello spazio della lingua. L’asse di variazione diastratico riguarda la scelta della lingua, condizionata dall’appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali. Illustrate le dicotomie saussuriane: sincronia / diacronia, asse paradigmatico / asse sintagmatico. Ferdinand De Sassaure è il teorico della dicotomia tra asse paradigmatico (della selezione) e asse sintagmatico (della combinazione). Il parlante o lo scrivente sceglie dall’asse verticale, quello paradigmatico, da cui trae elementi linguistici che tra di loro tessono un rapporto associativo, come i nomi e i verbi. In un secondo processo il parlante li dispone in sequenza logica sull’asse sintagmatico, quello orizzontale, secondo un criterio condizionato dalle scelte adottate. La natura del rapporto tra gli interlocutori può essere di sincronia (cioè di contemporaneità),di isotopia (ovvero condivisione dello stesso spazio), oppure si sincronia e isotopia congiunte. La natura sincronica prescinde dal fatto e dal tempo e analizza la lingua nel suo funzionamento. La natura diacronica invece si occupa dell’evoluzione della lingua nel tempo, sulla base di un asse temporale. Elencare e descrivere i livelli di analisi linguistica utilizzati nella teoria variazionistica di Coseriu Negli anni 70 Eugenio Coseriu elabora la teoria variazionistica in cui si propone di analizzare la lingua nei suoi aspetti di mobilità, di divenire. Ferdinand De Sassaure aveva proposto un modello diacronico contrapposto a quello sincronico e proprio su questo modello Coseriu propone i differenti assi della variazione linguistica (asse diatopico, diafasico e diastratico) Diafasico: riguarda le classi di varietà della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto globale o particolare; diatopico: riguarda la variazione nello spazio della lingua; diastratico: riguarda le varietà della lingua da variabili di tipo sociale o legate a stratificazioni in classi o gruppi sociali.

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LEZ 4. Lingua e stile: quali dinamiche intercorrono in via generale fra questi due concetti? La lingua di un autore è un atto linguistico concreto che pone in atto l’astrattezza del repertorio. Lo scrittore è, tuttavia, inserito in un sistema all’interno del quale opera scelte non necessariamente coincidenti con quelle che opera per gli atti linguistici orali o per gli scritti di carattere pratico. L’inserimento in una tradizione letteraria e in un certo genere, attiva, l’esperienza di altri autori rendendola disponibile per gesti di adesione o di rifiuto. L’autore potrà attingere al repertorio della lingua o dello standard in modo inconsueto rispetto all’uso quotidiano che ne fanno i parlanti. Quest’uso particolare che l’autore fa della lingua è detto stile. Lo stile è il risultato di una serie di scelte compiute dall’autore nei confronti della lingua Lo stile non può essere definito senza il concetto di lingua, se non alla luce della lingua “normale”, alla quale lo stile si adegua o si distanzia, Proponete una definizione di stile e tracciate in sintesi l'evoluzione del concetto Lo stile è una "differenza", uno "scarto" della norma, ma è anche aggiunta di tratti stilistici e "connotazione" all'interno di un contesto linguistico o una situazione comunicativa. per spiegare il concetto di stile è necessario ricorrere alla tradizione novecentesca della stilistica e Saussure con la sua opposizione langue/parole. Per Saussure il linguaggio è un atto di fonazione individuale,(parole) che per funzionare efficacemente deve essere condiviso (langue). la langue è il repertorio di una lingua (che saussure chiama dizionario) e può essere astratto o virtuale. a questo repertorio il parlante attinge mediante un atto concreto di parole che è un atto linguistico, ovvero un passaggio dalla virtualità alla realtà, dalla potenza all'atto del repertorio. La parola stile risale al 200 ma se ne inizia a fare un uso più frequente dal 300 in poi. I momenti in cui l’uso è più marcato sono il 500 e l’800. Nel 500 ritiene Esso doveva adeguarsi alla materia trattata. Durante il periodo neoclassico, torna in auge l’imitazione dell’arteclassica ma inizia a formarsi una diversa idea di stile più individuale che trova la sua massima espressione nell’800 con Foscolo che rivendica l’unicità di ogni personalità e dice che non è possibile insegnare lo stile tramite i modelli. Oggi crediamo che la maggiore o minore fortuna di un autore possa fare in modo che altri autori lo abbraccino fino a trasformare lo stile da un fatto privato ad un fatto collettivo, ciò ci consente di integrare al significato moderno, ottocentesco Sintassi e stile: illustrarne il rapporto all'interno di uno dei testi analizzati durante il corso. Con il termine stile si intende lo scarto con cui un autore utilizza in maniera personale lo strumento sociale della lingua. è un uso particolare da parte dell'autore ed è per lo più ricercato, individuale, con l'introduzione consapevole di elementi e definibile per via di comparazione come uno scarto, una selezione dello scrivente o parlante tra una varietà linguistica. La sintassi è uno degli elementi imprescindibile dello stile. Per definire lo stile è necessario conoscere la sintassi, i vocaboli della lingua, il lessico. La sintassi si occupa della combinazione di parole in frasi o della struttura delle frasi stesse.Tramite un'analisi sintattica è possibile identificare le novità stilistiche, nelle forme diverse dall'usuale, nei costrutti arcaici, dialettali, stranieri o ripresi dalla lingua viva. Stile: storia di una parola La parola stile risale al 200 ma se ne inizia a fare un uso più frequente dal 300 in poi. I momenti in cui l’uso è più marcato sono il 500 e l’800. In epoca latina lo stile consisteva nell’elocutio, comprendendo l’insieme dei tratti formali che si possono attribuire ad una corrente artistica o a un singolo individuo. Nel periodo medievale nasce e si diffonde l’idea che lo stile debba adeguarsi alla materia trattata e si costituisce una vera e propria gerarchia tra gli stili. Nel 500 il Tasso ritiene lo stile espressione letteraria più adatta in conformità agli argomenti trattati nel rispetto della tradizione retorica classica. Durante il periodo neoclassico inizia a formarsi una diversa idea di stile più individuale che trova la sua massima espressione nell’800 con il Romanticismo a cui è associata la moderna concezione di stile. Foscolo rivendica l’unicità di ogni personalità e dice che non è possibile insegnare lo stile tramite i modelli. Oggi crediamo che la maggiore o minore fortuna di un autore possa fare in modo che altri autori lo abbraccino fino a trasformare lo stile da un fatto Document shared on www.docsity.com Downloaded by: annaparrella ([email protected])

privato ad un fatto collettivo, ciò ci consente di integrare al significato moderno, ottocentesco (stile come fattoprivato) a quello antico (stile inteso come insieme di tratti condivisi) Inserite il concetto di stile all'interno della dicotomia saussuriana fra langue e parole Per Ferdinand de Saussure con langue si deve intendere il ‘repertorio’ (fonetico, morfologico, sintattico,lessicale; insomma le possibilità intere) di una lingua in certa parte astratto o virtuale; a questo repertorio attinge ogni parlante con il proprio concreto atto di parole, che sarà dunque da intendere come atto linguistico che traduce in atto la potenzialità del repertorio, la virtualità in realtà. La lingua di un autore è anch’essa un atto di parole. L’autore come ogni altro parlante si inserisce nella dicotomia tra standard e idioletto, fra adesione alla lingua d’uso ed elaborazione di un linguaggio personale. Lo stile di un autore può essere considerato il risultato di un processo di selezione (inclusione o esclusione di forme) all’interno della varietà linguistica che gli è propria e in base al registro adottato. Lez 7 La stilistica descrittiva di Charles Bally e la stilistica genetica di Karl Vossler. La stilistica di Bally è di carattere psicologico e sociologico e ha come oggetto la lingua comune e non quella letteraria. Per Bally la lingua è un mezzo, che non veicola solo la razionalità dell’uomo, ma comunica stati emotivi ed espressivi. Bally distingueva tra la lingua come istinto sociale (langue) e come espressione individuale (parole) ed il suo concetto di stilistica era rivolto a caratterizzare le scelte stilistiche e gli aspetti affettivi che la lingua collettiva è capace di offrire all'individuo. Karl Vossler, si interessò non ad una lingua parlata ma ad una lingua scritta e di carattere letterario. Egli riteneva che dalle caratteristiche di un’ espressione linguistica di un’ autore il critico potesse risalire alla sua genesi spirituale Illustrate la posizione teorica e il metodo stilistico di Leo Spitzer. Spitzer legherà l’una all’altra la stilistica interpretativa e la stilistica descrittiva . Sosteneva che la lettura di un testo metteva in rilievo nella lingua del testo e del suo autore un elemento caratterizzante che lo rendeva singolare e che doveva essere interpretato; questa interpretazione era definita etimo spirituale. Questa indagine richiede un'estrema attenzione alle indicazioni più latenti e minuziose del testo, che si possono cogliere soltanto con uno strenuo esercizio di lettura Illustrate i momenti e le figure principali della nascita della stilistica la nascita della stilistica come disciplina autonoma è da tracciare tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. A mettere sotto attacco la visione meccanicistica e organicista della linguistica ottocentesca furono, sul versante linguistico la nuova linguistica di Ferdinand de Saussure, sul versante filosofico l’idealismo crociano. Di Saussure fu allievo Charles Bally che elabora la stilistica descrittiva; Per Bally la lingua è un mezzo, che non veicola solo la razionalità dell’uomo, ma comunica stati emotivi ed espressivi Un altro linguista, Von Humbolt distingueva tra una forma esteriore della lingua ed una interiore dal suo pensiero e dalla filosofia di Croce nasce la stilistica genetica, di Karl Vossler secondo la quale dalle caratteristiche dello stile è possibile risalire alla genesi spirituale di un autore. Tale pensiero fu ripreso e sistematizzato da Leo Spitzer, il quale afferma che compito del critico è quello di individuare l’etimo spirituale di un autore. LEZ 9 Chiarire la differenza fra fonetica e fonologia, il significato rispettivo di fono e fonema, indicando almeno cinque coppie minime dell' italiano. La fonetica si occupa dell'aspetto fisico dei suoni è la branca della linguistica che studia la produzione e la percezione dei suoni linguistici; l'unità di studio della fonetica è quindi il fono. La fonologia si occupa dell'aspetto astratto dei suoni e la sua unità di studio è il fonema. La fonologia si occupa di stabilire quali sono i fonemi in una data lingua, ovvero quali sono i suoni cui corrisponde una differenza di significato (nella parola) fonema è dunque il segmento fonico con valore distintivo di significato coppieminime:scena/scema,topo/tomo,varo/faro,pacco/pecco. Allofoni: sono varianti combinatorie di un fonema Document shared on www.docsity.com Downloaded by: annaparrella ([email protected])

Illustrate ed esemplificate i seguenti fenomeni fonetici: a) chiusura delle vocali toniche in iato; b) evoluzione della labiovelare sorda latina. La chiusura delle vocali toniche in iato segue la regola in virtù della quale la -e- e la -o- toniche davanti ad un'altra vocale appartenente ad altra sillaba si sono chiuse in i ed u, dando luogo a forme come mio, tuo, suo, Dio. La labiovelare sorda iniziale di una parola si conserva davanti ad A, altrimenti si riduce perdendo l'elemento labiale e riducendosi alla velare k se davanti a vocale diversa da -a- ( a parte i casi di conservazione per latinismo): lictus (da linquo) Descrivete le condizioni in cui avviene il dittongamento toscano Nel fiorentino il vocalismo tonico del latino volgare ha avuto sviluppi che si sono poi trasmessi alla lingua italiana come nel caso del dittongamento toscano, impropriamente chiamato dittongamento spontaneo, per cui le vocali e aperta e o aperta toniche, quando si trovano in sillaba aperta danno luogo ai due dittonghi ascendenti /jɛ/ e/wɔ/ (PE-DEM>pjɛ-dem). Si realizzava dittongo negli aggettivi e nei derivati alterati (nuovo-novissimo). Esso non si realizza nei cultismi, in alcuni proparossitoni e nelle parole con o aperta derivata dal dittongo AU Descrivete il fenomeno dell'anafonesi L’anafonesi distingue il fiorentino e l’italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. Trattasi di un fenomeno fonetico di innalzamento della e chiusa e della o chiusa rispettivamente in i e u in particolari contesti fonetici :la e e la o chiusa mutano in i e u in contesto fonetico palatale e la e chiusa muta in i in un contesto fonetico velare. Vinco> venco >vinco Illustrare ed esemplificate a scelta uno dei seguenti fenomeni fonetici attinenti al vocalismo: a) chiusura delle vocali in iato; b) chiusura delle vocali protoniche; c) riduzione dei dittonghi discendenti. CHIUSURA DELLE VOCALI TONICHE IN IATO Lo iato consiste in un gruppo di due vocali consecutive pronunciate in modo distinto e appartenenti a due sillabe diverse, è il contrario del dittongo. La chiusura delle vocali toniche in iato segue la regola in virtù della quale la -e- e la -o- toniche davanti ad un'altra vocale appartenente ad altra sillaba si sono chiuse in i ed u, dando luogo a form...


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