Macbeth - Riassunto Letteratura Inglese I PDF

Title Macbeth - Riassunto Letteratura Inglese I
Author Alessia Renda
Course Letteratura Inglese I
Institution Università degli Studi di Parma
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Summary

Riassunti da cui poter studiare per l'esame di Letteratura Inglese 1...


Description

MACBETH

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Tragedia in 5 atti, la più breve di Shakespeare, ma il suo lavoro più complesso e sfaccettato. Scritta e messa per la prima volta in scena 1606 Pubblicata nel 1623 Ambientazione: Regno di Scozia dell’11° secolo (perché in quel periodo il reJames I, che era scozzese e che nel 1603 unificò i due regni) Il dramma è incentrato sull’eccessiva ambizione e sete di potere, anche attraverso la violenza. Animi dei personaggioscuri e tormentati da insonnia e incubi; vi è quindi un’oscurità inteoriore, che tra l’altro il personaggio non riesce a tenere sotto controllo. Macbethinizialmente è dubbioso sul commettere un omicidio, ma dopo il primo crimine, intraprende ulteriori ferocità più facilmente. In defnitiva però, non è in grado di sopportare le conseguenze psichiche delle sue atrocità. Lady Macbethinvece spinge il marito a commettere dei crimini, è una donna profondamente ambiziosa con una grande sete di potere. Tuttavia, dopo l’inizio dello spargimento di sangue, cade vittima della colpa e della pazzia in misura maggiore di suo marito (in una famosa scena, Lady Macbeth cammina nel sonno e prova a lavare via l'immaginaria macchia di sangue dalle sue mani), tant’è che la sua coscienza la porterà a suicidarsi. Tre streghedonne, ma rappresentate con la barba; sono esseri ibridi associati alla mascolinità. Questo aspetto le lega alla forza e oscurità di Lady Macbeth. Le loro profezie spingono Macbeth ad uccidere prima Duncan, ad ordinare poi l’uccisione di Banquo e suo figlio e a credere ciecamente nella sua immortalità. Il soprannaturale è presente con apparizioni di spettri, fantasmi, che rappresentano le colpe e le angosce dell'animo umano. TRAMA: La narrazione si apre durante una furiosa tempesta di lampi e tuoni. -Macbeth, signore di Glamis, e Banquo, signore scozzese anch’esso, sono due generali di re Duncan di Scozia, che hanno appena sconfitto in battaglia l’usurpatore Macdonwald, che, con il signore di Cawdor, tradendo il re, si era messo a capo degli eserciti di Irlanda e Norvegia. Mentre sono di ritorno dal campo di battaglia, quando incontrano tre streghe che predicono loro il futuro; si rivolgono prevalentemente a Macbeth: La prima lo saluta come Barone di Glamis, la seconda come Barone di Cawdor, e la terza gli preannuncia che diverrà re. Le streghe prevedono poi che Banquo sarà progenitore di una stirpe di re. Macbeth, per il valore dimostrato sul campo di battaglia, scopre di essere stato nominato signore di Cawdor e collega l’accaduto al destino preannunciato dalle streghe: la prima profezia si è subito avverata. Informa la moglie, la perfida Lady Macbeth, di quanto accaduto.

-A seguito della vittoria, Macbeth e Banquo sono ricevuti da re Duncan, che dopo averli accolti con tutti gli onori, li informa della decisione di nominare suo figlio maggiore Malcolm come erede della corona. Per Macbeth è un colpo duro: l’erede rappresenta un ostacolo sulla strada del realizzarsi della profezia. Lady Macbeth, saputa la notizia, escogita un piano per ucciderlo e assicurare il trono di Scozia al marito. Macbeth inizialmente è reticente ma, succube della moglie, decide di commettere il delitto. Dopo il suo assenso, Macbeth ha un’allucinazione in cui compare un pugnale insanguinato. Il piano però viene messo in atto: vengono fatte ubriacare le guardie della stanza di Duncan e quest’ultimo viene assassinato da Macbeth. L'uomo però subisce un crollo psicologico per aver commesso l’omicidio perciò Lady Macbeth prende il controllo della situazione e lascia dei pugnali insanguinati accanto alle guardie prive di sensi, per far ricadere la colpa su di loro. Il mattino dopo arrivano Lennox e MacDuff, baroni scozzesi, e Macbeth li conduce nella stanza del re dove MacDuff scopre il cadavere di Duncan. In un simulato attacco di rabbia, Macbeth uccide le tre guardie prima che queste possano dichiararsi innocenti. -Dopo essere venuti a conoscenza della morte del re, l’erede al trono Malcolm e il fratello minore Donalbain, temendo per la propria incolumità, fuggono rispettivamente in Inghilterra e in Irlanda, ma così facendo i sospetti per l’omicidio del padre ricadono su loro due. MacDuff nutre dei sospetti sul conto di Macbeth, che sale al trono come re di Scozia. Macbeth non è comunque tranquillo; le streghe hanno predetto che è Banquo colui che genererà una stirpe reale. Ha in mente di eliminarlo: lo invita a un banchetto reale ma viene a sapere che Banquo e il giovane figlio, Fleance usciranno per una cavalcata quella sera stessa, così ingaggia due sicari per ucciderli. Banquo muore nell’imboscata, mentre Fleance si dà alla fuga. Macbeth va su tutte le furie quando viene a conoscenza che l’erede del vecchio compagno di battaglie è ancora vivo. Si reca comunque al banchetto dove, a tavola, gli appare il fantasma di Banquo, che solo lui può vedere. Il suo equilibrio psichico, già precario, non regge la paura e così perde il controllo e si accanisce contro un fantasma che nessuno può vedere. Tutti gli ospiti lo guardano come se fosse impazzito. Lady Macbeth spiega quindi ai presenti che il marito è gravemente malato e congeda tutti partecipanti al banchetto. -Macbeth è assolutamente sconvolto e decide di recarsi nuovamente dalle streghe. Le tre donne lo mettono al corrente di altrettante profezie tremende: nella prima, la testa decapitata di un cavaliere lo mette in guardia da Macduff; nella seconda, un bambino insanguinato gli assicura che non potrà essere ucciso da alcun uomo nato da una donna; nella terza, un fanciullo che stringe in mano un albero gli spiega che egli cadrà quando la foresta di Birnam si sposterà al castello di Dunsinane. A Macbeth sembrano profezie campate in aria e improbabili, perciò si sente rassicurato. Non pago e per rasserenarsi ulteriormente, decide di eliminare Macduff, che però è fuggito in Inghilterra, dove ora appoggia Malcolm per spodestarlo, e, quindi, finisce col massacrare la moglie e i figli del rivale. Dopo questi omicidi, anche Lady Macbeth comincia a vacillare e a sentire il peso di tanti crimini al punto da decidere di togliersi la vita. Famosa è la scena in cui, sonnambula, cerca ossessivamente di lavar via il sangue dei delitti dalle proprie mani. Macbeth si reca al castello di Dunsinane, dove lo raggiunge la notizia del suicidio di Lady Macbeth. Il protagonista è in uno stato di sconforto, come emerge dal suo famoso monologo ("Domani e domani e domani") sulla vita dell’uomo. Nel frattempo Macduff, desideroso di

vendetta, e Malcolm, che ha radunato un esercito supportato anche dai nobili scozzesi, muovono guerra a Macbeth, che ormai è considerato un vero e proprio tiranno. Le truppe di Malcolm si accampano nella foresta di Birnam. Come le streghe avevano predetto, la foresta di Birnam si sta muovendo contro Macbeth! Nella battaglia, le forze di Malcolm stanno soverchiando i rivali, e così si giunge allo scontro finale tra Macduff e Macbeth. Quest’ultimo sa che non può essere vinto o ucciso, perché secondo l’oracolo delle streghe nessun “nato da donna” potrà sconfiggerlo. Macduff però gli rivela di essere nato da un parto cesareo. Macbeth è spacciato: viene sconfitto e decapitato da Macduff, che ristabilisce l’ordine e fa salire sul trono Malcolm. I futuri sovrani di Scozia – come previsto dalla profezia delle streghe – saranno la discendenza di Fleance, figlio di Banquo. Anche se Malcolm, e non Fleance, salí al trono, la profezia delle streghe riguardante Banquo fu ritenuta veritiera dal pubblico di Shakespeare, che riteneva che re Giacomo I fosse diretto discendente di Banquo.

Cos’è il sonetto? Sonetto=componimento di 14 versi suddivisi in vario modo. 3 principali: 1) Sonetto petrarchesco: 1 ottava e 1 sestina con una volta tra le due strofe=due pensieri o sviluppo di un pensiero 2) Sonetto spenseriano: 3 quartine e un distico – 3 pensieri e una conclusione 3) Sonetto shakespeariano: 3 quartine e un distico finale – idem Sonetto elisabettiano/shakespeariano: introdotto da Wyatt e Howard in Inghilterra e ispirato al modello petrarchesco, poi modificato. Tra i compositori inglesi più importanti: Shakespeare, Sidney, Spenser

SONNETS (1609) SONETTI SHAKESPEARIANI Canzoniere di 154 sonetti: - “Fair youth” (1-126)=amore che nobilita - “Dark Lady” (127-152)=passione che consuma e, talvolta, degrada - Illustrazioni di emblemi sulla figura di Cupido (153-154) • • •

Destinatario dei sonetti in 2 persona e non in 3. Tratta del “bel giovine” non la “bella dama” ma stesse caratteristiche Riguardo al bel giovine, lo scopo del poeta non è sedurlo o conquistarlo, ma convincerlo a sposarsi e riprodursi.

Suddivisione: Dall’1 al 17 “the invitation to marry”; l’invito al fair youth a sposarsi e procreare, slavando così la bellezza dalla distruzione del tempo (s. 15) Sonetti sul passaggio del tempo in cui il tempo è il 4° personaggio Sonetto 18tema dell’immortalità conferita non dalla discendenza ma dalla poesia Sonetti sul presunto amore tra la donna e il giovane In generale, vi è una distinzione tra - amore platonico, romantico (quello rivolto dal poeta all’amico) - amore sessuale (quello che lega l’uomo alla donna)

Tutti i sonetti sono indirizzati a due persone: un giovane uomo e una donna, che rappresenta lo stereotipo di donna con carattere forte, cosiddetta “Dark Lady”. SONETTO 18 -indirizzato al giovane uomo -ricco di figure retoriche -uso di un linguaggio che attira l’attenzione Il tema centrale è il tempo e l’auspicio e la ricerca dell’immortalità espressi nei sonetti precedenti attraverso l’invito alla procreazione, qui sono associati alla poesia. L’idea centrale di Shakespeare è infatti che tutto muta e che ogni bellezza è destinata a svanire, ma non quella del giovane a cui il sonetto è dedicato, poiché egli vivrà in eterno nei versi immortali del poeta. Dunque, viene fermato un periodo di tempoestateche metaforicamente sarebbe proprio la giovinezza dell’amico, ovvero il momento migliore della vita. SONETTO 130 Nelle 3 quartine si descrivono le qualità negative della donna amata, nel distico invece il poeta dichiara di amarla per la sua originalità. Il confronto è tutto tra la donna petrarchesca e la dark lady in maniera polemica e ironica. Sebbene all’inizio sembra risolversi tutto in favore della donna del Petrarca, si conclude con l’abbandono del modello petrarchesco, poiché è meglio una donna normale ma vera che una donna ideale, ma che in realtà non esiste. SONETTO 144 -Riunisce i due principali protagonisti: il giovane e la Dark Lady. -Sono indicati nel sonetto come uomo giusto e una donna di colore malata, e una sorta di battaglia del bene contro il male va avanti nell’animo del poeta. -Esplora la relazione tra 3 persone: una buona, una cattiva e una in mezzo. Mentre il sonetto avanza, l’oratore è lacerato gradualmente e tormentato perché la donna (lo spirito peggiore) sta tentando l’uomo (l’angelo migliore), lontano da lui. Come sta facendo? Lui sospetta che stiano facendo sesso, ma lei non ne è del tutto sicura. Lui sarà sicuro solo quando la relazione sarà finita e lei cederà.

Prima di allora le compagnie teatrali erano prive di fondi e quindi per potersi esibire andavano alla ricerca di persone ricche, re, principi, si mettevano al loro servizio e venivano finanziati da questi ultimi. Non vi erano veri e propri teatri.

TEATRO ELISABETTIANO Successivamente, con la creazione del teatro di Shakespeare “The Globe”, le compagnie teatrali iniziano ad esibirsi per conto proprio. Shakespeare era sia attore, sia imprenditore (in quanto era uno dei proprietari del Globe theatre), sia autore (in quanto drammaturgo); egli aveva quindi un triplice interesse. Nel teatro elisabettiano vi è un singolo attore-personaggio che con i gesti, le battute, il costume e il trucco, raffigura al pubblico luogo, tempo e contesto sociale. CARATTERISTICHE: La prima caratteristica del teatro elisabettiano è la sua apertura. Vi era un palcoscenico aperto e privo di ostacoli alla vista, quali gli oggetti scenici; gli unici oggetti fissi della scena erano il fondo di quest’ultima ornato di pitture, all’interno del quale si aprivano le due porte di ingresso-uscita, e i due pilastri di legno, dipinti per assomigliare a colonne romane di marmo, che sostenevano il tetto sovrastante il palco. La seconda caratteristica è quella della multidimensionalità, che riguarda l’articolazione dello spazio. Il palco era molto ampio, più dei teatri moderni, poiché doveva poter ospitare tutti gli attori della compagnia (fra i 14 e i 18). Tale ampiezza permetteva di moltiplicare l’azione orizzontalmente, creando effetti di simultaneità e di contrapposizione. I plays elisabettiani non venivano divisi in atti o scene, la cosa che segnava la fine di una scena e l’inizio di un’altra era l’avvicendarsi degli attori compresenti sulla scena. I due attori o gruppi di attori – quello entrante e quello uscente – dovevano essere invisibili gli uni agli altri. Altrettanto importante è la dimensione verticale della scena, creata grazie all’esistenza di tre aree di recitazione, sotto il palco, sopra il palco e sul palco stesso. La zona del sottopalco era battezzata dagli attori elisabettiani come hell, inferno, mentre il soffitto sovrastante il palco, ricco di dipinti di costellazioni, veniva chiamato heaven. La terza caratteristica del teatro elisabettiano è la fluidità, che riguarda il rapporto tra scena e platea, tra attore e spettatore. Il palco era dotato oltre che di una grande ampiezza, anche di una grande profondità, grazie alla quale l’attore poteva stabilire rapporti di notevole vicinanza col pubblico, ponendosi all’estremità anteriore della scena, creando un rapporto di intimità e complicità. Certamente tale legame istituito col pubblico, ha influito molto sul successo della drammaturgia shakespeariana. L’attore doveva inoltre spostarsi sull’ampia scena per poter catturare l’attenzione di tutti, anzi sarebbe stato inopportuno indirizzarsi prevalentemente agli spettatori più vicini al bordo del palco, dal momento che questi rappresentavano la parte meno abbiente e socialmente meno elevata del pubblico. Coloro delle classi più elevate stavano in posizioni diverse rispetto alla platea moderna, ossia nelle gallerie o addirittura dietro il palco, nell’upper stage o balcone posto sopra il fondo della scena. Shakespeare aveva una straordinaria capacità come drammaturgo...


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