Macroeconomia riassunti esami Lino Sau PDF

Title Macroeconomia riassunti esami Lino Sau
Author Sara Felletti
Course Macroeconomia
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

Riassunto integrante appunti presi a lezione, slides e libro "Macroeconomia".
Università di scienze della comunicazione, Torino, a.s. 2017/2018...


Description

MACROECONOMIA (professor Sau)

ECONOMIA POLITICA : L’economia politica può essere suddivisa in -

Microeconomia (comportamento dei singoli consumatori)

-

Macroeconomia (comportamento a livello globale)  essa è una scienza sociale non neutrale che utilizza la matematica e la statistica con l’obbiettivo di spingere al ragionamento (senza però indottrinare).

LA FILOSOFIA MORALE : L’economia politica deriva dalla FILOSOFIA MORALE, nata con con Adam Smith. -

Adam Smith (Scozia, padre del liberismo economico) pubblica nel 1776 un libro intitolato “La ricchezza delle nazioni” nel quale afferma che:  “L’azione di una miriade di soggetti (consumatori e produttori), ognuno dei quali guidato dalla massimizzazione dell’utilità in quanto consumatore ed alla massimizzazione del profitto in quanto produttore, porta al raggiungimento del benessere sociale” [individualismo porta al benessere sociale.]

-

Adam Smith pubblica però un secondo testo, “Teoria dei sentimenti morali ” nel quale, paradossalmente, afferma l’idea di altruismo. In questo libro Smith introduce la METAFORA DELLA MANO INVISIBILE:  “Se l’azione di questi consumatori e produttori porta al raggiungimento del benessere sociale, si può affermare che il sistema economico si muove come se fosse guidato da una mano invisibile che lo spinge all’ottimo sociale.”

LAISSEZ FAIRE : Il “Laissez faire” è la strategia secondo la quale sarebbe possibile il raggiungimento dell’ottimo sociale, senza l’intervento di terzi membri sul mercato (ci sono quindi solo i consumatori ed i produttori, ma non lo Stato) ed attraverso il perseguimento dell’ottimo individuale, che porterebbe a quello collettivo. Ciò non è però sempre realizzabile ed, in caso di fallimento, si verifica la crisi finanziaria. Basandosi sulla metafora della mano invisibile e sulla strategia del “Laissez faire” si crea inoltre un equilibrio (eguaglianza) tra la domanda ed i beni offerti. Tale fenomeno è necessario per il funzionamento della strategia ed è dunque ritenuto una NORMA (regola)

OPINIONI SULL’IDEA DI SMITH : FAVOREVOLE A SMITH: -

L’economista inglese Lionel Robbins appoggia la posizione di Smith, e afferma che l’economia debba essere NEUTRALE rispetto ai fini, al di sopra dell’etica e che non debba porsi obiettivi di uguaglianza.

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CONTRARI A SMITH: -

Contrariamente a Robbins, il filosofo ed economista indiano Amartya Sen (premio Nobel) afferma che economia ed etica non possono essere separate. Di seguito ne troviamo un esempio grafico.

Qc = quantità di beni per uso civile Qm = quantità di beni per uso militare A = difesa militare B = sanità civile Supponiamo esista una tecnologia che mi permette di avere entrambi i beni, ma per averne maggiore quantità di uno dovrò rinunciare ad una parte dell’altro. Quindi quale favorire e quale penalizzare?  La scelta, che non è neutrale, viene effettuata basandosi sull’etica. -

Joseph Stiglitz attacca la mano invisibile affermando che viene definita tale semplicemente poiché non esiste. Secondo lui un mercato lasciato a se stesso non può raggiungere sempre l’ottimo sociale (serve l’intervento dello Stato).

-

La teoria della mano invisibile viene confutata anche da John Maynard keynes , il quale (pur credendo nel capitalismo) afferma che : 1. il mercato da solo non può raggiungere l’ottimo sociale. L’ottimo si raggiunge o per caso o per intervento dello Stato (“By accident or by design ”) 2. (1936) L’equilibrio può esistere ma avviene per caso. In assenza di intervento dello Stato o delle istituzioni si ha la disoccupazione

CONTABILITA’ NAZIONALE : Esso è un sistema di definizioni che : -

rileva i dati macroeconomici

-

descrive la situazione o l’andamento di un sistema economico. [La situazione viene stabilita con riferimento ad un istante di tempo (grandezza chiamata stock) e l’andamento con riferimento ad un intervallo preciso]

I BENI : Per produzione si intende la trasformazione di beni e servizi in altri beni e servizi in grado di soddisfare i bisogni espressi dagli esseri umani. I beni prodotti si dividono in due categorie: -

BENI DI PRODUZIONE, in grado di soddisfare solo indirettamente i bisogni (cioè mediante un’ulteriore trasformazione), sono divisi in due sottocategorie: beni intermedi (impiegabili solo una

-

volta) e beni strumentali (impiegabili più volte). BENI DI CONSUMO, in grado di soddisfare direttamente i bisogni, suddivisi in due sottocategorie: beni di consumo immediato e beni di consumo durevole (Cibo VS elettrodomestici).

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VA (valore aggiunto) : E’ il valore della produzione (del prodotto finale) meno il valore dei beni intermedi utilizzati (ad esempio il valore della farina – il costo del grano). Per essere legale la produzione deve essere pubblica e fatturata.

PIL (prodotto interno lordo) : E’ il valore di tutti i beni ed i servizi FINALI (cioè allo stato finale della loro produzione, beni strumentali e beni di consumo, infatti i beni intermedi non sono inclusi), prodotti all’INTERNO di un paese in un determinato periodo (anno solare). [ad esempio, se considero la farina il bene finale è la farina stessa, non il grano da macinare] Il valore dei beni finali è dato dalla somma delle loro quantità moltiplicate per i rispettivi prezzi, questi ultimi stimati nell’anno in cui i beni finali sono stati prodotti (prezzi correnti) o in un altro anno detto anno base. Ciò significa misura la ricchezza del paese (prendere un numero n di beni e moltiplicarlo per i prezzi (Y).

I prezzi in contabilità nazionale sono di 2 tipi, prezzi di mercato e costo dei fattori. n

∑ Q i Pi ¿i=0

Il PIL è il risultato della combinazione di tre fattori produttivi fondamentali : lavoro, capitale e terra (ognuno dei quali è da intendersi come uno stock). -

Il lavoro è l’insieme delle risorse fisiche ed intellettuali degli esseri umani. La terra è l’insieme delle risorse naturali.

-

Il capitale è l’insieme dei beni di produzione i quali si dividono in due categorie: capitale circolante (insieme dei beni intermedi, tipo materiali) e capitale fisso (insieme dei beni strumentali, tipo machine).

! Ciò che non ha prezzo di mercato (ad esempio lavori non dichiarati o il volontariato) e che non viene fatturato non è incluso nel calcolo del PIL (è detto lavoro in nero) Guerre o catastrofi naturali influenzano il PIL, così come moltissimi beni e servizi culturali. Non sempre un PIL che cresce è indicatore di benessere, non appaiono in esso ad esempio dati quali il tasso di mortalità, fondamentale per determinare il benessere di un Paese (più alto è il PIL, più vi è sfruttamento, più gente muore così) Nel PIL i beni e servizi possono essere valutati (misurati) in base ai PREZZI DI MERCATO (IVA inclusa, al lordo delle imposte dirette), oppure al COSTO DEI FATTORI (prezzi di mercato – le imposte, al netto delle imposte indirette, sono i prezzi incassati effettivamente dai proprietari dei fattori produttivi).

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Il PIL si può dividere in due sottocategorie: 1. PIL NOMINALE = PIL a prezzi correnti (tiene conto della variazione dei prezzi) 2. PIL REALE = PIL a prezzi costanti (non tiene conto della variazione dei prezzi, ma solo della variazione delle quantità) Per sapere se c’è stato o meno un incremento economico devo considerare le quantità di un determinato anno (ad esempio il 2015) con i prezzi dell’anno precedente (in questo caso il 2014, chiamato anche anno base o anno di riferimento). Scrivo quindi la formula in cui il tempo (t) di riferimento (2014) è =0, mentre i=2015 n

PIL=∑ P0 Q 2015 i=0

In cui

Q2015 = beni dell’anno corrente

! Il problema è che devo avere gli stessi beni dell’anno di riferimento.

DEFLAZIONE : La fase attuale è di DEFLAZIONE (peggiore dell’inflazione). Questa penalizza i debitori e favorisce i creditori (non nel caso in cui i debitori falliscano).  DEFLATTORE DEL PIL (indice di Paasche): è dato dal rapporto tra il PIL NOMINALE e il PIL REALE. Questo rapporto da informazioni sulla variazione dei prezzi intercorsa tra l’anno base e l’anno corrente. Se il rapporto è > 1 significa che i prezzi sono cresciuti  il PIL è cresciuto  fase di INFLAZIONE. Se il rapporto è < 1 significa che i prezzi sono diminuiti fase di DEFLAZIONE.

FATTORI DELLA PRODUZIONE : I beni finali sono prodotti trasformando i beni intermedi mediante lavoro e capitale forniti da coloro che domanderanno tali beni finali. I produttori dei beni finali remunerano coloro che gli hanno offerto lavoro e capitale, con la somma di tali remunerazioni che rappresenta il Reddito Interno Lordo (Y): ne consegue che PIL e Reddito Interno Lordo sono uguali, cioè PIL = Y (Y è anche = domanda aggregata, ovvero la spesa in consumi da parte delle famiglie e delle istituzioni).  Sono fattori di produzione il LAVORO (L) e il CAPITALE (K): la parte di PIL che va ai proprietari del lavoro costituisce i salari, la parte di PIL che va ai proprietari del capitale costituisce i profitti e/o gli interessi.

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PIL al costo dei fattori: tengo conto della remunerazione del lavoro (salario  w ) e remunerazione del capitale (tasso di interesse  i ) Ne deriva la remunerazione imprenditoriale, ovvero il tasso di profitto netto restante all’azienda. [REMUNERAZIONE IMPRENDITORIALE : PIL – soldi per chi ha lavorato e chi mi ha prestati il capitale].

Y =f ( L, K ) in cui f = funzione di produzione

Y= “PIL del paese, output del paese” L = lavoro (fisico, intellettuale…) K = capitale (fisicoimpianto umano conoscenza di chi usa il K)

L:w K: i

PNL (prodotto nazionale lordo) : E’ più grande del PIL, contiene al suo interno anche ciò che i cittadini italiani conseguono all’estero, che producono fuori dal paese (ad esempio cittadini italiani che lavorano in Svizzera), e ciò che i cittadini stranieri producono in Italia. IPC (indice dei prezzi a consumo) : Misura il costo di acquisto di un determinato paniere di beni (rappresentativo) rappresentato dagli acquisti di un consumatore medio. TASSO DI INFLAZIONE : misura la variazione dei prezzi intercorsa tra due periodi.

π

Pt −Pt−1 Pt−1

in cui

Pt = periodo corrente Pt-1 = periodo precedente al periodo corrente

IDENTITA’ E DOMANDA AGGRAGATA: L’identità è data da relazioni contabili che sono sempre vere : devo infatti sempre considerare due sfere nella macroeconomia, la DOMANDA e l’OFFERTA. Y= reddito

se

Y= beni e servizi di un determinato paese che vengono domandati. Contiene anche i beni capitali che possono essere frutto di investimenti.

Y= C + I + G + (X-M)

in cui

C = consumi aggregati I = investimenti delle imprese G = spesa pubblica (X-M) = esportazioni nette

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La domanda aggregata per beni e servizi prodotti all’interno, è quindi costituita da queste 4 componenti. 1.

CONSUMI AGGREGATI: insieme della domanda dei beni di consumo degli italiani. Dipende dalla scelta libera del consumatore e dal vincolo di bilancio (reddito che ha a disposizione il consumatore).

2. INVESTIMENTI AGGREGATI: spesa per gli investimenti in nuovi stock di capitale in una determinata unità di tempo. E’ la variazione degli impianti per la produzione (aggiunta di macchine…) 3. SPESA PUBBLICA: una parte di ciò che viene prodotto nel paese è frutto della spesa pubblica (del settore pubblico). Include sanità, difesa, istruzione… Essa dipende dalla domanda del settore pubblico (enti pubblici locali e nazionali). 4. ESPORTAZIONI NETTE: differenza tra esportazioni (X) e importazioni (M). (Esportazioni al netto delle importazioni). -

Esportazioni domanda proveniente dall’estero di prodotti interni al paese. In questo modo sale la domanda italiana.

-

Importazioni domanda proveniente dall’interno del paese di prodotti esteri. In questo modo sale la domanda estera.

La differenza tra esportazioni (X) e importazioni (M) è chiamata anche SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE:

 esporto più di quello che importo

se > 0

SURPLUS

se = 0

PAREGGIO  esporto tanto quanto importo

se < 0

DEFICIT  importo più di quello che esporto

IDENTITA’ CONTABILI (di contabilità nazionale) : 1) Supponiamo di avere un’economia CHIUSA (no scambi esteri X-M = 0) e senza intervento dello Stato (G=0). Sostituendo G=0 e X-M=0 all’equazione originale ottengo: Y = C + I

Ciò che viene prodotto va a finire o in investimenti o in consumi del privato. In questo caso c’è EQUILIBIRO.

! Ciò è possibile solo se si contabilizza l’accumulo di scorte come componente degli investimenti (non tutto ciò che è prodotto viene necessariamente consumato, quindi queste scorte devono essere contabilizzate negli investimenti). Se così non fosse potremmo avere una crisi per sovrapproduzione.

2) Dal punto di vista dell’allocazione (coloro che ricevono salari e interessi) si avrà che il reddito (y) potrà essere in parte consumato (C) e in parte risparmiato (S). Quindi si avrà che:

y = C + S

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3) Uguagliando l’equazione 1) e l’equazione 2) otteniamo:



C + I = C + S

C + I – C = S



C + I – C = S

I=S

In un sistema chiuso senza intervento dello Stato gli investimenti sono uguali ai risparmi (I = S). In questo modo assumiamo che tutto ciò che viene risparmiato viene anche investito. Questa è un’identità contabile MUTA poiché non dice nulla sulla relazione tra I ed S.

4) Introduciamo il settore pubblico e gli scambi con l’estero (importazioni ed esportazioni), la cui equazione sarà: Y = C + I + G + NX in cui

G = spesa per beni e servizi del settore pubblico, in parte finanziata con le TASSE. TA = tasse, prelievo fiscale (noi non faremo la distinzione tra imposte dirette e imposte indirette  IVA). TR = trasferimenti dal settore pubblico a quello privato (es. il sussidio di disoccupazione; sostegno dato alle imprese per evitare i numerosi licenziamenti… ecc.). NX = esportazioni nette (è l’equivalente di X-M).

Se non ci fossero tasse il reddito lordo sarebbe uguale al reddito netto. Il reddito disponibile (Yd) c’è quindi quando ci sono le tasse: Yd = Y + TR – TA Ma Yd è anche

(include i disoccupati) Yd = C + S

5) Quindi uguagliando la prima equazione con la seconda otteniamo: C + S = Y + TR – TA

allora:

C = Yd – S = Y + TR – TA – S

6) Sostituendo a C nell’equazione 4) l’espressione (y + TR – TA) – S si ottiene: Y = (Y + TR – TA) – S + I + G + NX Semplifico : Y = (Y + TR –TA) – S + I + G + NX Ottengo : (S – I) = (G + TR – TA) + NX

in cui

- S può essere >, < o = 0

- (G + TR – TA) = deficit pubblico (surplus)

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Determinano l’avanzo o il disavanzo del settore pubblico

=uscite {G+TR TA =entrate

G + TR > TA G + TR < TA

Perché (S – I) sia = 0 devo avere un disavanzo del settore pubblico uguale all’avanzo del settore estero (cioè degli scambi internazionali) :

(S – I) = (G + TR – TA) + NX

0

- 100

+100

ANALISI MACROECONOMICA : Vi sono diversi modelli macroeconomici: MODELLO KEYNESIANO REDDITO-SPESA (modello base per domanda offerta). In questo modello ci si focalizza sul lato della DOMANDA che influenza l’offerta e non viceversa. L’analisi di Keynes genera delle critiche: fino ad allora ci si focalizzava sull’offerta. Vigeva il principio economico di Jean-Baptiste Say, la quale legge enunciava che “ l’offre crée son propre demande” . Ma non vi era ancora mai stata una crisi di sovrapposizione : con la crisi del ’29 (eccesso di offerta, disoccupazione…) e l’analisi di Keynes, le teorie di J.B. Say vengono infatti capovolte. Keynes non esclude che il sistema economico possa raggiungere l’equilibrio, ma il problema è quando questo avverrà. Keynes era interessato all’aggiustamento nel breve periodo, non nel lungo periodo. Come risposta alla Crisi del ’29, nel ’36 Keynes scrive che occorre concentrarsi sul lato della domanda.

IL CONSUMO AGGREGATO : La 1° componente della domanda aggregata è costituita dal CONSUMO AGGREGATO (C). Ma quali sono le grandezze che influenzano C ?

C =

C0 +cYd

y = q + m x  equazione della retta corrispondente Il consumo è costituito da tre componenti : 

C0

(oppure

´C

 esogeno) = consumo indipendente dal reddito (y), CONSUMO

AUTONOMO.  C ; PROPENSIONE MARGINALE AL CONSUMO (come varia il consumo al variare di 1 unità di reddito, è l’incremento che c subisce a seguito di un piccolo incremento di Y). Si ipotizza sia costante e compresa fra 0 e 1.  Yd : = reddito disponibile, è il reddito complessivo – le tasse (Yd = y – TA, se TA = 0 allora y = Yd).

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Ma che valore ha la Propensione Marginale al Consumo? (c = PMC) Dal punto di vista analitico la PMC è la derivata della funzione del consumo rispetto al reddito.

C0 + cYd

C =



y = q + mx

y 0

TA = 0

C

C

Al variare del reddito il consumo varia meno che proporzionalmente. Man mano che cresce il reddito cresce anche il grado di soddisfazione. In proporzione, la propensione al consumo è più alta per coloro che hanno redditi più bassi. Una cattiva distribuzione del reddito porta alla crisi.

0 < C < 1  Al raddoppiarsi del reddito il consumo NON raddoppia, aumenta semplicemente  un eccesso di risparmio peggiora la situazione poiché (presupponendo che la domanda influenzi l’offerta) risparmiando non vi è consumo e di conseguenza non vi è domanda. Una bassa domanda di consumo può rallentare il reddito.  Tale propensione non è applicabile a tutta la società poiché chi ha un reddito più basso destina di più al consumo rispetto a chi ha un reddito più alto (in proporzione).

C0 ).

-

La posizione della curva del piano cartesiano dipende dal consumo autonomo (

-

L’inclinazione della curva dipende dal coefficiente angolare che è dato dalla PMC (c).

0 < c < 1 : misura la variazione del consumo al variare di 1 unità di reddito. Il consumo cresce al crescere del reddito, ma cresce meno che proporzionalmente .

Il RISPARMIO non fa parte della domanda aggregata, ma una parte del reddito viene risparmiata (anche la parte consumata era una volta risparmio). Il risparmio è il reddito non consumato. Il risparmio rappresenta il complemento al consumo. S = Y - C

in cui

S = risparmio

Y = reddito C = consumo

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Sostituisco a C le componenti del consumo aggregato:

S = Y – ( C0

+ cY)



S = Y -

C0

– Cy

Faccio il raccoglimento parziale:

S = -

C0

 Il termine noto è negativo, quindi partirà dal quadrante

+ ( 1 – c ) Y

negativo.

Anche la funzione del risparmio riconduce alla funzione di una retta.

- (1 - c) si può anche scrivere s  PMS = propensione marginale al risparmio. - s è compresa fra 0 e 1 (è il corrispondente di c nel consumo aggregato) ed è costante. - Per bassi livelli di reddito il risparmio è negativo per rendere possibile un consumo autonomo positivo, per alti livelli di reddito il risparmio è positivo. -

La posizione dipende da -

C0

 ma esiste un consumo negativo? Si, ed ...


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