Macroeconomia - SIE PDF

Title Macroeconomia - SIE
Author Gi Co
Course Macroeconomia
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

La macroeconomia studia le relazioni tra variabili aggregate. Le principali variabili aggregate macroeconomiche sono: la produzione aggregata (PIL) il tasso di disoccupazione il tasso di inflazione La misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale è chiamata (PIL). Esistono 3 modi div...


Description

La macroeconomia studia le relazioni tra variabili aggregate. Le principali variabili aggregate macroeconomiche sono: • la produzione aggregata (PIL) • il tasso di disoccupazione • il tasso di inflazione La misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale è chiamata (PIL). Esistono 3 modi diversi, ma equivalenti, di definire il PIL: 1) prodotti nell’economia in un dato period ; Nel calcolo della produzione aggregata vengono presi in considerazione solo i beni e i servizi finali, i quali inglobano il valore dei beni intermedi utilizzati per produrli. 2) I nell’economia ; Il è pari al stessa. In altri termini, il valore aggiunto è la somma dei salari, degli utili e delle imposte meno i sussidi sui prodotti e le importazioni. → 3) I dell’economia in un dato periodo di tempo; Il tot nell’economia è dato da: • • • → Elementi comuni a tutte e tre le definizioni sono: ➢ “prodotto nell’economia”: il PIL considera i beni e i servizi finali prodotti all’interno dei confini di u ed , che non considera i beni e i servizi prodotti sul territorio interno da parte di imprese straniere). ➢ “in un dato periodo di tempo”: il PIL è una variabile di flusso, ossia può essere misurato solo . È necessario distinguere tra: • → è dato dalla somma delle quantità di beni e di servizi finali valutati al loro ; Il PIL nominale cresce nel tempo in quanto sia la produzione dei beni e dei servizi sia i prezzi crescono nel tempo. • → è dato dalla somma delle quantità di beni e di servizi finali valutati a (cioè, ai prezzi di un dato anno t);

Per considerare l’andamento di un’economia da un anno all’altro è necessario c I sono chiamati I sono chiamati La crescita del PIL nell’anno t è costruita come: 𝒈 = –

Q1 P1 Q2

Economia A 2012 10 2 8

2013 12 3 9

𝒚𝒕 −𝒚𝒕−𝟏 𝒚𝒕−𝟏

Economia B 2012 9 5 11

2013 10 6 12

1

P2 5 6 4 5 Calcola il tasso di crescita del PIL reale utilizzando il 2012 come anno base. Quale economia è cresciuta più velocemente nel 2013? Per costruire il PIL reale dobbiamo moltiplicare le quantità di beni prodotti ogni anno per uno stesso prezzo, ossia quello dell’anno base, in questo caso il 2012: Economia A: 2012𝑃𝐼𝐿2012 = 𝑄12012 ∗ 𝑃12012 + 𝑄22012 ∗ 𝑃22012 = (10 ∗ 2) + (8 ∗ 5) = 60 2012𝑃𝐼𝐿2013 = 𝑄12013 ∗ 𝑃12012 + 𝑄22013 ∗ 𝑃22012 = (12 ∗ 2) + (9 ∗ 5) = 69 Tasso di crescita del PIL reale nel 2013 con il 2012 come anno base: 2012𝑃𝐼𝐿2013 − 2012𝑃𝐼𝐿2012 69 − 60 2012𝑔2013 = = = 0.15 2012𝑃𝐼𝐿2012 60 Economia B: 2012𝑃𝐼𝐿2012 = (9 ∗ 5) + (11 ∗ 4) = 89 2012𝑃𝐼𝐿2013 = (10 ∗ 5) + (12 ∗ 4) = 98 Tasso di crescita del PIL reale nel 2013 con il 2012 come anno base: 98 − 89 2012𝑔2013 = ≈ 0.1011 89 Il PIL reale del Paese A è cresciuto del 15% dal 2012 al 2013; Il PIL reale del Paese B è cresciuto del 10,11% dal 2012 al 2013; Dunque, il PIL reale del Paese A è cresciuto più velocemente rispetto al PIL reale del Paese B. • Calcola il tasso di crescita del PIL reale utilizzando il 2013 come anno base. Economia A: 2013𝑃𝐼𝐿2013 = (12 ∗ 3) + (9 ∗ 6) = 90 2013𝑃𝐼𝐿2012 = (10 ∗ 3) + (8 ∗ 6) = 78 Tasso di crescita del PIL reale nel 2013 con il 2013 come anno base: 90 − 78 ≈ 0.1538 2013𝑔2013 = 78 Economia B: 2013𝑃𝐼𝐿2013 = (10 ∗ 6) + (12 ∗ 5) = 120 2013𝑃𝐼𝐿2012 = (9 ∗ 6) + (11 ∗ 5) = 109 Tasso di crescita del PIL reale nel 2013 con il 2013 come anno base: 120 − 109 2013𝑔2013 = ≈ 0.1009 109 Il PIL reale del Paese A è cresciuto del 15,38% dal 2012 al 2013; Il PIL reale del Paese B + cresciuto del 10,09% dal 2012 al 2013; Dunque, il PIL reale del Paese A è cresciuto più velocemente rispetto al PIL reale del Paese B. •

– Economia A: Economia B:

𝑃𝐼𝐿2012 = (10 ∗ 2) + (8 ∗ 5) = 60 𝑃𝐼𝐿2013 = (12 ∗ 3) + (9 ∗ 6) = 90

𝑃𝐼𝐿2012 = (9 ∗ 5) + (11 ∗ 4) = 89 𝑃𝐼𝐿2013 = (10 ∗ 6) + (12 ∗ 5) = 120 N.B. L’anno base è l’anno nel quale il PIL nominale e il PIL reale coincidono! : il ossia il . Più elevato è il PIL pro-capite, maggiore sarà il reddito medio per persona e, di conseguenza, maggiori saranno i consumi. Tuttavia, il PIL pro-capite non è sufficiente ad indicare lo standard id vitta di un Paese per due ragioni: • innanzitutto, perché si tratta di una media;

2



in secondo luogo, perché il reddito potrebbe essere distribuito in modo ineguale all’interno di un Paese (generalmente, nei Paesi con un PIL pro-capite elevato, il reddito è distribuito più equamente). è data dal n. di persone che hanno un lavoro, N; è data dal n. di persone che non hanno un lavoro ma lo stanno cercando, U; , L è data dalla somma del n. delle persone occupate e del n. di quelle disoccupate:

𝑳 = 𝑵+𝑼

N.B. Nella forza lavoro non rientrano né le persone inattive, ossia coloro che non hanno un lavoro e non lo stanno cercando né i lavoratori scoraggiati, ossia coloro che non hanno un lavoro e a causa dell’elevata disoccupazione hanno rinunciato a trovarne uno. Il tasso di disoccupazione è definito come il rapporto tra le persone disoccupate e la forza lavoro:

𝒖=

𝑼 𝑳

Oltre al tasso di disoccupazione, gli economisti considerano anche: il → definito dal rapporto tra la forza lavoro e il totale della popolazione in età lavorativa = N.B. il

𝑳

𝑷𝑶𝑷

→ definita dal rapporto tra le persone occupate e il totale della

popolazione in età lavorativa =

𝑵

𝑷𝑶𝑷

=

𝑵 𝑳

𝑳

∗ 𝑷𝑶𝑷 = (𝟏 − 𝒖)

𝑳

𝑷𝑶𝑷

Il tasso di disoccupazione indica se l’economia sta operando al di sopra o al di sotto del suo livello “normale”: un’elevata disoccupazione, infatti, segnala che l’economia non sta utilizzando in modo efficiente le proprie risorse. In altri termini, la disoccupazione è uno spreco di lavoro e, quindi, una perdita di produzione, oltre che di capitale umano, dal momento che comporta un’erosione delle competenze. : i. Tale relazione è stata osservata per la prima volta negli Stati Uniti dall’economista Okun, dal quale prese il nome, e può essere indicata come: 𝒖𝒕 − 𝒖𝒕−𝟏 = −𝜷(𝒈𝒚𝒕 − 𝒈 𝒚) Dove: 𝒈𝒚𝒕 è il tasso di crescita della produzione  𝒚 indica il tasso normale di crescita della produzione ( 𝒈 ≤ 1); ; 𝜷 è il parametro che indica di quanto si riduce la disoccupazione all’aumentare della produzione dell’1% ( , ciò significa che produzio ). Si, anche se è più forte per alcuni Paesi rispetto ad altri. Prendiamo in considerazione la variazione del tasso di crescita della produzione e del tasso di disoccupazione in Italia tra il 1970 e il 2014. Possiamo notare che la relazione tra le due variabili esiste ma è più debole: • un aumento del tasso di crescita della produzione dell’1% riduce la disoccupazione di circa lo

3

L’inflazione rappresenta un aumento sostenuto del livello generale dei prez del livello dei prezzi. Il tasso di inflazione è il tasso di variazione del livello dei prezzi, 𝑃𝑡 : 𝝅 =

o, semplicemente,

𝑷𝒕 −𝑷𝒕−𝟏 𝑷𝒕−𝟏

. Se un’elevata inflazione significasse semplicemente un incremento proporzionale di tutti i prezzi e i salari – fenomeno noto come “ ” – allora essa non sarebbe altro che un piccolo inconveniente per i consumatori, dal momento che i prezzi relativi non ne sarebbero influenzati. Si consideri, per esempio, il – ossia, il beni e non di euro. In un’economia con inflazione pura al 10%, i prezzi e i salari aumenterebbero del 10% all’anno. Il salario reale, dunque, rimarrebbe lo stesso. l’inflazione pura non esiste . Ad esempio, in molti Paesi i pensionati ricevono dei pagamenti che non vengono indicizzati in base al livello dei prezzi, e quando l’inflazione è alta perdono potere di acquisto rispetto ad altri gruppi sociali, come i lavoratori i cui salari vengono invece adeguati alla crescita dei prezzi. In Europa e negli Stati Uniti i sistemi di sicurezza previdenziale sono indicizzati al livello dei prezzi, proteggendo i pensionati dall’inflazione. L’inflazione crea una serie di altre distorsioni: • le variazioni dei prezzi relativi generano un , i. • la tassazione interagisce con l’inflazione creando ulteriori distorsioni: quando i vari scaglioni di reddito non tengono conto dell’inflazione, per esempio, i contribuenti passano da una fascia contributiva a quella successiva semplicemente per effetto dell’aumento dei prezzi a parità di reddito reale (fenomeno noto come “ ”). • un’elevata inflazione favorisce l’ , come l’oro e le proprietà, sfavorendo investimenti finanziari più produttivi. • un’elevata inflazione aumenta lo , ossia . No! ’elevata deflazione crea molti degli stessi problemi creati da un’elevata inflazio distorsioni all’aumento dell’incertezza. Un calo continuato dei prezzi innesca un circolo vizioso il cui primo effetto è che le imprese guadagnano meno ed hanno meno liquidità aziendale. Di conseguenza, esse riducono la produzione e rinunciano a nuove assunzioni, facendo aumentare la disoccupazione e facendo circolare meno denaro nel Paese. inflazione sia basso e stabile, tra l’1 e il 4%. I macroeconomisti considerano o

È un

:

→ è dato dal rapporto tra il PIL nominale e il PIL reale: 𝑷𝒕 = :

nell’

𝑷𝑰𝑳 𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒍𝒆 𝑷𝑰𝑳 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒆

.

.

. Uno dei maggiori vantaggi derivanti dal definire il livello generale dei prezzi in termini di deflatore del PIL è che questa definizione implica una semplice relazione tra PIL nominale, PIL reale e deflatore del PIL: 𝒀𝒕𝑵 = 𝑷𝒕 ∗ 𝒀𝒕 → Il PIL nominale 𝑌𝑡𝑁 è uguale al PIL reale 𝑌𝑡 moltiplicato per il deflatore del PIL 𝑃𝑡 . 𝒏𝒕 ≈ 𝝅𝒕 + 𝒈𝒕 → In termini di tassi di variazione, il tasso di crescita del PIL nominale 𝑛𝑡 è approssimativamente uguale al tasso di inflazione 𝜋𝑡 più il tasso di crescita del PIL reale 𝑔𝑡 .

4

𝑵 𝒕 𝑵 𝒕−𝟏

→ 𝒀𝒀 = 𝑷 𝑷 ∗𝒀∗𝒀 → 𝟏 + 𝒏𝒕 = (𝟏 + 𝝅𝒕)(𝟏 + 𝒈𝒕) → 𝟏 + 𝒏𝒕 = 𝟏 + 𝝅𝒕 + 𝒈𝒕 + 𝝅𝒕𝒈𝒕 Dimostrazione: 𝒀𝒕𝑵 = 𝑷𝒕 ∗ 𝒀𝒕

𝒕

𝒕−𝟏

𝒕

𝒕−𝟏

Dal momento che 𝜋𝑡 𝑔𝑡 ≈ 0, questa equazione può essere approssimata come:

𝒏𝒕 = 𝝅𝒕 + 𝒈𝒕

→ misura il prezzo di un paniere di beni e di servizi rappresentativo del consumo di un tipico consumatore urbano. consumano, ≠ dal deflatore del PIL .

. Il prezzo del paniere è calcolato tramite una : 𝑰𝑷𝑪𝒕 =

∑ 𝑷𝒕𝒊 ∗𝑪𝟎𝒊 ∑ 𝑷𝟎𝒊 ∗𝑪𝒊𝟎

=

𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒆

𝐶𝑖 ; ano a seconda dell’anno base o dell’anno t; N.B. nell’anno base 0 il valore nominale e il valore reale coincidono e l’indice è pari a 100. In Europa l’inflazione dei prezzi al consumo è misurata attraverso l’ ( ). Ogni Paese, oltre al proprio IPC, calcola il proprio IAPC e, successivamente, i vari IAPC nazionali vengono aggregati in un IAPC europeo. Lo scopo dell’IAPC è quello di confrontare i tassi di inflazione tra i Paesi dell’UE e gli Stati aderenti all’Associazione europea di libero scambio.

• • • • • • • •

Il deflatore del PIL misura l’aumento dei prezzi dei beni finali prodotti nell’economia; L’indice dei prezzi al consumo misura l’aumento dei prezzi dei beni consumati nell’economia; L’indice dei prezzi al consumo include i prodotti all’estero; Il deflatore del PIL dà più peso ai prezzi dei beni prodotti in quantità maggiori; Nell’indice dei prezzi al consumo i pesi riflettono la struttura del consumo; ; L’indice dei prezzi al consumo è un indice me

;

La legge di Okun implica che, grazie ad una forte crescita economica, è possibile ridurre il tasso di disoccupazione. Tuttavia, quando la disoccupazione è ridotta, l’economia si trova in una . , Mettendo in relazione la variazione del tasso di inflazione (asse verticale) e il tasso di disoccupazione (asse orizzontale) per gli Stati Uniti tra il 1960 e il 2014 possiamo dedurre due conclusioni: • un’e dell’inflazione; . Tuttavia questo è vero solo in media. • La retta interseca l’asse orizzontale nel punto in cui il

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che: quando la disoccupazione scende sotto il 6%, l’inflazione aumenta e, viceversa, quando la disoccupazione sale sopra il 6%, l’inflazione si riduce. Nel primo caso, l’economia si surriscalda, operando al di sopra del suo potenziale; nel secondo caso, l’economia opera al di sotto del suo potenziale. . Per tale motivo vi è i, ent .

Il tasso di interesse equivale al l’acquisto di un’obbligazione o l’estensione di un prestito).

(come

. Il tasso di interesse è ed è il . Cambiando il tasso di interesse, la banca centrale influenza il consumo, la domanda di investimento e le esportazioni nette.

Essa funge da: • •

. – – i prezzi sono espressi in €;

)

;

o → è la proprietà di un’attività finanziaria di trasformarsi in un ●

• • • • •

valuta → monete e banconote detenute dal pubblico non bancario; M0 → base monetaria = valuta + riserve (detenute dal sistema bancario) M1 → valuta + depositi a vista/assegni M2 (USA) → M1 + conti di risparmio + piccoli depositi a tempo + saldi in fondi comuni monetari M2 (UE) → M1 + depositi con una scadenza concordata di due anni + depositi rimborsabili con un periodo di preavviso fino a 3 mesi • M3 (UE) → M2 + accordi di riacquisto + quote di fondi del mercato monetario + titoli di debito con scadenza iniziale fino a 2 anni (emessi dal Fondo Monetario Internazionale) Convenzionalmente l . Consideriamo un’econo

Supponiamo, quindi, che gli individui debbano scegliere come allocare la loro (→ il valore di tutte le attività finanziarie al netto delle passività finanziarie) tra moneta e obbligazioni. In altri termini, gli individui devono scegliere la composizione del loro .

. La scelta su come allocare la ricchezza finanziaria dipende da due variabili: • il → aumenta all’aumentare della necessità di detenere più moneta; • il → all’aumentare del tasso di interesse dei . Maggiore è il tasso di interesse pagato dalle obbligazioni, maggiormente gli individui saranno disposti a sopportare il costo associato alla compravendita di tali obbligazioni.

6

La composizione del portafoglio tra moneta e titoli può essere esaminata sia dal lato della domanda di moneta sia dal lato della domanda di titoli poiché ad ogni livello di ricchezza la domanda di una delle due attività finanziarie implica la domanda dell’altra: 𝑾 = 𝑴𝒅 + 𝑩𝒅 Inoltre, se il mercato della moneta è in equilibrio, anche il mercato dei titoli è in equilibrio e viceversa. La domanda di moneta di un’economia 𝑀𝑑 .

𝑴𝒅 = 𝑷𝑳(𝒀+ ; 𝒊− )

:

𝑌 (reddito misurato in €) → se il reddito nominale dovesse raddoppiare, passando da 𝑌 a 2𝑌 , anche la domanda di moneta raddoppierebbe passando da 𝑌𝐿(𝑖) a 2𝑌𝐿(𝑖); 𝑖 →





;

→ → . Essa è i .



Assumiamo che la sola moneta disponibile sia la . Supponiamo che la banca centrale decida di offrire un 𝒔

𝑴 =𝑴

L’equilibrio nei mercati finanziari richiede che l’offerta di moneta 𝑑

, ossia la 𝑀, così che: 𝑠

Usando la condizione 𝑴𝒔 = 𝑴 e l’equazione 𝑴𝒅 = 𝑷𝑳(𝒀; 𝒊), la condizione di equilibrio è: 𝑴 = 𝑷𝑳(𝒀; 𝒊) ↔ Il tasso di interesse deve essere tale da indurre gli individui a tenere una quantità di moneta pari all’offerta di moneta dato il loro reddito nominale 𝑌.

7

𝑀𝑠 = 𝑀



𝑌



𝑀𝑠 ′ = 𝑀′ →

𝑌′ →

:

.

La banca centrale modifica l’offerta di moneta attraverso le consistono nell’acquisto o nella vendit • → ; • → ; Attività Obbligazioni

che :

Passività Riserve Circolante → moneta esterna, M0, moneta ad alto potenziale, base monetaria aperto comportano variazioni di pari importo nell’attivo e nel .

Supponiamo che le obbligazioni nella nostra economia siano del tipo “zero coupon” (titolo privo di ). – – rimborso (valore nominale), convenzionalmente normalizzato a 100€, e il prezzo corrente di

𝑃 , che è pari all’importo in

Se 𝑃𝑡 fosse uguale a 95€, allora 𝒊 = Se 𝑃𝑡 fosse uguale a 90€, allora 𝒊 =

𝟏𝟎𝟎−𝟗𝟓

𝟗𝟓 𝟏𝟎𝟎−𝟗𝟎 𝟗𝟎

= 𝟎. 𝟎𝟓𝟑 = 𝟓. 𝟑%

𝒊=

𝟏𝟎𝟎−𝑷 𝑷

= 𝟎. 𝟏𝟏𝟏 = 𝟏𝟏. 𝟏%

8

→ Il prezzo di acquisto dell’obbligazione è dato da: 𝑷 =

𝟏𝟎𝟎

𝟏+𝒊

→ Quanto è maggiore il tasso di interesse, tanto m ore sarà il prezzo del titolo. … • di offerta di titoli, il prezzo di quest’ultimi



… Le banche centrali decidono il tasso di interesse e aggiustano l’offerta di moneta in modo da Quando le banche centrali controllano il tasso di interesse, l’offerta di moneta diventa endogena. : carta di debito fino all’ammontare massimo dei propri attraverso bonifici o assegni bancari. quali sono

da individui e imprese che li depositano direttamente o , le .

Le banche usano i fondi che ricevono e individui: così facendo esse creano nuovi depositi, aumentando l’offerta di moneta nell’econo Attività Riserve = R Prestiti e Titoli = L

Passività Depositi di conto corrente = D Capitale bancario = C

attraverso l’acquisto di titoli e la esse creano nuovi depositi, aumentando l’offerta di moneta. Moneta interna = M1 – M0 = (Depositi + Circolante) – (Riserve + Circolante) = Depositi – Riserve = Titoli + Prestiti – Capitale

s I rza banca e così via… :𝜽=

𝑹𝒊𝒔𝒆𝒓𝒗𝒆

→ indica

a.

𝑫𝒆𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊

All’aumentare del coefficiente di riserva Supponiamo che sia la domanda sia l’offerta di moneta sono sotto il controllo della banca centrale. • • Supponiamo che le persone vogliano detenere moneta solo nella forma di . Dunque,

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riserve da parte delle banche, che dipende a sua volta dalla domanda di depositi di conto corrente da parte delle persone. 𝑴𝒅 = 𝒀𝑳(𝒊) domanda di depositi di conto corrente da parte delle persone 𝑯𝒅 = 𝜽𝑴𝒅 = 𝜽𝒀𝑳(𝒊− ) domanda di riserve da parte delle banche L’offerta di moneta della banca centrale equivale all’ . ndizione di equilibrio è che l’offerta di moneta della banca centrale sia uguale alla domanda :

𝑯 = 𝑯𝒅 → 𝑯 = 𝜽𝒀𝑳(𝒊− )

Il tasso di interesse scelto dalla banca centrale è quello che rende il mercato in equilibrio. FOCUS: Negli Stati Uniti esiste un mercato per le riserve nel quale il tasso di interesse è determinato dall’interazione tra la domanda e l’offerta di riserve: Federal funds market. In Europa, invece, il tasso di interesse è chiamato EONIA (Euro Overnight Index Average). … 𝑖

e lascia che l’offerta di moneta si aggiusti in modo .

𝑃

𝑖

𝑃



influenzare l’offerta di moneta. Nel caso della BCE queste operazioni sono chiamate ,o ( ): esse sono il principale strumento utilizzato dalla BCE per controllare i tassi di interesse del mercato interbancario.

) →



Dunque, la BCE fissa tre tassi di riferimento ogni sei settimane: 1. il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale 2. il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale (+0,25%) 3. il tasso sulle operazioni di deposito overnight (-0,50%) Gli ultimi due tassi stabiliscono il corridoio per il tasso di interesse medio di riferimento nelle operazioni overnight svolte sul mercato monetario interbancario, chiamato EONIA (Euro OverNight Index Average). Come conseguenza delle misure adottate per fronteggiare la crisi finanziaria le banche centrali si sono trovate allo zero lower bound. Situazioni di questo tipo riducono gli spazi di manovra a disposizione delle banche centrali per creare ulteriori stimoli all’economia. Sono stati dunque utilizzati “non convenzionale”

10

. Questa (quindi, di

strategia, definit ha permesso di immettere nuovo denaro nell’economia) e di

tLe banche commerciali possono ottenere riserve dalla banca centrale attraverso altri strumenti oltre alle operazione di mercato aperta e ai REPOS: • negli Stati Uniti l...


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