NON SOLO Canzonette PDF

Title NON SOLO Canzonette
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi di Catania
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riassunto del libro non solo canzonette...


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NON SOLO CANZONETTE L’Italia dalla Ricostruzione e del Miracolo attraverso io Festival di Sanremo. 1.

Ge n e s i e a p og eo ( 1951- 1964) Il Festival della canzone italiana nasce con la funzione di risanare le casse del Casinò municipale di Sanremo. In italia si erano già avuti festival di musica leggera. Nella capitale, dal secondo dopoguerra, si svolgeva ogni anno il festival di San Giovanni, che presentava le nuove canzoni romanesche e a Napoli invece, la rassegna di Piedigrotta metteva a confronto le nuove canzoni napoletane ed era considerata una sorta di Oscar della canzone napoletana. Qui apparse la celeberrima O’ sole mio. Nella stessa città di Sanremo, il Festival partenopeo di Canti , tradizioni e costumi, era una rassegna di canzoni napoletane dal 700 in poi. L’ idea di un festival della canzone italiana assume importanza, anche ai fini del superamento del regionalismo tipico del nostro paese. Ma al di là di queste esperienze per anni non si parlò più di festival; l’idea tornò a circolare nel dopoguerra a Versilia e Sanremo. Sulla riviera Toscana, il Comitato Festeggiamenti lo stesso che organizzava il carnevale di Viareggio, per motivare la stagione stanziò dei fondi per un Festival della canzone italiana e la prima edizione si tenne nel night La Capannina nel 1948 , dove vinse Serenata al primo amore. Nel 1950 il Carnevale andò male e a causa dei debiti i fondi per il festival vennero tagliati. A Sanremo, il casinò municipale, chiuso allo scoppio della guerra venne riaperto nel 45. Amicale Rambaldi, ex partigiano socialista suggerì tra le varie proposte per rilanciare il casinò, un festival della canzone. L’idea venne dapprima accantonata, quando la gestione del Casinò passo ai privati ma, quando arrivo alle orecchie di Pier Bussetti (gestore del Casinò), mise a punto il regolamento e propose l’idea a Giulio Razzi, dirigente dell’ente radiofonico di stato. Inventato il meccanismo della gara, pubblicò il bando sul Radiocorriere, selezionò i brani e fece nascere la prima edizione del Festival di Sanremo. Lunedì 29 gennaio, 1951 dal palco del Salone delle feste del Casinò, il presentatore radiofonico Nunzio Filogamo apriva il Festival della Canzone italiana di Sanremo, con un pubblico seduto ai tavolini e numericamente scarso, non tanto per il prezzo del biglietto (500 lire) ma per il fatto, che il pubblico del casinò preferiva manifestazioni di maggior livello culturale. La vera platea degli ascoltatori era la radio . Alla base vi era la necessità di promuovere l’elevamento della musica leggera italiana. La gara fu collocata di proposito a fine gennaio, a ridosso del Carnevale, affinché i nuovi motivi potessero essere ballati durante le feste. Tra i 240 brani, la RAI ne selezionò 20: 10 la prima sera, 10 la seconda e dopo la votazione del pubblico in sala i primi 5 classificati entrano in finale, che si svolgerà la terza sera , dove verrano premiati i primi 3 classificati. L’orchestra è affidata al maestro Cinico Angelini, e tre cantanti: il Duo Fasano, Achille Togliani e Nilla Pizzi. Alla fine il podio vede al terzo posto Serenata a nessuno, al secondo La luna si veste d’argento e al primo Grazie dei fiori, di Nilla Pizzi. La canzone è triste e sofisticata, malinconica e di ambientazione altoborghese, non banale nella struttura e spicca il ritornello. Il maestro Saraceni, la scrisse poco dopo essere diventato cieco. La seconda edizione si svolse nel 1952, con il pubblico che cenava ancora nei tavolini. Il mondo della canzone guarda con interesse al secondo Sanremo, gli editori musicali inviarono alla Rai 310 canzoni, ed il prezzo del biglietto era salito a 4000 lire. Sale anche il numero dei cantanti e in sala ci sono anche le cineprese. Trionfa nuovamente Nilla Pizzi , indiscussa regina della canzone italiana. La vittoria va a Vola, colomba , orecchiabile quanto stucchevole motivo che racconta la preghiera di due innamorati, forzatamente divisi per la questione di Trieste. Va meglio alla seconda classificata Papaveri e Papere, la maggior canzone di successo di quel festival. Si tratta di una filastrocca accattivante, a tal punto che il pubblico la memorizza e comincia spontaneamente a cantarla in coro con la Pizzi ed è il primo vero successo popolare , che lancia il Festival. Nel 53, l’atmosfera cambia completamente. La manifestazione occupa le serate forti : giovedì, venerdì e sabato. Spariscono i tavolini e si entra solo per inviti, i cosiddetti bagarini. Cambia la combinazione della giuria, più numerosa : 80 persone sorteggiate tra quelle in sala, 15 abbonati Rai per ciascuna delle sedi Rai, per un totale di 320 votanti ed inizia il Toto-Sanremo. Si inaugura la formula della doppia esecuzione dei brani, all orchestra di Angelini si contrappone quella più moderna, jazz del maestro Travajoli (orchestra Eclipse). Le cantanti in gara si contendono vittorie e fidanzati, tanto che Carla Boni soffia a Nilla Pizzi il cuore di Gino Latilla. Vince Carla Boni con Viale d’ autunno. Le canzoni patriottiche vanno forte al nord, mentre al sud fanno vincere la canzone sentimentale. Prime accuse di plagi e brogli e….Sanremo diventa Sanremo ..! 1954: il Festival è diventano un evento nazionale. Lo seguono 12 milioni di radioascoltatori, la grande assente è Nilla Pizzi. In compenso c’è Totò, che dopo il successo di Malafemmena, prova a sfondare nel palcoscenico più ambito ma, quando capisce che la sua Con Te non convince, sparirà da Sanremo. I cantanti aumentano a 14 all’ orchestra melodica si contrappone quella ritmica guidata da Alberto Samperini. Va meglio al melodici e vince: Tutte le mamme, una sviolinata al ruolo della mamma, interpretata da Giorgio Consolini e Gino Latilla. 1955: dal 27 al 29 gennaio, si svolge il quinto festival della Canzone Italiana, con delle novità: cambia la composizione della giuria e volutamente non viene chiamato nessuno dei precedenti vincitori. Anche se Narciso Parigi e Claudio Villa sono già molto noti al pubblico. Gli appassionati vanno su tutte le furie e inviano telefonate e lettere di insulti alla Rai. Anche Nunzio Filogamo viene allontanato, perché “ poco telegenico “. Con l’arrivo al casinò delle telecamere, la gente vede quello che finora aveva immaginato attraverso la radio. Si stimano 8 milioni di telespettatori. La vittoria andò a Buongiorno tristezza, una banale canzone interpretata da Claudio Villa, un cantante romano dagli indiscutibili mezzi vocali. Dopo la prima esibizione, che aveva decretato il trionfo di Buongiorno tristezza, Villa venne colpito dalla febbre e al suo posto sul palco un disco cantava al suo posto. Questa trovata mediatica fu efficace sugli italiani e Villa viene eletto dai giornalisti . 1956: questo è l’anno degli esordienti. La Rai a causa di contrasti con le case editrici fa tutto da sola, anche al fine di contrastare il direttore Filiberto Guala. Tramite selezioni progressive, e tramite un referendum si scelgono i 6 che gareggeranno. A brillare sarà Tonina Torinelli, la >, la fiaba del successo improvviso che bacia un umile sconosciuto conquista gli italiani. La vittoria va a Franca Raimondi con Aprite le finestre. L’esperimento degli esordienti non riesce a piano, e la RAI decide nuovamente di tornare sui suoi passi, si organizza una con una passerella dei big sanremesi tra cui la Pizzi e Villa. Questa passerella ebbe più successo della gara. 1957: questo fu l’anno del ritorno all’ antico. Vengono richiamati i cantanti storici e ripristinata la formula della doppia esecuzione dei brani. Alla bacchetta tornano a dirigere Angelini e Trovajoli, viene richiamato anche Nunzio Filogamo. Torna a vincere Claudio Villa con Corde della mia chitarra, ma riscuoterà successo Casetta in Canadà. Si assiste inoltre al primo esperimento di Controfestival, dove vennero presentati i 10 brani esclusi. Alla gara tradizionale si affiancò una “gara degli indipendenti”, che si svolse in una quarta serata e qui vinse Claudio Villa con Ondamarina. Vi fu molta disapprovazione per questo evento. Claudio Villa era un divo creato da Sanremo, ed i giornalisti si scagliarono contro di lui, beccandosi querele e lettere di minaccia. 1958: l’ottava edizione del festival vede il trionfo di Domenico Modugno. Il trentenne pugliese stravince con Nel blu, dipinto di blu.

La Rai lascia l’organizzazione all’ ATA. Fu l’anno del ritorno di Nilla Pizzi con l’Edera, ma fu proprio lei ad intuire il successo di Modugno, che al ritornello di Volare, spalancando le braccia , trovo il pubblico in piedi in sala grifando e sventolando fazzoletti. Il grande sconfitto è Claudio Villa. 1959: il boom di volare fa sentire i suoi effetti sull’edizione successiva ed era già tutto esaurito 20 giorni prima e i biglietti introvabili vengono venduti a 100.000 lire. Parte la caccia al divo, per le strade di Sanremo e alberghi e pensioni scoppiano. Bar e hotel piazzano televisioni in ogni angolo e le orchestre di Galassini e Ferrio sono più swing delle precedenti. Fa scalpore la quarta classificata, Tua di Jula de Palma, giudicata troppo osé, inoltre il suo vestito ricorda una camicia da notte e provoca indignazione. Ma il pezzo spacca in radio. Sanremo ’59 resta nella storia anche per un altro presunto caso. Il successo del Festival era mal digerito dagli operatori turistici della concorrente Costa Azzurra e il commissario Molinari, era stato segretamente ingiunto a irrompere sul palco e interrompere la manifestazione, proprio durante l’esibizione della De Palma. Ma il non avvenne. Vince Modugno con Piove ( ciao, ciao bambina. ) 1960: l’edizione decennale è forse la più seguita di sempre. Le stime parlano di 30 milioni di italiani. L’italia intera segue con enorme attenzione e tifo similcalcistico. 23 i cantanti in gara, per la prima volta più numerosi delle canzoni. Troviamo 11 cantanti di tipo tradizional-melodico, 7 interpreti più moderni e ritmatici e infine 5 i cosiddetti ‘urlatori’. Essi erano coloro che, sulla scia di esempi americani, mettevano una tale aggressività nell’interpretazione dei testi, che sembrava che urlassero, più che cantare. La 10 edizione si svolge tra il 28 e il 30 gennaio, organizzata per la prima volta da Radaelli, vero primo ‘patron della rassegna’. Cambia la composizione della giuria: 189 giurati sono sorteggiati tra i presenti in sala, 200 sono scelti in 20 diverse città d’italia, e votano attraverso la televisione. È una vera sfida tra vecchio e nuovo questa edizione, tra tradizione e modernità. A contendersi il primo posto sono Libero e romantica . Modugno voleva eseguire il brano vestito da carcerato ma la RAI non glielo concedere e il testo della canzone viene addirittura interpretato come un appello a lasciare il tetto coniugale. Modugno si aiuta con un espediente tattico: siccome nella serata finale il sorteggio ha deciso che a cantare Libero si prima lui, e poi il suo meno carismatico partner Teddy Reno, al momento in cui dovrebbe entrare in scesa non si fa trovare. Allora si decide di far cantare Reno. Modugno ricompare alle 23, giusto in tempo per cantare la seconda versione del brano. Ma questo non basta a vincere. Vincerà Romantica. è un verdetto significativo, perché spaccherà le acque. Perché certifica che Modugno è passato, pur lasciando dei segni importanti. Ma a sanremo torna a regnare sempre la tradizione. Infatti verrà confermato nelle altre edizioni. 1961: è un’altra edizione storica, ricca di contenuti. La SIAE, scontenta della classifica degli anni passati, decide di vietare ai suoi iscritti di partecipare al Festival. Ma gli iscritti alla Siae, incuranti del divieto, presentano le loro opere alla commissione selezionatrice. Inoltre Randelli per scongiurare la protesta adotta un nuovo sistema di votazione all’insegna della trasparenza (in teoria) , il VOTOFESTIVAL. Che consisteva nel: il meccanismo nelle prime due serate era lo stesso: 24 canzoni, e le 12 più votate vanno in finale. La terza sera vengono presentante le 12 finaliste, ma non c’è alcun verdetto immediato. Sarà infatti, la gente da casa a votare attraverso le schedine dell’Enalotto. In più potranno partecipare ad un concorso pronostici che mette in palio 20 milioni in gettoni d’oro, una sorta di toto calcio sulla classifica effettiva del Festival. Questa formula, oltre ad attirare sempre più gente, da vita ad una settimana di vera ‘campagna elettorale’, dove nei giornali, nei muri, venivano scritto ‘vota Celentano’, ‘vota Mina’. E poi si procede allo spoglio il 6 febbraio. Questo è l’anno dei cantautori, 10 casi su 24 brani. podio: 5 e 4 posto va a Mina, un risultato insoddisfacente per il suo livello. Il verdetto è dovuto anche alla presunta rivalità con Milva, e dalla sua parte si schiera la stampa, che con Mina avevano il dente avvelenato perché non gli aveva concesso una serie di interviste. Ma Mina stanca di questa situazione, decise che non parteciperà più al Festival di Sanremo. 3. Milva con il mare nel cassetto. 2. Adriano Celentano con Ventiquattromilabaci: una bomba rock molto aggressiva. Sul palco il giovane Celentano, da la schiena al pubblico e verrà duramente criticato da Claudio Villa. Il 1 posto va Luciano Tajoli che non era mai stato invitato al festival perché “poco telegenico” a causa di un handicap. 1962: questo e i successivi sono ancora anni d’oro per il Festival. Ma è sufficiente annotare come le edizioni 62 e 63, siano stati due anni sottotono per la qualità delle canzoni. Infatti musicalmente parlando iniziano ad essere sempre più altri i luoghi dove passa la vera musica leggara italiana. Ad esempio nel 1962 a Sanremo vince ancora Claudio Villa, ma altrove iniziano ad emergere alcuni eventi musicali. Esce Love me Do, il primo 45 giri dei Beatles, che cambieranno la storia della musica nel 900. Sempre nello stesso anno esce il primo album di un ragazzo americano Bob Dylan. Poi, precisamente il 12 luglio si esibiscono i Rolling Stones che iniziano a suonare Rock. Ed è anche l’anno in cui da noi, nel suo piccolo esplode Gianni Morandi con Fatti mandare dalla mamma, andavo a cento all’ora. A vincere quell’anno sono Claudio Villa e Domenico Modugno con Addio, addio una canzone insignificante . L’unica cosa che si ricorda di questo Festival è la ballatissima quando quando quando . Inoltre vengono chiamati dagli organizzatori del festival per degli sketch comici, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. 1963: questa è un edizione minore, venne presentata da Mike Bongiorno e parteciparono due giornalisti della stampa sovietica . 1964: arrivano gli stranieri. Edizione che va dal 30 gennaio all’1 febbraio. Una delle edizioni più fortunate in assoluto. Questo è l’anno del boom discografico italiano, di vendono 30 milioni di dischi, di cui ben 6 milioni legati al festival. Venne abolita la graduatoria, si premia solo il 1à classificato, tutte le altre vengono considerate a pari merito. Viene abolita la giuria di sala e sostituita da 20 piccole giurie , formate da 15 persone e sparse in tutta italia, chiamata dal notaio il giorno stesso. Di questi, 8 devono avere meno di 25 anni. Abbandonata la formula del doppio direttore di orchestra. L’orchestra rimane una sola, ma i direttori cambiano a quasi ogni brano. A presentare è ancora Mike Bongiorno. Ma la novità più grande, è l’apertura delle frontiere del festival agli stranieri. 16 interpreti, vengono chiamati dall’estero, ad affiancare gli italiani, nella seconda versione del pezzo, cantando però in italiano. Decisione che fa discutere molto il pubblico. In questa edizione si hanno due exploit: uno del giovane 18enne Bobby Solo, che si rifà palesemnete ad Elvis Presley con una Lacrima sul viso. Il giorno d’inizio del festival, Bobby Solo, rimane improvvisamente senza voce, e allora si decide di farlo esibire il playback. La sua permormance ottiene un forte impatto nel pubblico. L’altro exploit ha per protagonista una ragazzina ancora più giovane Gigliola Cinquetti, 16enne che stravince sanremo in coppia con Patricia Carli, con la canzone non ho l’età per amarti. 2.

Il ridimensionamento: da evento nazionale a rito TV (1965-2014) Idro Montanelli nel 59, scriveva che il primo sanremo era quello più seguito dagli italiani. Scrive infatti che le città la sera dell’inizio del festival erano deserte, perché si tornò ad assumere il regime di coprifuoco. L’Italia raccolta attorno alla televisione. Pier Paolo Pasolini affermava che, oltre ad essere molto vasto il pubblico del festival, era anche trasversale. Anche perché in quegli anni, non vi erano molte alternative di svago. La sera infatti, si stava riuniti in famiglia, e quindi radio e tv erano molto presenti, ed erano i passatempi preferiti dagli italiani. Infatti molte trasmissioni raccoglieva circa 30-35 milioni di italiani, cosa che ad oggi non potrebbe mai capitare. La tv infatti, va ad affiancarsi ad altre istituzioni formative come la scuola e l’esercito. Per molti ragazzi il primo spostamento da casa coincide con il servizio militare e per molte ragazze il primo viaggio è il viaggio di nozze. In questo contesto storico-sociale si inserisce la tv, che diventa il più forte e popolare mezzo di intrettenimento. All’epoca il festival veniva considerato come un grande evento nazionalpopolare. Infatti durante quelle sere, molti cinema rimanevano chiusi, perché il pubblico non ci andava. Inoltre anche molti intellettuali avevano perso letteralmente la testa, ed organizzavano ‘sanremo-parties’ con distribuzioni di libretti e di dischi. Ed un eventuale rifiuto dell’invito, motivato semplicemente dalla mancanza di interesse, sarebbe stato visto come un segno di snobismo. Nel 1969 l’edizione si svolse nella completa paura, che potessero accadere degli scontri, si temeva una calata dei contestatori nella città dei fiori e l’occupazione

del Casinò, come era già avvenuto al teatro la scala di milano. Infatti furono mobilitate le forze dell’ordine di due province per l’occasione. L’intero spettacolo venne, così registrato prima, per timore di non poter effettuare le riprese in diretta. Però poi non successe nulla di tutto ciò. Ma sanremo non è più come una volta. Sanremo era vivo, vitale, perché il festival ha saputo essere genuino soprattutto quando negli anni 50 è stato espressione di un pubblico preciso ed omogeneo, quello dell’umile italia, dell’italia delle piccole patrie. Ma quel pubblico si è come polverizzato, dando vita a tanti pubblici diversi, ciascuno con i suoi gusti e le sue preferenze. Il festival allora prova ad ammiccare a tutti questi pubblici, vecchi e nuovi, ma naturalmente non ci riesce. Negli anni 70 , infatti Sanremo è un enorme Business, governato da giochi di potere e giri di soldi investiti dai discografici in modo più o meno trasparente. il cambiamento si verifica, con la rivoluzione discografica connessa all’avvento dei 45 giri (nato negli Usa nel 49 e arrivato in italia nel 1958). Essendo più maneggevole, meno fragile e più economico del vecchio 78 giri, fece impennare le vendite dei dischi. Inoltre si devono tener conto dei mutamenti della società, della mentalità, delle occasioni di divertimento, cioè i cambiamenti che intervengono nel gusto della gente, per cui uno svago che ci piace oggi, non è detto che ci piaccia pure tra 30 anni. Insomma, il Festival, perde la sua forza di penetrazione, forza molto maggiore rispetto ad oggi. Il fatto che ancora oggi canzoni banali come vola colomba, tutte le mamme, buongiorno tristezza, vengano ricordate, dimostra la grande forza che sanremo aveva sulla gente. Ulteriori motivi di crisi vengono negli anni 70 vengono messe alla luce da Dario Salvatori, secondo lui, dovuto al mancato ricambio di personaggi sanremesi popolari ed inoltre il parallelo declino di uno dei pilastri che reggevano la trasmissione , cioè la TV, progressivamente abbandonata dal pubblico giovane. Un ruolo fondamentale è svolto anche dal successo del Rock, che divenne la musica dei giovani per eccellenza, e riuscì ad influenzare la moda, i pensieri e lo stile di vita di molte persone. Anche riguardo alle esibizioni dal vivo, col rock non si parlò più di serate ma di concerti dal vivo. Insieme a tutti questi cambiamenti, un ulteriore motivo di crisi del Festival è stato la diffusione nel mercato del disco 33 giri( che poteva contenere un intero album di canzoni). Ma ovviamente Sanremo propone una sola canzone e non un intero album. Anche perché il Festival era lontano dal cosiddetto long-playing, che consisteva in cui un artista aveva a disposizione uno spazio maggiora, dai 30 min i...


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