Paniere aperte didattica PDF

Title Paniere aperte didattica
Author Manuela Brinno
Course Didattica E Pedagogia Speciale
Institution Università telematica e-Campus
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LEZIONE 1 08. Si distinguano l’apprendimento formale-informale e non formale. L’apprendimento è il modo in cui il soggetto acquisisce, interpreta, organizza, modifica o assimila informazioni, competenze e sentimenti tra loro connessi e costruisce significati da attribuire alla vita quotidiana. Questo può suddividersi in: 1. Apprendimento formale 2. Apprendimento non formale 3. Apprendimento informale L’apprendimento formale viene svolto attraverso l’insegnamento sistematico da parte di docenti e l’uso di manuali, esami e crediti. È riconosciuto istituzionalmente, dunque avviene in aula ed è altamente strutturato. L’apprendimento non formale fa riferimento a quelle opportunità di apprendimento che avvengono in setting organizzati al di fuori del sistema educativo formale. Questi percorsi sono solitamente di breve durata e non richiedono il possesso di prerequisiti specifici. Gli stessi mass media possono essere considerati sistemi di apprendimento non formale. Infine, l’apprendimento informale può essere definito come quel processo che avviene in contesti destrutturati, esperienziali e non istituzionali. Esso avviene ovunque gli individui avvertano necessità, motivazioni e opportunità di apprendimento. È parte integrante delle routine quotidiane, viene attivato da uno stimolo che può provenire dall’interno o dall’esterno e non necessariamente si muove a livello consapevole; può verificarsi per caso ed è induttivo di riflessione e azione, inevitabilmente connesso con l’apprendimento di altri. L’apprendimento informale include l’apprendimento incidentale e può accadere anche in contesti istituzionali (ma non in aula). Presuppone un controllo da parte di colui che apprende, può essere incoraggiato dai contesti sociali in cui si verifica o può avvenire nonostante tali contesti possano non facilitarne lo sviluppo. È un processo intenzionale che non segue percorsi strutturati. 09.Quali traduzioni educative possiede l’apprendimento formale? L’apprendimento formale contiene in sé alcune attività educative quali, ad esempio, le tradizionali lezioni scolastiche che consentono, attraverso un percorso determinato, la formazione dei discenti. È una tipologia d’apprendimento che non si limita a formare i giovani ma che si occupa anche della formazione in età adulta. Le principali traduzioni educative nell’apprendimento formale riguardano le strategie che vengono applicate in ambito scolastico affinché il singolo studente apprenda, nel miglior modo possibile, le nozioni fornitegli dal docente. Un’ulteriore traduzione educativa riguarda l’organizzazione generale dell’istituzione. Dunque, con traduzioni educative si fa riferimento a tutte quelle strategie didattiche che consentono e facilitano l’apprendimento stesso. 10. L’espressione apprendimento non formale indica le opportunità di apprendimento che avvengono in setting organizzati al di fuori del sistema educativo formale. Si determini la relazione che intercorre tra i due tipi di apprendimento. Sebbene apprendimento formale e non formale possano risultare distaccati tra loro, presentano delle similitudini. Entrambi, infatti, si riferiscono ad attività educative che rilasciano titoli, qualifiche o certificazioni riconosciute. Entrambi sono intenzionali e predispongono dei percorsi educativi che hanno come obiettivo principe quello di formare l’individuo. Nonostante queste due tipologie di apprendimento avvengano in ambienti differenti, vengono considerati entrambi intenzionalmente strutturati, in quanto avvengono in setting definiti. 11. Cosa si intende con apprendimento formale? Vedi n.1 12. In quante tipologie si suddivide l'apprendimento esperienziale? L’apprendimento esperienziale si suddivide in tre tipologie che sono:

- i modelli di apprendimento esperienziale; - le pratiche riflessive; - l’apprendimento situato. 13.L’apprendimento incidentale rappresenta un effetto collaterale di qualche altra attività e accade in modo del tutto inaspettato al di là della consapevolezza dei soggetti. Si argomenti quanto espresso L’apprendimento incidentale frutto di qualche atra attività come la realizzazione di un compito, le relazioni interpersonali, un’esperienza di apprendimento per prove ed errori, accade inaspettatamente e al di là della consapevolezza dei soggetti. Gli errori sono potenti strumenti di apprendimento perché inducono a rifletter per trovarne la causa ed evitarne la ripetizione. 14. In quante tipologie si suddivide l'apprendimento informale? L’apprendimento informale si suddivide in tre tipologie che sono: - l’apprendimento incidentale; - l’apprendimento esperienziale - l’apprendimento trasformativo. 15. Cosa si intende con il termine apprendimento? L’apprendimento è il modo in cui il soggetto acquisisce, interpreta, organizza, modifica o assimila gruppi d’informazioni, competenze e sentimenti tra loro collegati e costruisce significati da attribuire alla vita quotidiana. È un processo che induce a una modificazione momentanea o permanente del comportamento e ha la funzione di rendere l’individuo adatto all’ambiente, alla partecipazione alla vita sociale e alla società dove vive e si evolve. È qualcosa di più del semplice imparare o capire. È un processo di acquisizione di nuovi modelli di comportamento o di modificazione di quelli già acquisiti per un migliore adattamento dell’individuo all’ambiente. 16. Su quali assunti pedagogici e didattici si erigono l’apprendimento formale e informale? Apprendimento formale ed informale sono stati i principali oggetti di studio in diversi approcci. In letteratura scientifica, infatti, si ritrovano molteplici riferimenti in merito alla struttura e alla gestione dell’apprendimento. Si ricorda la presenza di programmi formalmente ed istituzionalmente riconosciuti, in quanto attuati all’interno di strutture riconosciute. L’apprendimento formale viene, dunque, concepito come un insieme coerente di obiettivi da raggiungere e contenuti da trasmettere. Ciò che differenzia l’apprendimento formale da quello informale è l’aspetto del contesto in cui ciascuno di essi avviene, entrambe le tipologie si fondano sulle cosiddette “soft skill”, ovvero competenze personali che permettono all’individuo di mettersi in relazione e lavorare insieme agli altri; tali capacità si acquisiscono all’interno e all’esterno del sistema d’istruzione. Un altro elemento fondamentale è certamente il ricorso alle capacità di problem solving, importanti sia per l’apprendimento formale che per quello informale. LEZIONE 2 03. Si definisca l'apprendimento informale L’apprendimento informale è un processo che avviene in contesti destrutturati, esperenziali e non istituzionali. Accade ovunque gli individui avvertano la necessità di apprendere. È integrato con le routine quotidiane, viene attivato da stimoli interni o esterni, non si muove necessariamente a livello consapevole, può verificarsi casualmente ed essere connesso all’apprendimento di altri. È inoltre un processo induttivo di riflessione e azione. Ha tre strutture interne che differiscono per livello di consapevolezza e intenzionalità: - apprendimento auto diretto (consapevole e intenzionale) - apprendimento incidentale (di cui si può avere consapevolezza sono in un secondo momento) - conoscenza tacita (non consapevole e non intenzionale).

04. Su quali assunti si basa l’apprendimento autodiretto? Knowles, al fine di definire maggiormente il concetto di apprendimento autodiretto, elenca una serie di assunti fondanti l’andragogia. Tali assunti riguardano l’adulto in qualità di learner e sono sei: 1. Il concetto di sé dell’adulto muove da forme di dipendenza a un concetto indipendente del sé in grado di orientare e dirigere l’apprendimento del soggetto; 2. L’adulto accumula un patrimonio di esperienze di vita che costituisce la risorsa d’apprendimento più ricca a cui attingere; 3. La disponibilità di un adulto ad apprendere è strettamente connessa ai compiti evolutivi che il proprio ruolo sociale richiede di assumere; 4. L’adulto è orientato alla soluzione dei problemi e interessato all’acquisizione di conoscenze che ritiene spendibili; 5. La motivazione ad apprendere più potente è di natura interna e non esterna; 6. Gli adulti hanno bisogno di conoscere perché è rilevante impegnarsi in un qualche apprendimento. Viene sottolineato l’aspetto attivo del soggetto, la sua capacitò di rendersi attore principale dell’apprendimento. È il soggetto stesso che definisce i propri bisogni educativi, sceglie gli strumenti e valuta i risultati ottenuti. Tale processo per Knowles comporta spesso il supporto di altri soggetti, quali docenti, tutor, gruppi di riferimento e colleghi. 05. L'apprendimento informale è caratterizzato da quante strutture interne? L’apprendimento informale ha tre strutture interne che differiscono per livello di consapevolezza e intenzionalità: - apprendimento autodiretto (consapevole e intenzionale) - apprendimento incidentale (di cui si può avere consapevolezza sono in un secondo momento) - conoscenza tacita (non consapevole e non intenzionale). 06. Su quali principi educativi e didattici si determina l'apprendimento autodiretto? L’apprendimento autodiretto è stato affrontato più volte nel corso degli studi sull’apprendimento, in particolare negli anni ’70, in America, con Knowles. Egli affermava che l’essere umano, consapevole delle proprie azioni e competenze, diviene sempre più autodiretto, perfezionando l’apprendimento stesso. L’autore, definendo l’apprendimento auto diretto, elabora un nuovo concetto, l’andragogia, ovvero la scienza che aiuta gli adulti nell’apprendimento. Altri studiosi come Houle e Tough, invece, si sono interessati a comprendere gli sforzi ad apprendere che intenzionalmente e in modo incessante ogni adulto compie nel quotidiano. Le loro ricerche sull’apprendimento autodiretto hanno un carattere descrittivo e pongono l’accento sull’esigenza di verificare la diffusione di tale processo tra gli adulti e di documentare come questo avvenga. Le esperienze individuali divengono la fonte a cui attingere per l’apprendimento. 07. Cosa è l’apprendimento autodiretto? L’apprendimento autodiretto è quello che avviene in modo volontario, intenzionale e consapevole. È un processo in cui gli individui sono in grado di riconoscere i propri bisogni di apprendimento, articolandoli in obiettivi e scegliendo le strategie più appropriate da attuare per raggiungerli e infine valutarne i risultati. Il processo comporta spesso il supporto di altri soggetti come docenti e tutor. LEZIONE 3 03. In quali termini e chi ha studiato l'andragogia? L'andragogia, come arte e scienze di aiutare gli adulti ad apprendere, contrapposta alla pedagogia, come arte e scienza di aiutare i bambini ad imparare, è stata studiata da Knowles negli anni ’80. È

una teoria unitaria dell’apprendimento degli adulti, calibrata sulle esigenze e motivazioni della fase dell’adultità (dall’ingresso nel mondo del lavoro fino alla sua uscita). 04. Cosa studia e su quali principi si fonda l’andragogia? L’andragogia studia il modo per aiutare gli adulti ad apprendere e si basa sull’idea che nell’adulto l’esperienza rappresenti una risorsa ricca da cui poter attingere. L’adulto è orientato ad acquisire competenza spendibili e la motivazione che lo spinge è di natura interna. 05. Quanti sono gli assunti dell’apprendimento autodiretto? Gli assunti dell’apprendimento autodiretto sono sei: 1. Il concetto di sé dell’adulto muove da forme di dipendenza a un concetto indipendente del sé in grado di orientare e dirigere l’apprendimento del soggetto; 2. L’adulto accumula un patrimonio di esperienze di vita che costituisce la risorsa d’apprendimento più ricca a cui attingere; 3. La disponibilità di un adulto ad apprendere è strettamente connessa ai compiti evolutivi che il proprio ruolo sociale richiede di assumere; 4. L’adulto è orientato alla soluzione dei problemi e interessato all’acquisizione di conoscenze che ritiene spendibili; 5. La motivazione ad apprendere più potente è di natura interna e non esterna; 6. Gli adulti hanno bisogno di conoscere perché è rilevante impegnarsi in un qualche apprendimento. LEZIONE 4 04. Si definisca l’apprendimento per prove ed errori L’apprendimento incidentale può avvenire dappertutto ed in qualsiasi momento. Una tipologia di apprendimento incidentale è quella definita “per prove ed errori”, basata sul processo di riflessione che l’individuo compie quando commette un errore, così da determinare la causa di quello sbaglio e di evitarne la ripetizione. È possibile sintetizzare gli errori in cui un adulto può incorrere in quattro differenti tipologie: 1. errori di omissione (avrei dovuto fare qualcosa); 2. errori sostanziali di commissione (ciò che ho fatto è sbagliato); 3. errori di processo nella commissione (il modo in cui ho agito è sbagliato); 4. errori di azione nella commissione (non avrei dovuto fare niente). 05. L’apprendimento incidentale può avvenire dappertutto e in qualsiasi momento, ciò rende difficoltosa la progettazione di percorsi di apprendimento che, almeno in parte, dipendono da incontri fortuiti, eventi inediti e circostanze inaspettate. Su quali elementi e principi si erige, quindi, l’apprendimento incidentale? L ’apprendimento incidentale si muove su un livello tacito, spontaneo e inconscio, può avvenire dappertutto e in qualsiasi momento, è l’effetto collaterale di qualche altra attività che diventa consapevole nell’adulto solo dopo che si è verificato. 06. Su quali assunti si erige l’apprendimento per prove ed errori? Quando si parla di apprendimento per prove ed errori, occorre riflettere sull’importante ruolo rivestito dagli errori. Essi diventano, infatti, potenti strumenti di apprendimento: la percezione di aver sbagliato suscita solitamente sentimenti di fragilità e sollecita a riflettere sugli errori compiuti nel tentativo di determinarne la causa e di evitarne la ripetizione. In particolare, l’apprendimento per prove ed errori si basa principalmente su quattro assunti e ciascuno di essi si fonda su dei quesiti che permettano di comprendere l’errore commesso e come potervi porre rimedio. Le quattro diverse tipologie di errori in cui un adulto può incorrere sono: - errori di omissione, avrei dovuto fare qualcosa;

- errori sostanziali di commissione, ciò che ho fatto è sbagliato; - errori di processo nella commissione, il modo in cui ho agito è sbagliato; - errori di azione nella commissione, non avrei dovuto fare niente. 07. In quale rapporto stanno l'apprendimento informale e quello incidentale? Gli studiosi che si sono cimentati con l’idea di apprendimento informale e incidentale ne hanno formulato una definizione che si struttura attraverso il contrasto con l’apprendimento formale e si caratterizza per un’attenzione rivolta all’apprendimento da e attraverso l’esperienza. L’apprendimento informale è una categoria che include quello incidentale, può accadere anche in contesti istituzionali, ma generalmente non in aula e presuppone un controllo dell’apprendimento che rimane principalmente nelle mani dei learner. L’apprendimento incidentale, invece, rappresenta un effetto collaterale di qualche altra attività, quali la realizzazione di un compito, le interazioni interpersonali, la percezione e la graduale comprensione di una cultura organizzativa o familiare e le esperienze di apprendimento per prove ed errori. Concludendo potremmo asserire che il primo può essere deliberatamente incoraggiato dai contesti sociali e organizzativi in cui si verifica, mentre il secondo accade in modo del tutto inaspettato e aldilà della consapevolezza dei soggetti. LEZIONE 5 06. Si determini quali principi didattici determinano il modello di apprendimento informale e incidentale delineato da Marsick e Watkins (1990) e rielaborato con Cseh (1999). Il modello per potenziare gli apprendimenti informali e incidentali elaborato da Marsick e Watkins e rielaborato con la collaborazione di Cseh affonda le sue radici nel pensiero di Dewey, Argyris e Schon e Mezirow e da Dewey in particolare desume l’idea dell’uomo come essere attivo, propositivo che interviene nel corso dei fenomeni (si impara facendo). 07. Si determini il modello di apprendimento informale e incidentale delineato da Marsick e Watkins (1990) e rielaborato con Cseh (1999). Marsick e Watkins nel 1990 elaborarono un modello per potenziare gli apprendimenti informali e incidentali; questo venne successivamente ripreso e modificato con la collaborazione di Cseh (1999). Le autrici sostengono che l’apprendimento nasca negli incontri di tutti i giorni mentre si vive e lavora in un determinato contesto. Ogni nuova esperienza può offrire una sfida, un problema da risolvere. Occorre sottolineare l’importanza del contesto entro cui tale esperienza si verifica, cioè l’ambiente di apprendimento che da un punto di vista personale, sociale, professionale e culturale gioca un ruolo chiave nell’influenzare le modalità interpretative delle persone, le loro scelte, le azioni che intraprendono e gli apprendimenti che ne conseguono. Il modello tratteggia un processo di progressiva creazione di senso che si configura, non appena gli individui iniziano a dare significato a una situazione. Ogni nuovo insight può richiedere di tornare indietro e mettere in discussione le intuizioni precedenti. Il modello proposto presuppone, dunque, che le persone inseriscano le proprie esperienze in cornici di senso che permettono di valutare ciò che le rende problematiche e sfidanti rispetto alla possibilità di immaginare e progettare futuri possibili. 08. Quali sono le condizioni di facilitazione nell'apprendimento? Marsick e Watkins hanno individuato tre condizioni particolarmente promettenti per facilitare e migliorare questa tipologia di apprendimenti: - la riflessività, che consente di far affiorare ed elaborare criticamente le credenze e gli assunti taciti e dati per scontati che necessitano di essere analizzati affinché gli individui possano inserire i propri problemi in un frame di senso che li renda comprensibili e affrontabili; - la proattività, che consente di agire, saper gestire e contribuire all’esperienza di apprendimento in modo consapevole e dinamico;

- la creatività, che si riferisce alla capacità di osservare una situazione da molteplici punti di vista e di utilizzare prospettive inedite e insight per superare schemi precostituiti che possono inibire l’apprendimento. LEZIONE 6 04. La teoria culturale dell'apprendimento si basa … sulla comprensione delle norme sociali. Fenwick ha individuato cinque differenti prospettive teoriche che costituiscono le lenti attraverso cui poter analizzare l’apprendimento esperienziale. Una di queste lenti è la teoria culturale che muove dal tentativo di trasformare gli ordini sociali esistenti e supportare colui che apprende nel mettere criticamente in discussione le norme dominanti che strutturano le esperienze che vive. 05. L'approccio costruttivista si basa su che cosa? L’approccio costruttivista si basa sullo studio dei processi di riflessione attraverso cui l’adulto costruisce conoscenze e significati da attribuire alla propria esperienza. In tale approccio l’individuo è un attivo costruttore delle proprie esperienze. È riflessione sull’esperienza concreta. Kolb e Jarvis ne sono rappresentanti. 06. Quante prospettive teoriche individua Fenwick (2003)? Fenwick ha individuato cinque differenti prospettive teoriche che hanno sollevato interrogativi sulla natura dell’apprendimento esperienziale. Queste prospettive si differenziano per l’oggetto verso cui rivolgono la loro attenzione: - Teoria Costruttivista che guarda alla riflessione sull’esperienza concreta (Kolb e Jarvis); - Teoria Situazionale che riguarda la partecipazione a comunità di pratica; - Teoria Psicanalitica che si concentra sul rivelare i desideri inconsci e le paure; - Teoria Culturale che riguarda la comprensione delle norme sociali dominanti e strutturanti l’esperienza; - Teoria della complessità applicata all’apprendimento che riguarda l’esplorazione delle relazioni tra cognizione e ambiente. Le prime due prospettive sono privilegiate perché hanno una valenza educativa preponderante. LEZIONE 7 04. Dewey, nel suo volume Experience and Education, ha formulato alcune osservazioni circa le possibili connessioni tra le esperienze di vita e i processi di apprendimento. Quali sono e su quali principi si basano? Per Dewey l’uomo è un essere attivo, propositivo, che interviene n...


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