Resoconto 1 Braibanti - Appunti 1-2-3 PDF

Title Resoconto 1 Braibanti - Appunti 1-2-3
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Bergamo
Pages 4
File Size 72.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 108
Total Views 132

Summary

Appunti delle lezione di psicologia dello sviluppo del prof. Braibanti...


Description

RESOCONTO 1 Vorrei cominciare questa trattazione con una citazione: “Lo sviluppo umano è una cosa troppo importante per lasciarla alla psicologia.” (J.R. Morss). Che cosa significa questa frase? Sta ad indicare la complessità dell'argomento che andremo ad affrontare, ovvero lo sviluppo. È impossibile ridurre lo sviluppo ad una singola cosa, esso è molteplici cose differenti. Lo sviluppo di cui si occupa la psicologia, di per sé, non esiste. Ma esiste come costruzione della psicologia dello sviluppo. In generale però, la maggior parte degli autori descrive e spiega lo sviluppo psicologico come “i cambiamenti che si verificano in funzione del tempo nel comportamento e nelle funzioni psicologiche che definiscono l'unità psico-fisica dell'individuo” (cfr. Manuale di psicologia dello sviluppo di Luigia Camaioni). Esso si fonda “sui processi di crescita fisica e sulla struttura e plasticità del sistema nervoso centrale” (cfr. Manuale di psicologia dello sviluppo, Camaioni). Troviamo dunque, un rapporto molto stretto tra lo sviluppo anatomico, neurofisiologico e comportamentale dell'individuo. Si parla spesso di decostruzione della psicologia; è un processo teorico discusso da Dérrida, filosofo francese che prese spunto da alcuni motivi emergenti della fenomenologia di Husserl e dal pensiero di Hegel. Decostruire significa analizzare le componenti della teoria al fine di emendare paradigmi psicologici e mettere in luce i presupposti impliciti che deviano la visione della psicologia. I decostruzionisti indagano elementi di psicologia anche in contesti politici e sociali. Ma quali sono le direzioni dello sviluppo? Cosa lo trascina nelle sue direzioni? Come si configurano i processi dello sviluppo? Cercheremo di dare delle risposte pertinenti mano a mano. È utile specificare che parlare di sviluppo non vuol dire necessariamente parlare di crescita. La crescita riguarda una dimensione quantitativa. Mentre lo sviluppo è un fenomeno più complesso che si articola nel dispiegamento, nel differenziamento e nel cambiamento. Lo sviluppo psicologico studia il modo in cui l'organismo umano dispiega la sua presenza alle relazioni sociali e alle funzioni psichiche. Lo sviluppo segue e indica una direzione precostituita; il suo percorso è diacronico, in quanto avviene nel tempo, ma anche tramite la ricerca delle consequenzialità. Il corso della vita è caratterizzato non solo da leggi biologiche, ma anche culturali e sociali. La sfera socio-culturale è determinante, in quanto le abilità che si acquisiscono sono normalizzate dalle differenti culture. Troviamo diversi insediamenti sociali, in cui ciò che è “normale” in una cultura, non lo è nell'altra. Normalità significa aderire ad una norma e non tutte le culture devono sottostare alle stesse norme. Prendiamo ad esempio il fenomeno del razzismo: esso ha fondamenti biologici. Nel periodo del nazismo in Germania l'essere biologicamente diversi portava allo sterminio, con il solo obiettivo di arrivare ad un ideale di “eugenetica”,

cioè il miglioramento della razza. Passiamo alla trattazione del concetto di “differenziazione” teorizzato da Werner (1948). Egli applica tale concetto all'evoluzione filogenetica. Secondo Werner, “nello sviluppo infantile si procederebbe da uno stato di relativa globalità e da una mancanza di differenziazione ad uno stato di maggiore differenziazione e ad una crescente organizzazione gerarchica” (cfr Manuale di psicologia dello sviluppo di Camaioni, pag. 84). In breve la differenziazione non muove linearmente nello sviluppo e può avere un corso sia progressivo che regressivo. Come si organizza lo sviluppo del linguaggio? Ecco un'altra domanda che non trova una risposta semplice ed immediata. Imparare a parlare è un processo estremamente complesso, che si sviluppa rapidamente nei primi tre anni di vita. Successivamente si amplia e si articola fino all'età scolare. Il linguaggio è un sistema oppositivo. Già dai primi mesi di vita il neonato comincia ad emettere dei suoni che gli servono per avviare il processo di comunicazione con l'esterno. In seguito il bambino passa a produrre suoni vocalici alternati a suoni consonantici (M-A; P-A) formando catene che assumono un significato (mamma, papà). Il bambino dunque è soggetto, fin dai primi giorni di vita, a cambiamenti e trasformazioni. Un personaggio che studiò le componenti innate del comportamento e in particolare il fenomeno dell'imprinting fu l'etologo e zoologo austriaco Konrad Lorenz (19031989). L'imprinting è “l'apprendimento istintivo caratteristico di una specie, che pare non derivare dall'esperienza individuale” (cfr. Lorenz, Konrad Zacharias in L'Universale. La Grande Enciclopedia Tematica- Filosofia pag. 660-661). Lorenz infatti definì l'imprinting come “la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto”, osservando che “nelle anatre selvatiche il processo di imprinting che ferma l'azione del seguire è ridotto a poche ore. Proprio per essere circoscritto a una determinata fase di sviluppo e per la sua irrevocabilità l'imprinting si differenzia da altre forme di apprendimento” (Io sono qui, tu dove sei? Konrad Lorenz pag. 23). Queste osservazioni influenzarono la teoria psicoanalitica dell'attaccamento teorizzata da Bowlby (un ricercatore britannico di scuola psicoanalitica). Altro psicoanalista degno di nota è René Spitz. Di origini austriache, ma naturalizzato statunitense, Spitz studiò i bambini orfani e valorizzò il ruolo formativo della madre tramite l'osservazione diretta dell'interazione madre-bambino. Egli sostiene che lo sviluppo libidinale del bambino non avviene in modo lineare, ma in tre fasi: 1) stadio pre-oggettuale (tre mesi di vita). Nel bambino si osservano fenomeni di sorrisi selettivi e organizzati connessi a non stimoli esterni. 2) stadio dell'oggetto precursore. Il neonato riconosce l'oggetto madre come oggetto non intercambiabile. La reazione al non riconoscimento della madre è l'angoscia.

3) il linguaggio (comparsa del sì/no). Il bambino si identifica con l'aggressore e il linguaggio comincia a prendere spessore. Lo sviluppo può essere considerato come evoluzione, cioè è il prodotto di una selezione naturale che agisce su mutazioni casuali. Come già accennato, la psicologia dello sviluppo è frutto di confronti di teorie diverse. Consideriamo l'epistemologo e filosofo statunitense Thomas Khun, che formulò un'epistemologia alternativa a quella dell'empirismo logico e di Popper, suoi bersagli polemici. Nella sua opera più conosciuta “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, Khun sostiene che il progresso scientifico non è un cumulo di conoscenze verso la verità , ma un'alternanza tra scienza normale e rivoluzioni scientifiche, a partire da strumenti (chiamati paradigmi) che tendono ad articolarsi (cambiamenti di paradigma). Per “paradigma” Khun indica l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una tradizione di ricerca in cui le teorie sono accettate universalmente, conia l'espressione “scienza normale” per riferirsi al lavoro di routine degli scienziati che seguono un certo paradigma. Il paradigma usato dagli scienziati va considerato, secondo Khun, come teorico ed è esente da qualsiasi forma di verifica. Ciò che è possibile verificare è solamente una parte del paradigma stesso, un suo specifico elemento. Burrhus Skinner è stato uno psicologo comportamentista statunitense altamente influente. Egli nega i fatti speculativi della psicologia: gli oggetti tradizionali della psicologia vengono ridotti a comportamento. Scoprì e portò avanti la frequenza di presentazione dei comportamenti come variabile dipendente nella ricerca psicologica. In altre parole, Skinner rinuncia a tutto quello che sta “sotto pelle”. Per concludere questa carrellata non possiamo non citare Jerome Bruner, pioniere della scienza cognitiva. Cosa studia il cognitivismo? “Esso studia il funzionamento della mente come elemento intermedio tra il comportamento e l'attività cerebrale prettamente neurofisiologica.” (Ulric Neisser, Cognitive Psychology). Nei primi anni la ricerca psicologia di Bruner è incentrata sul paradigma del comportamentismo. Il comportamentismo considerava la mente alla stregua della tabula rasa (empirismo). L'apprendimento dell'individuo veniva così ridotto ad un'azione passiva da parte dello stesso, indotto a comportarsi in un certo modo determinato dalla relazione stimolo-risposta (richiamo ad alcuni esperimenti di laboratorio di Skinner). Attraverso varie argomentazioni, Bruner mostra i limiti della teoria comportamentista. Il set cognitivo cambia radicalmente l'idea di mente che percepisce passivamente come mero specchio della realtà, presentandola come una struttura attiva nella percezione dell'oggetto e che influenza fortemente il materiale percepito dal soggetto. Il processo cognitivo diventa quindi dinamico e interattivo con la realtà, ma anziché essere limitato ad una semplice sequenza di accomodamenti (com'era invece nel comportamentismo), è trasversale nell'utilizzare ogni proprietà della mente nel suo interno.

BIBLIOGRAFIA - Manuale di psicologia dello sviluppo, Luigia Camaioni. - Lorenz, Konrad Zacharias in L'Universale. La Grande Enciclopedia TematicaFilosofia. - Io sono qui, tu dove sei? Konrad Lorenz. - Ulric Neisser, Cognitive Psychology. Chiara Berardi...


Similar Free PDFs