Riassunti pellegrini PDF

Title Riassunti pellegrini
Author Giuditta Procaccini
Course Economia e Management
Institution Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli
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Summary

Corso di diritto pubblico Diritto pubblico (Libera Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli) StuDocu non sponsorizzato o supportato da nessuna o ateneo. Scaricato da Nina Capitolo 1 Integrazione europea e diritto costituzionale Nel 1950 venne siglata la Dichiarazione Schuman che sanciva uffici...


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Corso di diritto pubblico dell'economia Diritto pubblico dell'economia (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli)

StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

Capitolo 1 - Integrazione europea e diritto costituzionale Nel 1950 venne siglata la Dichiarazione Schuman che sanciva ufficialmente la costruttiva convergenza con gli altri paesi fondatori dell’Europa Unita (Monnet, De Gasperi ecc). Vi si affermava che la “fusione delle produzioni di acciaio e carbone” che aveva rappresentato la causa di conflitti tra Francia e Germania, sarebbe diventata base comune per lo sviluppo economico “prima tappa della federazione europea”. È infatti considerato il primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di “Europa” intesa come Unione Economica ed è perciò considerato come punto di partenza del processo d'Integrazione Europea. Già prima della dichiarazione Schumann il costituzionalismo del secondo dopoguerra, superando la dimensione territoriale dello Stato, aveva introdotto i valori universali della pace e della cooperazione fra i popoli per la tutela dei diritti: lo dimostra la costituzione italiana in cui è scritto che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Nell'area europea questa attenzione ha una prima risposta concreta il 5 maggio del 1949 con l'istituzione del consiglio d'Europa (CdE). Nel 1950 l'assemblea del CdE approva la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU) che istituisce anche una Corte dei diritti dell’uomo a salvaguardia dello sviluppo economico e sociale. In parallelo con la dichiarazione Schumann, parte l'avventura europea; infatti a Parigi, nel 1951, sei Stati tra cui Francia, Germania occidentale e Italia (già membri del CdE) istituiscono la Comunità Europea del Carbone dell'Acciaio (CECA): primo trasferimento di sovranità statale in materia di estrazione, produzione e commercio carbo-siderurgico in un mercato comune. Sembra che i passi verso l'integrazione possono continuare in direzione ancora più ambiziosa con la firma del trattato sulla comunità europea della difesa (CED). Nel 1954 l'assemblea nazionale francese respinge la ratifica aprendo una pesante crisi che porta alla creazione dell'Unione Europea occidentale (UEO), il cui mandato si concluderà nel 2011, con la confluenza nell'Unione Europea. Tuttavia, i fallimenti hanno insegnato a trarre lezioni per il futuro; le sconfitte non hanno mai rappresentato segnali di definitivo ed irreversibile arresto nel cammino dell'integrazione in divenire, attraverso vie nuove, non sempre coerenti ma costanti. Nel 1957 i sei Stati fondatori della CECA sottoscrivono infatti trattati per i mercati comuni nella Comunità Economica Europea e la Comunità Economica Europea dell'Energia Atomica. Celebrando a Berlino questo traguardo dei trattati di Roma (2007) i capi di Stato e di governo dell'Unione che da sei fondatori sono diventati 27 membri. Al momento dell'anniversario potevano infatti affermare che l'unificazione europea ha permesso loro di raggiungere “pace e benessere”: è stata fondamento di condivisione e superamento di contrasti, concludendo con “Noi cittadini dell'unione siamo per la nostra felicità, uniti”. Fra il 1957 e il 2015, la rivoluzione pacifica della geopolitica in Europa verso una ever closer union (una unione sempre più stretta) dal Preambolo del trattato di Roma del 1957, che vedeva i capi di Stato europei determinati a porre le fondamenta di una unione sempre più stretta tra i popoli europei, fino al trattato di Lisbona del 2007, che segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'unione sempre più stretta, si mette in moto una dinamica costituente unitari (nonostante crisi e tensioni) per garantire la pace, la sicurezza e lo sviluppo del continente europeo con una prospettiva condivisa: il perseguimento di obiettivi politici da raggiungere all'interno di un percorso giuridico attraverso lo strumento dell'integrazione economica e monetaria. Per cogliere nei tratti essenziali il divenire di questa evoluzione e le conseguenze costituzionali, riassumerei i percorsi dell'integrazione in tre fasi principali che ne rispecchiano le stagioni attraverso i 1  Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

decenni: 1- Dal mercato comune al diritto comune (1957-1986); 2- Un processo di revisione semipermanente (1986-2001); 3- Dal fallimento del Trattato per la Costituzione Europea al Trattato di Lisbona (2001-2009). FASE 1 (1957-1986): Dopo il fallimento del trattato CED, i sei Stati membri della CECA rilanciano l'obiettivo politico dell’integrazione. I trattati di Roma istituiscono la comunità economica europea CEE e la comunità europea dell'energia atomica EURATOM che si aggiungono alla CECA. Si tratta di tre comunità con tre distinti esecutivi composti da una commissione con il potere di iniziativa legislativa e di controllo, e da un consiglio composto dai governi degli SM che decide all’unanimità. Queste tre comunità hanno in comune l'assemblea composta da delegazione dei parlamentari degli Stati membri, la corte di giustizia che siede in Lussemburgo, e con l'introduzione del sistema delle risorse proprie si aggiungerà la Corte dei conti. Alle politiche comuni per il carbone e l'acciaio (1951) si aggiungono quelle per il mercato economico comune e (MEC) in condizioni di concorrenza garantita e non influenzata da interventi statali e da operatori privati mono o oligopolistici. Si aggiungono inoltre la politica agricola comune, la politica commerciale e la politica dei trasporti; infine con l’ EURATOM si instaura la politica per l'energia atomica. Infine si avvia un'evoluzione molto più ambiziosa, cogliendo le opportunità offerte dalle norme dei Trattati e della clausola di flessibilità. Secondo questa clausola, infatti, quando un'azione della comunità risulta necessaria per raggiungere uno dei suoi scopi, in mancanza di poteri definiti dai trattati, il Consiglio deliberando all’unanimità, su proposta della commissione, può decidere di intervenire. In secondo luogo è stata la Corte di giustizia europea ad enucleare i due elementi caratterizzanti dell'ordinamento comunitario: l'effetto diretto delle norme europee all'interno degli ordinamenti degli Stati membri (SM) e il primato del diritto comunitario rispetto a quello statale. Gli Stati sono chiamati a rispondere della violazione di questi obblighi comunitari nelle procedure di infrazione avviate dalla commissione e decise dalla corte di giustizia. All’ampliamento delle competenze e alla forza giuridica delle norme europee si aggiunge la svolta fondamentale nel 1976: quella dell’elezione universale diretta dei rappresentanti dei popoli degli Stati componenti delle comunità nel parlamento europeo (PE) che sostituisce l'assemblea formata da delegazione di parlamentari. Per il sistema elettorale, in mancanza di una procedura uniforme, di fatto si rinvia alle legislazioni degli Stati membri, compresa l'introduzione o meno di una soglia di sbarramento che comunque non può superare il 5%. Fra il 1957 e il 1986 gli stati che aderiscono alla CEE raddoppiano e diventano 12. FASE 2 (1986-2001): Il 14 Febbraio 1984, Il parlamento europeo approva il progetto di Unione Europea, per iniziativa di Spinelli, eletto in questa assemblea nel 1979. Si apre un processo semi-permanente di revisione ambiziosa dei trattati che si riflette in un nuovo e più democratico equilibrio istituzionale e nel progressivo sviluppo delle competenze. Le procedure di revisione dei 4 trattati rimane materia della Conferenza intergovernativa (CIG). La svolta invece riguarda la carta dei diritti: il Consiglio europeo del 1999 istituisce un organo rappresentativo non solo dei governi ma anche delle Assemblee parlamentari, autodefinendosi “Convenzione” incaricato di presentare al Consiglio europeo un progetto di Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Questa seconda fase può essere divisa in 5 passaggi: 2  Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

1- L’Atto Unico Europeo che fu firmato nel 1986 e rappresenta un primo significativo traguardo del percorso di integrazione politica europea in tre principali direzioni: 1) l’avvio del riequilibrio istituzionale. I poteri legislativi del Parlamento europeo sono potenziati rispetto alla competenza del consiglio nell’approvazione degli atti comunitari. Si rompe il “paradigma dell’unanimità” (regola che era richiesta per tutte le votazioni del Consiglio) sostituita da quella della maggioranza qualificata per le decisioni riguardanti lo sviluppo dell’integrazione economica e nell’approvazione dei regolamenti e delle condizioni essenziali per il funzionamento del mercato interno, come l’armonizzazione delle legislazioni. 2) rafforzare la proiezione esterna della Comunità con l’avvio di una cooperazione di politica estera. 3) il passaggio, entro il 1992, dal mercato comune al mercato interno con il recepimento di 282 direttive. A differenza del Trattato di Roma, l’Atto unico Europeo si riferisce al mercato come “spazio senza frontiere interne” nel quale è assicurata libera circolazione delle merci, persone e servizi del MEC. Nel 1979 venne stabilito che ogni prodotto fabbricato legalmente in uno degli stati membri dovrebbe essere ammesso nel mercato comunitario salvo esigenza di tutela della salute dei consumatori: si avviò quindi una forte competizione tra produttori. 2- Trattato di Maastricht fu firmato nel 1992 a Maastricht e disegna un’articolazione istituzionale, fondata su tre pilastri che facevano parte della neonata Unione Europea. Il primo è quello comunitario regolato dai tre trattati (TCECA, TCEE e TCEEA) e di creazione di un mercato comune. Le Comunità europee conservano la loro identità e sviluppano il metodo comunitario secondo il quale al Consiglio si aggiunge il Parlamento europeo, con la nuova procedura di codecisione di norme, con effetti diretti negli ordinamenti degli Stati membri (SM). La CEE viene rinominata Comunità Europea (CE) perdendo la sua qualificazione economica, per sottolinearne l'evoluzione dall'originaria dimensione di mercato ad uno spazio pubblico con cittadinanza e moneta comune: infatti è istituita l'Unione Economica e Monetaria e sono previste le fasi per la sua attuazione e il passaggio alla moneta unica. Il secondo pilastro è quello della politica estera e di sicurezza comune (PESC). Il terzo è della cooperazione di giustizia e affari interni (GAI) e sono regolati dal Trattato dell’unione europea (TUE): materie che appartengono al cuore della sovranità statale. Nella nuova comunità europea è introdotta la cittadinanza dell'unione che si aggiunge alla cittadinanza nazionale e attribuisce a tutti cittadini europei degli Stati membri, propri specifici diritti; accanto alla procedura di cooperazione legislativa, è prevista la nuova procedura di codecisione, nella quale il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno uguali poteri di approvazione di atti comunitari in alcuni settori. I punti principali del Trattato includono: • L'organizzazione a tre pilastri dell'Unione Europea • Il principio di sussidiarietà • La cittadinanza dell'Unione Europea • La procedura di codecisione del Parlamento Europeo. • Il completamento dell'Unione Economica e Monetaria. 3- Trattato di Amsterdam: venne firmato nel 1997 e fu una ulteriore evoluzione sia dei principi democratici, sia delle competenze comunitarie e dell'ulteriore democratizzazione negli equilibri fra le istituzioni con l'ampliamento dei poteri legislativi del parlamento europeo nella procedura di codecisione. Riguardo ai principi democratici, il trattato attribuisce un ruolo fondante ai principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani, prevedendo la possibilità per il Consiglio di sanzionare gli Stati membri che dovessero dare luogo a violazioni “gravi e persistenti”. Vennero decisi i criteri condizionanti l’ingresso di nuovi paesi all’interno della Comunità Europea. Essi sono: 1) criterio politico, che riguarda la presenza di istituzioni stabili garanti della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani con una particolare attenzione al rispetto ed alla tutela delle minoranze. 2) 3  Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

criterio economico, che riguarda l'esistenza di un'economia di mercato affidabile capace di competere con l'economia sociale di mercato dell’Unione. 3) criterio amministrativo, che riguarda la capacità di assumere e rispettare gli impegni derivanti dallo status di Stati membri, compresa l'adesione agli obiettivi politici e agli standard di performance economica dell’Unione. Allo scopo di adeguarsi a tali condizioni quasi tutti questi Stati non solo hanno modificato la legislazione primaria ma hanno riscritto le costituzioni anche con l'assistenza della commissione di Venezia, organo del consiglio d'Europa di cui quasi tutti questi paesi fanno parte. 4- Trattato di Nizza, firmato nel 2001, riprende la riforma dei trattati affinché le istituzioni comunitarie corrispondano ad una comunità sempre più allargata, con risultati meno ambiziosi di quanto spiegato. Il trattato si limita infatti per quanto riguarda il Consiglio, a ridurre ulteriormente i casi di voto all'unanimità sostituendolo con la maggioranza qualificata e a modificare la ponderazione del voto. In occasione del Consiglio europeo di Nizza la novità più importante è la proclamazione della carta di diritti fondamentali. La scelta di prevedere un catalogo dei diritti per l’Unione segna l’evoluzione dalla comunità dei mercati, alla comunità politica dei diritti e poi allo “spazio giuridico” dei diritti fondamentali dell’UE. 5- Nel 1995 gli stati nell’Ue divengono 15 FASE 3 (2001-2009): Il nuovo secolo si apre con risultati sorprendenti: la nuova Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione; la Strategia di Lisbona che rende la Comunità Europea “l’economia più competitiva del mondo”. Alla fine del 2001 il consiglio europeo di Laeken affida la revisione organica dei trattati alla convenzione sull'avvenire dell'Europa composta dai rappresentanti dei governi paesi. Il metodo convenzionale rappresenta una svolta che il trattato di Lisbona renderà permanente nella formalizzazione della procedura di revisione ordinaria, a conferma della originalità dell’Unione: quando il consiglio europeo approva a maggioranza semplice la proposta di modifica, previa consultazione del parlamento europeo della commissione è convocata dal presidente del consiglio europeo una convenzione composta da rappresentanti dei parlamenti, capi di Stato, di governo ecc. Il Trattato di Lisbona entra in vigore nel 2009: la comunità europea si trasforma in Unione Europea; non esistono più i tre pilastri, ma l'unione con personalità giuridica unitaria, responsabile di politiche e azioni interne allo spazio giuridico europeo di un'azione esterna verso il mondo. Gli stati nel 2015, divennero così 28. IL TRATTATO DI LISBONA Il trattato di Lisbona riforma, razionalizza, riunifica, i trattati precedenti sedimentati in quasi sessant'anni di integrazione; permane il TCEEA e e a mentre si era già estinto il TCECA. E’ composto da due parti: il Trattato sull’Unione europea (TUE) e il trattato sul funzionamento dell'unione dell'unione europea (TFUE), ridefiniti nei contenuti in modo da distinguerne le finalità. Il TUE contiene nei suoi 55 articoli, le disposizioni sui principi democratici, sulle istituzioni, sulle cooperazioni rafforzate, sull'azione esterna, sulla politica estera di sicurezza e difesa comune. Il TFUE sviluppa quei principi per il funzionamento dell'Unione in 358 articoli che riguardano le competenze, il principio di non discriminazione di cittadinanza, i settori le politiche, le funzioni e le procedure dell'istituzione delle cooperazioni rafforzate. La carta di diritti fondamentali dell'Unione Europea è annessa al trattato come costituzione di diritti 4  Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

con lo stesso valore giuridico delle due parti precedenti e completa il quadro complesso e articolato Maura unitario organico delle basi giuridiche dell'integrazione europea. Il trattato di Lisbona segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'Unione sempre più stretta fra i popoli dell’Europa: l'unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. Anche i valori comuni rispecchiano il percorso che si era andato stratificando dal trattato di Maastricht in poi: il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani compresi quelli delle persone appartenenti alle minoranze in una società caratterizzata dal pluralismo e dalla non discriminazione. Il Trattato di Lisbona aumenta i poteri del parlamento europeo e prevede diverse novità per le istituzioni europee: allarga i membri dell'Unione Europea da 15 a 28. Nel Trattato è scritto che:

- L’unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne per assicurare la libera circolazione delle persone: una delle quattro libertà del trattato di Roma. Per garantire la sicurezza si introducono due importanti novità: si valorizza il ruolo dell'Eurojust con il compito di sostenere e potenziare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali responsabili delle indagini e dell'azione penale contro la criminalità grave transfrontaliera. Si introduce la procura europea per perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’unione. In quest'ottica infine si riconosce il ruolo della cooperazione di polizia per lo scambio di personale di informazioni tra le forze di polizia degli Stati membri attraverso l'Europol disciplinata organicamente da misure definite con la procedura legislativa ordinaria, nella quale il parlamento europeo e il consiglio hanno un ruolo paritario. - L’unione instaura un “mercato interno”: spazio senza frontiere interne per la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali secondo le disposizioni dei Trattati. In particolare il mercato è riqualificato da un complesso di finalità: lo sviluppo sostenibile dell'Europa basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, sulla lotta all'esclusione sociale e alle discriminazioni e sulla parità tra donne e uomini. - Fin dal 1958 il regolamento riconosce tutte le lingue ufficiali dei sei Stati fondatori, lingue che diventeranno poi 28. Venne poi istituita un'unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro. - Nelle relazioni dell'unione con il resto del mondo si affermano e promuovono gli interessi di quest’ultima contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Vengono richiamati nella dimensione globale i valori della pace, della sicurezza e dello sviluppo sostenibile della terra. - Viene data nuova vitalità all'azione esterna compresa la definizione progressiva di una politica di difesa comune. L’unione rispetta a sua volta la identità nazionale degli Stati insita nella loro struttura fondamentale, politica e istituzionale, compreso il loro sistema delle autonomie locali e regionali che aveva già avuto un riconoscimento formale nel trattato di Maastricht. In quella sede infatti è stato istituito il comitato delle regioni nel quale sono proporzionalmente presenti rappresentanti eletti nei consigli regionali e locali. Il comitato è garante del principio di sussidiarietà dato che può ricorrere alla corte di giustizia per violazione di questo principio in atti normativi per i quali è prevista la sua consultazione. Oltre a tutto ciò vi è anche la possibilità per ogni stato membro di uscire dall’Unione. L’insieme di valori principi e obiettivi dell'unione è sintetizzato nel diritto costituzionale europeo. 5  Scaricato da Nina Vadalà ([email protected])

I PRINCIPI DEMOCRATICI DELL’UNIONE EUROPEA Il trattato di Lisbona “segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini”. E’ questa l'apertura del trattato che trova la sua base sostanziale nel riferimento organico dei principi di egua...


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