Riassunto- Analisi Microeconomica PDF

Title Riassunto- Analisi Microeconomica
Course Economia Politica
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Analisi microeconomica e scelte pubbliche – Nicola Boccella CAPITOLO 1 – DI COSA SI OCCUPA L’ANALISI ECONOMICA Cos’è l’economia politica? Secondo Lionel Robbins (’32) è la scienza che studia il comportamento umano (non una scienza matematica ma sociale), questa si occupa di studiare le informazioni che riguardano l’aumento dei prezzi, le variazioni di interesse, la disoccupazione e la recessione. Questa è divisa in due branche: - Microeconomia: si occupa di tutti i singoli soggetti che intervengono nelle decisioni economiche, di come interagiscono e della creazione di entità maggiori quali mercati e settori produttivi; - Macroeconomia: si interessa a quantità economiche aggregate come tasso di interesse, inflazione, tasso di crescita del prodotto interno, disoccupazione, recessione, equilibrio delle transazioni internazionali, dell’instabilità ciclica e delle politiche economiche adottate dai singoli Stati e dalle entità politiche internazionali. La microeconomia si occupa di temi economici come la produzione di beni e servizi, che analizza la quantità del prodotto, quantità di forza lavoro e delle tecniche produttive utilizzate; ma anche del consumo di beni e servizi che tratta del rapporto tra prodotto consumato e risparmio effettuato da uno o più soggetti, quantità acquistate di ciascun bene, effetto dei prezzi, pubblicità e l’ambiente circostante. Qual è il rapporto tra le scelte individuali e l’andamento dell’economia? Il comportamento aggregato viene determinato dalla somma dei comportamenti individuali che ovviamente sono dettate allo stesso tempo dall’affronto del problema della scarsità (tempo libero + reddito). La Microeconomia si occupa di studiare la scelta tra le diverse alternative detta scelta ottima in un contesto di risorse scarse. Il consumatore tende sempre a massimizzare il proprio benessere scegliendo diverse quantità in base alle proprie esigenze e preferenze. Il lavoratore compie una 1° scelta relativa al momento di entrata nel mondo del lavoro: Quale lavoro fare? Quanto tempo dedicare al tempo libero? La retribuzione e la possibilità di carriera però sono anche decise dalle possibilità di crescita dell’impresa, dalla disponibilità di risorse per la produzione. La 1° scelta dell’impresa riguarda quindi quali output offrire sul mercato (cosa produrre) e con quali input produrre tali beni e/o servizi (come produrre). Cosa sono le risorse scarse? I beni che non si esauriscono rapidamente e che vengono usati nella produzione costituendo il capitale. Questi compongono il capitale fisico (beni fisici

durevoli macchinari, capannoni, impianti ed utensili) e capitale umano (abilità, conoscenze ed esperienze che ogni lavoratore ha acquistato). Ogni nazione ha a disposizione un proprio capitale umano/fisico detto stock di capitale al quale si uniscono le risorse naturali (minerali, paesaggistiche ed ambientali). Proprio perché si chiamano risorse scarse, la scelta di una delle possibili scelte determina il sacrificio di qualunque altra alternativa determinando il costo opportunità (valore della migliore tra tutte le possibili alternative a cui si rinuncia). Una scelta, affinché possa essere razionale, ha bisogno di un confronto tra tutti i possibili costi e benefici di ogni possibile scelta. Una scelta razionale lo è se ricade su quella con il più alto beneficio rispetto al costo. Anche le imprese compiono delle scelte razionali relative alle quantità da produrre prendendo in considerazione costi e benefici di ciascuna scelta produttiva. L’aumento della produzione sarà quindi conveniente se i ricavi saranno maggiori dell’incremento delle spese. La scelta razionale implica quindi un confronto tra costi marginali e benefici marginali. Cos’è il circuito economico? Ogni azienda deve scegliere i beni ed i servizi da produrre, quali debbano essere le modalità di produzione e quali debbano essere i destinatari della produzione. A seconda delle scelte fatte in questi ambiti, possiamo distinguere tre diversi sistemi economici: 1) Economia tradizionale: manca al gruppo sociale ogni possibilità evolutiva e di crescita e si realizza in una società statica e stagnante. Questo è un modello privo di imprevisti e quindi molto rassicurante per gli individui che ne fanno parte ma allo stesso senso privo di innovazione e sviluppo; 2) Economia pianificata: tutto viene governato da istruzioni di una struttura autoritaria; 3) Economia di mercato: i singoli soggetti sono liberi nella decisione di cosa utilizzare ovviamente non in modo illimitato ma in modo condizionato alle risorse di cui il soggetto dispone. Ogni individuo ha il suo endowment (dotazione) monetaria e intellettiva; l’ambiente in cui vive oltretutto, condiziona la propria capacità di ampliamento. Tutti i soggetti economici che operano in un sistema economico di mercato possono essere compratori (consumatori ed imprese) o venditori (imprese, lavoratori e proprietari di risorse). Proprio l’interazione tra compratori e venditori determinerà il mercato. I mercati possono essere concorrenziali o non concorrenziali: - un numero molto elevato di compratori e venditori rende il mercato perfettamente concorrenziale in quanto nessuno ha la possibilità di influenzare l’andamento dei prezzi.

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Ci sono poi mercati sufficientemente concorrenziali in cui abbiamo un numero non molto elevato di produttori ma sufficiente perché i prezzi non siano influenzati dall’uscita di uno di essi dal mercato. Vi sono ancora mercati dove operano pochi produttori, ed essendo non perfettamente concorrenziali vengono definiti mercati contenibili poiché qui la concorrenza è potenziale e non perfetta. Infine i mercati per nulla concorrenziali anche in presenza di un gran numero di produttori ma dove il prezzo è stabilito da un cartello (Ex. caso del petrolio).

Il circuito economico, rappresentato da un diagramma di flusso circolare dove agiscono famiglie (posseggono fattori di produzione e consumano beni e servizi prodotti dalle imprese) ed imprese (producono e vendono beni e servizi). I mercati in cui si incontrano ed interagiscono questi soggetti sono: - mercati di beni e servizi; - mercati di fattori di produzione. Dei due anelli che compongono questo diagramma, quello interno rappresenta il flusso dei beni e dei fattori di produzione (le imprese vendono alle famiglie beni e servizi, e le famiglie che vendono i fattori di produzione alle imprese). Nell’anello esterno è rappresentato il flusso di danaro (le famiglie spendono per acquistare dalle imprese e queste ultime spendono per acquistare fattori di produzione. Unica differenza: alle imprese resta un profitto in danaro). Cos’è la teoria del consumatore? Si basa sull’ipotesi secondo cui la massimizzazione dell’utilità individuale è l’elemento determinante le scelte dei singoli individui compiono quando decidono cosa consumare. La teoria usa quest’ipotesi per spiegare come gli individui scelgono l’ammontare del consumo di un bene. Quindi l’analisi microeconomica permette di analizzare la realtà secondo due ambiti: 1) economia positiva: come funziona realmente il sistema, la sua veridicità e precisione che può essere testata attraverso l’uso analitico dei dati empirici. Questa si basa sul rapporto causa – effetto tra le azioni economiche. 2) economia normativa: si occupa di dare risposte a questioni che comprendono giudizi di valore cercando di capire ciò che dovrebbe accadere. Questa individua alcune variabili strumento e analizza come la modifica di queste da parte del policy maker possa indirizzare l’economia verso il raggiungimento degli obiettivi. Non è possibile testarne la validità. La Microeconomia quindi studia il funzionamento dell’economia di mercato concentrando l’analisi sul funzionamento dei mercati e sul modo in cui nei mercati si formano i prezzi delle singole merci. L’attenzione è soprattutto concentrata sugli individui, sul modo in cui prendono le proprie decisioni e sul modo in cui nei mercati avviene il coordinamento delle loro decisioni

CAPITOLO 2 – Domanda, offerta ed elasticità Dietro la legge della domanda e dell’offerta vi è un modello economico la cui principale funzione è quella di spiegarci i meccanismi che concorrono alla determinazione dei prezzi. Il prezzo di mercato e la quantità prodotta sono determinati dall’equilibrio tra domanda ed offerta. Il mercato, è l’insieme degli individui che interagiscono tra loro, effettuando transazioni economiche legate alla vendita ed all’acquisto di beni, servizi e risorse. I compratori determinano la domanda di mercato mentre i venditori l’offerta all’interno del mercato. Dallo scambio di beni, servizi e risorse si ottengono numerosi vantaggi: 1. rende possibile la specializzazione produttiva: determina (se più imprese producono lo stesso bene) l’abbassamento del costo medio unitario; 2. favorisce le economie di scala: creazione di forme efficienti di divisione del lavoro determinate dalla specializzazione per cui si aumenta la produttività media dei lavoratori, si migliora la struttura organizzata dell’impresa, infine viene facilitata l’introduzione di macchinari per la produzione; 3. rende possibile una maggiore differenziazione dei prodotti e quindi amplia la possibilità di scelta dei consumatori. Il “potere” del mercato dipende dal tipo di regine nel quale venditori ed acquirenti operano. Il mercato può difatti assumere diverse forme che si basano su quattro diversi criteri: numerosità degli agenti, sostituibilità dei prodotto, interdipendenza delle decisioni e condizioni di entrata. a) numerosità degli agenti: numero dei venditori e degli acquirenti intesi come unità decisionali; b) sostituibilità del prodotto: si riferisce all’output di ogni impresa che può essere più o meno omogeneo. L’omogeneità dipende dalle caratteristiche qualitative il quale ne determina il grado di sostituibilità. Se i beni sono perfettamente omogenei i prodotti offerti sono identici (in tutte le imprese) per cui il consumatore si orienterà in modo indifferente; se i beni sono differenziati, i prodotti hanno caratteristiche differenti. c) Interdipendenza delle decisioni: le scelte di un operatore possono essere più o meno influenzate dalle decisioni degli operatori ma soprattutto dalle caratteristiche del mercato. d) Condizioni di entrata: grado di difficoltà con cui nuove imprese possono entrare nel mercato. Possono trovarsi ostacoli consistenti all’ingresso (costi fattori produzione, accesso tecnologico, acquisto dei suoli, costruzione impianti e macchinari, ecc).

2. 3. La domanda La domanda non coincide con ciò che i singoli individui chiedono perché bisogna sottostare ad alcuni vincoli: prezzo dei beni, limitatezza delle risorse. Il prezzo condiziona gli acquisti e quindi la quantità domandata di un certo bene che un individuo, una famiglia od un impresa sceglierebbe di acquistare ad un certo prezzo in un preciso momento, tenendo conto di tutti i vincoli. LEGGE DI DOMANDA: La relazione tra domanda e prezzo è negativa e cioè al crescere del prezzo diminuisce la quantità domandata. L’aumento dei prezzi ha un’influenza sulla percezione soggettiva della propria situazione economica per cui ci si sente più poveri. Quindi si riduce quello che potremmo chiamare reddito reale (rapporto tra reddito nominale e livello dei prezzi). Perché ciò avviene? Se il reddito reale diminuisce il consumatore tenderà a consumare meno determinando l’effetto reddito. Se tuttavia tale impoverimento è determinato dall’aumento dei prezzi di alcuni beni i compratori cercheranno di sostituire questi con altri beni determinando l’effetto di sostituzione. 2. 3. 1. La domanda individuale La domanda individuale, per cui si intende la domanda del singolo operatore dipende da diversi fattori. Si tratta di una funzione inversa rispetto al prezzo del bene ed anche dai gusti del consumatore stesso. La curva di domanda è una curva decrescente da sinistra verso destra perché è la rappresentazione grafica della Legge di domanda. Qui abbiamo sulle ascisse la quantità domandata, mentre sulle ordinate il prezzo del bene.

2. 3. 2. La domanda di mercato La domanda di mercato, e quindi la domanda complessiva di un bene che dipende ancora dal prezzo, ma anche dal numero dei consumatori presenti sul mercato e dalla distribuzione del reddito. Anche in questo caso la quantità domandata della curva di domanda varia inversamente rispetto al prezzo del bene.

2. 4. 1. Trasposizione della curva di domanda La curva di domanda è un utile strumento per comprendere come la quantità domandata di un bene varia al variare del suo prezzo. Questa è una curva statica che si riferisce ad un dato periodo di tempo sufficientemente breve per poter considerare costanti tutte le variabili che influenzano la domanda. Ovviamente ci sono alcune variabili ci influenzano questa domanda: - Gusto influenzato dall’abitudine, tradizione, emulazione, decisero di mantenersi in salute; - Prezzi degli altri beni influenzano a seconda se ti tratta di beni sostituibili/succedanei (possono soddisfare il medesimo bisogno. Se aumenta il prezzo di un bene, aumenta la quantità domandata dell’altro e quindi questo permette ai consumatori di sostituire il bene più costoso: caffé/orzo) o complementari (concorrono insieme alla soddisfazione di un bisogno per cui all’aumentare del prezzo di uno diminuirà la domanda dell’altro: caffe/zucchero). - Reddito disponibile se aumenta determinerà un aumento generale del consumo e quindi la relazione tra quantità domandata e reddito è diretta. Un aumento del reddito determina una trasposizione della curva di domanda verso destra poiché aumenterà il potere di acquisto dei consumatori e quindi saranno spinti a domandare quantità più grandi. La relazione non è diretta in due eccezioni: (1) se i consumatori sono saturi (pienamente soddisfatti) ulteriori aumenti non determinano alcuna variazione

nella quantità domandata; (2) nel caso di beni inferiori può esservi una riduzione della domanda per scegliere beni di qualità superiore. Domanda individuale e variazioni del reddito:

Le variazioni di queste variabili si traducono quindi in movimenti lungo la curva. Se si hanno invece spostamenti della funzione a destra o sinistra vuol dire che le variazioni si riferiscono a variabili indipendenti che la influenzano.

2. 5. L’offerta La decisione della quantità di bene da produrre è basata sul presso atteso per i beni prodotti. Quindi possiamo dire che quanto maggiore è il prezzo tanto maggiore sarà la quantità prodotta dalle imprese. La curva o funzione di offerta di un bene rappresenta la quantità che i produttori sono disposti a vendere ad un determinato prezzo, in un preciso momento tenendo conto dei vincoli. L’offerta non sarà costante nel tempo ma determinata dalle scelte dei produttori e condizionata dai vincoli cui sono soggetti. Il prezzo a cui può essere venduto un prodotto è determinato dal mercato e i produttori dovranno affrontare i costi di produzione e di vendita del bene. I costi di produzione vengono dati dai costi sostenuti per l’input e dal processo di produzione utilizzato.

La curva di offerta ha pendenza positiva e quindi all’aumentare del prezzo l’impresa ha una maggiore propensione alla produzione (attraverso un incremento di lavoratori, di ore di straordinario, di impianti produttivi, dei prezzi o degli investimenti).

2. 5. 2. L’offerta di mercato La somma delle quantità offerte sulle singole imprese determina la quantità offerta di mercato. Il prezzo è solo uno dei fattori che determina quest’ultima che difatti dipende da altri input della produzione, dalle aspettative delle imprese, dal prezzo dei beni alternativi, dalla tecnologia a disposizione dei produttori ma anche dal numero di produttori che operano nel mercato. Ovviamente però il prezzo è il fattore più importante e più questo è elevato più viene offerta una maggiore quantità del bene.

LEGGE DELL’OFFERTA: C’è una relazione diretta tra prezzo e quantità offerta per cui graficamente corrisponde ad una retta inclinata positivamente in un piano cartesiano dove abbiamo i prezzi nelle ordinate e le quantità nelle ascisse. [corrisponde alla stessa curva sopra disegnata]

2.6 Trasposizione della curva di offerta La curva di offerta è stativa e si riferisce ad uno specifico periodo di tempo sufficientemente breve per poter considerare costanti tutte le altre variabili che la influenzano. L’offerta di mercato può variare se variano: prezzo dei beni, costo dell’input per la produzione e tecnologia a disposizione. L’effetto di una variazione di ciascuno di questi: 1) variazione del prezzo degli input può determinare l’aumento dei costi di produzione e una riduzione del profitto: questo porta una trasposizione della curva di offerta di mercato verso sinistra e verso l’alto. 2) Progresso tecnologico determina un aumento della capacità produttiva per ciascun livello di prezzo per cui avremmo una traslazione verso destra e verso il basso della curva di offerta di mercato. 3) Eventi naturali imprevedibili si realizza un aumento del costo delle materie prime, costi aggiuntivi di manutenzione ed aumento del costo del lavoro per la precedente perdita determinando una traslazione verso sinistra e verso l’alto della funzione. 4) Aspettative di ciascun produttore sul futuro andamento dei prezzi dell’input, della produzione o della tecnologia influenzano i livelli di offerta. Questo determina una trasposizione verso destra e verso il basso della curva di offerta. 5) Prezzo degli altri beni dipende sempre se si tratti o meno di beni sostituibili o complementari. Nel primo caso, con l’aumento del prezzo del caffé vi sarà una contrazione dell’offerta dell’orzo e quindi una traslazione verso sinistra e verso l’alto della curva d’offerta dell’orzo. Se invece si tratta invece di beni complementare all’aumentare del prezzo dell’olio combustibile, ci sarà un aumento dell’offerta dell’olio e quindi anche della benzina spostando la curva verso destra e verso il basso. 2.7 Prezzo e quantità di equilibrio I prezzi nel mercato non cambiano continuamente ma si bilanciano per un periodo abbastanza lungo nel tempo definito come condizione di equilibrio, dove l’offerta soddisfa la domanda. Possiamo parlare di prezzo di equilibrio e quantità di equilibrio che sono quei valori del prezzo e della quantità che non cambieranno per un certo lasso di tempo.

Prezzo e quantità di equilibrio dipendono da domanda e offerta per cui a livello grafico corrisp0ondono al punto d’intersezione delle due curve.

Un aumento del prezzo ha come conseguenza un aumento dell’offerta: l’offerta eccede la domanda e per cui il mercato non è più in equilibrio. Quindi vi sarà una progressiva riduzione del prezzi seguita da un aumento della domanda ed un ritorno all’equilibrio. Una riduzione del prezzo ha come conseguenza un aumento della domanda: per qualunque prezzo più basso la domanda eccede l’offerta ed il mercato non è in equilibrio determinando invece una situazione di “scarsità dell’offerta”. Per rimediare dunque vi sarà un aumento dei prezzi, una riduzione della domanda per tornare quindi all’equilibrio.

2. 8 Trasposizione della domanda e dell’offerta ed equilibrio di mercato Il cambiamento di qualsiasi fattore capace di ingenerare nel mercato uno spostamento della curva di domanda verso destra ha come conseguenza un aumento del prezzo e della quantità di equilibrio. Se ad esempio dovesse aumentare il reddito disponibile sappiamo, per definizione, che la curva di domanda avrebbe una trasposizione verso destra e quindi il prezzo di partenza non potrà più soddisfare la condizione di equilibrio bensì dovrà aumentare determinando un nuovo punto di equilibrio. [Grafico 2]

Allo stesso modo se dovessimo invece avere una riduzione ad esempio della produzione, ingenerando una riduzione dell’offerta si sposterebbe verso sinistra (per definizione) la curva di offerta determinando quindi un nuovo punto di equilibrio con un prezzo più elevato e una riduzione della quantità [Grafico 1].

Se il volume complessivo di vendita diminuisce ma aumenta nello stesso tempo lo sviluppo tecnologico determinando quindi da una parte una riduzione dei costi di produzione ed uno spostamento verso destra della curva di offerta, dall’altra un piccolo spostamento della curva di doma...


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