Riassunto Avvertenze Generali PDF

Title Riassunto Avvertenze Generali
Author Ilenia Pontino
Course Corso specializzazione sostegno
Institution Università degli Studi di Foggia
Pages 138
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appunti utili all'esame di specializzazione al sostegno...


Description

AVVERTENZE GENERALI Riassunti

CAPITOLO 2 LA DIMENSIONE EUROPEA DELL’ISTRUZIONE Agli inizi degli anni Sessanta, in concomitanza con l’espansione dei sistemi scolastici, la Comunità europea avverte l’esigenza di avviare prime forme di cooperazione nei settori dell’istruzione. 1974 Primi documenti ufficiali. Il Consiglio diffonde una comunicazione dal titolo: «L’educazione nella Comunità europea» sarà il primo programma di cooperazione in ambito educativo nel febbraio del 1976. Nello stesso periodo vengono avviate le reti di informazione EURYDICE e il programma ARION per lo scambio di dirigenti e funzionari. 1992 IL TRATTATO DI MAASTRICHT nel quale viene sancito il principio della cittadinanza europea, come completamento di quella nazionale. nell’art. 126 si afferma: La Comunità contribuisce allo sviluppo di un’istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra gli Stati membri. L’azione della Comunità è intesa a: – sviluppare la dimensione europea dell’istruzione con l’apprendimento e la diffusione delle lingue degli Stati membri; – favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti; – promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento; – sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze ; – favorire lo sviluppo degli scambi di giovani ; – incoraggiare lo sviluppo dell’istruzione a distanza 1993 LIBRO BIANCO di Delors il quale ritiene inadeguato il livello d’istruzione in relazione ai mutamenti sociali ed economici dopo la caduta del muro di Berlino. Sottolinea che una delle cause della disoccupazione è il basso livello d’istruzione. 1995 la Commissione presenta il LIBRO BIANCO che segna una tappa fondamentale nella storia della scuola in Europa: il «RAPPORTO CRESSON ». I cui obiettivi erano: – elevare il livello generale della preparazione dei giovani; – valorizzare la collaborazione tra scuola e impresa; – combattere l’esclusione sociale; – evitare un’eccessiva rigidità dei percorsi formativi Promuove una solida cultura generale capace di orientare i giovani nelle scelte formative e professionali 1996 L’UNESCO pubblica il Rapporto: «Nell’educazione un tesoro», in cui si sottolinea l’importanza del capitale umano lungo l’arco della vita. Già nel Libro Bianco del 1993, Delors aveva lanciato la sfida delle 3 elle: life long learning. In quest’ultimo Rapporto egli evidenzia i quattro pilastri dell’educazione: – imparare a conoscere; – imparare a fare ; – imparare a lavorare insieme ; – imparare a essere.

I documenti emanati dalla Commissione europea non mutano il principio di sussidiarietà dei Paesi membri dell’Unione. Con tale principio si afferma che, nei settori che non sono di sua esclusiva competenza, l’Unione interviene soltanto se l’azione dei singoli Stati risulti insufficiente. 2000 MEMORANDUM DI LISBONA : prevenire la dispersione scolastica e innalzare il tasso di istruzione secondaria. sottolineando i seguenti principi: – qualità: dei sistemi di istruzione e formazione e dei processi di insegnamento-apprendimento; – accesso: promuovere l’accesso all’apprendimento in tutte le fasi della vita; – contenuto: procedere a una revisione delle capacità di base che i giovani devono possedere; – apertura: si insiste sull’opportunità che i sistemi di istruzione siano aperti al mondo, incrementando il legame con l’ambiente locale; – efficacia: si sottolinea la necessità che i sistemi di istruzione facciano ricorso a sistemi di garanzia della qualità. Dopo Lisbona vengono fissati tre grandi obiettivi: – migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione: elevare la preparazione dei docenti, garantire l’accesso alle tecnologie informatiche, ecc.; – agevolare l’accesso ai sistemi formativi a tutti: innovare gli ambienti di apprendimento, sostenere la cittadinanza attiva; – aprire i sistemi d’istruzione europei agli altri Paesi del mondo: rafforzare i legami con il mondo del lavoro, migliorare l’apprendimento delle lingue straniere. 2006 Il 18 dicembre viene diffusa la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea di otto competenze chiave per l’apprendimento permanente. – comunicazione nella madrelingua; – comunicazione nelle lingue straniere; – competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; – competenza digitale; – imparare a imparare; – competenze sociali e civiche; – spirito di iniziativa e imprenditorialità; – consapevolezza ed espressione culturale. Ripreso nel 2007 dal nostro Ministero della Pubblica Istruzione nel DM 139/2007 che innalza l’obbligo d’istruzione a 16 anni. In questo decreto, infatti, vengono delineate otto competenze chiave di cittadinanza attuative della Raccomandazione. Esse sono:

– imparare a imparare; – progettare; – comunicare; – collaborare e partecipare; – agire in modo autonomo e responsabile; – risolvere problemi; – individuare collegamenti e relazioni; – acquisire e interpretare l’informazione. Le competenze relative al DM 139/2007 sono raggruppate attorno a quattro assi culturali: asse dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale. Gli apprendimenti che vengono acquisiti in questi ambiti dovranno rafforzare le competenze chiave di cittadinanza, senza il possesso delle quali la persona rischia l’emarginazione sociale. STRATEGIA EUROPA 2020 Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita e l'occupazione che l'Unione europea ha varato nel 2010. Non mira soltanto a superare la crisi dalla quale le economie di molti paesi stanno ora gradualmente uscendo, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita attraverso Tre priorità chiave promuovendo una crescita : – intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza, sull’innovazione e sulla modernizzazione; – sostenibile: promuovere un’economia più verde e competitiva; – inclusiva: favorire un alto tasso di occupazione. La Commissione, per raggiungere le finalità soprarichiamate, propone i seguenti obiettivi: – il 75% delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni deve avere un lavoro; – il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato. Il concetto di cittadinanza, come sancito dall’idea di citoyen, secondo cui l’individuo è legato allo Stato di appartenenza, è stato messo in discussione dalle rilevanti migrazioni di questi decenni e dalla massiccia presenza di persone straniere di prima e di seconda generazione. Anche il principio di cittadinanza europea si inserisce in tale contesto per poi evolversi in un’idea universalistica di vivere oggi una cittadinanza planetaria, incentrata sull’istanza che i diritti umani sono alla base di una nuova e costruttiva convivenza tra i popoli. L’educazione può contribuire a rafforzare questa nuova costruzione e promuovere principi di identità, che si sostanzia nel concetto di pluralità di appartenenza. L’educazione, in questo senso, è lo strumento privilegiato per valorizzare un . L’Unione europea insiste sulla promozione di una

cittadinanza attiva e di una partecipazione diretta dei giovani alla loro crescita formativa, attraverso appositi Programmi sostenuti dagli organismi dell’Unione europea PEL ( PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE) è stato definito nel quadro della promozione della cittadinanza, esso si pone come uno strumento per promuovere il plurilinguismo e favorire la comunicazione. È uno strumento messo a punto dal Consiglio d'Europa. Sin dal 1962 il Comitato dei Ministri evidenziò l'importanza delle lingue nel processo di cooperazione degli Stati membri, vi era riferimento al documento già nella Raccomandazione n. 18 del 1982, nel quale le lingue erano definite un bene inalienabile per favorire la comunicazione e la comprensione reciproca. Nella Raccomandazione n. 6 del 1998 del Comitato dei Ministri viene auspicata l'attuazione, da parte dei Governi degli Stati membri, di azioni tese ad "incoraggiare le Istituzioni a sviluppare e utilizzare per gli studenti in tutti i settori dell'educazione un documento personale nel quale possano essere registrate tutte le certificazioni e le esperienze linguistiche e culturali in modo coerente e trasparente. In un' ottica di sempre maggiore mobilità dei cittadini europei è infatti necessario promuovere l'uso di strumenti didattici e pedagogici che accompagnino l'apprendimento linguistico e lo certifichino in modo trasparente, coerente e significativo per il discente. Nel novembre 1991 si era tenuto a Rüschlikon un simposio intergovernativo nel quale era stata sottolineata la necessità di avere un quadro condiviso di livelli di competenza per poter definire programmi di apprendimento comuni e il riconoscimento reciproco di certificazioni. La soluzione sarebbe stata trovata nella definizione del Quadro comune europeo di riferimento, articolato in tre livelli e due sottolivelli: A indica elementare, a sua volta suddiviso in A1 e A2; B è riferito a intermedio ed è suddiviso in B1 e B2; C indica il livello avanzato e ha C1 e C2. Nel 1998 ha avuto inizio la fase di sperimentazione del PEL che si è conclusa nel 2000 con un Rapporto finale. La sperimentazione è stata condotta in 15 Stati membri ed ha avuto luogo in scuole di diverso ordine e grado. Il PEL è formato da tre diverse sezioni: Il Passaporto delle lingue che viene regolarmente aggiornato dal discente che vi registra le sue competenze nelle diverse lingue. Si basa sul Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Il discente si autovaluta ed è valutato sulla base dei sei livelli comuni di competenza linguistica La Biografia linguistica riporta i processi attraverso i quali sono state acquisite le competenze; essa dovrebbe consentire di effettuare delle riflessioni sui personali processi di apprendimento e promuoverne lo sviluppo. Essa ha anche funzioni di documentazione con l’ampliamento delle informazioni già dichiarate nel passaporto; Il Dossier offre al discente l'opportunità di selezionare e raccogliere documenti che illustrino i risultati e le esperienze descritti nella biografia. È stato individuato anche l’organismo europeo che dovrebbe esaminare e validare i vari modelli di portfolio elaborati: esso è denominato Comitato validatore. Nel corso di questi decenni, sono stati messi a punto diversi Programmi europei rivolti ai giovani ma che coinvolgono anche il personale della scuola. Il programma Comenius è stato creato per incentivare la cooperazione nel campo dell’istruzione scolastica, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. Si sviluppa secondo tre azioni:

– creazione di partenariati tra scuole per la realizzazione di Progetti Educativi Europei. Si tratta di gruppi di scuole di almeno tre Paesi diversi con l’obiettivo di dar vita a un progetto che può riguardare la tradizione, l’arte, la cultura, ecc.; – attività in ambito interculturale. Si prevede l’erogazione di sussidi per incentivare una dimensione d’insegnamento scolastico interculturale; – formazione continua di personale educativo, anche tramite l’erogazione di borse di studio per i singoli partecipanti ad attività di formazione. Gli obiettivi di Comenius sono quelli di sviluppare la conoscenza e la comprensione della diversità culturale e linguistica e di aiutare i giovani ad acquisire competenze di base in vista della promozione di una cittadinanza europea attiva. Il programma Erasmus, nasce nel 1987 ed è aperto all’insegnamento universitario fino al dottorato. Erasmus offre la possibilità a uno studente di effettuare un tirocinio in un Paese dell’Unione o di studiare in una università straniera. Il programma Erasmus ha assunto il nome di Erasmus + per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport per il periodo 2014-2020. Raggruppa sette programmi già esistenti dell’Unione Europea; per la prima volta include anche lo sport e intende offrire a oltre 4 milioni di europei l’opportunità di studiare, formarsi, acquisire esperienze professionali e fare volontariato all’estero. Il programma Leonardo da Vinci è stato avviato nel 1993 per attuare una politica europea condivisa nell’ambito della formazione professionale. Attraverso questo programma s’intende offrire opportunità a giovani studenti di aggiornare abilità e competenze in un altro Stato relativamente alla propria preparazione professionale. Comenius, Erasmus e Leonardo da Vinci sono i programmi europei che hanno permesso e permettono una significativa e rilevante mobilità degli studenti e dei docenti in tutti i gradi dell’istruzione, dall’infanzia all’Università. IL QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE per l’apprendimento permanente (European Qualification Framework- EQF) Dopo un lavoro preparatorio condiviso con i paesi, l’EQF è stato adottato formalmente con Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio il 23 aprile 2008. È uno schema di riferimento per “tradurre” quadri di qualifiche e livelli di apprendimento dei diversi paesi e che agisce come dispositivo per renderli più leggibili. Il Quadro europeo include tutti i titoli di studio e le qualifiche, da quelli di base a quelli universitari e postuniversitari. È costituito da una griglia di otto livelli che descrivono conoscenze/abilità acquisite da chi apprende livello 1 caratterizzato dal possesso di conoscenze di base , abilità di base necessarie a svolgere mansioni semplici. lavoro o studio, sotto la diretta supervisione, in un contesto strutturato, corrispondente al patrimonio di conoscenze e competenze conseguibile al termine del percorso della scuola obbligatoria Il livello 8, quello più elevato, invece è caratterizzato dal possesso di: conoscenze all’avanguardia in ambito di lavoro o di studio; abilità e tecniche più avanzate e specializzate, corrispondente al bagaglio di conoscenze e competenze che si consegue al termine di un percorso universitario postlaurea.

Nell’EQF sono chiarite anche le definizioni fondamentali relative al concetto di competenza che è la risultante di questa sequenza: – risultato dell’apprendimento: si intende ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo di apprendimento. Conoscenze, abilità e competenze; – conoscenza: comprende l’esito dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di lavoro o di studio. Nel contesto dell’EQF le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche; – abilità: si intende la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nell’EQF le abilità sono descritte come cognitive (pensiero critico, creativo, logico…) e pratiche (abilità manuali, uso di metodi, materiali, strumenti); – competenze: capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nell’EQF le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.

CAP 4 RICERCA IN EDUCAZIONE La creazione del termine PSICOLOGIA risale a Filippo Melantone che considerava la psicologia come l’insieme di conoscenze filosofiche, letterarie e religiose sull’animo umano. Il significato della parola veniva fatto derivare dai termini greci psiche e logos, due termini che si riferivano allo studio sistematico dell’anima. La psicologia nasce, invece, come scienza moderna nella seconda metà dell’Ottocento; in Italia nel 1905 Giulio Cesare Ferroni pubblica il periodico scientifico «Rivista di Psicologia». Una delle correnti che hanno tentato di definire l’oggetto della psicologia è il Comportamentismo (studio del comportamento osservabile). Uno dei maggiori esponenti del Comportamentismo è lo studioso americano John B. Watson che, in un articolo pubblicato nel 1913, La psicologia così come la vede il comportamentista, parla della psicologia riferendosi al controllo del comportamento. La concezione del Comportamentismo sposta decisamente l’interesse della ricerca psicologica dalla coscienza ai comportamenti manifesti, fino a includere un dato di analogia tra l’uomo e l’animale. Watson indica nel lavoro di Pavlov sui riflessi condizionati il fondamento sperimentale del Comportamentismo. Pavlov sosteneva che se a uno stimolo che è in grado di evocare automaticamente un riflesso (ad esempio, la vista di un cibo) si associa sistematicamente uno stimolo neutro (ad esempio, il suono di un campanello), dopo un certo numero di associazioni lo stimolo neutro produrrà il riflesso (detto condizionato). In breve tempo le teorie di Watson divennero il principale riferimento di tutti gli psicologi americani della prima metà del Novecento. Con il tempo il Comportamentismo cominciò ad essere elaborato secondo differenti approcci. Uno degli autori di questi differenti apporti è Edward Tolman che afferma che il comportamento umano va interpretato anche considerando diversi fattori che operano come variabili indipendenti: stimoli ambientali, memoria, pulsioni fisiologiche, eredità, età, sesso, esercizio pregresso e così via. Il comportamento, dunque, ha uno scopo che è lo stesso, nonostante variazioni esterne: questa concezione è stata definita anche Comportamentismo intenzionale.

Il maggiore esponente del comportamentismo è Burrhus Frederic Skinner. Egli si distacca sia dalla concezione di Watson, sia da quella di Tolman e di altri ricercatori del behaviorismo. Si discosta dalla psicologia che privilegiava il legame causale tra stimolo e risposta, ricercando piuttosto le regolarità tra queste due classi. Skinner distingue tra i comportamenti rispondenti, che si apprendono per stimolo-risposta (teoria classica) e quelli operanti, che vengono emessi spontaneamente dall’organismo e la cui probabilità di occorrenza aumenta o diminuisce a seconda del rinforzo (premio o punizione) che l’organismo riceve in corrispondenza della loro emissione. Si parla di condizionamento operante e si può applicare a qualsiasi tipo di risposta, comprese quelle più strettamente legate all’apprendimento. Egli, infatti, elabora una tecnologia dell’apprendimento, le cosiddette «macchine per insegnare» (teaching machines). Gli studiosi sopra descritti si dedicarono allo studio del comportamento. Uno degli studiosi che si dedicò allo studio dell’inconscio fu Sigmund Freud che formula agli inizi del Novecento una nuova teoria della psiche. Nel suo scritto Introduzione alla psicoanalisi, Freud sostiene che i processi psichici sono di per sé inconsci e che di tutta la vita psichica sono consce soltanto alcune parti e alcune azioni singole. Freud sostiene che lo sviluppo del bambino avviene seguendo alcune fasi: – 1°/2° anno – fase orale: il bambino deve venire saziato con un’alimentazione adeguata alle sue esigenze e anche un’adeguata stimolazione della mucosa orale; – 3° anno – fase anale: primeggia sia nel bambino sia nell’adulto la considerazione del funzionamento intestinale, del controllo degli sfinteri; – 3°/6° anno – fase fallica: l’attenzione del bambino si concentra sulle zone genitali in concomitanza con la differenziazione sessuale; – 6°/11° anno – fase della latenza: in questo periodo il soggetto rafforza le proprie capacità di dominio delle pulsioni sessuali: gli impulsi sessuali non cessano, si mitigano perché la loro energia è utilizzata per il raggiungimento di altri scopi, intellettuali, scolastici. Questo processo si chiama sublimazione. Si tratta di una concezione che si riferisce anche alla scoperta della sessualità infantile come dimensione a sé stante. Nella fase orale, il piacere sessuale è legato all’eccitamento della cavità orale; in quella successiva gli interessi si spostano dalla zona orale a quella anale; nella fase fallica l’energia libidica interessa la regione genitale.

Un esponente molto importante nel campo dell’indagine psicoanalitica è Erik Erikson. Da Freud recupera la storicità del bambino e parla del suo sviluppo inteso come triangolo «bambino-madrepadre».Egli concentra il proprio interesse sulla risoluzione positiva delle crisi evolutive e delinea otto fasi fondamentali, che vanno dalla nascita alla vecchiaia. Le prime vanno dalla nascita all’adolescenza: – Fiducia di base: il bambino deve venire saziato attraverso la saturazione delle sue esigenze affettive: accarezzato, guardato, chiamato, amato. È fondamentale il rapporto madre/bambino; alla fiducia si contrappone la sfiducia. – Autonomia di base: il bambino avverte l’esigenza di manipolare l’ambiente,...


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