Riassunto il lavoro sociale e di comunità PDF

Title Riassunto il lavoro sociale e di comunità
Course Promozione della salute
Institution Università degli Studi di Torino
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IL LAVORO SOCIALE E DI COMUNITÀ Capitolo 1: CHE COS’È IL LAVORO DI COMUNITÀ? Il lavoro di comunità è un processo che permette di aiutare le persone a migliorare la loro comunità di appartenenza attraverso iniziative collettive. Può essere svolto da operatori di comunità ma anche da assistenti sociali, educatori professionali e operatori sanitari. L’obiettivo principale del lavoro di comunità è garantire alle persone in difficoltà (economiche, fisiche o sociali) un miglioramento delle proprie condizioni di vita e permettere loro di interiorizzare tale miglioramento alimentando le proprie abilità e la propria autostima. La comunità deve risultare un gruppo democratico, efficace, inclusivo e con obiettivi condivisi. Gli operatori di comunità sono coloro che si adoperano nel promuovere questo servizio aiutando la comunità a sviluppare autonomamente delle iniziative di suo interesse. Si tratta di figure professionali che necessitano di una formazione adeguata e di una retribuzione, quindi non si parla di volontariato. GLI APPROCCI AL LAVORO DI COMUNITÀ Il lavoro di comunità è frutto di molteplici e differenti approcci che entrano in gioco relazionandosi l’un l’altro. Si parla di:  LAVORARE CON E PER LA COMUNITÀ. Lavorare con e per la comunità riguarda lo sviluppo di comunità e la pianificazione dei servizi. Sviluppo di comunità, è il modello di intervento maggiormente utilizzato, consiste nel lavorare CON la comunità supportando le iniziative già esistenti o creandone delle nuove. Gli operatori collaborano con la comunità mantenendo un atteggiamento neutrale e accompagnando le persone in modo non direttivo, ovvero senza condizionarne scelte e comportamenti. Pianificazione dei servizi, conosciuta anche come lavoro di rete, consiste nel lavorare PER la comunità. Gli operatori devono collaborare in modo diretto con gli enti sociali (politici e organizzazioni che forniscono i servizi) sottolineandogli le esigenze della comunità. L’operatore di comunità deve essere in grado di utilizzare entrambi i modelli adattandoli alle circostanze specifiche nel quale interviene. Ad esempio, le organizzazioni ombrello di quartiere sono costituite sia dalla comunità che dagli enti locali, per questo l’operatore deve essere in grado di gestire entrambi i gruppi.  APPROCCI DI AUTO-AIUTO O APPROCCI DI PRESSIONE. Auto-aiuto, si tratta di bisogni collettivi che richiedono interventi da parte della comunità stessa. Ad esempio gruppi giovanili, circoli per anziani, volontariato a domicilio ecc. Approcci di pressione, si tratti di bisogni collettivi che richiedono un intervento da parte di organizzazioni esterne alla comunità. Ad esempio, la comunità si muove con campagne pubbliche per richiedere interventi da parte di enti sociali come le organizzazioni politiche.  APPROCCIO GENERALISTA O APPROCCIO SPECIALISTICO. L’operatore generalista è colui che è in grado di lavorare con interlocutori differenti (donne, bambini, anziani, disabili, ecc.) affrontando tematiche differenti (gioco, dipendenza, violenza, abusi, ecc.). Ne è un esempio l’educatore socio-culturale che è in grado di approcciarsi a contesti e destinatari differenti, ad esempio può lavorare con gli anziani ma può anche lavorare con i ragazzi. L’operatore generalista aiuta le persone ad esplicitare i propri bisogni, indipendentemente dalla loro natura. È un lavoro dal basso. L’operatore specialistico è colui che è in grado di lavorare su tematiche specifiche e con gruppi di interlocutori ristretti. Ne è un esempio l’educatore della prima infanzia che è 1

in grado di lavorare solo con bambini nella fascia 0-3 anni. L’operatore specialistico si occupa principalmente di facilitare l’accesso e migliorare la qualità delle prestazioni e dei servizi offerti; l’interazione con i consumatori è scarsa. È un lavoro dall’alto. Le organizzazioni di servizi preferiscono lavorare con operatori specialistici. WILLMOTT afferma che per un’iniziativa realmente efficace sono necessari sia interventi di lavoro dal basso che interventi di lavoro dall’alto.  OBIETTIVI DI PROCESSO E OBIETTIVI DI PRODOTTO. L’approccio per obiettivi di processo riguarda i cambiamenti della fiducia, delle conoscenze, delle abilità delle persone. Si interessano di obiettivi di processo i cosiddetti gruppi espressivi, ovvero i gruppi che mirano ad organizzare azioni collettive interne al gruppo stesso. Ne sono un esempio scuole, attività ricreative e attività assistenziali. Quindi, coloro che partecipano ad un gruppo espressivo traggono un vantaggio personale dall’azione collettiva. L’approccio per obiettivi di prodotto riguarda i cambiamenti delle condizioni materiali. Si interessano di obiettivi di prodotto i cosiddetti gruppi strumentali, ovvero i gruppi che mirano ad organizzare un’azione collettiva esterna al gruppo. Quindi, coloro che partecipano ad un gruppo strumentale non traggono un vantaggio personale dall’azione collettiva. Il lavoro di comunità richiede che gli obiettivi di prodotto vadano perseguiti attraverso un processo che metta i partecipanti in condizione di controllare ogni aspetto fino a maturare la capacità di agire autonomamente. È quindi fondamentale la convivenza tra obiettivi di processo e obiettivi di prodotto.  OPERATORE FACILITAZIONE O OPERATORE ORGANIZZAZIONE. L’operatore di comunità deve essere un facilitatore e una guida non direttiva. Tuttavia, quando è necessario raggiungere obiettivi in tempi brevi oppure quando i membri del gruppo non hanno la motivazione e le abilità necessarie per svolgere l’azione collettiva, l’educatore deve assumere un ruolo più direttivo, ovvero diventa leader organizzatore. L’educatore può anche svolgere il ruolo di: - mediatore; - sostenitore; - risolutore di problemi; - esperto del campo.  LAVORO DI COMUNITÀ “IN SENSO STRETTO” O “COME STILE DI LAVORO”. Il lavoro di comunità in senso stretto viene svolto quando l’operatore opera con l’obiettivo di facilitare un’iniziativa collettiva autonoma della comunità. Tuttavia, coloro che lavorano a stretto contatto con la comunità locale, come postini, insegnanti e negozianti, possono svolgere la loro professione nell’ottica del lavoro di comunità accogliendo interessi e necessità della comunità.  LAVORO VOLONTARIO O PROFESSIONE. L’operatore di comunità che interviene in modo volontario è un leader che attua processi di sviluppo di comunità. L’operatore di comunità che interviene per professione, quindi retribuito, è un facilitatore che attua lavori per sviluppare la comunità. PARADOSSO: PARTIRE DAL PUNTO IN CUI SONO I PROPRI INTERLOCUTORI Ogni intervento di sviluppo di comunità richiede che i membri si assumano in prima persona la responsabilità dell’agire, tuttavia, può capitare che ciò su cui gli operatori si concentrano non rispecchi la volontà della comunità. Ad esempio, gli operatori di comunità invitano gli abitanti del quartiere popolare ad una riunione per indurre il comune ad investire maggiormente nella manutenzione delle loro case, tutti dicono di essere favorevoli ma nel momento della riunione nessuno si presenta. 2

L’operatore che si trova in questa situazione può: - agire ugualmente facendosi carico personalmente dell’azione collettiva; - pazientare e sensibilizzare la comunità sull’argomento fino a quando la comunità stessa non si decide ad agire. - agire in funzione delle priorità che la comunità ha esplicitato anche se l’operatore non le condivide. L’operatore di comunità è chiamato a non farsi prendere dall’entusiasmo per i propri obiettivi, deve riuscire a mantenere un atteggiamento osservativo che gli permette di analizzare la situazione e di cogliere se la comunità ha intenzione di agire e partecipare attivamente oppure se aspetta una figura leader che si prenda la responsabilità di gestire personalmente la situazione. A CHE COSA SERVE IL LAVORO DI COMUNITÀ? Il lavoro di comunità è un insieme di valori, tecniche, abilità e prospettive. I valori sul quale si fonda il lavoro di comunità riguardano la giustizia, la dignità, il rispetto e il miglioramento delle condizioni di vita di tutti coloro che vivono, per diversi motivi, in condizioni di svantaggio. Ad esempio, poveri e disabili. L’operatore di comunità deve promuovere interventi che migliorino le condizioni di vita delle persone svantaggiate aiutandole ad accrescere la propria autostima e la propria capacità di azione. IL PROBLEMA DELL’INVISIBILITÀ Molti degli interventi dell’operatore di comunità risultano “dietro le quinte” e non osservabili direttamente. Ad esempio, non è facile far capire ai finanziatori come è stato possibile portare al successo una determinata azione coinvolgendo la comunità e aiutandola a prendere parte attiva a tale processo. Un modo utile per ovviare al problema dell’invisibilità è quello di portare sul campo i finanziatori per fargli toccare con mano il successo dell’azione promossa con la comunità e, solo in un secondo momento, spiegare loro come si è raggiunto tale successo.

Capitolo 2: COSTRUIRE IL PROGETTO E SCOPRIRE CHE COSA VOGLIONO LE PERSONE. COSTRUIRE IL PROGETTO La progettazione del lavoro di comunità avviene in tempi rapidi a causa delle scadenze dei bandi di progetto. Può capitare che le idee di chi progetta non siano condivise dalla comunità ma che i finanziatori decidano di appoggiare comunque il progetto. Quando i risultati ottenuti alla fine del progetto sono differenti da quelli che i finanziatori si aspettavano si verificano dei conflitti; per evitare questa situazione è fondamentale che l’operatore di comunità spieghi ai finanziatori, sin dal principio, in modo molto dettagliato i risultati che ci si aspetta di ottenere e le azioni che si metteranno in atto per raggiungerli, in questo modo i finanziatori hanno la possibilità di riflettere e di decidere se investire nel progetto assumendosi il rischio di non raggiungere tutti i risultati prefissati. È fondamentale che i finanziatori facciano proprio il progetto e si sentano direttamente coinvolti. Nel corso del progetto, l’operatore di comunità ha il compito di interrogarsi continuamente sulle aspettative della comunità considerando che possono mutare nel corso dell’attuazione del progetto. La fase di preparazione del progetto è molto importante e deve durare almeno un anno; in questa fase vengono esplicitati i risultati attesi e le modalità di monitoraggio che verranno utilizzate. PRENDERE CONTATTI: IL PANE QUOTIDIANO DELL’OPERATORE DI COMUNITÀ Una volta terminata la fase di preparazione del progetto, l’operatore di comunità, che dal suo intervento vuole ottenere risultati tangibili, deve guadagnarsi il sostegno di più persone possibili. Per farlo, l’operatore deve stabilire contatti con tutti i membri della comunità fino a trovare il maggior numero di persone che siano disponibili all’attuazione del progetto e che gli diano fiducia.

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Le regole che l’operatore di comunità deve seguire per poter prendere contatti con la comunità e con i possibili finanziatori del progetto sono: 1. NON PERDERE L’OPPORTUNITÀ PER STABILIRE O RISTABILIRE UN CONTATTO. Quando si incontra una persona per la prima volta è opportuno cercare di comprendere il suo punto di vista e i suoi interessi e, solo in un secondo momento, fargli delle richieste riguardo al progetto. 2. FARE ATTENZIONE ALLE IMPRESSIONI CHE GLI ALTRI HANNO DI NOI. È opportuno domandarci se il modo in cui ci presentiamo agli altri rappresenta quello che vogliamo trasmettergli. Ad esempio, il modo in cui sono vestito, la puntualità, la coerenza tra ciò che voglio essere e come mi presento. 3. ASCOLTARE E OSSERVARE. È opportuno imparare a cogliere sia gli aspetti espliciti che quelli impliciti di ciò che ci dicono le persone con cui interagiamo. In questo modo è possibile riconoscere quando una persona ci sta dicendo quello che pensa oppure ci sta dicendo semplicemente quello che vogliamo sentirci dire. 4. CREARE OPPORTUNITÀ PER STABILIRE NUOVI CONTATTI. L’operatore deve essere in grado di inserirsi in ogni situazione che gli permetta di incontrare nuove persone in modo informale e sistematico. Ad esempio, un operatore di comunità che è chiamato a svolgere un intervento in un quartiere preciso può passeggiare per le vie del quartiere in orari di punta, al contrario, un operatore che deve svolgere un intervento in una grande città può approfittare di eventi pubblici organizzati. 5. DARE QUALCOSA PER AVERE QUALCOSA IN CAMBIO. L’operatore, per ottenere informazioni/denaro dal proprio interlocutore, deve prima di tutto permettergli di esplicitare ciò che gli interessa, quali sono i suoi bisogni, i suoi svaghi, ecc. In questo modo l’interlocutore può stabilire un dialogo e un rapporto positivo con l’operatore e, se dopo una prima conoscenza si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, può finanziare o prendere parte al progetto. 6. NON CREDERE A TUTTO QUELLO CHE CI RACCONTA LA GENTE. Le intenzioni non si trasformano sempre in azioni. Ad esempio, può capitare che il preside di una scuola di un quartiere complicato, in un momento di sconforto, affermi di volersi di mettere ma non lo faccia poiché ripensando a freddo la situazione riconosce che se si dimette genera ulteriore danno alla comunità. IL PROFILO DI COMUNITÀ (o ANALISI DEI BISOGNI DI COMUNITÀ) Il profilo di comunità si occupa inizialmente di raccogliere informazioni riguardanti i bisogni della comunità e, in un secondo momento, di analizzare le possibili azioni da intraprendere. Si tratta di un processo delicato e molto importante al fine di costruire un progetto realmente perseguibile e di poter raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. Un buon profilo di comunità deve contenere: a) informazioni hard, costituite da dati quantitativi reperibili dalle fonti statistiche ufficiali, ad esempio il censimento. b) informazioni soft, costituite da opinioni e punti di vista di natura soggettiva, ad esempio l’opinione degli abitanti sui bisogni della comunità. 4

Per la costruzione del profilo di comunità l’operatore deve raccogliere informazioni:  nel proprio servizio, il primo passo da compiere è comprendere le aspettative dei colleghi che lavorano come operatori di comunità nello stesso servizio stabilendo con loro una relazione positiva e consultando insieme tutti i documenti rilevanti sul caso, può capitare che tali documenti non siano sufficienti o non siano facilmente reperibili. Un altro aspetto importante è quello di informarsi sulle esperienze, positive e negative, vissute dalla comunità in progetti svolti in passato. Questo processo di conoscenza preliminare non deve prolungarsi in modo eccessivo, l’operatore di comunità deve essere consapevole del motivo per il quale decide di incontrare e stabilire contatti con altre persone; ogni operatore dà vita ad una rete di contatti personali.  quantitative, quando si opera in un contesto è importante conoscerne le dimensioni e la struttura anagrafica. Questo genere di informazioni possono essere reperibili dalle fonti statistiche ufficiali come il censimento ma anche da altre persone esperte sul campo, ad esempio se si vuole intervenire in ambito scolastico è possibile raccogliere informazioni quantitative coinvolgendo alcuni insegnanti chiedendo loro di evidenziare quali cambiamenti stanno avvenendo nella comunità. Per poter attuare un buon lavoro di comunità bisogna anche conoscere: - la struttura economica locale, ad esempio che lavoro fanno le persone e quale retribuzione hanno; - le condizioni delle infrastrutture, ad esempio quante persone sono in affitto, quante persone hanno una casa di proprietà, in quali condizioni sono le abitazioni, ecc.; - le autorità politiche, ovvero i partiti che hanno più potere; - i servizi istituzionali, come strutture sanitarie, scuole, trasporti pubblici, ecc. Per poter accedere a queste informazioni è importante conoscere e visitare il quartiere sul quale si dovrà progettare un intervento di comunità toccando con mano tutti gli aspetti negativi e positivi che vengono offerti a quella popolazione.  dalle persone sul posto, quando gli altri operatori di comunità ci consigliano di andare a parlare con una persona è importante dire fin da subito chi ci ha dato il loro contatto descrivendo loro il nostro ruolo professionale, ovvero quello di aiutare loro e la comunità ad affrontare e migliorare le criticità di un problema di interesse collettivo. Dopo aver parlato con questa persona si chiede se è possibile avere altri contatti a cui fare riferimento, questo tipo di campionamento è detto “a valanga”. Il limite di questo tipo di campionamento è quello di rimanere all’interno della stessa rete di persone, questo perché si tende a mettersi in contatto soprattutto con chi si conosce bene. HENDERSON e THOMAS affermano che, nel raccogliere le informazioni, è utile partire da una prospettiva ampia per poi restringerla con l’avanzare della ricerca. ANALISI, PROGRAMMAZIONE E ORGANIZZAZIONE Il profilo di comunità, dopo aver raccolto le informazioni, deve utilizzarle e analizzarle per porre le fondamenta dell’azione progettuale. Per farlo si riorganizzano e riordinano le informazioni raccolte mettendo in luce sia i bisogni oggettivi della comunità che la percezione soggettiva della popolazione. L’operatore sarà poi chiamato a progettare tutte le possibili azioni di intervento e, dopo aver chiarito il quadro della situazione, ne verrà scelta una strada basandosi su: - valutazione dei bisogni della comunità a partire dai dati raccolti; - aspettative del servizio di lavoro di comunità; - ideologia e sistema di valori promossi dagli operatori di comunità; - probabilità di successo dell’intervento; - interesse e motivazione alla collaborazione da parte della comunità. 5

PROFILI DI COMUNITÀ FAI DA TE Alcune volte, la comunità, con l’aiuto di un operatore, si fa carico in modo volontario e diretto della costruzione del proprio profilo di comunità. Ad esempio, l’operatore aiuta un gruppo di persone a creare un questionario da sottoporre a tutto il resto della comunità. Una volta terminata la costruzione del questionario, il gruppo andrà personalmente a sottoporre il questionario ai concittadini.

Capitolo 3: LAVORARE CON LA COMUNITÀ: AIUTARE LE PERSONE AD AVVIARE E A GESTIRE PROGETTI L’operatore di comunità, per poter promuovere un intervento efficace, deve disporre del potere e della legittimazione da parte di un’organizzazione. IL LAVORO INTENSIVO PER L’AVVIO DI UN PROGETTO Per costruire un gruppo comunitario autonomo è necessario: 1. Contattare le persone e stabilire un’analisi dei bisogni; 2. Unire le persone aiutandole ad identificare i loro bisogni e motivandole a perseguirli; 3. Aiutare le persone a comprendere cosa bisogna fare per soddisfare i loro bisogni; 4. Aiutare le persone a porsi degli obiettivi; 5. Aiutare le persone a costruire e mantenere un’organizzazione adatta a rispondere agli obiettivi; 6. Aiutare le persone ad acquisire risorse; 7. Aiutare le persone a stabilire delle priorità; 8. Aiutare le persone a dividersi i compiti; 9. Aiutare a riportare i risultati del singolo all’intero gruppo. METTERE INSIEME LE PERSONE La difficoltà dell’operatore sta nell’indurre la comunità a riflettere su ciò che potrebbero fare per modificare e migliorare la situazione negativa del quale si lamentano. Infatti, non è difficile far si che le persone siano predisposte a parlare di quelli che sono i loro bisogni e le loro necessità, piuttosto è difficile coinvolgerle cercando di responsabilizzarle a svolgere delle azioni in prima persona. L’operatore che cerca di capire se la comunità è disposta a farsi carico dell’agire deve: 1. Individuare i punti che riguardano i problemi della comunità stimolando l’interesse e la responsabilità della gente, ad esempio se i problemi riguardano i trasporti pubblici, l’operatore chiede al gruppo se conoscono altre persone che pensano che i servizi pubblici non siano ben organizzati e se pensano che, formando un’organizzazione, sia possibile risolvere il problema; 2. Far comprendere alla comunità che il progetto non è dell’operatore ma è il loro, in questo modo le persone si sentiranno maggiormente coinvolte e responsabili ad intervenire; 3. Il rapporto tra operatore e comunità deve essere un rapporto di autonomia e non un rapporto di dipendenza, l’operatore deve aiutare le persone ad agire autonomamente e non deve essere lui ad agire per loro. È fondamentale cercare di allargare i confini del gruppo coinvolgendo più persone e...


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