Riassunto gruppo di lavoro lavoro di gruppo PDF

Title Riassunto gruppo di lavoro lavoro di gruppo
Author Eleonora Sforza
Course Psicologia Sociale
Institution Università degli Studi di Camerino
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Riassunto ''Gruppo di lavoro-Lavoro di gruppo'' Psicologia (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa)

StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

Capitolo I: La definizione di gruppo Lewin e afferma la necessità di osservare il gruppo come totalità e lo identifica come soggetto sociale organizzato al pari dell’individuo e dell’ambiente, come una unità in grado di esprimere comportamenti, valori culturali propri, differenti da quelli delle singole persone che ne fanno parte. Questo concetto include sia le espressioni emotive (aspettative, bisogni, desideri, sentimenti reciproci dei membri), sia il pensiero e l’azione. I fatti che lo determinano sono causa ed effetto dell’interdipendenza dei singoli membri dal gruppo e del gruppo dal suo contesto. Il campo sociale, quindi, è composto di gruppi, sottogruppi, unità, in continua relazione e cambiamento. L’approccio concettuale conduce al superamento della rappresentazione che i singoli hanno del gruppo, rappresentazione che passa da un “io e gli altri” indifferenziato, a un sistema di posizioni nel quale ciascuno occupa uno spazio. “Il gruppo è qualcosa di più, o per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri. Quel che ne costituisce l’essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro interdipendenza. Essa può definirsi come una totalità dinamica.” (K. Lewin) Da un altro versante Bion offre una lettura del gruppo come unità globale interdipendente, che sviluppa pensiero ed emozioni al di là del singolo membro, e parallelamente individua nella partecipazione psicologica, e nei contenuti psichici dei singoli, la fonte della costruzione del gruppo stesso. Bion propone due livelli di lettura applicabili al gruppo: uno relativo alla realtà, all’attività razionale, l’altro legato agli stati emotivi che egli definisce come assunti di base. Il gruppo di lavoro è caratterizzato essenzialmente dal ricorso alla razionalità. Opera il controllo delle emozioni che potrebbero ostacolare lo svolgimento del compito e il raggiungimento del risultato. Questo sforzo, che il gruppo sostiene per mantenere il livello di realtà, non sempre porta all’esito desiderato e quindi vi sono momenti, e fasi, in cui il contenuto emotivo, allontanato perché disturbante, torna prepotentemente a prevalere sul compito e sul lavoro. I due livelli concorrono alla formazione della vita del gruppo e della sua dinamica interna. “L’attività del gruppo di lavoro è ostacolata, deviata e talvolta favorita, da certe attività mentali che hanno in comune l’attributo di forti tendenze emotive. Queste attività, a prima vista caotiche, acquistano una certa strutturazione se si ammette che esse derivano da alcuni assunti di base comuni a tutto il gruppo.” (W. Bion)

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3 differenti vertici da cui si vuole guardare il fenomeno gruppale:  Il gruppo: il gruppo come una pluralità, in interazione, con un valore di legame, che ne determina l’emergenza psicologica. Pluralità, interazione e legame producono a loro volta la sua emergenza sistemica. -Pluralità: il gruppo è un insieme numericamente ridotto di persone e ciò garantisce i livelli di interazione e legame; -Interazione: è l’azione reciproca tra gli individui del gruppo. Si definisce ad almeno tre livelli: il primo è quello dell’influenzamento reciproco degli individui (adattarsi agli altri e far adattare gli altri a sé), il secondo è il fare insieme più o meno concertato; il terzo è quello dell’agire contingente, caratterizzato dai vincoli di tempo, spazio, imposti dal “qui ed ora”; -Legame: il vincolo che si instaura tra gli individui che compongono un gruppo definisce i sentimenti di appartenenza che si sviluppano tra chi si trova a condividere un campo di interazione. Questo campo è segnato profondamente dai fatti di ordine psicologico: bisogni, desideri, rappresentazioni. Il legame determina l’emergenza psicologica del soggetto gruppo: conduce il gruppo ad assumere quella configurazione relazionale e affettiva che ne segna l’interazione; -Emergenza sistemica: l’articolazione della vita interna del gruppo, i suoi continui cambiamenti , le sue esigenze, lo rendono simile a un’organizzazione vivente, determinando la sua emergenza sistemica, ovvero la sua esistenza come essere complesso (Un sistema come qualcosa di più della somma delle componenti considerate in maniera isolata e giustapposta e, contemporaneamente, meno della somma delle sue parti).  Il gruppo di lavoro: Il gruppo di lavoro è soggetto diverso dal gruppo. La differenza consistente risiede nel fatto che, mentre un gruppo è una pluralità in interazione, un gruppo di lavoro è una pluralità in integrazione. E’ il transito attraverso l’interdipendenza a trasformare il gruppo in gruppo di lavoro potenziale. Nell’interazione un gruppo sviluppa quel fenomeno definito coesione che corrisponde all’emergere delle uguaglianze, consentendo ai membri di riconoscere il gruppo stesso come proprio, permettendo di fissare legami, e orientando alla percezione dei vantaggi correlati all’aggregarsi di un collettivo (il suo contrario è l’indifferenza). L’interazione produce un esser dentro alla situazione del gruppo, ma non è sufficiente a definire un gruppo di lavoro. Nella costruzione di un gruppo di lavoro il passaggio successivo all’interazione è l’interdipendenza, cioè l’acquisizione della consapevolezza dei membri di dipendere gli uni dagli altri, con il relativo sviluppo della rappresentazione della rete di relazione con gli altri, e di un’unità basata sulla differenza. Nell’interdipendenza 2 Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

comincia a configurarsi il gruppo di lavoro, nella direzione della groupship come rappresentazione di un soggetto diverso dai singoli individui e della leadership come funzione equilibratrice tra loro. L’interazione, dunque, si fonda sulla percezione della presenza, mentre l’interdipendenza si fonda sulla percezione della necessità reciproca; la prima porta alla fusione, la seconda porta allo scambio. L’interdipendenza come necessità di legame e opportunità di scambio è il tramite vincolante per la maturazione del gruppo di lavoro verso lo stato dell’integrazione. il gruppo di lavoro è, a questo punto, un soggetto che ha la possibilità reale di emergere e di esprimere nei risultati la propria esistenza. L’integrazione sviluppa la collaborazione, che definisce un’area di lavoro comune, di partecipazione attiva di tutti i membri. La collaborazione si fonda su relazioni di fiducia tra i membri, sulla negoziazione continua di obiettivi, metodi, ruoli, leadership e sulla condivisione delle decisioni e degli esiti del lavoro. La negoziazione è il processo centrale per la collaborazione, in quanto negoziare vuol dire allargare il campo delle possibilità, delle alternative, tenendo conto del fatto che si può arrivare a una definizione complessa solo articolando le differenze (questo e quello sono veri) e non eliminandole (è vero questo o quello). La condivisione, quindi, è l’esito della negoziazione: stabilisce un contratto psicologico nel gruppo, che fornisce significato al lavoro svolto e permette agli individui di riconoscere il risultato ottenuto dal gruppo come il proprio risultato.  Il lavoro di gruppo: Il lavoro di gruppo è l’espressione dell’azione complessa propria del gruppo di lavoro. Esso comprende la pianificazione del compito, lo svolgimento del compito, la gestione delle relazioni: non è la semplice esecuzione di mandato organizzativo. Il lavoro di gruppo è fondante il soggetto gruppale nell’organizzazione. Gruppo  Interazione Coesione

Uniformità

Interdipendenza Negoziazione

Differenze

Integrazione  Gruppo di lavoro 3 Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

Capitolo II: I confini del gruppo Emergenza psicologica: il rapporto tra soggettività che si propongono come io e che, insieme e contemporaneamente, si costruiscono e costruiscono la pluralità (il gruppo permette di identificarsi per differenza e per uguaglianza, definendo lo spazio del sé e lo spazio altro da sé). Il bisogno occupa una posizione nucleare che fonda e attraversa l’intero continuum che si è descritto: bisogno è l’identità e bisogno è la dipendenza. Il bisogno come fatto psicologico centrale nella relazione soggetto/gruppo. La natura del legame è diversa a seconda del contesto e dello scopo del gruppo:  Il legame, l’emergenza psicologica, può corrispondere a un primo livello di relazione, che abbiamo definito interazione del gruppo;  Il legame che corrisponde all’integrazione prevede una diversa collocazione dei bisogni e dell’azione del gruppo. Integrazione significa consapevolezza dei bisogni di tutti, armonizzazione dei bisogni individuali nei bisogni del soggetto gruppo, valorizzazione delle funzioni e delle capacità di soddisfazione su un piano diverso da quello individuale (l’uno a molti in quest’ottica non è concorrenza, ma negoziazione, aggregazione delle diversità);  L’interdipendenza è il legame basato sulla conoscenza e l’accettazione della configurazione creata dalla relazione con altre persone, che portano bisogni e ne chiedono la soddisfazione. Il gruppo, visto come totalità dinamica interdipendente, è quindi influenzato dai bisogni di ogni membro che, a sua volta, è influenzato dai bisogni del gruppo.

3 differenti livelli di bisogno che configurano l’emergenza psicologica:  I bisogni individuali: la Membership = è “essere membro”, avere, cioè, una rappresentazione mentale che permetta di identificare il gruppo come opportunità per la soddisfazione dei bisogni. Potremmo definire una fisiologia e una patologia della membership. La fisiologia sta nella necessità sana e normale di riconoscersi come individualità unica, irripetibile, originale, che necessita di interazione con gli altri per manifestarsi e completarsi, che riconosce gli altri come risorsa per la sua espressione. La membership fisiologica ha la possibilità di negoziare la sua presenza nel gruppo, la sua dimensione di parte di un qualcosa che è pur sempre diverso da sé e che non lo contiene completamente. C’è, tuttavia, anche una patologia della membership, che impedisce di vedere il gruppo, di negoziare, che fagocita il diverso da sé e non lo identifica, negandolo ed espellendolo. I bisogni individuali che il gruppo ragionevolmente può soddisfare sono sostanzialmente quelli connessi alla stima e all’autostima (esse sono 4 Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

fortemente correlate: tanto più ci si sente apprezzati e ben valutati dal proprio ambiente, tanto più alto sarà il livello di autostima, cioè l’apprezzamento che si ha di sé e il valore che ci si attribuisce), all’identità (correlata al bisogno di stima e autostima, è determinata dal rapporto di autoconoscenza e capacità di ricevere feedback: il gruppo può soddisfare questo bisogno solo se si è capaci di utilizzare il feedback sulla propria immagine che gli altri offrono), alla sicurezza degli individui (è il bisogno che fonda la maggior parte dei gruppi, un’ aspettativa con cui il singolo approccia il gruppo; può essere rappresentato all’interno del gruppo come un’attività ricettiva, come un prendere dagli altri), oltre al loro bisogno di contribuzione (complementare al bisogno di sicurezza, può essere rappresentato come un’attività oblativa, come un dare agli altri; questo bisogno è rappresentato come la spinta a fare, come necessità di vedere le proprie realizzazioni e il proprio prodotto esplicitato e reso pubblico, di svolgere un’attività, il cui esito sia visibile e valorizzato dagli altri e nel quale, in qualche modo, ci si riconosce e si veda riflessa parte della propria personalità, capacità, potenza, competenza): più in generale sono i bisogni di ciascuno di essere, di avere un valore, di fare.  I bisogni del gruppo: la Groupship = “l’essere gruppo”. È la rappresentazione mentale dei membri che lo identificano come nuovo soggetto, con bisogni originali, diversi da quelli dei singoli, con manifestazioni diverse da quelle di ciascuno: è il noi al quale essi si riferiscono e, soprattutto, del quale contribuiscono a soddisfare i bisogni. Si può configurare l’essere gruppo come una relazione nella quale il gruppo è contenuto e l’individuo contenitore. La membership (soddisfare i propri bisogni in un gruppo) e la groupship (soddisfare i bisogni del gruppo) sono continuamente e dinamicamente in evoluzione: sono interrelate e contemporanee. La soddisfazione dei bisogni individuali e dei bisogni del gruppo è spesso, ma non necessariamente, in competizione. Il senso di appartenenza è il sentimento comune dei membri di un gruppo, che si riconoscono come unità, in norme, valori, cultura che essi stessi hanno generato, con i processi di comunicazione e le funzioni di leadership. Il bisogno di esistere di un gruppo, che viene soddisfatto dagli individui che sentono di appartenervi, svolge almeno 3 funzioni: Alimenta la vita interna; Differenzia il gruppo rispetto agli altri gruppi e individui; Mette il gruppo in comunicazione con l’esterno.  Il bisogno di equilibrio: la Leadership = è la funzione che bilancia membership e groupship. Garantisce e presidia sia la soddisfazione dei bisogni individuali sia quelli del gruppo: come tale è riferibile sia alla questione posta dai fatti psicologici, dal legame, sia alla questione nucleare posta dai bisogni. È della stessa natura della membership e della groupship, ma ne è sovraordinata dal punto di vista funzionale. 5 Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

I gruppi hanno sempre dei leader (anche più di uno), ma qui ciò non è riconosciuto tanto come necessità dei membri, quanto come necessità di una funzione di armonizzazione e mantenimento del gruppo come sistema. La leadership costituisce un esser con, che ha il significato di integrazione tra individuo/gruppo/ambiente. Lo svolgimento della funzione di leadership determina il passaggio dal livello di interazione alla interdipendenza e alla integrazione. Emergenza sistemica: è l’autorganizzarsi di un sistema: è l’insieme di quelle relazioni che devono aver luogo perché esso esista come unità. La sua struttura si configura in ragione delle componenti e delle relazioni attuali e concrete, che si presentano “qui e ora”, che possiede qualità e proprietà distintive, che gli danno una configurazione spazio/temporale distinta dal suo ambiente, nuova e specifica. L’emergenza sistemica va in definitiva affrontata come espressione fenomenica costitutiva delle qualità “organiche” che il gruppo possiede al pari del singolo individuo o di ogni altro oggetto-sistema. 3 differenti aspetti del sistema gruppo:  Unità e molteplicità = C’è la difficoltà di mantenere specializzate e differenziate le parti (le individualità) rispetto alla tendenza dell’omologazione esercitata dal tutto. Il gruppo diventa gruppo di lavoro se e solo se non c’è una reciproca riduzione degli individui e del gruppo. In particolare, se possono contemporaneamente essere presenti individualità e gruppo: né la riduzione dei molti all’uno, né la riduzione dell’uno alle sue parti;  Identità e di differenziazione = Il gruppo che si organizza affronta il problema della relazione, per vero assai instabile e contraddittoria, tra differenza e somiglianza. Da questo punto di vista l’emergenza sistemica del gruppo può essere letta e interpretata come organizzazione delle differenze. L’organizzazione di un sistema produce complementarità e antagonismo: la complementarità unisce, sviluppa sentimenti di appartenenza e affiliazione, genera un clima di corrispondenza e partecipazione e determina legami tra i membri; d’altro canto c’è il contemporaneo definirsi di antagonismo, di tendenze all’affermazione della differenza individuale e della dissociazione dei membri (senza antagonismo tutto si confonderebbe). Si esprime nell’esigenza di ciascuno di delineare il suo confine proponendosi come unicità originale. È necessario, nell’emergere di un “gruppo come sistema”, che le forze, le tendenze alla complementarità contengano e in qualche misura inibiscano e controllino le tendenze antagonistiche. È necessario che le tendenze alla conformità nel gruppo integrino la diversità individuale, la comprendano senza annullarla o appiattirla. La valorizzazione delle differenze individuali si propone come la strada per la virtualizzazione dei processi antagonistici. 6 Scaricato da Eleonora Sforza ([email protected])

 Apertura e chiusura del sistema = Il gruppo come sistema vivente e cognitivo è, contemporaneamente, aperto e chiuso. L’apertura si riferisce all’attività di scambio con l’ambiente, alla sua capacità di alimentarsi attraverso il contatto con l’esterno. Questo livello in un gruppo è definito dalla capacità di ricavare, elaborare e fornire informazioni. La chiusura si riferisce all’organizzazione che il sistema si dà, quindi all’insieme di relazioni dinamiche finalizzate all’identità e all’unità. La chiusura permette di definire, da un lato, il confine entro il quale le relazioni sono significative e le regole sono valide; dall’altro, il numero delle parti che vi appartengono. Chiusura, organizzazione, identità sono le parole chiave che configurano un sistema originale e nuovo. Apertura e chiusura in un gruppo sono contemporanee e alterne, il gruppo troppo chiuso muore per asfissia, troppo aperto muore per anomia, fondendosi con il resto dell’ambiente. L’adattamento di un gruppo mantiene in equilibrio apertura (ricevere) e chiusura (perpetuare l’identità). Un gruppo non è mai né completamente chiuso né completamente aperto: la chiusura segna il confine, determina la sua forma nello spazio, costruisce la sua storia; l’apertura garantisce lo scambio, la trasformazione che alimenta e produce la sua sopravvivenza. L’organizzazione di un sistema non può essere prodotta e non si può costruire se non a partire dalla relazione tra ordine e disordine, intesi come forze che governano e determinano un sistema complesso. Questa relazione non è solo di inibizione del disordine, ma anche di utilizzo positivo, di valorizzazione del disordine. Ordine e disordine, come apertura e chiusura, non sono assoluti, né c’è un astratto punto di equilibrio tra l’ordine ripetitivo e il disordine dispersivo: ogni aumento di complessità è un aumento della differenziazione all’interno del sistema. L’ordine tende alla chiusura del sistema, il disordine verso la sua apertura. L’emergenza sistemica del gruppo deriva, così, dal complementare e concorrenziale intervento di questi due fattori. Il sistema è qualcosa di diverso, ma anche qualcosa di più (e di meno) della somma delle parti: il gruppo è diverso e più della somma degli individui che lo compongono. Il sistema possiede in più la sua organizzazione, il suo essere unità, un “uno” che non può essere identificato con le parti che lo compongono: ha qualità nuove e proprietà che emergono dall’essere un soggetto nuovo. Le qualità nuove di un gruppo indicano che gli individui si sono trasformati da singoli a parti, a membri del gruppo, la formazione del gruppo ha trasformato gli individui. Ma un gruppo è uno e molteplice: la diversità è necessaria per formare un insieme, e l’insieme è necessario per formare la loro diversità. Le differenze creano unità che, a sua volta, crea differenza.

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Capitolo III: Gli eventi del gruppo L’emergenza psicologica e l’emergenza sistemica che si presentano nel gruppo si condensano in sequenze di eventi, in un processo rappresentabile con un modello a quattro dimensioni, il quale tenta di raffigurare e cogliere l’ampiezza e la profondità della realtà dinamica del gruppo. Le quattro dimensioni sono: la Dimensione Reale, la Dimensione Sociale, la Dimensione Rappresentata e la Dimensione Interna. Esse concorrono insieme a determinare le attività e le vicende della vita del gruppo secondo modalità differenti in un gruppo e in un gruppo di lavoro: il gruppo tende abitualmente a una “gerarchia anarchica” delle dimensioni, mentre il gruppo di lavoro deve ricercare, per essere tale, una loro compresenza “democratica”. Il gruppo di ...


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