Report Parmalat per lavoro di gruppo PDF

Title Report Parmalat per lavoro di gruppo
Author Massimo Marelli
Course Economia Aziendale E Gestione Delle Imprese / Management
Institution Università Commerciale Luigi Bocconi
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Report per lavoro di gruppo...


Description

EAGI - CLEAM 4 GRUPPO 12 Colombo Lorenzo – 3074514 Fuochi Andrea – 3076451 Marelli Massimo – 3069104 Pacini Taddeo – 3083117 Palazzo Nicolò – 3079298 Seresin Francesco – 3063877 Siri Barbara – 3082272 1

Indice dei contenuti Introduzione ....................................................................................................................................... 3 Storia ................................................................................................................................................... 3 Combinazioni economiche................................................................................................................. 5 Gestione caratteristica e patrimoniale ............................................................................................. 5 Strategie d’impresa ............................................................................................................................ 6 Caratteristiche delle risorse ............................................................................................................. 7 Strategie di crescita .......................................................................................................................... 7 Strategie competitive ........................................................................................................................ 7 Analisi ambiente economico .............................................................................................................. 8 Relazioni con gli stakeholder ............................................................................................................ 9 Relazione con le altre imprese e con le istituzioni ......................................................................... 11 Politica di responsabilità sociale ..................................................................................................... 11 Corporate Governance .................................................................................................................... 13 Il modello di Governance pre-scandalo ......................................................................................... 13 Il modello di Governance post-scandalo ........................................................................................ 13 Commento relativo ai dati di bilancio ............................................................................................ 14 Commento finale sull’impresa e sul lavoro.................................................................................... 15 Sitografia ........................................................................................................................................... 16 Appendice ......................................................................................................................................... 16 Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio “liquidità ed esigibilità” ............................. 16 Conto Economico riclassificato secondo il criterio “ricavi e costo del venduto” ......................... 19 Statistiche riguardanti il mercato mondiale dairy nel 2017 .......................................................... 20

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Introduzione Parmalat S.p.a. è una società italiana operante nel mercato dairy che vanta, nel 2017, un fatturato pari a 6,7 miliardi di euro e circa 27.000 lavoratori dipendenti. Il principale azionista è il gruppo agroalimentare francese Lactalis, che, a oggi, possiede l’83,33%, le restanti quote sono detenute da una moltitudine di soggetti nessuno dei quali con una proprietà superiore al 3%. Parmalat è presente in maniera diretta in 24 paesi (Australia, Botswana, Canada, Colombia, Cuba, Ecuador, Italia, Mozambico, Paraguay, Portogallo, Romania, Russia, Sudafrica, Swaziland, Venezuela e Zambia), tramite licenza in altri 5 paesi (Cina, Haiti, Messico, Repubblica Dominicana e Ungheria) e controlla 44 marchi tra marchi internazionali (tra i quali Parmalat, Santal, Omega 3 Plus e Zymil), locali italiani e locali esteri.

Storia Nel 1961 Calisto Tanzi, dopo una breve esperienza lavorativa a fianco del padre, fondò a Collecchio (PR) un piccolo caseificio con il nome Dietalat, successivamente rinominato Parmalat. L’azienda fu oggetto di una rapida crescita. Nel giro di poco più di un decennio vide aumentare il proprio giro d’affari in modo eccezionale: il fatturato passò da circa 10,300 mln € nel 1973 ad oltre 249 mln € nel 1983. Le ragioni di tale sviluppo sono dovute ad una duplice intuizione di Calisto Tanzi: l’impiego per la vendita del latte dei contenitori di cartone tetrapak e il lancio della tecnologia UHT, che consente in pochi secondi di pastorizzare grandi quantità di latte aumentandone considerevolmente i tempi di conservazione senza intaccarne la qualità. Nel 1986 l’azienda riscontra un fortissimo calo delle vendite, dovuto alla paura della contaminazione del latte da parte del disastro di Chernobyl. Tanzi reagisce quotando Parmalat in borsa, per fronteggiare le perdite. Chiese aiuto al direttore finanziario, Fausto Tonna, per escogitare un piano per far apparire la società forte, stabile e appetibile. Il capitale viene investito in un fondo collocato in un paradiso fiscale, il quale poi rigira il denaro sulla Parmatour, che viene usata per trasformare gli stessi soldi in crediti dovuti alla società tramite delle fatture false. Le difficoltà maggiori cominciano nel 1999 con l’acquisizione Eurolat dal gruppo Cirio di Cragnotti per oltre 700 miliardi di lire, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Geronzi. Uno schema che, secondo gli inquirenti, si ripete anche quando nel 2002 Tanzi decide di comprare le acque minerali Ciarrapico, anche lui indebitato con Banca di Roma. Fino al 2003, l’azienda continua a stipulare vendite di pacchetti obbligazionari per centinaia e centinaia di milioni con differenti istituti finanziari, ignari della reale situazione della società di Tanzi: Standard & Poor’s, società privata che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari, lavorando superficialmente, valutò come stabile e di gran valore Parmalat. Nel frattempo, i debiti crescevano in maniera esponenziale, senza alcun incremento di profitto nelle vendite. A marzo dello stesso anno, il patron di Parmalat viene invitato a fornire al mercato informazioni dettagliate riguardo la situazione economico finanziaria del gruppo. Tanzi rispose mostrando come il bilancio del 2002, avrebbe dissipato ogni sospetto. Fu, invece, proprio quel bilancio ad alimentare i dubbi della comunità finanziaria: Parmalat dichiarava una liquidità superiore a 4 miliardi di euro e nonostante questa ingente somma continuava a richiedere finanziamenti, soprattutto sotto forma di prestiti obbligazionari. Tuttavia né il collegio sindacale, né le società di revisione del bilancio si dimostrarono critiche nei confronti del gruppo. Solamente l’autorità di vigilanza richiese prove concrete riguardo l’esistenza di una somma così importante; venne quindi prodotto un documento falso, che attesta disponibilità liquide presso la Bank of America per 3,95 miliardi di euro. 3

La svolta avvenne il 9 dicembre 2003 quando Parmalat si trovò a dover rimborsare un prestito di 150 milioni di euro, cosa che non fice prima del 15 dicembre. Sorse perciò spontaneo il dubbio che le liquidità dichiarate fossero false: come sarebbe stato possibile che una società che dichiara 4 miliardi non riesca a rimborsare 150 milioni di euro? Immediatamente, la CONSOB si rivolse alla Gran Thornton, una delle due società di revisione, e le chiese di controllare l’esistenza dei 4 miliardi presso la Bank of America sottoponendo a quest’ultima il documento che attestava l’esistenza dei soldi in questione. Il 17 dicembre la banca comunicò di non aver alcun rapporto con Parmalat e che il documento presentatogli era stato contraffatto. Apparse perciò chiaro che Parmalat fosse insolvente e che avesse prodotto un buco di enormi dimensioni. Il 22 dicembre il titolo in borsa da un valore di 2,2375 euro scese a 0,1100 euro e lo stesso giorno Tanzi fu iscritto al registro degli indagati per falso in bilancio. Subito le banche imposero alla guida del gruppo in qualità di amministratore straordinario Enrico Bondi. Gli obbligazionisti statunitensi decisero di non richiedere immediatamente i risarcimenti poiché temevano un cross default della società di Collecchio. Il 23 gennaio 2004 un ex-collaboratore dei direttori finanziari fu trovato morto e si ipotizzò il suicidio. Intanto le indagini proseguirono e venne si scoprì che Parmalat aveva prodotto un buco di ben 14 miliardi di euro (7 dei quali riguardano prestiti obbligazionari), coperto grazie a un falso in bilancio. Il principale responsabile fu Calisto Tanzi il quale, l’8 dicembre 2010 fu condannato in primo grado a 18 anni di carcere per essere stato autore “della più grande fabbrica di debiti del capitalismo europeo” che portò alla rovina circa 34 mila risparmiatori. Insieme a lui vennero condannati anche altri dirigenti della società e venne riconosciuta la responsabilità delle due società di revisione. Nel 2005 la società fu rifondata e subito vendette la propria divisione forno all’azienda Vincenzi con sede Verona. Tale divisione, oltre ai marchi Grisbì, Mr Day e ProntoForno e a 400 dipendenti, includeva quattro stabilimenti. Nel 2011 il gruppo francese Lactalis, già proprietario di marchi celebri in Italia quali Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori, manifesta un forte interesse ad entrare nel capitale sociale di Parmalat e inizia a rastrellare azioni attraverso intese raggiunte con fondi di investimento esteri. Il gruppo francese arrivò così, in poco tempo, a detenere il 29% delle azioni, appena al di sotto del limite del 30%, che imporrebbe l'obbligo del lancio di un’OPA. Successivamente Lactalis annuncia il lancio di un’OPA totalitaria sul capitale, al prezzo di 2,60 euro per azione. Nonostante una pessima partenza, alla fine le adesioni raggiunsero il 54% e Lactalis arrivò a detenere l’87.74% delle azioni di Parmalat. Nel 2016 Lactalis ha iniziato il processo di delisting, ovvero la relega della società dalle negoziazioni di Borsa.

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Combinazioni economiche Da quando è stata costituita, Parmalat non si è concentrata solamente nel settore del latte e dei suoi derivati, anzi, ha allargato il suo business investendo nel mercato della frutta (come precedentemente detto, attualmente offre succhi e centrifughe con il marchio Santàl). Prima del crac del 2003, l’impresa aveva investito inoltre in molte aziende che non operavano nel settore alimentare, come per esempio il Parma A.C. e il gruppo operante nel settore del turismo ParmaTour. Oggi il gruppo Parmalat, con i suoi numerosissimi brand, è attivo in ben 24 stati. Parmalat e Santàl sono due brand globali, mentre ce ne sono molti altri che sono presenti sono in alcune nazioni/continenti. Ecco i principali marchi e i mercati in cui operano.

*Immagine proveniente dalla relazione di bilancio redatta da Parmalat e disponibile sul sito web

Gestione caratteristica e patrimoniale La gestione caratteristica comprende tutte le attività che hanno l’obiettivo di produrre profitti. In quest’area troviamo i settori di ricerca e sviluppo, acquisto di merci e servizi, fabbricazione, commercializzazione e logistica. Ogni anno Parmalat investe il più possibile nei vari prodotti e nelle nuove tecnologie con il fine di migliorare le risorse ed essere tra le prime nel campo dell’innovazione; per ottenere ciò ha stabilito un solido network con istituti di ricerca e Università. L’ obiettivo è offrire merce di alta qualità a prezzi contenuti. L’azienda inoltre ha portato diverse innovazioni nel mercato del latte, come per esempio, il confezionamento in cartone anziché in vetro oppure la lavorazione del latte con tecnologia UHT. 5

Nell’impresa romagnola lavorano oltre 27.000 persone tra Europa, le Americhe, Africa e Australia. Il Gruppo ha una presenza diretta in 24 Paesi e conta 92 siti produttivi. Tra il 2015-2016 i proventi della gestione patrimoniale sono in leggero calo, passando da €13.600.000 a €11.400.000. L’azienda preferisce non investire in mercati extra-alimentari e utilizzare parte degli utili per migliorare i propri stabilimenti nei vari paesi del mondo, inglobare società più piccole che sono attive in settori affini e aumentare la qualità dei vari processi produttivi, come per esempio nel reparto logistica. Per quanto riguarda quest’ultimo infatti, negli ultimi tre anni Parmalat ha investito nel sito di Collecchio circa 20 milioni di euro, ampliando e migliorando l’area di spedizione, rendendolo un hub-logistico per l’azienda in Italia.

Strategie d’impresa Alla base della strategia del gruppo Parmalat vi è l’osservazione dei principi di etica del business, onestà e fair dealing in assoluto rispetto delle leggi che regolano il loro settore. I tre valori fondamentali del gruppo Parmalat sono Ambizione, Coinvolgimento e Semplicità; • • •

Ambizione: Performance; Miglioramento continuo, Formazione e crescita delle persone. Coinvolgimento: Imprenditorialità, Tenacia, Responsabilità, Lealtà. Semplicità: Accessibilità, Trasparenza, Pragmatismo.

La posizione di rilievo assunta nel mercato del gruppo Parmalat deriva principalmente dal basso costo dei loro prodotti. La vendita di questi ultimi, essendo beni poco differenziabili, è fortissimamente influenzata dal prezzo che perciò rappresenta il principale vantaggio competitivo posseduto dal gruppo. Al fine di mantenere e ampliare vi è da sempre stata una focalizzazione da parte del gruppo sull’attività di supporto ricerca e sviluppo. Le tecnologie all’avanguardia sviluppate e adottate da Parmalat le consentono di imporre dei prezzi competitivi nei suoi principali settori di vendita quali Latte a lunga conservazione e bevande analcoliche a base di frutta. In particolare, i vantaggi tecnologici che hanno aiutato il gruppo Parmalat a prevalere sui concorrenti, oltre all’utilizzo del packaging in tetra-pak e della tecnologia UHT già citati, sono: il processo di microfiltrazione del latte ESL, lo sviluppo di latti funzionali (Zymil, lactose-free, calcium plus, omega3). Per quanto riguarda la produzione di yogurt, di bevande alla frutta e di formaggi freschi Parmalat si è invece dotata di ottimi macchinari per la produzione in grado di farla mantenere competitiva. Per il futuro il gruppo Parmalat ha dichiarato l’intenzione di focalizzare la politica di Ricerca & Sviluppo su quattro direzioni principali: • •





Forte razionalizzazione del numero dei nuovi prodotti sviluppati localmente (circa 140 nel 2003) attraverso un processo di selezione centralizzato; Sviluppo nuovi prodotti funzionali ad alto valore aggiunto, ad esempio il lancio della nuova marca Jeunesse, una gamma di prodotti cross-category (Latte, Bevande Frutta, Yogurt, Dessert, Formaggi) a base di sostanze antiossidanti per la prevenzione dell’invecchiamento cellulare; Sviluppo tecnologie di produzione e confezionamento ad alto tasso di innovazione per la massima qualità di conservazione e valorizzazione del gusto; ad esempio, il roll-out della tecnologia DASI per il latte UHT nella bottiglia in HDPE; Continua evoluzione delle partnership con Università ed Istituti specializzati nel mondo per programmi di miglioramento nel campo della nutrizione e del benessere.

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Caratteristiche delle risorse Le caratteristiche delle risorse a disposizione dell’impresa e la sua capacità di sfruttarle sono alla base dell’esistenza di un vantaggio competitivo. Negli ultimi anni il gruppo Parmalat ha subito delle ripercussioni sul settore alimentare e in particolare nei mercati del Latte, Derivati latte e Bevande Frutta a causa delle dinamiche economiche. Il gruppo Parmalat non può permettersi l’isolamento perché nell’ultimo anno dei concorrenti Dairy internazionali e regionali hanno effettuato un ingresso strategicamente aggressivo nel segmento dei latti funzionali.

Strategie di crescita L’impresa Parmalat, per favorire la crescita, a partire dagli anni novanta ha puntato sulle strategie di crescita interna ed esterna e in modo particolare su quelle di internalizzazione mirando all’espansione della propria quota di mercato a danno della concorrenza. In pochi anni, infatti, si diffonde in vari Paesi europei, America Latina e Africa, è presente in maniera diretta in 24 paesi in tutto il mondo con 93 siti produttivi e 6 centri di ricerca. L’azienda, quindi, aumenta la sua capacità produttiva con lo sfruttamento degli impianti già esistenti e con l’acquisizione di impianti operanti nello stesso settore e altri settori non strettamente legati al settore alimentare, alcuni esempi sono la società calcistica del Parma Associazione Calcio e il gruppo di villaggi turistici ParmaTour. L’ultima acquisizione di Parmalat è la divisione relativa alla produzione e commercializzazione del “natural cheese” di Kraft, contraddistinti principalmente dai marchi “Cracker Barrel”, “P’tit Quebec” e “aMOOza!”.

Strategie competitive Nell’ottica di verticalizzazione, Parmalat non ha compiuto molti investimenti per integrarsi a monte della filiera. Non avendo integrato i fornitori all’interno del gruppo Parmalat, per garantire la qualità della sua produzione Parmalat controlla accuratamente ogni singolo processo della catena produttiva: dalla materia prima in ingresso (set di azioni preventive e progetti di cooperazione con le aziende agricole), ai processi di trattamento (con alto livello di tecnologia che permette precise standardizzazioni e controlli in tutte le fasi della catena produttiva, controlli di laboratorio chimico fisici e microbiologici) e infine al packaging (ricerca di confezionamenti sicuri e sicuri per l’ambiente, prevalentemente riciclabili). Per riassumere, la strategia del Gruppo Parmalat si basa su nove pilastri fondamentali: •

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consolidamento e crescita del business nelle aree dove esso è già presente ed espansione geografica in Paesi emergenti e strategici per il Gruppo, con la finalità di uno sviluppo bilanciato tra Paesi maturi e Paesi emergenti; rafforzamento delle posizioni di leader o co-leader nei mercati in cui opera; presenza in tutte le categorie del dairy e nei succhi di frutta con un portafoglio di prodotti completo; valorizzazione del portafoglio di brand, sia globali (come Parmalat e Santal) che locali (come Beatrice, Lactantia, Black Diamond e Astro in Canada; Pauls, Ice Break e Vaalia in Australia; Chef e Puro Blu in Italia; Everfresh, Bonnita e Melrose in Sud Africa), che occupano posizioni di rilievo nei mercati in cui competono; innovazione continua per rispondere al meglio alle esigenze dei consumatori e alle nuove abitudini di consumo; possibilità di beneficiare del know-how tecnologico e del portafoglio marchi del Gruppo Lactalis; 7

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garanzia di qualità e sicurezza dei prodotti in tutte le fasi di lavorazione, dalla selezione della materia prima fino ai test sul prodotto finito, vengono effettuati costanti controlli; miglioramento continuo dei processi operativi e produttivi finalizzato all’eccellenza industriale; impegno costante a sviluppare le attività nell’ottica della sostenibilità in ogni fase del ciclo di vita del prodotto, “dal campo alla tavola.

Analisi ambiente economico La società Parmalat S.p.a. ricopre una posizione di estremo rilievo all’interno del mercato mondiale dairy, tuttavia è solamente una delle numerose aziende attive nel settore. Tra i numerosi concorrenti ricordiamo nomi come Nestlé: società fondata nel 1866 che offre una vasta gamma di prodotti che vanno dai surgelati all’acqua minerale, dagli omogeneizzati ai latticini. All’elenco dei concorrenti attuali è doveroso aggiungere poi nomi come Candia Italia S.p.a. (filiale italiana della cooperativa francese Sodiaal), Mila Latterie Alto Adige Soc. Coop.r.l. (azienda latticino-casearia nata a Bolzano ed Esselunga (società di grande distribuzione organizzata), la quale costituisce per Parmalat sia un cliente che un concorrente in quanto, offre ai propri clienti sia prodotti Parmalat, sia prodotti sostituti in private label...


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