Riassunto Todo modo PDF

Title Riassunto Todo modo
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università di Bologna
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LEONARDO SCIASCIA Vita e Opere. Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto, in provincia di Agrigento, l’8 gennaio 1921, primo di tre fratelli. La madre proveniente da una famiglia di artigiani, il padre è impiegato in una delle miniere di zolfo della zona. È stato uno scrittore, giornalistica, politico e insegnante di scuola elementare, oltre che uno spirito libero e anticonformista, critico del tempo. Una delle grandi figure del Novecento Italiano ed Europeo. Nel 1941 consegue il diploma magistrale e nello stesso anno si impiega al Consorzio Agrario,dove rimane fino al 1948. In questi anni si unisce in matrimonio con Maria Andronico, maestra nella scuola elementare di Racalmuto, dalla quale avrà due figlie Laura e Anna Maria. Nel 1952, viene pubblicata la raccolta di poesie La Sicilia, illustrata con disegni dello scultore catanese Emilio Greco e nel 1953 vince il Premio Pirandello per un suo importante intervento critico sull’autore di Girgenti (Pirandello e il pirandellismo). Nell’anno scolastico ‘57-’58 viene distaccato a Roma, al Ministero della Pubblica Istruzione , ma al suo ritorno si ristabilisce con la famiglia a Caltanissetta, interrompe l’attività di insegnamento per lavorare in un ufficio del Patronato scolastico. Nel 1956 viene pubblicato il primo libro di rilievo Le parrocchie di Ragalpetra, a cui seguono nell’autunno del ’58 i tre racconti della raccolta Gli zii di Sicilia: La zia d’America, Il quarantotto e La morte di Stalin. La seconda edizione viene pubblicata con un quarto racconto, L’antimonio. Del 1961 è invece Il giorno della civetta, il romanzo sulla mafia che porterà a Sciascia la maggior parte della sua celebrità: proprio l’impegno civile e la denuncia sociale dei mali di Sicilia saranno i tratti più evidenti del suo lavoro intellettuale. Gli anni Sessanta vedranno nascere alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati proprio alle ricerche storiche sulla cultura siciliana: A ciascuno il suo(1966) un libro bene accolto dagli intellettuali e da cui Elio Petri ha tratto un film. Successivamente, lo scrittore tenterà anche di applicare al teatro la propria propensione alla scrittura fortemente dialogata, ma l’incontro/scontro con la mediazione operata dal regista gli appare come "devastatrice" dei testi e lo induce ad abbandonare il proprio impegno teatrale.

Sul finire del decennio Sciascia si trasferisce a Palermo in una casa zeppa di libri e d’estate torna a Racalmuto per scrivere. Il 1970 è l’anno del pensionamento e dell’uscita dell’opera La corda pazza, una raccolta di saggi su cose siciliane, nella quale l’autore chiarisce la propria idea di "Sicilitudine”. Il 1971 è l’anno de Il contesto, libro destinato a destare una serie di polemiche, più politiche che estetiche, alle quali Sciascia si rifiuta di partecipare ritirando la candidatura del romanzo al premio Campiello. Tuttavia si fa sempre più forte la propensione ad includere la denuncia sociale nella narrazione di episodi veri di cronaca nera: gliAtti relativi alla morte di Raymond Roussel (1971), I pugnalatori (1976) e L’affaire Moro (1978) ne sono un esempio. In particolare, quest’ultima opera, strettamente legata a Todo Modo(1974), si evince l’idea della trasformazione che subisce Moro, durante i giorni della prigionia. Il politico, infatti, prende coscienza di chi sono realmente i suoi compagni del partito, i quali non credono alla veridicità delle sue lettere, ponendo invece una scrittura sotto l’effetto di droghe o forzature. Portando avanti tale idea, ritengono che il vero Moro non esista più e come tale è sacrificabile come prigioniero. Nell’opera Sciascia, porta avanti l’ indagine con l’impegno ideologico di capire perché Moro è vittima del sistema politico e perché nessuno lo ha salvato, sebbene vi era la possibilità. Quando l’opera è stata pubblicata Pasolini era già morto, infatti all’inizio dell’opera l’immagine delle lucciole rappresenta il suo legame simbolico con Pasolini. Nel 1974, nel clima del referendum sul divorzio e della sconfitta politica dei cattolici, nasce Todo modo, un libro che parla «di cattolici che fanno politica» (Sciascia) e che viene naturalmente stroncato dalle gerarchie ecclesiastiche. Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno ’75 lo scrittore è candidato come indipendente nelle liste del partito comunista: eletto con un forte numero di preferenze, ma si dimette da consigliere due anni dopo, a causa di duri scontri con la dirigenza del partito comunista. In questi anni aumenta la frequenza dei suoi viaggi a Parigi e si intensificano i contatti con la cultura francese, da lui sempre tenuta come essenziale punto di riferimento. Nel 1979 si candida sia al Parlamento europeo sia alla Camera ed eletto in entrambe le sedi istituzionali opta per Montecitorio, dove rimarrà fino al 1983 occupandosi quasi esclusivamente dei lavori della commissione d’inchiesta sul rapimento Moro. In seguito a nuovi contrasti con il PCI di Berlinguer, Sciascia

abbandona l’attività politica, ma non rinuncia all’osservazione delle vicende politico-giudiziarie dell’Italia, in particolare per quanto riguarda la mafia. Gli ultimi anni di vita dello scrittore sono segnati dalla malattia che lo costringe a frequenti trasferimenti a Milano per curarsi. Sia pure a fatica prosegue la sua attività di scrittore, infatti pochi mesi prima di morire pubblica Alfabeto pirandelliano. Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989, salutato da numerose parole di stima, fra cui quelle del grande amico Gesualdo Bufalino. Il suo corpo riposa all’ingresso del cimitero di Racalmuto. TODO MODO

Todo modo è un romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1974 da Einaudi. Il romanzo è fondamentalmente un giallo ma è ricco di riferimenti alla politica italiana e al movimentato periodo degli anni Settanta. Il romanzo, ambientato negli anni settanta, ha come protagonista un conosciuto pittore, di cui non viene mai fatto il nome, che ha bisogno di un periodo di pace in solitudine. Alla vista di un cartello che indica un eremo, l'Eremo di Zafer3,il pittore pensa di recarvisi. Scopre poi che l'eremo è stato trasformato in un hotel fondato dall'ambiguo Don Gaetano e che in certi periodi dell'anno ospita persone di alta estrazione sociale (ministri, politici, direttori di banche...) per ritiri spirituali. L'ennesimo ritiro sarebbe iniziato dopo solo qualche giorno dal suo arrivo, e infatti nell'albergo si trovano, all'arrivo del pittore, cinque donne. A seguito del colloquio con Don Gaetano, enigmatico ed inquietante personaggio di vastissima cultura, al pittore viene concesso di rimanere ad assistere al ritiro spirituale. Ma, proprio durante la recita del rosario, si assiste all'omicidio di uno dei notabili, l'ex senatore Michelozzi: tutti vengono sospettati, meno che Don Gaetano, il pittore e il cuoco, che avevano assistito insieme all'accaduto, lontani dalla processione di Don Gaetano e dei suoi ospiti. Il procuratore Scalambri, ex compagno di scuola del pittore e primo della classe, cerca di risolvere il delitto, ma ogni sua mossa gli viene suggerita dal pittore stesso. Una sera, ricostruendo l'accaduto, disegnandolo perfettamente nella memoria e su carta, il pittore trova la soluzione all'omicidio di Michelozzi, e anche quella dell'omicidio dell'avvocato Voltrano, avvenuto dopo il primo. La soluzione, però, non viene rivelata e il giorno seguente Don Gaetano viene ritrovato morto nel bosco, con una pistola accanto al corpo. Il pittore fa

un'ammissione di colpa per l'omicidio di Don Gaetano al procuratore Scalambri, che non crede alle parole del pittore per mancanza di un valido movente. La pagina conclusiva del romanzo è tratta da I sotterranei del Vaticano di André Gide, proprio a testimonianza del movente del pittore per il delitto del prete. Con questo romanzo Sciascia ci fa capire che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede ,come nel racconto poliziesco la lettera rubata di Edgar Allan Poe. Il titolo, Todo modo, è una citazione tratta da una preghiera di Sant'Ignazio di Loyola che, fondatore dell'ordine dei Gesuiti, rappresenta un modello di cultura elitaria proprio come quello che rappresenta Don Gaetano e come quella che Sciascia prende a modello, a partire da Stendhal. Il titolo del romanzo sta a significare che per salvarsi, per salvare la chiesa, qualunque cosa è permessa, anche uccidere, anche il cannibalismo. COMMENTO CRITICO.

Lo stesso romanzo, Todo Modo, ha avuto una recensione da parte di Pasolini, il quale lo ha definito come un romanzo che racchiude l’immagine del potere degli anni Settanta-Ottanta. È un’opera di processo e accusa nei confronti del potere, che riprende dallo stesso Pasolini ed ha le caratteristiche di un giallo poliziesco. La figura di colui che investiga è legata all’immagine dell’uomo moderno che ricerca la verità. Un modello Ottocentesco che l’autore riprende da Egdar Allan Polloe, Lettera rubata, in cui l’ispettore investiga attraverso l’ausilio degli indizi ma anche del ragionamento logico. Il giallo di Sciascia è legato all’Eremo e alla figura dell’ambiguo uomo di chiesa, Don Gaetano. L’immagine della copertina di Adelphi, evoca il romanzo ma non è quella originale. Einaudi l’aveva pubblicato con la pittura de “Le Tentazioni” di S.Agostino, particolarmente significativa nel romanzo. Sciascia aveva scelto questa copertina perché il quadro contiene un particolare, ossia la figura del diavolo con un paio di occhiali. Sciascia aveva una grande passione per l’arte Barocca(600) ed era stato così tanto attirato dal quadro di Rutilio Manetti, Le tentazioni di S. Agostino, oggi esposto nella chiesa di S. Agostino a Siena e poi copiato da Nicolò Buttafuoco, un pittore locale, tanto che decise di inserire quest’ultimo in una scena del romanzo. Il quadro, copia di Buttafuoco, infatti, appare nell’Eremo di Zaffer, nella realtà, invece, si trova in Castellina in Chianti.

La caratteristica del quadro è che il diavolo indossa un paio di occhiali tondi neri, i quali all’interno del romanzo sono indossati anche da Don Gaetano, che li ha indossati, appositamente, dinanzi al pittore alla vista del quadro. La scena in cui Don Gaetano, in compagnia del pittore, indossa gli occhiali per leggere la firma del pittore del quadro, presente nell’Eremo, è caratterizzata dallo sconcerto del protagonista nel notare l’enorme somiglianza fra i due. Tre sono i motivi per cui il prete ha gli stessi occhiali:  Dotato di spirito ironico;  È dotato di un elemento diabolico;  È il diavolo in persona che si trova lì per ingannare. Anche intorno alla firma di Buttafuoco, don Gaetano racconta un leggenda secondo cui tale cognome sia sinonimo di imbroglio per tre motivi:  Il diavolo che imbroglia;  Il quadro è un falso;  Il pittore che bestemmia. In generale, il quadro rappresenta il nucleo del libro, così come il nucleo del quadro sono occhiali. Nel testo, viene descritto il quadro e in particolare il diavolo che si presenta come ironico e beffardo, ride a denti stretti nella prospettiva di ciò che vuol ottenere. Sciascia, infatti, inventa la leggenda, secondo cui un farmacista, uomo colto e brillante, arrivatovi presso un paese Siciliano, con riferimento al quadro, abbia sostenuto che il diavolo abbia dato gli occhiali a Zaffer che non vedeva bene, con la diabolica intenzione di fargli leggere il corano. L’origine, dunque, dell’eremo è strettamente legata al quadro stesso e gli occhiali non sono altro che un segno dell’imbroglio. L’autore, conduce, infatti, un gioco fra realtà e finzione, la prima data dalla presenza effettiva del quadro, la seconda dall’invenzione di questa storia. Il romanzo è molto breve, ma rappresenta un concentrato di idee sociali e politiche: l’antitesi fra il bene e il male, fra il potere buono e quello negativo, attraverso la descrizione dei due personaggi, il pittore e il prete. Quest’ultimo, in particolare ha una forte collisione con i poteri politici. Il romanzo appare anche come un’invenzione fantastica di intreccio, un’avventura particolare che accade ad un uomo qualunque. Il racconto è condotto da lui, sotto forma di diario che scrive durante il suo soggiorno presso L’eremo di Zaffer 3.

L’opera si apre con la citazione del critico Giacomo de Benedetti, il quale fa riferimento in primis alla catena causale Kantiana e poi, all’universo Pirandelliano, sostenendo che sicuramente Pirandello è uno dei più grandi artisti siciliani del 900, che ha inventato la figura dell’uomo che medita sulla propria condizione esistenziale, tanto da arrivare a dubitare persino di se stesso. Pirandello esattamente come Sciascia rievoca l’infanzia dopo aver ripercorso come una catena di cause la propria vita. La poetica Pirandelliana porta avanti il tema dell’identità e della verità dietro al comportamento dei personaggi. Anche il personaggio di Sciascia mira alla libertà, il cui atto è esplicitato dal prendersi una vacanza ,che come tutte le decisioni implica un grado di ansia. Nel percorrere la strada verso la libertà, il personaggio scorge un cartello stradale con la scritta Eremo di Zaffer3, la quale gli appare come un segno da perseguire, essendo essa una frase ambigua e un dogma di fede(nevrosi da Trinità). L’eremo gli appare come un casermone di cemento, esternamente come una prigione, internamente come un albergo al cui ingresso vi è un prete al posto del portinaio. Il nome dell’albergo deriva dal nome di un musulmano che si è convertito alla “Vera Fede”. Il protagonista, senza nome, appare incuriosito e vuole fermarsi perché adatto al suo obiettivo: perseguire e soddisfare il suo bisogno di libertà. Dopo uno scambio di battute con il prete-portinaio, arriva Don Gaetano, il quale inizialmente gli nega l’ospitalità poiché al completo, dal momento che in quella settimana si terranno gli esercizi spirituali. Infatti, ogni anno, l’ultima domenica di Luglio, si recano presso l’eremo uomini politici legati alla chiesa per compiere tali esercizi spirituali(sono una pratica mediante la quale il credente confessa sé stesso a Dio con l’ausilio di tecniche raffinate, iniziate da Ignazio di Loyola). A questo punto, il viaggiatore è incuriosito e desidera assistere e così gli viene concesso il soggiorno. L’eremo di Zaffer, dunque rappresenta il luogo religioso che raccoglie gli uomini di tutti i poteri(politico, commerciale..). Due sono i luoghi importanti dell’ambientazione, l’uno è il piazzale, l’altro il bosco, dove il protagonista fa il primo incontro ambiguo: la presenza di cinque donne in costume. Elle vengono ammirate come fossero delle opere d’arti; ammirazione che ci permette di capire che il suo mestiere è quello di pittore, nonostante non sia mai stato in grado di rappresentare le donne nè come creature magiche, né come sognanti o penose, al contrario del pittore Belga

Paul Delvaux . Un altro tratto caratteristico del pittore è che è presbite(vede meglio da lontano che da vicino). Il fatto che il protagonista sia un pittore non è casuale, al contrario la pittura rappresenta un elemento importante per lo scrittore, poiché aveva una grande passione per l’arte Barocca. Don Gaetano, invece è un personaggio affascinante, dotato di intelligenza e di cultura ma anche di malvagità. In lui appare una doppia personalità, quasi un paradosso,da un lato una figura fredda, dall’altro paterna. Sin dal primo incontro si evince una certa lotta fra i due iniziata dal prete, che confessa di averlo visto in televisione dipingere un quadro brutto per milioni di persone. Da questo momento, il pittore cerca sempre di tener testa a Don Gaetano nei molteplici discorsi, il quale a sua volta sembra averlo letto nel pensiero poiché utilizza a un certo punto l’espressione “atto di libertà” per designare la sua volontà di rimanere presso l’eremo, la cui volontà potrà generare una catena di cause successive. Durante il soggiorno, infatti, vi saranno tre omicidi, legati da una catena di fatti l’uno con l’altro. Nel corso del romanzo e dei molteplici incontri con Don Gaetano, il pittore sottolinea più di una volta la natura mistica e misteriosa del prete, infatti ogni volta che i due si salutano, egli sembra comparire e sparire come se non avesse un corpo e come se riuscisse a ipnotizzare l’interlocutore. La scelta di questo protagonista misterioso appare ancora più significativa, se si considera che ogni pittore è cosciente a pieno del rapporto fra immagine e realtà, ossia quando c’è l’immagine non c’è la realtà, poiché essa è rappresentata sotto un’altra forma. Tornando al romanzo, si evince che in varie occasioni il pittore ha voglia di dipingere ma non lo farà per due motivi, ossia solitamente non dipinge paesaggi ma figure e perché si è recato presso quel luogo per far altro. A proposito del dipingere, viene usata una citazione di Voltaire, sebbene all’interno del testo esse non siano frequenti. Tale citazione “a piedi Freddi” indica il dipingere senza ispirazione, ossia su commissione; a differenza di “ a piedi caldi” cioè con una violenta ispirazione. Ancora una volta, si evince il tema della libertà. Il personaggio-pittore del romanzo, di cui non appare mai il nome, sembra essere Renato Gattuso per il quale Sciascia aveva un interesse, come dimostrano alcune pagine scritte dall’autore dedicate alla pitture dell’artista

Siciliano che negli anni ’70 era particolarmente conosciuto per la pittura di figure impressioniste. Come ho detto, il suo nome non viene mai esplicitato, si evince soltanto la figura di un uomo che ha perso l’ispirazione e che spera di ritrovarla mediante questa pausa, che servirà anche ad analizzare la propria condizione, arrivando a concludere che spesso la coscienza inganna per effetto della sospensione. Durante il soggiorno, incontra vari personaggi e alti funzionari della chiesa, quali vescovi e cardinali, come Gioacchino Belli, che aveva scritto sonetti dedicati al mondo romano, diventa poi cardinale; esempio di come si può esercitare il potere nella chiesa. Accanto all’arrivo degli alti funzionari della chiesa, vi è anche l’arrivo di alcuni politici, accompagnati dalle loro donne, e dunque si aggiungono altre donne a quelle già presenti. Ve ne sono otto in totale. Sciascia qui descrive i vari personaggi con il ruolo che rivestono, sebbene sostenga che essi non siano altro che maschere e non personaggi in carne ed ossa. Il suo obiettivo è di mostrare un mondo corrotto, anche attraverso l’ausilio di una donna molto attraente, alla quale le fa definire il marito (l’uomo politico) come ladro, porco e cretino. Fra gli ospiti, il pittore nota una certa gerarchia di importanza e sicuramente il personaggio che ha maggiore importanza è don Gaetano , la cui superiorità viene messa in evidenza dal suo atteggiamento irrisorio e ironico nei confronti dei presenti, suscitando nello stesso, una certa attrazione tanto che afferma di voler diventare come lui da vecchio. Dopo l’arrivo di tutti i partecipanti agli esercizi spirituali, come consuetudine, essi devono partecipare ad un’omelia, tenuta nella parte antica dell’Eremo, che segnerà l’inizio degli esercizi spirituali. Sebbene il pittore non sia un uomo religioso, inizia a fare una serie di riflessioni sulla chiesa e alla maniera di Pasolini, arriva ad affermare che essa ha raggiunto il capolinea. La fine della chiesa, è stata decretata dall’arrivo del nuovo potere, i cui detentori non si riconoscono più nei tradizionali valori e dunque il potere religioso è venuto a snaturarsi con quello laico. Con la fine della chiesa e la sua debolezza, viene meno anche un punto forte di confronto. A questo punto ritorna il confronto con Pirandello “ Sei Personaggi in cerca d’autore” e il riferimento alla Valle di Arior, sostenendo che la chiesa si ritrova in questa valle del sonno dove stanno molte cose morte, ma al contrario essa non è morta, soltanto assopita, per cui il compito della ragione è quello di vigilare sempre( rimando ad un opera di Goya).

Il pittore è continuamente assalito dal dubbio se sia finito lì apparentemente per caso o se in realtà è l’eremo che lo ha cercato, perché esattamente come i personaggi pirandelliani, è in cerca della propria identità, la quale può ritrovarla soltanto liberandosi della sua vecchia forma di identità. Continuamente, è tormentato dalla libertà, dalla ricerca dell’ispirazione e dall’essere circondato dalla finzione. Dopo il primo delitto, av...


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