Ricerca del significato di uguaglianza PDF

Title Ricerca del significato di uguaglianza
Author Filippo Fumarola
Course Filosofia del diritto
Institution Università degli Studi di Milano
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LA RICERCA DEL SIGNIFICATO DI UGUAGLIANZA!

L’idea di uguaglianza ha una storia molto lunga nel mondo occidentale.! Jean-Jacques Rousseau sostiene che l’uguaglianza scomparve nel momento stesso in cui un uomo ebbe bisogno dell'aiuto di un altro. Quando gli uomini svilupparono arti come l’agricoltura e la"metallurgia, per la prima volta, in virtù di un accordo convenzionale, non soltanto il frutto del lavoro venne considerato di proprietà di chi lo guadagnava, ma si legittimò il possesso dei mezzi di produzione a prescindere dal bisogno che chi li utilizzava poteva avere dei loro prodotti.! Oggi il termine uguaglianza è una parola-talismano, che inneggia ad uno stato d’animo per cui anche gli accademici fanno fatica a trovare le parole.! Siamo certi che per parlare di uguaglianza è chiaro che siamo obbligati a paragonare una cosa ad un’altra, per affermare se esse sono uguali o diverse. ! Prendiamo come esempio un paio di scarpe, la destra e la sinistra. Hanno lo stesso colore e la stessa marca ma non sono uguali in termini assoluti: hanno una forma diversa. Possiamo dire che una cosa è interamente uguale solo a sé stessa. E’ il concetto d’identità, che si può approfondire in ambito filosofico e matematico. ! Arriviamo insieme a concludere che due cose possono essere uguali, ma solo in relazione ad un criterio. ! Come afferma Il filosofo Eduardo García Máynez, gli oggetti che in uno o più aspetti sono uguali, sono necessariamente differenti in almeno un altro.! L’uguaglianza esiste solo rispetto a qualcosa, quando c’è una proprietà comune.! Questo lo sosteneva anche Aristotele nella sua idea di eguaglianza distributiva: tutti coloro che sono uguali rispetto a qualche caratteristica specifica (ad esempio la capacità, il merito, il bisogno o l’essere maschi e adulti…) devono ricevere parti uguali.! Non si può affermare che gli uomini siano tutti uguali, bisogna fare chiarezza. ! Gli uomini sono uguali e disuguali. Uguali nell’anima, essendo tutti essere umani. Disuguali per le qualità accidentali e concrete. L’essenza astratta in ogni uomo si materializza in maniere molto diverse in ciascuna persona. L’individualità è il complesso degli elementi di caratteristica ed esclusiva pertinenza del singolo. Ogni individuo possiede qualità differenti in ambito intellettuale, morale, fisico etc. ! Queste qualità non cambiano l’essenza dell’uomo ma lo definiscono dandogli una dimensione terrena. Il carattere, la formazione culturale, i sentimenti, i costumi, l’età e mille altre cose. Oltre a queste caratteristiche possiamo parlare di quelle dello spazio e del tempo in cui ciascun individuo vive.! Traiamo le conseguenze politiche, sociali e giuridiche di queste diversità. ! Uguaglianza politica! I pilastri dell’uguaglianza politica si trovano nel costituzionalismo settecentesco. L’Atto di Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti nel 1776, la sua Costituzione nel 1787 e la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino nel 1789. E’ sulla base di questi documenti che si formano le future Costituzioni dei

secoli XIX e XX. Nel 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani si aggiunge alla categoria dei pilastri. ! Le Costituzioni, come sappiamo, sanciscono dei principi generali che poi devono essere realizzati da leggi più pragmatiche. La stessa idea di Stato crea un’antinomia. L’autorità si scontra con l’uguaglianza. Il potere, gli organismi di governo e le relazioni di subordinazione sarebbero state create per garantire l’uguaglianza. Il che è un paradosso irrisolto. Rousseau immaginava due sorte d’ineguaglianza: una che chiamò naturale e fisica, perché stabilita dalla natura e che consiste nella differenza di età, salute e delle qualità dello spirito. L’altra, l’ ineguaglianza politica, perché dipende da una sorte di convenzione, ed è autorizzata dal consenso degli uomini. Questa consiste nei differenti privilegi di cui alcuni godono a pregiudizio degli altri, come l’esser più, ricchi, più onorati, più potenti di alcuni altri, oppure nel farsi obbedire.! Un secondo problema riguarda il rapporto tra libertà e uguaglianza. ! La libertà dà all’iniziativa privata uno sviluppo speciale in campo economico e sociale. In questo modo è ovvio che si creino disuguaglianze. ! Ma se lo Stato cercasse l’uguaglianza a tutti i costi, dovrebbe ricorrere al potere coercitivo, che inevitabilmente metterebbe a rischio la libertà. Non è un caso che alcuni totalitarismi siano sorti con il rovesciamento dell’autorità e con l’imposizione forzata di sistemi egualitari, cercando di contenere qualsiasi iniziativa di ordine individuale.! Le uguaglianze costituzionali non si applicano in modo assoluto, prenderne consapevolezza è il primo punto per riconoscere la demagogia e le aberrazioni. ! E’ necessario evitare disuguaglianze contrarie all’uguaglianza essenziale e uguaglianze che non lasciano spazio a diseguaglianze accidentali.! Uguaglianza giuridica! La legge non si basa sull’uguaglianza ma sulla diseguaglianza delle situazioni, sulla grande diversità dei fatti nella vita umana. Infatti non esistono fatti giuridici identici, ! ciascuno ha le sue caratteristiche specifiche.! La legge alla fine ha valore quando è concretamente applicata.! Per questo le norme devono assumere la misura d’uomo, cioè modellarsi sulla base delle infinità di casi possibili. L’astrazione ha un’utilità soltanto limitata dato che non riuscirà mai a coprire l’intera esistenza dei fatti giuridici.! Un trattamento uguale può esserci solo tra coloro che si trovano nella stessa situazione. Tant’è che la giustizia richiede di dare a ciascuno ciò che gli spetta (suum cuique tribuere) e non a ciascuno lo stesso.! Un Ministro di Stato, se commettesse un crimine, dovrebbe avere lo stesso trattamento di un semplice cittadino, o la sua posizione lo dovrebbe aggravare?! Uguaglianza sociale ed economica! Questo è il campo più confuso, dove si abbandonano le riflessioni filosofiche e prevalgono le passioni politiche, che distorcono i termini reali del problema. ! Vista l’impossibilità di elevare tutti al massimo livello di benessere, si ritiene giusta la diminuzione di coloro che si trovano ai livelli più alti. !

E’ in questo modo che la giustizia sociale negli ultimi duecento anni è diventata! il pretesto per un fanatismo egualitario, rivelatosi poi creatore di miseria morale. ! Poiché gli uomini sono uguali e disuguali, l’autorità pubblica ha il dovere di usare il suo potere per gestire il bene comune, promuovendo le condizioni necessarie affinché tutti possano godere di livelli e forme di vita corrispondenti alla loro dignità in quanto esseri umani. Il che implica lo stabilire un minimo di beni ed entrate per la loro esistenza e per la loro realizzazione spirituale e materiale, individuale sociale. Stabilito questo dobbiamo accettare che la diseguaglianza è inevitabile, e fare in modo che la natura agisca nella libertà e nella bellezza delle disuguaglianze. ! Non tutte. Abbiamo in questo modo concentrato le forze, da utilizzare sulle disuguaglianze più abissali. ! Se non ci fossero disuguaglianze, d’altronde, non ci sarebbe il desiderio di riscattarsi, di migliorare, la possibilità di ammirare gli altri, il motore della vita. ! Nè un socialismo con caratteristiche dittatoriali e lo scopo dell’uguaglianza né un individualismo pagano possono offrire una soluzione adeguata al problema ontologico dell’uguaglianza.! Uguaglianze armoniose e proporzionali, paradossalmente, sono l’unico obiettivo possibile per noi per raggiungere l’uguaglianza essenziale in campo politico, legale, sociale ed economico. Dopotutto si può avere armonia solo nella diseguaglianza ed è proprio in questa armonia dell’essere che si trova la dignità dell’uomo.! Il problema sta dunque nell’identificare cosa si intende per dignità dell’uomo. Di cosa abbiamo bisogno per raggiungerla?! Oggi si parla di introdurre un salario minimo per tutti i Paesi facenti parte dell’Unione Europea. Si parla di 9 euro lordi all’ora. Le cifre potranno anche cambiare ma c’è bisogno che si introduca subito. Ancora non capisco perché questo traguardo stia impiegando così tanto ad arrivare in Europa. Colmerebbe le differenze abissali.! Persino Bill Gates, uno degli uomini più ricchi al mondo, percepisce un’ingiustizia in questo abisso e ha ammesso di pagare troppe poche tasse. Pagare più tasse in rapporto alla propria smisurata ricchezza è percepito come sinonimo di dignità, non di privazione o di castigo. È un’appello alla dignità dell’essere umano, nella sua totalità. Qualcuno che ha ascoltato il proprio e l’altrui bisogno c’è stato e ci sarà sempre. Il problema sono i troppi che si oppongono a questa dichiarazione, così da opporsi al movimento. Chissà se arriverà mai quel momento tanto atteso nella storia, quello che darà vita ad un nuovo paradigma, un mondo in cui prevale la dignità, grazie ad un sacrificio dei più ricchi. C’è bisogno che la rivoluzione parta da loro.!...


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