Schemi Storia Contemporanea PDF

Title Schemi Storia Contemporanea
Course Storia contemporanea
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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STORIA CONTEMPORANEA «Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato». George Orwell, 1984. 1984 è un romanzo di George Orwell che narra di un futuro immaginario, nel quale i cittadini vivono in uno stato totalitario governato dal “Grande Fratello”. Winston, il protagonista, ha il compito di controllare che tutto sia coerente con la volontà del Grande Fratello, come ad esempio modificare giornali o libri non in linea con le politiche di governo. Inizialmente il protagonista soffre in silenzio, poi decide di ribellarsi e questo gli costa l’arresto: viene punito con metodi che hanno il fine di convincerlo che ciò che ha fatto è sbagliato. Chi è in grado di costruire la memoria ha la capacità di orientare con maggiore influenza quello che sta succedendo, di capire il presente e, quindi, di orientarsi verso il futuro. Chi ha il potere e le risorse controlla il passato, il presente e orienta la memoria delle generazioni future. Quest’idea assume ancora maggior peso se si considera che il mondo è in continuo cambiamento e che la storia può avere un grande ruolo nella vita collettiva. Questo cambiamento lo possiamo osservare perfettamente ad oggi, in un’epoca di tecnologie e innovazioni. La capacità di prendere le misure criticamente, con serenità e rispetto della vicenda che ci precede è liberante e aiuta a comprendere il cambiamento della società. Il rischio, però, è quello che una rilettura deformata e tendenziosa del passato, schiava dei poteri forti dell’attualità. Benedetto Croce scriveva: «La storia è sempre storia contemporanea», in quanto parte sempre da una domanda del presente. Ma il passato ha una sua originalità e dimensione che vanno rispettate e che bisogna comprendere senza sovrapporre il proprio punto di vista. In questa logica non esiste una storia oggettiva: è il punto di vista di oggi che fa guardare al passato, ma ciò non significa che la storia non sia un sapere credibile.

L’Italia nel mondo: le premesse di lungo periodo Il lungo ‘800 fino al 1914  cresce il dominio europeo sul mondo, ma si tratta solo di una parentesi che andrà a esaurirsi. Alla fine dell’800 la gran parte degli esseri umani traevano il sostentamento dal lavoro della terra. Ciò comportava la presenza di civiltà divise e isolate, alcune più sviluppate e altre ancora arretrate. Civiltà cinese: sebbene alla fine del ‘700 aveva acquisito dei caratteri di sviluppo scientifico, culturale ed economico, in quegli anni conobbe una decadenza dalla quale si risolleverà solo in tempi vicini a noi. L’Europa è una realtà pluralistica, che esportò l’organizzazione politica sotto forma di Stato al resto del mondo. Da che cosa scatta il periodo di dominio? Rivoluzione Industriale: trasformazione del modo di vivere. La città si sgancia dal sostentamento solo mediante la terra, si avvia la costruzione di risorse importanti e il modello dello Stato. La civiltà cinese non era pluralista, si trattava di un Impero  Impero di mezzo. In Europa, invece, si formano degli stati pluralisti che vivono una sorta di conflitto tra loro – guerre abbastanza limitate. All’inizio dell’800, però, c’era stato un ciclo di guerre molto distruttivo – guerre successive alle guerre francesi  espansione della Francia, Napoleone. Fino a quel momento il pluralismo aveva vissuto con una certa stabilità. Il tentativo era di far convivere certi stati con delle mediazioni e dei compromessi  concerto europeo: convivenza nel pluralismo, come tanti strumenti che suonano insieme e, se organizzati, creano una melodia armonica. Questi stati non erano però simili internamente (vita, società, politica) e iniziano a differenziarsi.

Tutti gli stati moderni europei sono nati grazie a un esponente di una certa gerarchia di potere, che non dipende più da nessuno. Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, inizia un complicato percorso in molti stati nei quali gli imperatori devono fronteggiare le élite che chiedono un potere condiviso: si creano quindi delle carte di costituzioni che fissano questi punti importanti  patti tra il sovrano e coloro che sono in grado di rappresentare il popolo. Comincia a definirsi il concetto di unificazione di un popolo interno a uno stato: il popolo vuole limitare il potere del sovrano, che ha il solo scopo di rappresentare una nazione  insieme di persone che hanno una nascita comune, si esprime, per esempio, con la lingua. Il primo a conoscere la rivoluzione fu l’Impero Britannico, con forte influenza marittima e quindi la costruzione di una flotta  costruzione di un grande impero coloniale. La Gran Bretagna instaura una sua politica di commercio, obbligatoria anche per gli stati con cui commerciava. Guerra dell’Oppio tra Gran Bretagna e Cina: l’imperatore cinese è costretto ad accettare che alcuni porti cinesi vengano aperti agli europei che commerciavano le stoffe. All’inizio del ‘900 la realtà industriale degli USA comincia a superare quella britannica. Negli anni successivi cominciano gli scontri tra imperialismi e degli avvicinamenti tra vari stati. In America Latina presenziava un’influenza europea, mentre la Cina non viene colonizzata, ma la diffusione dell’imperialismo porta ugualmente diverse tensioni. Concerto europeo  congiuntura divisa, tra le potenze europee si creano delle alleanze. La previsione di una possibile guerra mette nell’ottica di crearsi un esercito e di essere preparati. Si creano due grandi raggruppamenti tra gli stati:  Impero tedesco + vecchio Impero asburgico (Italia collegata);  Russia + Francia (lentamente si avvicina anche la GB, anche se non crea alleanze per timore della crescita tedesca). Le alleanze della Prima Guerra Mondiale non saranno, quindi, casuali. L’Italia è parte di questo mondo: stato tardivo con un sentimento di appartenenza a un’unificazione europea. È una realtà del concerto europeo. Al momento dell’unificazione, l’Italia è, dal punto di vista politico ed economico, ancora abbastanza arretrata:  Gran parte del paese è agricolo;  Lenta crescita economica. Piano piano, però, comincia la crescita industriale. Qualche anno dopo l’unità cominciano a formarsi le basi industriali: il paese inizia a cambiare, la trasformazione economica porta anche una trasformazione culturale e politica. Questa crescita aveva però avuto dei limiti:  Difficoltà nel trovare delle risorse economiche da investire in qualche attività remunerativa;  Capitali, da sempre, scarsi, poiché molti erano soddisfatti delle rendite del territorio (infatti alcune delle prime banche che fa grandi investimenti sono banche straniere). Questa situazione porta al fenomeno dell’emigrazione: la gente lascia il paese cercando fonti di sostentamento, soprattutto tra il 1880 e la 1GM (picco: 1906-1910). Il lato positivo è che a emigrare sono, in genere, le persone più intraprendenti, che una volta trovato lavoro all’estero si inseriscono nelle società di approdo, mandano i propri risparmi in patria e mantengono le famiglie  fenomeno importante che aiuta la crescita del paese. Con ciò non si ha la bilancia dei pagamenti negativa: equilibrio tra quanto si importa e quanto si esporta. L’Italia vuole avere una posizione importante nel club europeo, ambisce a essere la sesta grande potenza. Lo stato italiano si era costruito grazie all’azione di una monarchia, quella dei Savoia, che ricevettero una spinta da forze esterne. Il sistema politico non era arretrato:

Costituzione presente: 1848, il sovrano concede una costituzione liberale (simile più o meno a quella francese dell’epoca), lo Statuto Albertino  governo nelle mani del Re, responsabile che doveva eleggere i partecipanti al governo. Pian piano, però, si afferma una pratica nuova: il Re aveva il compito di incaricare di formare il governo qualcuno che avesse la fiducia del parlamento, il Governo Parlamentare = rafforzamento importante del governo. La Camera dei Deputati esprimeva questa fiducia al governo. In Europa furono in molti gli stati che ebbero un’evoluzione a Governo Parlamentare. Nel 1861, in Italia votava solo il 2% della popolazione, così nel resto d’Europa. 1882: allargamento, maschi istruiti. Le donne voteranno solo nel corso del ‘900 con il suffragio universale. Nell’800 si parlava di stati costituzionali, ma l’idea di essere democratici era sovversiva  significava far parte di quelle masse che non erano autonome. Gli sviluppi democratici si hanno quando queste masse iniziano a ribellarsi e vogliono un cambiamento. Giovanni Giolitti fece approvare la legge che permise il suffragio universale maschile  successivamente nascono diversi raggruppamenti come il Partito Socialista o il Movimento Cattolico. Nonostante fosse un paese abbastanza arretrato, aveva dei germi che sia culturalmente che socialmente e politicamente potevano permettere lo sviluppo del paese. Durante questo sviluppo ci fu però un evento imprevisto: la Prima Guerra Mondiale. 

LA PRIMA GUERRA MONDIALE Assassinio di Francesco Ferdinando, erede del trono d’Austria, commesso da Gravrilo Princip nel 1914 a Sarajevo  causa dello scoppio della guerra (pretesto). L’omicidio fece scoppiare la scintilla a causa di una serie di premesse:  Tutta l’Europa, in realtà, si stava preparando alla guerra;  Crescita delle tensioni e discussione sul primato della GB, non così ovvio;  Sfida tra GB e Germania sotto l’aspetto economico e culturale. La Serbia e l’Impero Russo dichiarano guerra all’Austria, alleata della Germania. Gli schieramenti sono frutto di alleanze pre-belliche:  Italia, Francia, GB, Russia;  Germania, Austria, Repubbliche Baltiche, Impero Ottomano. Perché la guerra non si chiude solo come una grande campagna militare? Cambiamento dell’arte militare:  Gli eserciti si spostavano ancora molto lentamente;  Miglioramento della capacità mortifera dell’artiglieria;  Invenzione della mitragliatrice. L’epoca favoriva la difesa sugli attacchi  la guerra diventava un susseguirsi di schieramenti senza arrivare mai a una vittoria. Diventa quindi una guerra di logoramento = per tenere in piedi l’organizzazione militare e per resistere bisognava organizzarsi diversamente negli eserciti. L’esercito tedesco era il più organizzato e aveva risorse di munizioni per due mesi – si credeva che la guerra sarebbe durata poco. Conseguenze: lo stato doveva mobilitare il popolo. Vengono mobilitate anche persone che non facevano parte dell’esercito – aumento enorme del lavoro femminile. La guerra di logoramento comporta una mobilitazione delle autorità: bisogna tenere alto il coinvolgimento e lo sforzo del popolo  immagini e manifesti che incitano le donne a lavorare e gli uomini a combattere. Qual è l’effetto? Cambia il senso della guerra – convinzione della società a tenere alto il morale. L’obiettivo della guerra è solo vincere, non più risolvere un problema politico.

Obiettivo ottocentesco: differenziarsi dall’Europa, “noi non c’entriamo”. Questione della patria e della nazione = questione di vita o di morte. Questa è la grande realtà di cambiamento che la guerra produce. Anche l’Italia, in tutto ciò, vive un grande sconvolgimento. Nell’agosto del 1914 non entra in guerra: il trattato prevedeva di intervenire solo se qualche all’eato fosse stato aggredito, non c’era il casus federis. Dibattito all’interno del paese, durante il quale vengono fuori le particolarità dello sviluppo politico dell’Italia dell’800:  Chi sosteneva che la guerra fosse solo un modo per allargare il confine (guerra all’Austria);  Chi voleva influenza in tutto l’Adriatico per diventare un grande impero;  Chi vede la guerra come un modo per unificare le masse;  Chi sosteneva fosse una buona occasione per la rivoluzione. Gli interventisti erano comunque in minoranza. La maggioranza era inizialmente neutralista (cattolici, socialisti, liberali che seguivano Giolitti), anche perché era chiaro che la guerra non sarebbe stata così semplice e breve come si pemsava. Eppure, alla fine, la minoranza si impose:  Pressioni in piazza;  Episodi di violenza;  Pressione sui parlamentari ecc. Alla fine il governo, sostenuto dal re, decise di entrare in guerra al fianco dell’Intesa.  Spaccatura interna al paese: l’autorità del governo viene svilita. Il modo in cui si gestisce la guerra è piuttosto dispendioso e ottiene scarsi risultati  grande logoramento sociale, economico e numerose perdite umane. Guadagni della guerra: rafforzamento del settore industriale della meccanica pesante, siderurgica ecc, a prezzo però di questo logoramento. 1917: anno di svolta, l’Italia Secondo anno di guerra, ondata di stanchezza in quasi tutti i paesi:  Gente che si ribella;  Crisi;  Problemi di approvvigionamento;  Non ci sono più risorse. La GB aveva proibito i collegamenti marittimi  dura anche per Francia e Italia. Sconfitta di Caporetto: rischio che l’esercito austriaco facesse crollare tutto il sistema di trincee del fronte  paese sull’orlo della crisi; faticosissima la vicenda della sopravvivenza e della coesione necessaria. Questo rischio cambia però le prospettive della guerra: si diffonde l’idea che il video problema sia difendersi (prima era “liberiamo Trento e Trieste)  resistenza  l’Italia arriva alla vittoria (più che altro per il crollo, dall’altra parte, degli avversari). Anche dopo la guerra si accenderà un grande dibattito: Gabriele D’Annunzio parlerà di vittoria mutilata  secondo lui l’Italia non aveva avuto quanto meritato e accordato dalla guerra  discussione sulla difficoltà per l’Italia di avere un ruolo al tavolo della pace. 1917: crollo dell’Impero Zarista Crollo interno in Russia  rivoluzioni: operai e contadini che non vogliono più produrre, militari che non vogliono più combattere ecc. Febbario 1917: grande manifestazione popolare a Pietrogrado, lo zar chiama per sparare ma alla fine le guardie si alleano col popolo  fine zarismo. Nei mesi dopo si cerca una soluzione di tipo costituzionale. Novembre: fa il suo ingresso una minoranza guidata da Lenin, capo della parte bolscevica del Partito Socialdemocratico Russo. I partiti socialdemocratici russi avevano un’ideologia basata sulle idee di Marx  borghesia come buona rivoluzionaria in un primo momento, ma con la proletarizzazione delle società nel corso degli anni la rivoluzione sarà inevitabile. Ci sono diverse interpretazioni del pensiero di Marx da parte dei diversi partiti.

L’obiettivo era arrivare alla società senza classi  si sviluppa il socialismo riformista. Parte del popolo voleva la rivoluzione ma senza idee chiare su come fare. Lenin, teoricamente, non avrebbe dovuto aspirare alla rivoluzione data l’arretratezza della Russia (Marx aveva previsto la rivoluzione nei paesi più sviluppati), ma considerando la situazione sostenne che non si poteva aspettare e che il proletariato avrebbe comunque potuto cambiare la società. Così Lenin prende in mano le cose, conquista il potere in Russia (fragile e incerto) e avvia la costruzione di uno stato socialista. Inizialmente prende decisioni di tipo democratico, poi l’assemblea costituente vede una maggioranza che non è del suo partito e decide di scioglierla. Nell’ottobre 1917 (in realtà novembre, in Russia c’era ancora il vecchio calendario) Lenin prende in mano il potere in una situazione delicatissima:  Stato che ha perso la guerra;  Problemi di approvvigionamento;  Crisi politica;  Ecc. Il percorso del comunismo sarà quindi molto travagliato. La situazione in Russia ebbe ripercussioni su tutta l’Europa durante il 1917. La Germania pensò di poterne trarre vantaggio. Le fonti di approvvigionamento dei francesi e degli inglesi si trovavano nei traffici atlantici degli Stati Uniti  i tedeschi potevano ostacolare questo traffico con i primi sottomarini.  Guerra sottomarina (Germania vs GB)  gli USA entrano in guerra. Non avevano un esercito strutturato, ma nonostante ciò ebbero un ruolo importante nel fermare l’offensiva tedesca e portare lo stato maggiore tedesco alla sconfitta. La guerra finisce nel novembre 1918 – le cause:  Entrata in guerra degli USA, motivi: o Ripresa della guerra sottomarina tedesca; o Garantire la possibilità di vedersi restituire il capitale prestato all’Intesa per la guerra; o Favorire l’avvento in Europa di sistemi economici liberisti e sistemi politici liberali e democratici come quello degli USA.  Uscita di scena della Russia – marzo 1918, pace di Brest-Litovsk, motivi: o Impreparazione; o Numero morti e prigionieri; o Inflazione.  Scollamento sociale e rifiuto della guerra: o Ritorno al pacifismo dei partiti socialisti; o Malnutrizione e malsanità nelle trincee; o Perdita dell’ideale nazionale di fronte alle armi sporche (es. gas); o Promesse governative senza speranza; o Appello del Papa; o Diserzioni negli eserciti. Da qui nasce l’ambiguità della pace successiva (non si può più parlare di pace negoziata)....


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