Schopenhauer PDF

Title Schopenhauer
Course Filosofia 5 anno
Institution Liceo (Italia)
Pages 15
File Size 247.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 67
Total Views 135

Summary

Riassunto di Schopenhauer...


Description

(4) SCHOPENHAUER E’ il filosofo che incarna il pessimismo. Il suo è un pessimismo totale, inestinguibile e si può dire è addirittura più radicale di quello di Leopardi. Nell’ultimo Leopardi si intravedono delle possibilità di redenzione, di resistenza per l’umanità, il pessimismo di Schopenhauer, invece, è più definitivo e rinunciatario. Rispetto a Hegel usa un altro tono filosofico, più facile e gradevole nella lettura. Ø

ANTI-HEGELISMO: Hegel è un filosofo ridicolo, presuntuoso, servo del potere politico che ha costruito un sistema assurdamente ottimistico in un linguaggio incomprensibile (la dialettica Hegeliana è follia). Schopenhauer ritiene corretta la prospettiva idealista, però non quella dei filosofi idealisti tedeschi, loro hanno una visione distorta dell’idealismo. Anti-hegelismo anche personale, i due sono contemporanei, tenta la carriera universitaria che era egemonizzata da Hegel all’epoca, lui venne snobbato, rinunciò alla carriera accademica e inizia anche una campagna contro i filosofi accademici, universitari e del potere incarnati soprattutto da Hegel.

Ø

I TRE PUNTI DI RIFERIMENTO: § Kant (il filosofo che ha rivelato la verità, ha capito l’essenza della realtà, ha colto la sostanza dell’essere, è il filosofo da recuperare, a cui ritornare scavalcando l’idealismo che ne ha fatto scempio). § Platone (il primo che ha capito la verità). § Filosof ie O Orientali rientali (in quel periodo incominciarono a essere conosciute). Kant à Con la rivoluzione Copernicana, la filosofia di Kant, al centro della conoscenza è stato messo il soggetto ( è costruttore del mondo). Ha aperto la strada alla prospettiva idealista in un modo esplicito e radicale (la realtà è derivata dall’attività di un soggetto). Spazio e tempo sono ideali, cioè realtà effettiva al di fuori del soggetto. Non sono entità con una realtà effettiva nel mondo, dipendono esclusivamente dall’attività conoscitiva del soggetto. Esistono sempre e soltanto in relazione ad un soggetto, non hanno oggettività nel mondo, né sono realtà psicologiche come diceva Hume. Nella filosofia di Schopenhauer il concetto di fenomeno è centrale (anche se la sua valenza è ripensata). Lo ribalta, gli da un valore diverso, all’interno della filosofia di Kant, il concetto di fenomeno ha una valenza soprattutto di tipo gnoseologico, a Kant interessa spiegarlo in funzione della conoscenza, vuole porlo in relazione al processo conoscitivo del soggetto; a Schopenhauer interessa l’aspetto metafisico esistenziale, è la grande illusione dentro cui il soggetto è costretto a vivere. Platone à E’ l’iniziatore dell’idealismo (teoria delle idee, la realtà è ideale cioè frutto del pensiero). E’ stato il primo idealista segnalando l’illusorietà della dimensione sensibile (il mondo in cui viviamo) e l’inganno a cui gli tutti gli uomini sono sottoposti, è un’illusione ed è qualcosa di ontologicamente molto poco rilevante rispetto, invece, a una dimensione di tipo intellegibile che è qualcosa di più profondo. Il mondo delle idee è il primo livello di concretizzazione della realtà. Filosofie Orientali à in termini elementari, immaginifici e fantasiosi hanno colto l’essenza della realtà (cosa che il mondo occidentale ha rifiutato di cogliere), ha rifiutato di aree la verità. Concetti: - Nirvana: condizione ideale a cui l’uomo riesce ad accedere in questa vita se avrà la capacita di liberarsi dall’illusione in cui è costretto a vivere. - Velo di Maya: l’inganno a cui tutti gli esseri umani sono sottoposti. - Reincarnazione: concetto rielaborato da Schopenhauer.

IL MONDO COME VOLONTA’ E RAPPRESENTAZIONE - DIE WELT ALS WILLE UND VORSTELUNG) (è un testo enciclopedico): Il mondo è volontà e rappresentazione, tutta la realtà si può distinguere in due poli: Rappresentazione e Volontà. Frase iniziale del testo: “Il mondo è una mia rappresentazione” cioè, il mondo esiste solo in relazione ad un soggetto e questo soggetto sono io perché non ho la certezza dell’esistenza degli altri individui nel mondo. Il termine rappresentazione in Kant non è mai presente perché questo termine rimanda a una dimensione fortemente individuale della conoscenza del mondo e una visione illusoria della conoscenza del mondo, cioè dire che è una rappresentazione vuol dire che è qualcosa che non ha una esistenza reale, effettiva, oggettiva ma è un’illusione legata alla dimensione soggettiva della conoscenza. A Kant la prospettiva idealista lo spaventava un po’, cioè la prospettiva di trattare il fenomeno come una pure illusione a cui è sottoposto l’individuo. A lui interessava attribuire un’oggettività assoluta al fenomeno in modo tale che potesse diventare oggetto dello studio scientifico. Mentre per Schopenhauer il mondo è un sogno e un inganno. Lui apre a un’ipotesi estrema che si può definire di solipsismo cioè, io posso essere certo esclusivamente della mia esistenza. Potrei arrivare in una visione radicale a rifiutare anche l’idea che possano essere gli altri, l’unica coscienza di cui ho prova è la mia, gli potrebbero non esistere o fare parte della rappresentazione (ipotesi rifiutata da Kant – c’è l’io penso che è il legislatore trascendentale, ma anche da Schopenhauer stesso, lui dice che l’idealismo nella sua visione estrema conduce al solipsismo - io come certezza posso avere solo quella della mia coscienza e non sono manco certo che dell’esistenza degli altri). L’ipotesi solipsista è un’ipotesi estrema, esclusa da Kant perché incompatibile con la sua visione, ma anche per Schopenhauer poiché è talmente radicale che una persona di buon senso dovrebbe rifiutare, cioè dobbiamo pensare che in qualche misura tutti abbiamo la medesima coscienza e tutti partecipiamo a questa conoscenza del mondo che è questa realtà illusoria. LA RAPPRESENTAZIONE à Questo termine è molto più forte rispetto al valore che Kant dava, invece, al termine fenomeno perché ha un significato molto più illusorio. Al termine fenomeno Kant da’ un forte valore di tipo epistemologico, cioè il fenomeno è ciò che è possibile conoscere, ciò di cui si ha certezza, ciò su cui si può costruire una conoscenza scientifica. Per Kant interesse anche di tipo Gnoseologico vuol dire che l’interesse di Kant è soprattutto un interesse nell’ambito conoscitivo cioè, di come avviene la conoscenza, di quanto essa sia possibile. Schopenhauer ha un altro tipo di interesse/obiettivo nel suo discorso, cioè non è un senso tanto epistemologico o gnoseologico in cui usa il termine, per cui il termine rappresentazione diventa quasi sinonimo di apparenza, cioè tutto è apparenza, tutto è illusione, tutto è inganno e tutto è un sogno per lui. Tutto questo ci indirizza verso quello che è scopo ultimo di Schopenhauer, cioè fare un discorso che abbia un valore di tipo esistenziale e di tipo metafisico e non di tipo gnoseologico o epistemologico. Il termine rappresentazione pur rimandando al termine kantiano fenomeno assume un valore completamente differente: il fenomeno per Kant significa certezza scientifica, possibilità di conoscenza per l’uomo; il termine rappresentazione in Schopenhauer significa illusione, inganno e sogno. Secondo Schopenhauer la rappresentazione è la relazione che c’è tra un soggetto e un oggetto cioè, che la realtà è costruita sulla base della relazione che si istituisce tra un soggetto e un oggetto. Non si da’ un oggetto che non abbia un soggetto, così come non si da’ un soggetto che non abbia un oggetto cioè, non esiste una relazione che non sia tra un oggetto e un soggetto, tutto ciò che noi conosciamo del mondo è fatto di oggetti, cioè tutto ciò che è al di fuori me e tutto ciò che per me è conoscibile.

Cos’è quel io che è alla base della conoscenza del mondo? Per Schopenhauer è il soggetto. Il soggetto è al di fuori del mondo, non è il corpo in quanto è un oggetto del mondo. Il soggetto costituisce il limite esterno/del mondo mentre il suo corpo né è all’interno, questa soggettività è metafisica, trascendentale e si trova al di fuori del mondo stesso, io non potrò mai conoscere il soggetto che conosce, perché la conoscenza è sempre rivolta verso un oggetto, io potrò conoscere il mio corpo che è un oggetto del mondo poiché è dentro al mondo. Il corpo è lo strumento attraverso il quale io mi relaziono con il mondo, poiché io vedo, con gli occhi, ascolto con le orecchie, ma per Schopenhauer esiste una soggettività che è il limite del mondo ma che sta al di fuori di esso. Schopenhauer dice che non esiste un soggetto se non in relazione ad un oggetto, cioè la soggettività si esplica nella conoscenza di un oggetto, nel fatto di avere un mondo, ma questo mondo è sempre in relazione ad un soggetto, cioè non esiste un mondo oggettivo o assoluto. Il mondo è sempre e comunque in relazione al soggetto che lo conosce. Questo è il concetto di rappresentazione: la relazione tra un soggetto e un oggetto. L’oggetto è tutto ciò che sta dentro il mondo compreso il mio corpo che costituisce il limite del mondo, il soggetto costituisce tutto ciò che si trova al di fuori del mondo e ne costituisce il limite metafisico cioè va al di là della oggettività e della materialità del mondo. Questo è più o meno quello che diceva Kant, ma è in atto una rielaborazione del pensiero kantiano che pur conservandolo lo muto e lo trasforma. Kant non avrebbe mai accettato il concetto di rappresentazione così come lo intende Schopenhauer perché per Kant comunque il fenomeno aveva una sua oggettività, una sua intersoggettività. Schopenhauer spinge il discorso verso una possibile prospettiva di tipo solipsistico, cioè il mondo potrebbe esistere solo per me, io non posso dimostrare che esistano le altre coscienze al di fuori di me. Gli altri potrebbero essere tutti elementi del mio sogno e non essere realmente coscienze nel senso in cui lo sono io (Schopenhauer non accetta questa ipotesi, ma radicalizzando questa prospettiva della rappresentazione si potrebbe arrivare a questa conclusione, cioè a dire che esisto solo io, tutto il resto è frutto della mia rappresentazione compresi gli altri).

Schopenhauer contesta le due posizioni filosofiche più importanti del passato: o

o

REAL ISMO perché riduce il soggetto all’oggetto. E’ l’ipotesi realista poiché dice che mondo esista oggettivamente al di fuori del soggetto e quindi il soggetto si adatti all’oggetto e conosca un mondo già precostituito e determinato indipendentemente da lui. IDEALIS MO perché riduce l’oggetto al soggetto. Dice che ila realtà non esiste ma esiste soltanto un soggetto che conoscendo costruisce, ordina e determina il mondo. Schopenhauer dice che l’idealismo è vero nella sua essenza cioè che il mondo esiste soltanto in relazione ad un soggetto e quindi l’intuizione fondamentale di Kant è di aver capito che spazio e tempo sono ideali, cioè non hanno una realtà oggettiva ma esistono solamente in relazione al soggetto che conosce il mondo. Quindi l’idealismo è giusto nella sua essenza, la realtà dipende da un soggetto ma non si può ridurre totalmente l’oggetto al soggetto come invece pretendevano di fare certi idealisti come Hegel. Il soggetto secondo Schopenhauer esiste solo in relazione ad un oggetto, non esiste un soggetto creatore, ordinatore, produttore del mondo, esiste ma sempre e soltanto in relazione a qualcosa che c’è indipendentemente da lui cioè esiste in relazione ad un oggetto, non esisterebbe un soggetto se non avesse un mondo da conoscere.

Schopenhauer ci vuole dire che la realtà fenomenica si riduce al concetto di rappresentazione, la rappresentazione ci conferma la prospettiva idealista cioè che il mondo esiste soltanto in relazione ad un soggetto, che spazio e tempo sono ideali ma non all’idealismo tedesco che pretendeva di ridurre tutta la realtà a un soggetto. Al di là del fenomeno che è rappresentazione nel senso schopenhaueriano, c’è un noumeno che non è né oggetto né soggetto, questo concetto è rielaborato in funzione della sua concezione filosofica che è più indirizzata a un tipo di conoscenza esistenziale, che riguarda la condizione umana più che di tipo gnoseologico, però in realtà parte dal concetto di noumeno kantiano che non è riducibile né al soggetto né all’oggetto ma in qualche misura li determina entrambi.

VEL O DI MAYA Schopenhauer pe spiegare cos intende per rappresentazione usa l’immagine del velo di Maya (ripreso dalla filosofia indiana). E’ un’immagine d’illusione, cioè Maya è una divinità che pone sul capo di ogni uomo un velo che gli impedisce di vedere cosa c’è realmente al di là del mondo nel quale è costretto a vivere. L’idea è quella che tutti gli uomini siano tutti sottoposti a un’illusione costante, dentro la quale vivono la dalla nascita alla morte, come se avessero un velo sul volto e non riuscissero mai a vedere che cosa sta al di là. Questo mondo all’interno del quale noi viviamo è una grande illusione per Schopenhauer, è un sogno. Come dentro un sogno noi siamo convinti di stare vivendo veramente le situazioni che sogniamo, che tutto sia reale, così potrebbe essere la nostra esistenza quotidiana, cioè vivere all’interno di un sogno di cui non siamo consapevoli e in cui invece pensiamo tutto sia vero e reale.

RAPPORTO TRA SCHOPENHAUER E KANT E’ un rapporto di grande ammirazione e rispetto di Schopenhauer nei confronti di Kant che è il filosofo che ha aperto la nuova strada alla filosofia, che ha capito tutto, che ha aperto alla giusta prospettiva idealista sebbene Kant non sia un idealista e non abbia mai colto e accettato l’idealismo. Ritornare a Kant significa ricollocare l’idealismo nella giusta prospettiva, cioè di questa relazione tra soggetto e oggetto scavalcando tutto quello che ha fatto erroneamente l’idealismo tedesco. Innanzi tutto Schopenhauer ritiene che non ci sia bisogno delle categorie Kantiane, cioè Kant abbia complicato enormemente tutte le cose perché lui ritiene che il fenomeno sia costruito sulla base delle due a forme a priori (spazio e tempo, per Kant forme a priori della sensibilità) e le categorie possano essere ridotte ad una solo categoria: la causalità cioè, il rapporto causa-effetto che esiste tra tutti gli elementi che costituiscono realtà materiale sono in grado di spiegare tutto il fenomeno, tutte le cose sono nello spazio e nel tempo e lo spazio e il tempo dipendono dal soggetto e sono legate tra loro da un rapporto di causa-effetto, sia le cose materiali sia le cose intellettuali (i miei ragionamenti), tutti gli elementi intellettuali (logica) hanno costruzione di rapporti causa-effetto che sono in grado di spiegare totalmente il ragionamento quindi non servono tutte le categorie di Kant ma ne basta una che è la causalità perché spazio, tempo e la causalità sono in grado di spiegare totalmente di spiegare il fenomeno. Tutte le cose sono nello spazio, nel tempo e legate tra di loro da un rapporto di causa-effetto, la causalità ha bisogno del tempo perché l’effetto segue la causa. E’ quello che Leibnitz chiamava principio di ragion sufficiente à Nella realtà fisica ogni cosa che accade, accade per una causa che l’ha prodotta, vuol dire che non esiste un fine rintracciabile nella realtà materiale ma che ogni cosa che è accaduta, è accaduta perché qualcosa l’ha prodotta: ogni mio pensiero, ogni mia conoscenza, ogni fenomeno naturale deriva da un fenomeno precedente che l’ha prodotto e che l’ha causato come effetto.

Il concetto di rappresentazione corrisponde anche se non completamente al concetto di fenomeno kantiano, nel senso che entrambi sono costruiti sulle forme a priori, che entrambi sono tutto ciò che si riferisce al soggetto, tutto ciò che il soggetto conosce (e costruisce). L’interesse è diverso dietro la definizione di questo concetto: in Kant il fenomeno è l’esigenza di costruire un’oggettività scientifica su cui si possa fondare qualsiasi certezza della conoscenza umana; in Schopenhauer il concetto assume un’altra valenza, è legato alla soggettività in modo tale che arriva quasi ad essere solipsistico ed è legato ad un interesse diverso che non è più di tipo gnoseologico ma è di tipo esistenziale, ed è prevalentemente visto con un valore negativo, la rappresentazione, infatti, è un’illusione, un inganno o un sogno. Non posso essere sicuro che il fenomeno corrisponda a qualcosa che esiste realmente, come non posso essere certo che ciò che sogno sia reale nonostante io mentre sogni ne sia convinto. Differenze nella valenza e interesse. Fenomeno e rappresentazione sono deterministicamente prodotti dal principio di ragion sufficiente, cioè dal fatto che tutto è legato in rapporto di causa-effetto. Ci sono delle leggi che costruiscono il fenomeno, leggi che dipendono dal soggetto (ricordare che l’impostazione di Schopenhauer è fortemente idealistica) ed ciò in cui l’uomo è ingabbiato. Kant parlava di un’inconoscibilità totale del noumeno che è la realtà in sé, è l’essere in sé ma assolutamente inconoscibile dall’uomo perché l’uomo fenomenizza tutto ciò che può conoscere e conosce tutto ciò che fenomenizza, quindi per Kant non c’era una possibilità, una chiave d’accesso o una via per arrivare alla conoscenza della realtà in sé, per arrivare alla conoscenza del noumeno. Schopenhauer, invece, in questo suo modo di lavorare, molto più legato ad un interesse di tipo metafisico, esistenziale, non strettamente gnoseologico come quello kantiano (ricordare che Kant è figlio dell’illuminismo mentre con Schopenhauer siamo proiettati in una filosofia molto più contemporanea, cioè più interessata alla condizione umana e la sofferenza che caratterizza l’uomo).

Il corpo ha un ruolo molto importante perché è una mia rappresentazione, anche se costituisce il limite cioè, la soggettività entra in contatto con l’oggettività tramite il corpo attraverso il quale io vedo, sento, tocco e attraverso cui io “costruisco” il mondo perché spazio e tempo sono qualcosa legati alla mia sensibilità e la causalità dipende invece dal mio intelletto. Schopenhauer dice che il corpo viene vissuto dall’uomo in due modi: - Dall’esterno è un oggetto tra gli altri oggetti, cioè il mio corpo è lo strumento con il quale mi relaziono con il mondo. - Dall’interno, quando non trattiamo il corpo come un oggetto del mondo facciamo esperienza di volontà, intesa non solo come verbo volere o desiderare. La volontà è la cosa in sé, è la cosa che cercava Kant anche se tutto spostato su un discorso più metafisico. E’ l’essenza della realtà e di tutto ciò che esiste. Può essere estesa a tutta la realtà, è vero che io sperimento me stesso dall’interno e quindi entro in contatto con il noumeno e con la cosa in sé come volontà, però è anche vero che se io rifletto sulla realtà che mi circonda, mi accorgo che tutto è volontà, ogni aspetto di ciò che esiste è volontà, quindi io non sono altro che una manifestazione di questa volontà. Non è una volontà di cose particolari o per lo meno può esserlo ma come manifestazione di una volontà molto più generale e generica. Dal punto di vista basico si può dire che la volontà è la volontà di vivere, cioè tutto ciò che è vuole essere, tutto ciò che esiste vuole esistere. Volontà di vivere è volontà di sopravvivere, di mantenersi nel suo stato, di conservarsi, di riprodursi e di affermarsi dove necessario (lotta per la sopravvivenza di Darwin cioè, molto spesso la mia sopravvivenza è legato al fatto che io mi affermi su qualcun altro, che io schiacci qualcun altro per mantenermi e conservarmi). Lui dice che noi siamo volontà di sopravvivere, se noi guardiamo la realtà intorno a noi vediamo volontà di auto-mantenersi, di auto-conservarsi. L’istinto fondamentale di ogni essere vivente è quello di non essere distrutto, di non essere annientato o annullato. Fondamentalmente l’altro elemento fondamentale della volontà è quello di riprodursi cioè di mantenersi attraverso la conservazione di sé e di mantenersi espandendosi attraverso la riproduzione. La mia vita si riduce alla sopravvivenza, cioè a mangiare (stomaco) e all’impulso sessuale, cioè alla spinta alla riproduzione. Schopenhauer fa un’analisi terribile e spaventosa di quello che è l’esistenza umana. La volontà è una forza, un’energia, una pulsione come dirà Freud, che è cieca nel senso che sfugge alla causalità, è libera in senso cieco perché la volontà non vuole qualcosa di preciso o se lo vuole lo vuole in senso derivato, cioè lo vuole secondariamente rispetto alla spinta primaria che è quella di auto-conservars...


Similar Free PDFs