Sezione on line Il piano della ricerca Sicurello-1 - Differenze e disuguaglianze di genere PDF

Title Sezione on line Il piano della ricerca Sicurello-1 - Differenze e disuguaglianze di genere
Course Psicologia dell'educazione e della formazione
Institution Università degli Studi di Palermo
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Introduzione alla sezione on-line La parte relativa alla sezione on line del libro cartaceo è costituita dalle progettazioni delle unità di apprendimento e dalle narrazioni di 29 pratiche didattiche di 30 insegnanti che si sono proposti di rispettare l’alunno e l’alunna nel loro modo peculiare di apprendere e di relazionarsi a scuola e nella vita quotidiana, dando loro possibilità personali e sociali più ampie e diversificate, liberandoli a volte dai limiti del loro ambiente culturale di riferimento. Come riportato nel testo cartaceo, la riflessione sulle dimensioni, sugli indicatori e sui descrittori del comportamento e delle modalità di apprendimento di alunni ed alunne di scuola primaria è stata propedeutica alla progettazione di percorsi di apprendimento adeguati alle diverse esigenze manifestate in classe da bambini e da bambine. Le progettazioni e le narrazioni dei docenti, integrate dagli esiti dei colloqui avuti dal ricercatore con loro - sia prima che dopo lo svolgimento delle attività didattiche - e dalle sue osservazioni in classe degli insegnanti e degli alunni, documentano i risultati della ricerca. La validità dei risultati di una ricerca dipende dal rigore metodologico con cui essa è stata svolta; per questo motivo si offre una breve informazione sulla metodologia impiegata per la raccolta e l’elaborazione dei dati. Con la ricerca, si è inteso far conoscere a quanti si preparano ad insegnare e a quanti già insegnano nella scuola primaria alcune buone pratiche didattiche attente alle specificità di genere che: sono state progettate dagli insegnanti, con la consulenza del ricercatore; sono state osservate dal ricercatore durante il loro svolgimento e poi narrate scrupolosamente dagli insegnanti con l’aiuto del ricercatore stesso. La descrizione della metodologia usata nella ricerca ed esposta nei paragrafi successivi, intende giustificare sia i risultati riportati nella sezione cartacea sia quelli riportati nella sezione digitale del testo.

1. Il piano generale della ricerca La ricerca, di durata triennale e avente per oggetto la valorizzazione delle specificità maschili e femminili nella scuola primaria, è stata svolta in sei scuole primarie di due province della Sicilia, Palermo e Agrigento. Per fare luce sui fattori che maggiormente potrebbero influenzare il successo scolastico, si è deciso di condurre uno studio che, partendo dalla considerazione dell’incidenza della variabile sessuale non solo sullo sviluppo affettivo e relazionale ma anche sul diverso modo di apprendere degli alunni e delle alunne, ha indagato sull’attenzione riservata dagli insegnanti al diverso modo di affrontare lo studio, di sentire e di relazionarsi degli alunni e delle alunne. Con la ricerca ci si è proposti di individuare i metodi, le tecniche e gli strumenti didattici che facilitano il successo scolastico dei bambini e delle bambine. Si è cercato di evidenziare come sia possibile coniugare la realizzazione dell’uguaglianza delle opportunità formative con il riconoscimento delle differenze - in termini di modalità di comunicazione con gli altri, di apprendimento e di rielaborazione dell’informazione -, in quanto dimensioni non oppositive ma complementari degli uomini e delle donne. Si è ritenuto che riconoscere l’uguaglianza della donna e dell’uomo implichi riconoscerne anche la differenza: la pari dignità non viene stabilita sulla base di una omogeneizzazione dei due sessi, ma di una identificazione della differenza intesa come valore. Rispettare le differenze di genere nella formazione scolastica non significa Rossana Sicurello Le differenze di genere a scuola. Aspetti didattici e relazionali Il piano generale della ricerca

rispondere a bisogni formativi neutri né preparare a ruoli separati né insegnare agli uomini e alle donne a fare cose diverse; significa piuttosto far crescere le potenzialità umane e professionali di ciascuno considerando adeguatamente le differenze esistenti fra gli interessi e le attitudini degli alunni e delle alunne. Partendo dal presupposto secondo cui esiste un diritto al rispetto delle differenze personali nell’apprendimento e nel comportamento scolastico che chiede di essere coniugato con l’uguaglianza delle opportunità per gli alunni e per le alunne, si è voluto vedere come ciò sia possibile nella pratica educativa. Il quadro di riferimento teorico è costituito dalla personalizzazione educativa. Alla base del principio di personalizzazione sta la sfida secondo cui la creazione di itinerari “differenziati” per l’apprendimento scolastico possa contribuire a ridurre gli insuccessi e a promuovere le eccellenze (García Hoz, 2005). Secondo il sistema dell’educazione personalizzata, lo scopo dell’intervento scolastico non è l’uniformità ma la valorizzazione delle differenze attraverso l’attuazione di percorsi di apprendimento e di crescita degli allievi che rispettino le differenze individuali in rapporto ad interessi, capacità, ritmi e stili di apprendimento, attitudini, carattere, inclinazioni e precedenti esperienze di vita. La possibilità di predisporre l’attività didattica in forme differenziate scaturisce dalla flessibilità e dall’apertura dell’insegnante a fare ricorso a tutte le opportunità che sono offerte sul piano della gestione della classe, dei gruppi e dei laboratori. Soltanto attraverso la parziale differenziazione delle attività di apprendimento risulta possibile rispettare, all’interno di un percorso comune, le diversità fra ragazzi e ragazze - in termini di ritmi di maturazione, interessi, modalità relazionali, espressione di sentimenti e processi cognitivi - che, per i sostenitori del sistema dell’educazione personalizzata, appartengono al naturale ordine psicobiologico e quindi devono essere opportunamente considerate nel conseguimento degli obiettivi educativi e formativi che la scuola si propone. 1.1 Ipotesi, obiettivi e finalità della ricerca Sulla base dei risultati di numerose ricerche in campo pedagogico e didattico che hanno accertato un aumento delle probabilità di successo nello studio, per gli alunni e per le alunne, quando gli insegnanti, nella loro attività didattica, tengono presenti le specificità maschili e femminili (Gurian, 2006; Hoff Sommers, 2007; 2011; Sax, 2009), si è voluto rilevare in primo luogo fino a che punto gli insegnanti, che dichiarano di ispirarsi ai principi dell’educazione personalizzata, sono consapevoli delle differenze nel modo di apprendere e di relazionarsi delle alunne e degli alunni; in secondo luogo si è proceduto ad una formazione degli insegnanti in merito al trattamento delle differenze di genere in ambito scolastico; gli stessi insegnanti sono stati poi coadiuvati nella progettazione di attività didattiche differenziate. Si è voluto verificare mediante le valutazioni fatte dagli insegnanti, se variando le attività didattiche in base alle specificità femminili e maschili, migliorano la motivazione ad apprendere e lo sviluppo delle abilità di studio delle alunne e degli alunni. La finalità principale della ricerca è stata quella di ricostruire un quadro delle principali dinamiche di genere in alcune scuole primarie siciliane, al fine di poterlo usare come punto di partenza per ulteriori indagini, per percorsi di ricerca, sperimentazioni e iniziative di formazione degli educatori, con particolare riferimento ai bisogni dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze. Rossana Sicurello Le differenze di genere a scuola. Aspetti didattici e relazionali Il piano generale della ricerca

Gli obiettivi della ricerca sono stati: - individuare metodi, tecniche e strumenti didattici che facilitano il successo scolastico dei ragazzi e delle ragazze facendo leva sul loro diverso modo di affrontare lo studio e di vivere l’esperienza scolastica; - fornire agli insegnanti strumenti finalizzati alla ricostruzione della memoria e alla verbalizzazione delle proprie credenze sulle differenze sessuali nell’insegnamento e nella valutazione scolastica; - indagare circa la riflessività degli insegnanti durante le sequenze reali di insegnamento; - raccogliere e analizzare pratiche che potessero costituire degli esempi di didattica personalizzata in base al genere. Nella restituzione degli esiti della ricerca, le osservazioni sulla relazionalità tra maschi e femmine e sui loro comportamenti scolastici si sono intersecati con le riflessioni degli insegnanti circa la relazione docenti-alunni/e e con le riflessioni sul lavoro svolto in classe. In altri termini, l’attenzione al tema della diversità di genere ha portato gli insegnanti coinvolti nella ricerca a riflettere su di sé, sui propri percorsi di maturazione professionale e a mettere in discussione comportamenti spontanei, ritenuti neutrali ma in realtà connotati.

1.2 I tempi della ricerca La ricerca si è svolta in tre fasi corrispondenti agli anni scolastici 2010-2011, 20112012 e 2012-2013. 1.2.1 Prima fase: studio della letteratura scientifica e individuazione delle dimensioni costitutive delle differenze di genere La prima fase della ricerca (a.s. 2010-2011) ha avuto come oggetto lo studio della letteratura scientifica sul tema delle differenze di genere nell’apprendimento e l’individuazione delle dimensioni costitutive delle differenze di genere1. Il lavoro iniziale di documentazione ha permesso di raccogliere una vasta gamma di pubblicazioni scientifiche che è stata arricchita e ampliata nei due anni successivi, durante lo svolgimento della ricerca. La documentazione raccolta è stata di riferimento nell’elaborazione delle ipotesi della ricerca, nella strutturazione degli strumenti di indagine e nella fase di interpretazione dei risultati. I contenuti proposti nella prima parte del testo cartaceo si collocano nell’ambito di un quadro socio-culturale caratterizzato dalla diffusione di politiche di parità, di iniziative di educazione al genere e di dibattiti sul superamento della differenza tra la donna e l’uomo in nome dell’uguaglianza dei diritti, che rischiano però a volte di cancellare le soggettività e le relazioni tra soggettività diverse2. Negli ultimi venti anni, infatti, la 1 La prima fase della ricerca (2010 -2011) è descritta nel: capitolo I - Le differenze di genere in ambito scolastico; nel capitolo II - I risultati delle ricerche sui metodi di insegnamento che facilitano l’apprendimento delle bambine e dei bambini nella scuola primaria; nella prima parte del capitolo III – L’osservazione del comportamento e delle modalità di apprendimento di alunni ed alunne di scuola primaria, precisamente nel paragrafo 1. I costrutti teorici. 2 I dati sulle ricerche riguardanti le relazioni tra genere e risultati scolastici degli alunni e delle alunne in lettura, matematica e scienze, con particolare riferimento agli studi internazionali PISA (Programme for International Student Assessment), PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study) e TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study) sono contenuti nel capitolo I - Le differenze di genere in ambito scolastico. I dati su l ruolo dell’insegnante nella relazione educativa sono stati riportati nel capitolo II - I risultati delle ricerche sui metodi di insegnamento che facilitano l’apprendimento delle bambine e dei bambini nella scuola primaria.

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valutazione dell’operato degli insegnanti, della qualità dei servizi educativi forniti dalle scuole, delle metodologie didattiche e comunicative utilizzate dagli insegnanti per approcciarsi ai loro alunni e alle loro alunne ha evidenziato un vistoso paradosso: frequentata da maschi e femmine in modo paritario, la scuola ha sviluppato una strategia di de-differenziazione e quindi di neutralizzazione della differenza tra uomini e donne. È come se i saperi, i processi conoscitivi e gli stili di apprendimento venissero considerati all’insegna di un universalismo per una sorta di timore verso la differenza considerata un ostacolo all’ideale egualitario. Negli ultimi decenni la scuola ha adottato dei modelli didattici basati sull’uguaglianza delle donne e degli uomini, che se da un lato hanno prodotto dei risultati positivi per quanto riguarda l’accesso all’istruzione e le pari opportunità da parte delle donne, dall’altro hanno messo in secondo piano la considerazione delle persone nella loro singolarità. La riflessione sui più recenti studi scientifici riguardanti le differenze di comportamento tra alunni e alunne, per quanto riguarda il lavoro scolastico e le relazioni sociali, ha avuto lo scopo di individuare le dimensioni che caratterizzano il loro diverso modo di relazionarsi e di apprendere. Dall’analisi delle ricerche consultate è stata rilevata l’esistenza di caratteristiche comportamentali e relazionali in parte simili e in parte differenti fra gli alunni e le alunne. Le differenze rilevate sono state raggruppate in dieci dimensioni: fisicità, comportamento aggressivo, abilità cognitive di base, abilità di studio, approccio al compito, reazioni emotive, manifestazioni affettive, rapporto con l’insegnante, relazione con i compagni, percezione di sé. Per ogni dimensione sono stati scelti degli indicatori ritenuti più pertinenti per gli alunni e per le alunne di scuola primaria3. 1.2.2 Seconda fase: l’indagine conoscitiva nelle scuole primarie e la preparazione degli strumenti Durante la seconda fase della ricerca (a.s. 2011-2012) è stata svolta un’indagine conoscitiva nelle scuole primarie e sono stati preparati gli strumenti che sono stati utilizzati successivamente, nella terza fase della ricerca. L’indagine conoscitiva, svolta con dei focus group, si prefiggeva di indagare la percezione delle differenze di genere a scuola da parte degli insegnanti; essa è stata propedeutica alla costruzione di una prima versione di una guida di osservazione del comportamento scolastico e delle modalità di apprendimento degli alunni e delle alunne di scuola primaria, di una guida di osservazione dell’azione didattica dell’insegnante e di una guida per la narrazione della pratica didattica da parte degli insegnanti4. Nella ricerca sono state coinvolte quattro scuole palermitane, la scuola Lombardo Radice (mista-statale), la scuola Santissimo Crocifisso (mista-paritaria), la scuola 3

Per le Dimensioni e gli Indicatori del comportamento e delle modalità di apprendimento si veda la prima parte del Capitolo III – L’osservazione del comportamento e delle modalità di apprendimento di alunni ed alunne di scuola primaria, paragrafo 1. I costrutti teorici (pp. 44-63). 4 La seconda fase della ricerca (2011 -2012) è descritta nella seconda parte del capitolo III – L’osservazione del comportamento e delle modalità di apprendimento di alunni ed alunne di scuola primaria, precisamente nel paragrafo 2. Individuazione degli indicatori (pp. 63-64), in cui viene discusso il processo di costruzione di una prima versione della guida di osservazione del comportamento e delle modalità di apprendimento. La versione definitiva della guida di osservazione, usata durante la terza fase della ricerca (2012-2013), viene descritta nel paragrafo 3. Utilizzazione della guida di osservazione e nuove ipotesi (pp. 65- 67). Nel corso della seconda fase della ricerca sono stati utilizzati anche una prima versione del protocollo per l’osservazione delle pratiche didattiche e una prima versione della guida per la narrazione delle pratiche didattiche. Le versioni definitive di questi ultimi due strumenti, usati durante la terza fase della ricerca (2012-2013), sono riportate dettagliatamente nel Capitolo IV – Raccolta e analisi delle pratiche didattiche, precisamente nel paragrafo1.2 L’osservazione delle pratiche didattiche (pp. 86-87) e nel paragrafo 1.4 Lo schema per la narrazione delle pratiche didattiche (pp. 88- 90).

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Altavilla (omogenea maschile-paritaria); la scuola Imera (omogenea femminileparitaria); una scuola della città di Agrigento: la scuola Agrigento Centro (mista-statale); una scuola della provincia di Raffadali (AG): la scuola Garibaldi (mista-statale). Tra il 10 aprile e il 10 maggio dell’a.s. 2011-2012 sono stati condotti sei focus group - a Palermo, ad Agrigento e a Raffadali (AG) -, in cui sono stati coinvolti complessivamente 38 docenti (9 uomini e 29 donne) di scuola primaria appartenenti a varie aree disciplinari, per capire quali fossero i loro atteggiamenti verso le differenze di genere e per conoscere possibilmente le loro modalità di azione didattica differenziata all’interno delle rispettive realtà scolastiche La traccia seguita durante la realizzazione dei focus group è servita per approfondire alcune delle tematiche più rilevanti rispetto al tema indagato: si è cercato di capire se gli insegnanti avessero una piena consapevolezza circa il significato della personalizzazione educativa; se svolgevano attività didattiche differenziate per interessare i bambini e le bambine; se usavano approcci comunicativi diversi per entrare in contatto con gli alunni e con le alunne. In un primo momento si è proceduto alla trascrizione delle risposte e, successivamente, all’analisi del contenuto delle narrazioni raccolte. Il valore aggiunto dei dati ottenuti grazie al focus group è collegato alla loro natura interattiva: gli insegnanti hanno raccontato le loro esperienze professionali mentre il ricercatore si è assunto il compito di ricostruire i contesti in cui hanno preso forma i loro racconti. Contemporaneamente, con gli insegnanti delle scuole di Palermo e di Agrigento, si è provveduto alla costruzione di una prima versione della guida di osservazione del comportamento e delle modalità di apprendimento degli alunni e delle alunne di età compresa tra i sei e gli undici anni. Questa fase ha visto gli insegnanti impegnati, insieme al ricercatore, prima nella scelta degli indicatori del comportamento scolastico e dell’apprendimento maschile/femminile e poi nella costruzione di descrittori che fossero segni rivelatori autentici e rappresentativi degli indicatori per l’età compresa fra i sei e gli undici anni. L’individuazione degli indicatori e dei descrittori è avvenuta sulla base della consultazione di precedenti ricerche e in seguito alle riflessioni sul comportamento e l’apprendimento degli alunni e delle alunne osservati dagli insegnanti nel corso della loro carriera professionale. In un momento successivo, mentre si svolgevano le attività didattiche, gli insegnanti e il ricercatore hanno utilizzato la prima versione della guida di osservazione da loro costruita provando i descrittori individuati. Oltre all’osservazione dei comportamenti degli alunni e delle alunne, si è avuto modo di osservare l’azione didattica degli insegnanti. Nella stesura del protocollo di osservazione dell’azione didattica degli insegnanti si è deciso di mettere a fuoco i seguenti aspetti: setting fisico della classe, collegamenti con quanto precedentemente appreso dagli alunni, modalità di presentazione dei contenuti, attività proposte, tempo a disposizione per le varie attività, formulazione delle consegne, gestione dello spazio di lavoro, metodi didattici utilizzati, coinvolgimento differenziato degli alunni e delle alunne nelle attività didattiche, focus dell’attenzione sul processo o sugli alunni, interazioni maestra/o-alunni/e, modalità di supporto agli alunni e alunne, capacità di far partecipare gli alunni e le alunne alla vita scolastica, capacità di favorire le interazioni tra compagni/e, tipologie di verifiche effettuate, modalità di socializzazione delle esperienze da parte degli alunni e delle alunne. Al termine dello svolgimento dell’attività didattica in classe, agli insegnanti è stato chiesto di narrare l’esperienza soffermandosi, con ricchezza di particolari, sulla descrizione delle situazioni così come erano state vissute da loro. Ai docenti è stato Rossana Sicurello Le differenze di genere a scuola. Aspetti didattici e relazionali Il piano generale della ricerca

chiesto di narrare episodi concreti e di ricorrere all’uso del discorso diretto, riportando frammenti della conversazione didattica. 1.2.3 Terza fase: Progettazione didattica differenziata e narrazione delle pratiche didattiche per alunni ed alunne Nella terza fase della ricerca (2012-...


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