Sintesi introduzione \"Dizionario Italiano Sabatini- Coletti\" per Linguistica Generale PDF

Title Sintesi introduzione \"Dizionario Italiano Sabatini- Coletti\" per Linguistica Generale
Author Serena Rapisarda
Course Linguistica generale
Institution Università degli Studi di Catania
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Summary

Sintesi schematica della parte introduttiva del Dizionario Italiano Sabatini-Coletti. ...


Description

DIZIONARIO ITALIANO SABATINI-COLETTI (DISC) PRESENTAZIONE – TRAMA DEL DIZIONARIO LE NOVITÀ L’originalità di questa quarta edizione del DISC è nello STRETTO COLLEGAMENTO ISTITUITO TRA LE STRUTTURE DEL LESSICO E IL MOVIMENTO SINTATTICO DELLA LINGUA. L’obiettivo del Sabatini-Coletti è sempre stato quello di essere consultato non solo per “controllare” grafia, pronunce e significato delle parole, ma come GUIDA NELLA COSTRUZIONE DELLE FRASI e come aiuto per SCEGLIERE LE PAROLE CON CRITERI DI EFFICACIA COMUNICATIVA. Il DISC include in sé una GRAMMATICA e una STILISTICA. Ecco enumerate in ordine e in dettaglio le peculiarità del DISC, quasi tutte nuove nel panorama della lessicografia corrente: 1. la definizione dei diversi SIGNIFICATI DEI VERBI e l’analisi della loro COSTRUZIONE SINTATTICA descritta secondo il “modello valenziale” 2. si esplicita la COSTRUZIONE DI AGGETTIVI E SOSTANTIVI quando richiedono una PREPOSIZIONE per introdurre l’argomento da essi retto non immediatamente intuibile 3. viene tenuta presente la DIMENSIONE TESTUALE DELLA LINGUA, nella quale CONGIUNZIONI, PRONOMI E AVVERBI assumono valori diversi di quelli che hanno nella pura dimensione grammaticale 4. le informazioni sulle strutture sintattiche vengono completate con INDICAZIONI SULLA PROSODIA e SULLA PUNTEGGIATURA 5. sono evidenziate su FONDINO COLORATO le PAROLE PIÙ DISPONIBILI, cioè conosciute dalla maggioranza delle persone 6. sono trattate come lemmi autonomi LE UNITÀ POLIREMATICHE; quasi tutte quelle nominali e le principali tra quelle verbali, sono sviluppate in cosa alla parola di testa con un corredo di informazioni sostanzialmente uguale a quello di qualsiasi parola singola 7. una forte evidenza hanno le LOCUZIONI che svolgono una FUNZIONE GRAMMATICALE di congiunzione o di preposizione e, all’interno della parola di testa, sono definite le parole plurime che hanno funzione aggettivale o avverbiale 8. si crea il rinvio da numerosi sostantivi ai rispettivi AGGETTIVI DI RELAZIONE, quando questi hanno base etimologica diversa dal sostantivo (cavallo – equino, per esempio) 9. si fornisce la PRONUNCIA di tutte le parole e la SILLABAZIONE 10. di tutte le parole si ricostruisce l’ETIMOLOGIA (nel caso del latino si distingue tra “tradizione popolare” (lat.) e “tradizione dotta” (dal lat.)) o la FORMAZIONE DA BASI GIÀ ITALIANE (derivazione, composizione o transcategorizzazione). 11. si registra molta TERMINOLOGIA LINGUISTICA, con lo scopo di aiutare i docenti in una didattica aggiornata 12. vi sono NOTE DI APPROFONDIMENTO SU FONDINO COLORATO che trattano di problemi grammaticali, dubbi e usi controversi e nelle quali il DISCorso si amplia con esempi storici e d’autore per chiarire fenomeni complessi e dimostrare che molti usi possono sembrare deviazioni recenti mentre in realtà sono di autorevole tradizione. LA FRASE La lingua come SISTEMA GENERALE O VIRTUALE funziona secondo le regole intrinseche del sistema stesso: il funzionamento generale della lingua si coglie nella sintassi se si assume come unità minima di osservazione la FRASE: è un’ESPRESSIONE LINGUISTICA CHE HA SIGNIFICATO COMPIUTO ANCHE SENZA RIFERMENTO A UN DETERMINATO CONTESTO COMUNICATIVO. IL VERBO È IL MOTORE DELLA FRASE Il verbo, con le sue proprietà, genera intorno a sé la struttura dell’intera frase, ne è il vero motore, e quindi è anche la chiave che ci permette di spiegare tale struttura. Oltre ad avere varie forme che indicano persona, numero tempo, modo, ecc., ha una forte “carica di significato” che domina la parte centrale (il “nucleo”) della frase.

LE VALENZE DEL VERBO E LA FORMAZIONE DEL “NUCLEO DELLA FRASE” La caratteristica del verbo di chiamare intorno a sé alcuni ELEMENTI INDISPENSABILI per costruire la parte centrale della frase viene detta VALENZA (deriva dal termine grammaticale “valenziale”). Gli elementi indispensabili del verbo sono gli ARGOMENTI, che permettono di distinguono i verbi in ZEROVALENTI, MONOVALENTI (intransitivi), BIVALENTI (transitivi o intransitivi), TRIVALENTI (transitivi o intransitivi) e TETRAVALENTI (solo transitivi). L’insieme di verbo + argomenti si chiama NUCLEO DELLA FRASE. La ripartizione più generale dei verbi è quella tra PREDICATIVI e COPULATIVI, e permane la distinzione tra uso NATURALE e uso PRONOMINALE dei verbi. La forte schematizzazione della struttura del nucleo della frase:  permette di distinguere la STRUTTURA PORTANTE dagli altri elementi che si possono aggiungere per passare da una frase semplice a una frase complessa, e quindi rende evidenti i punti di maggiore articolazione della frase segnalati localmente dalla PROSODIA e nella scrittura dalla PUNTEGGIATURA  il concetto di argomento permette di comprendere in questa categoria funzionale anche tutte le FRASI COMPLETIVE: la soggettiva, l’oggettiva, l’interrogativa diretta o indiretta. LA CLASSIFICAZIONE DEI VERBI  Ogni possibile costruzione del verbo è indicata da una FORMULA DI VALENZA E REGGENZA del tipo [sogg-v-arg] da leggere “questo verbo richiede un argomento soggetto e un argomento diretto”, oppure [sogg-v-prep.arg] da leggere “questo verbo richiede un argomento soggetto e un argomento indiretto, cioè preceduto da preposizione”.  Dopo gli esempi che illustrano la costruzione tipo di quel verbo, si segnalano usi che abitualmente sottintendono alcuni argomenti (si annota “spesso con arg. sottinteso”) oppure si fa osservare (con l’annotazione “freq. con specificazione del mezzo usato”) che agli argomenti vengono spesso aggiunti elementi che specificano un aspetto dell’azione compiuta.  VERBI PREDICATIVI ⦁ VERBI ZEROVALENTI: sono gli impersonali come ‘piovere’, che è di per sé un’espressione completa, dunque nucleo di frase. La formula è [non sogg-v] da leggere “questo verbo non richiede neppure un soggetto”. Se il verbo è usato metaforicamente, come in “piovono sassi”, allora si ha [sogg-v]. ⦁ VERBI MONOVALENTI: sono gli intransitivi come ‘sbadigliare’ (tossire, morire, nascere, dormire, ecc.). La formula è [sogg-v]. ⦁ VERBI BIVALENTI: sono i transitivi come ‘amare’ (odiare, pulire, aprire, chiudere, ecc.). La formula è [sogg-v-arg]; sono gli intransitivi come ‘andare’ (venire, cadere, salire, ecc.). La formula è [sogg-vprep.arg]. ⦁ VERBI TRIVALENTI: sono i transitivi come ‘dare’ (regalare, attribuire, inviare, dichiarare, dire, ecc.). La formula è [sogg-v-arg-prep.arg]; sono gli intransitivi come ‘passare’ nel significato di ‘spostarsi da un luogo all’altro’. La formula è [sogg-v-prep.arg-prep.arg]. ⦁ VERBI TETRAVALENTI: sono i transitivi come ‘trasferire’. La formula della costruzione è [sogg-v-argprep.arg-prep.arg].  VERBI COPULATIVI Sono quei verbi come ‘essere, sembrare, diventare, ecc.’ che fanno da semplice legame (copula) tra un soggetto e un altro elemento. Si comportano come i bivalenti transitivi, ma al posto del secondo arg. hanno un elemento che funziona da COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO. La formula è [sogg-vcompl.pred].  VERBI IN FORMA PRONOMINALE. IL VALORE RIFLESSIVO Molti verbi predicativi si usano accompagnati da una particella pronominale e alcuni si usano solo con tale particella: la forma pronominale esprime un valore “riflessivo”, perché indica che l’azione o l’evento ‘nasce’ nel soggetto e ‘ricade’ sempre nel soggetto. La riflessività può essere:  propriamente riflessiva, se si tratta di un’azione che il soggetto compie volontariamente su se stesso o che due soggetti si scambiano reciprocamente  apparente o con valore di ‘medio’, che indicano fenomeno o atti non volontari

Nel DISC i verbi pronominali sono tutti registrati con l’etichetta di RIFLESSIVI, ma con spiegazioni che segnalano il diverso valore. Se il solo argomento necessario è la particella pronominale, allora la formula è [sogg-v], altrimenti assume altre forme in base all’argomento che serve. CIRCOSTANTI ED ESPANSIONI  Vi sono elementi che SI AGGANCIANO DIRETTAMENTE A UN SINGOLO ARGOMENTO per specificarlo (come aggettivi, apposizioni, espressioni preposizionali, frasi relative). Questi elementi si collocano tutt’intorno al nucleo e prendono il nome di CIRCOSTANTI DEL NUCLEO: creano una specie di nucleo arricchito.  Vi sono elementi che SI AFFIANCANO LIBERAMENTE ALL’INTERO NUCLEO e che possiamo dire che gli girano attorno come satelliti. Sono espressioni varie, introdotte spesso da preposizioni, ma si limitano ad ampliare il concetto espresso dal nucleo senza avere nessun legame sintattico con i suoi elementi. Prendono il nome di ESPANSIONI. Le espansioni si possono trasformare quasi sempre in frasi dipendenti e portare quindi una frase semplice a diventare complessa. CHE COSA SONO I TRADIZIONALI COMPLEMENTI Molti elementi nominali (spesso preceduti da preposizione) hanno un significato in sé: sono i cosiddetti complementi.  Classificando i complementi in “termine, specificazione, tempo, scopo, ecc.” ne interpretiamo il CONTENUTO CONCETTUALE, ma non la loro FUNZIONE NELLA STRUTTURA DELLA FRASE. Per questo la presentazione del DISC si è concentrata fino a ora sul criterio delle valenze verbali che permette di individuare proprio la funzione sintattica dei singoli elementi che compongono la struttura della frase.  Non è sempre facile definire i contenuti concettuali dei complementi. La classificazione tradizionale dei complementi è un’operazione condotta sul piano della semantica. La descrizione dei singoli complementi è data dal DISC sia nelle voci delle preposizioni che li individuano, sia nelle rispettive voci lessicali con riflessioni nell’area di approfondimento. Le proprietà argomentali dei verbi sono spesso trasferite anche su nomi e aggettivi, da qui numerosi problemi nell’individuazione di certe REGGENZE, che vengono esplicitate nel DISC tramite l’indicazione della preposizione necessaria. LA LINGUA NELLA REALTÀ DEL TESTO LE VARIAZIONI DOVUTE ALLE REGOLE DELLA COMUNICAZIONE La conoscenza della lingua come SISTEMA VIRTUALE è indispensabile, ma non basta per arrivare a padroneggiare l’uso della lingua quando viene usata per comunicare realmente, poiché presenta fenomeno che non si spiegano con le regole della pura grammatica. Queste altre regole rispondono ai principi dell’ECONOMIA e dell’EFFICACIA, i quali inducono a compiere ELLISSI. La prospettiva in cui si studia la lingua nel processo comunicativo si definisce COMUNICATIVA o PRAGMATICA o TESTUALE. Il TESTO può essere definito come UN MESSAGGIO DI QUALSIASI DIMENSIONE, PRODOTTO, SULLA BASE DI UN SISTEMA LINGUISTICO, DA UN DETERMINATO EMITTENTE IN UNA DETERMINATA SITUAZIONE, CON L’INTENZIONE E CON IL RISULTATO DI SODDISFARE LE ATTESE DI UN DETERMINATO DESTINATARIO. Un testo è formato da ‘segmenti’ che spesso acquistano significato dal rapporto con gli altri segmenti: questi vengono chiamati FRASI, anche se si preferisce ENUNCIATI. Nella realtà del testo, CONGIUNZIONI, AVVERBI, LOCUZIONI AVVERBIALI e PRONOMI possono variale la loro funzione grammaticale e assumere quella di CONNETTIVI TESTUALI. Il Disc fa attenzione a questi fenomeni, introducendo nelle voci di questi elementi lessicali una sezione specifica che illustra il loro uso ‘in funzione testuale’.  VALORE TESTUALE DELLE CONGIUNZIONI: prendendo come esempio benché, sappiamo che le frasi concessive sono introdotte da congiunzioni come benché e sebbene che richiedono il congiuntivo. Un esempio di frase complessa è: Andrò a trovare Luigi, benché ti debba confessare (frase





concessiva) che, se potessi, ne farei volentieri a meno (frase ipotetica).Lo stesso concetto può essere espresso anche saltando dei passaggi: Andrò a trovare Luigi, benché ne farei volentieri a meno. In questo caso la congiunzione ha cambiato funzione: non lega più la frase reggente alla concessiva ma collega due segmenti di testo coordinanti. E’ diventata CONGIUNZIONE TESTUALE, tanto che può essere isolata da due pause. AVVERBI E LOCUZIONI AVVERBIALI COME CONNETTIVI TESTUALI: in Franca lavora onestamente l’avverbio specifica il significato del verbo e si trova in posizione fissa; in Onestamente, Franca lavora ha un valore diverso, perché sta al posto di un’intera frase (devo dire onestamente che...) e si può collocare liberamente in vari punti, purché isolato prosodicamente. Una categoria affine è quella dei SEGNALI DISCORSIVI che avviano un discorso o stabiliscono un contatto con l’interlocutore o servono per prendere tempo (senti, vedi, sai, bada, ecc.) I PRONOMI CHE ANTICIPANO O RIPETONO IL REMA: il ‘tema’ è l’informazione nota, il ‘rema’ è il nuovo. La distinzione tra noto e nuovo può ottenersi marcando con l’intonazione il rema oppue con la cosiddetta ‘frase scissa’. Si usa anche la dislocazione: questo fenomeno coinvolge in particolare i pronomi personali ed è all’origine dell’uso di lui, lei, loro come soggetti.

ASPETTI PARTICOLARI DEL LESSICO LA ‘DISPONIBILITÀ’ DELLE PAROLE La ‘disponibilità’ non coincide con la frequenza dell’uso. La frequenza si calcola in base a un corpus di testi, ma per quanto possa essere vasto e vario, potrebbero figurarvi come rare o non esserci affatto parole in realtà ben note alla maggioranza dei parlanti. La DISPONIBILITÀ riguarda invece la presumibile conoscenza e comprensione delle parole da parte di un determinato pubblico. Nel DISC vengono fornite informazioni volge a suggerire di preferire, in determinate circostanze, determinate parole rispetto ad altre. Hanno il contrassegno di ALTA DISPONIBILITÀ circa 10.000 parole. Non sono stati inclusi i termini tecnici (sono specifici e non sostituibili) e i numerali (sono tutti ad alta disponibilità). LE UNITÀ POLIREMATICHE: nel DISC sono trattate come veri e propri lemmi autonomi le UNITÀ POLIREMATICHE SOSTANTIVALI, cioè quelle che indicano oggetti, fenomeni, istituzioni, condizioni, processi, piante o animali, e i VERBI SINTAGMATICI, cioè le combinazioni V+AVV (mettere avanti, saltare fuori, ecc...). All’interno delle parole piene che le sviluppano sono trattate anche le UNITÀ POLIREMATICHE GRAMMATICALI, cioè le locuzioni che hanno valore di preposizione, di congiunzione o di congiunzione testuale (a conti fatti, a costo di, di modo che, nella misura in cui, ecc...). Le ESPRESSIONI IDIOMATICHE, tutte di senso figurato, appartengono alla lingua comune e sono in genere ben familiari ai parlanti. NEOLOGISMI IN PIAZZA: il DISC tiene conto di ciò che cambia più rapidamente nella lingua, delle novità lessicali più significative; è stato fatto un minuzioso aggiornamento del lessico, accogliendo parole nuove o nuovi significati che, entrati da poco nell’uso, hanno qualche probabilità di restarvi per molto tempo. Certe parole nuove non vengono messe a lemma perché nascono da composizioni o derivazioni di elementi che sono messi a lemma e spiegati. E’ il caso di composti del tipo ammazza-, auto-, anti-, mania-, -tele, ecc. «Il dizionario non è un regesto di parole che vanno e vengono nel giro di pochi anni né un deposito passivo dove si cercano e si trovano ‘risposte chiuse’. Ma deve diventare sempre più uno strumento ricco di possibilità, aperto, amichevole, messo in funzione e sfruttato a fondo da chi lo consulta». Edizione del 2007...


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