STORIA DEL CONSORZIO DEI POSSIDENTI DI MONTELEONE DI SPOLETO: due secoli di vita socio - economica in un paese montano della Valnerina (2017) PDF

Title STORIA DEL CONSORZIO DEI POSSIDENTI DI MONTELEONE DI SPOLETO: due secoli di vita socio - economica in un paese montano della Valnerina (2017)
Author Stefano Vannozzi
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con il contributo della Regione Umbria S tefano V annozzi Storia del Consor zio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto di S t e f a n o Va n n o z z i VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV Storia del Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto Comune di Monteleone di Spoleto - 201...


Description

S tefano V annozzi Storia del Consor zio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto

Comune di Monteleone di Spoleto - 2017 -

di

S t e f a n o Va n n o z z i

VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV VVVV

con il contributo della Regione Umbria

Storia

del Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto

con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Umbria

Stefano Vannozzi VVVV

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Storia del Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto Due secoli di vita socio-economica in un paese montano della Valnerina

Comune di Monteleone di Spoleto - 2017 -

Testo e Foto:

Stefano VANNOZZI Impaginazione e grafica:

Valentina MARINO Editore:

Comune di Monteleone di Spoleto (PG) Patrocinio:

Assessorato alla Cultura della Regione Umbria Stampa:

Centro Stampa Regione Umbria centro direzionale Fontivegge - Perugia Luogo e Data:

Monteleone di Spoleto, dicembre 2017 Copyright ©:

Stefano VANNOZZI Comune di Monteleone di Spoleto (PG)

Copertina:

Archivio di Stato di Roma, Presidenza generale del censo, Catasto gregoriano, mappa 263, Monte Leone, 1818. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------I documenti dell’Archivio di Stato di Roma e dell’Archivio di Stato di Perugia sono riprodotti su concessione MiBACT: ne è vietata ogni ulteriore riproduzione.

INDICE Prefazione di Sandro Ciani Premessa Introduzione 1

Ab origine

Monteleone e gli Organi centrali dello Stato: la Reverenda Camera Apostolica e la Congregazione del Buon Governo 1.1

Commune e Communanza: due istituzioni per un unico territorio

Tutti in catasto 1.2 2

Il primo (e mancato) tentativo di riforma

Le otto montagne

PICHI GIULIO CESARE ANTONIO

(Ancona, 14.09.1763 - Candia di Ancona, 17.01.1816)

GIORGI ANDREA (Cascia 29.11.1754 - Roma 14.01.1818) 3

I Torlonia e i Possidenti: un connubio disastroso

TORLONIA ALESSANDRO

(Roma, 01.01.1800 - Roma, 07.02.1886)

4

L’acquedotto del 1842-1847

5

La fine di un Regno non cambia nulla 5.1

Il primo tentativo di acquisto della montagna di S. Leonardo

5.2

1874: una richiesta pericolosa

5.3

Il Consorzio si riorganizza secondo le nuove leggi nazionali

La Giunta Provinciale Amministrativa 6

Il primo Novecento 6.1

Un taglio con il passato: il primo statuto del 1906

6.2

1912: il “ricorso Salvatori-Congiunti”

6.3

1914: la difesa Bernabei che salvò il Consorzio

6.4

Gli anni ruggenti: dagli inizi del secolo al primo dopoguerra

p. 5 p. 7 p. 9 p. 11 p. 14 p. 17 p. 22 p. 25 p. 29 p. 33 p. 37 p. 46 p. 46 p. 51 p. 54 p. 57 p. 70 p. 75 p. 76 p. 77 p. 77 p. 80 p. 82 p. 91

7

Il Ventennio, fra vendite acquisti e contrasti 7.1

1923: chi vuole il convento?

7.2

Una nuova legge sugli “usi civici”

7.3

1937: il terzo Statuto

7.4

Finalmente una casa per la Comunanza

LA GUERRA IN CASA: IL PERIODO DEL TRAVAGLIO, FRA TEDESCHI E PARTIGIANI 8

Il lungo cammino verso la democrazia 8.1

La breve presidenza Forconi

8.2

1947: l’elezione consorziale fra contestazioni e accertamenti

8.3

1948-1949: l’elettrodotto Monteleone-Cimitero-Butino

8.4

1950: dare lavoro alle classi disagiate

8.5

1951: L’acquisto della montagna di S. Leonardo

8.6 Tentativi per una fusione Consorzio-Comune 9

10

La fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta: fra acquisti, occupazioni e tentativi di liquidazione 9.1

1957: presa di possesso dell’amministratore straordinario

9.2

1957: la relazione Bartolomei

9.3

Un ricorso al Presidente della Repubblica

9.4

1963: cambio al vertice della dirigenza

9.5

La contestata “relazione Sonnessa”

La Regione Umbria ente di controllo 10.1 1970: un memorandum 10.2 1979-1980: ancora sulla vecchia questione delle terre occupate

11

Il XXI secolo apre le porte 11.1

Una soluzione per la chiesa di S. Caterina d’Alessandria

11.2 Gli ultimi decenni Stemmi e Sigilli Tavole cronologiche Appendice documentaria Apparato bibliografico, Referenze archivistiche , Indice dei nomi

p. 93 p. 94 p. 98 p. 102 p. 108 p. 112 p. 117 p. 123 p. 126 p. 134 p. 136 p. 138 p. 142 p. 144 p. 146 p. 150 p. 161 p. 164 p. 165 p. 174 p. 174 p. 177 p. 180 p. 180 p. 183 p. 187 p. 195 p. 209 p. 285

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Prefazione

Prefazione

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------È mio convincimento che la storia non è solo composta da grandi eventi e grandi battaglie, che comunque incidono fortemente sul vissuto dei popoli, ma prevalentemente è costituita dalla quotidianità, cioè dalla vita di tutti i giorni, come per esempio è stato il vissuto dalla comunità di Monteleone di Spoleto nel corso dei secoli. Una realtà che ha inciso e che ancora incide nella vita quotidiana di Monteleone di Spoleto è il Consorzio dei Possidenti in Monteleone o come risulta dalle intestazioni dei vecchi catasti: Comunanza in Monteleone = Possidenti della comune di Monteleone, che altri non è che un ente gestore di un cospicuo patrimonio di Dominio Collettivo, costituito sia da possedimenti reali che diritti di “uso civico”. Per la loro natura i patrimoni di demanio collettivo e di uso civico, possiamo affermare senza nessuna censura, che sono la prima forma di associazionismo a difesa e tutela dell’ambiente in quanto lo scopo preminente è stato, ed è, la cura e una manutenzione attenta del territorio, nonché il relativo miglioramento degli stessi per poi tramandarlo alle generazioni future come previsto, tra l’altro, dalle più recenti decisioni della Corte Costituzionale. I diritti di uso civico essenziali, in quanto indispensabili, sono prevalentemente due: il legnatico e il pascolo. Sono diritti che hanno consentito alle locali popolazioni di poter sopravvivere sia alle avverse condizioni economiche che sociali e di potersi sviluppare dal punto di vista socio-economico, mantenendo integro l’ambiente. I Demani Collettivi in Umbria sono stati e sono importanti (e mi auguro saranno) perché hanno consentito e consentono ancora agli abitanti e ai visitatori di poter fruire di un patrimonio ambientale e paesaggistico di ineguagliabile bellezza. Lo dico con orgoglio, che senza la presenza dei Demani Collettivi, l’Umbria non sarebbe tutto ciò, e soprattutto non sarebbe quel cuore verde d’Italia che ci ha resi famosi e noti. Ritornando sul tema della Storia, la stessa è per definizione, conoscenza dei documenti e leggendo il lavoro svolto da Stefano Vannozzi sul vissuto 7

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S. Ciani

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di Monteleone mi sono reso conto che offre al lettore neofita, allo studioso e all’appassionato una massiccia documentazione utile per ricostruire tutto il passato di questa meravigliosa e gloriosa comunità. È una documentazione straordinaria, che ci consente non solo di conoscere il passato di Monteleone di Spoleto, ma di riflesso ci aiuta a comprendere il trascorso sia del territorio regionale che l’unità d’Italia. Auguro all’autore che a breve ci fornisca ulteriori pubblicazioni, che consentano alle giovani generazioni di conoscere le proprie origini e le proprie radici. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Viviamo in un’epoca in cui la salvaguardia e la tutela dell’ambiente sono priorità inderogabili per la nostra stessa sopravvivenza. Il mondo scientifico non perde occasione nel segnalare la grave situazione in cui il grado di inquinamento avvolge il pianeta Terra, lo stesso Papa Francesco nei suoi discorsi richiama spesso all’amore e al rispetto del creato e di tutte le sue creature e su questo argomento vi ha persino esteso una enciclica, “Laudato Si” del 24 maggio 2015. Sandro Ciani Ex responsabile Usi Civici Regione Umbria

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Premessa

Premessa

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La presente pubblicazione è la naturale evoluzione del mio precedente saggio del luglio 2017 (L’origine e la formazione del Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto), nato come primo contributo introduttivo alla conoscenza della storia e dell’uso del territorio monteleonese fra il XIX e il XX secolo. È il risultato di un attento vaglio di documenti pubblici ed è scaturito nel corso di due anni di piena e continuata attività di ricerca storico-archivistica e bibliografica, effettuata in diversi archivi pubblici e istituzioni culturali del centro Italia, fra il Lazio, l’Umbria e le Marche. Come ho già sottolineato in precedenza, contestualmente a quanto avviene in altre parti d’Italia, Monteleone di Spoleto presenta una straordinaria particolarità o, se si vuole, “anomalia” data dalla presenza locale di un’associazione di privati cittadini (il Consorzio dei Possidenti) che allo stato dei più recenti dati è detentrice del 40,73% del suolo posto entro i civici confini. Difatti nella zona montuosa dell’estensione di 61,50 km2, l’ente comunale dispone di una superficie totale di ettari 17 are 93 acri 68, contro gli ettari 2505 are 03 e acri 28 della Comunanza Agraria. Quest’ultima è una comunità associativa che, nel corso di ormai due secoli, ha cambiato più volte denominazione, da “deputazione dei communisti” a “consorzio agrario” a “Consorzio dei possidenti di bestiame” e così via, ma ha mantenuto e anzi rafforzato la sua presenza non solo sul territorio, ma anche nella stessa vita economica e civile del paese, di cui è parte integrante indisgiungibile. Come in ogni buona indagine, ho tentato di comprendere i meccanismi che hanno prodotto questa speciale condizione, imbattendomi talvolta in vicende non sempre facili da districare ed esporre in modo chiaro e risolutivo, così come del resto non sono ancora terminate o risolte molte delle problematiche tuttora presenti fra il Consorzio e alcuni confinanti o in materia di occupazione abusiva delle sue proprietà. Mi preme inoltre sottolineare che, lungi da me ogni intento di ergermi a giudice di qualsiasi operato, riporto i fatti secondo una documentazione che è frutto di uomini, credi e fatti storici del momento e, in quanto tale, sottoposta a tutte le influenze del caso, oltre che all’immancabile 9

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S. Vannozzi

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dispersione (voluta o meno) di tanto altro materiale che avrebbe potuto chiarire o correggere alcune esposizioni. Tali episodi, soprattutto quando più personali, non sono dunque considerabili quali verità assoluta, ma il tacerli o censurarli, presentando una storia edulcorata e conformista, ritengo possa nuocere anche all’intelligenza del lettore, al quale chiedo venia per eventuali mie mancanze. Stefano Vannozzi

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Introduzione

Introduzione

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La formazione dell’odierno Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto ha un percorso molto più complesso di quanto si possa immaginare. La sua storia ed evoluzione ruota principalmente intorno al prezioso possesso di montagne, pascoli e terreni privati ed ex comunali, alla gestione dei proventi derivati dalle lavorazioni di legname, dagli affitti di cave d’estrazione di inerti e, non ultimo, da ripetitori e istallazioni di comunicazione radio-televisiva, raccogliendo pertanto intorno a sé la commistione di ruoli e interessi individuali con quelli pubblici, che talvolta hanno interferito fra loro. È una storia parallela, a volte unita, in altre disgiunta o addirittura contrapposta, a quella dell’amministrazione pubblica locale, con cui il Consorzio condivide il viaggio da oltre due secoli. Ricercarne il passato è un atto doveroso verso la collettività e le future generazioni. La genesi dei primi consorziati monteleonesi, sbocciata agli inizi del XIX secolo, si snoda nel corso dell’intero Ottocento e approda alla fondazione ufficiale dell’attuale ente solo agli inizi del Novecento. Fu, infatti, con l’approvazione del suo primo Regolamento Amministrativo, nella seduta del 14 ottobre 1906, che l’istituzione vide il suo riconoscimento effettivo. Si sentì allora, forse solo per necessità giuridica, il bisogno di ricercare brevi notizie sulle sue origini di un secolo prima, come riportato nel primo articolo normativo, che ascrive la nascita della costituzione del Consorzio nella convenzione che dicesi pattuita con l’Amministrazione del Buon Governo dopo l’incameramento dei beni comunali, avvenuto in ottemperanza alle disposizioni varate dal Motu Proprio del pontefice Pio VII il 19 marzo 1801 (ma, come vedremo, la data cruciale può fissarsi più correttamente all’anno 1814). È oltremodo vera, tuttavia, l’esistenza di una concordanza pacifica stesa all’epoca fra le parti a favore della comunità, intesa però quale insieme di cittadini del comune e non di Comunanza. In passato, nei momenti più importanti per il riconoscimento giuridico delle legittime spettanze delle proprietà, l’attenta lettura dei documenti ufficiali rivela una inadeguata e timida comparsa di rappresentanti comunali e, soprattutto, una disinvolta confusione nella lettura di termini 11

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S. Vannozzi

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apparentemente simili ma in realtà contrapposti, su cui si scelse di non fare chiarezza, incoraggiando interpretazioni giuridiche che ponessero sullo stesso piano “Communitario, Commune” - “Communisti, Communanza”. Stefano Vannozzi

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1 | Ab origine Con la riforma economica attuata a seguito del Motu Proprio di papa Pio VII del 19 marzo 1801, tutti i debiti pregressi delle comunità dello Stato Pontificio furono trasferiti e accollati all’erario pubblico e, per compensazione, i beni comunali o comunitativi vennero ceduti alla Reverenda Camera Apostolica per essere messi in vendita, al pubblico incanto, in una iniziale errata convinzione che il loro valore fosse inferiore all’ammontare dei deMotu Proprio di papa Pio VII del 19 marzo 1801, copertina. biti da estinguere. ASRm, Bandi, Collezione cronologica (1801), b. 143. L’art. 10 del Motu Proprio dettava, nello specifico, i provvedimenti e le modalità stabilite per la liquidazione dei creditori delle Comunità: Incarichiamo frattanto la Nostra Congregazione del Buon Governo della liquidazione de’ debiti della Nostra Camera trasferiti, e delle competenti riduzioni de’ medesimi; dopo di che Monsig. Nostro Tesoriere Generale assumerà l’incarico di concordare coi Creditori delle stesse Comunità, secondo le particolari, e diverse circostanze, ed emergenze, il pagamento sia dei capitali, sia de’ frutti decorsi dal primo dello scaduto Gennajo 1801, e da decorrere in appresso, con rivalersi dell’enorme peso di si grave obbligazione sopra i beni spettanti alle Comunità medesime, i quali, com’è a tutti abbastanza noto, sono di gran lunga inferiori all’immenza mole dei debiti, che lo opprimono. Dovranno poi 13

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S. Vannozzi

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detti beni erogarsi in soddisfazione dei Creditori delle Comunità, e dello Stato, procedendo sempre sopra tutto ciò lo stesso Monsignor Tesoriere Generale di concerto con la nostra Congregazione del Buon Governo la quale fino all’effettiva distrazione dei suddetti beni continuerà, secondo il solito, a presiedere all’amministrazione dei medesimi, non dovendo assumerla giammai la Nostra Camera, perché potrebbe un troppo complicato dettaglio, ed un troppo esteso ministero, Dichiariamo finalmente, che trà i debiti, che dalle Communità si trasferiscono alla Nostra Camera, rimangono compresi anche i Luoghi di Monte, che sono alle medesime addebitati, per esimerle così da quelle frequenti molestie di Esattori, e di esazioni, contro le quali hanno fin’ora cotanto reclamato; e per far provare ad esse in tutta la estenzione i pieni effetti delle Nostre Suvrane beneficenze. L’intento dell’editto del 1801 era di giungere a una semplificazione fiscale, abolendo le numerose tasse d’entrata a favore di due sole imposte,

Motu Proprio di papa Pio VII del 19 marzo 1801, particolare. ASRm, Bandi, Collezione cronologica (1801), b. 143.

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“Fruttato annuo de beni rustici e urbani della Comunità di Monte Leone” nel 1803, relazione. ASRm, Buon Governo, Monteleone di Norcia (1823-1838), 230, serie II, b. 2608.

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S. Vannozzi

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la dativa reale e la dativa personale. L’amministrazione statale del Buon Governo fu incaricata di estinguere la grande mole di debito attraverso l’erogazione ai creditori di beni comunitativi, di concerto con il tesoriere generale e la Congregazione economica. L’operazione si rivelò, invece, di difficile attuazione e fortemente dannosa e lesiva per le comunità locali a causa del deprezzamento che subivano i beni, cosicché, successivamente, si corse ai ripari con un Motu Proprio (14 luglio 1803), che modificava e migliorava sensibilmente le precedenti disposizioni. Una memoria difensiva postuma, scritta del Presidente consorziale monteleonese Augusto Bernabei, inviata al Prefetto dell’Umbria in data 15 febbraio 1914 e avente per oggetto il ricorso allo scioglimento dello stesso ente, accennava alla sua antichità citando una “Universitas personarum ed insieme bonorum” fatta risalire “a prima del 1801”. Il Bernabei traeva notizia da un documento intitolato “So...


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