Tesina finale. Il ruolo delle nuove tecnologie nella didattica PDF

Title Tesina finale. Il ruolo delle nuove tecnologie nella didattica
Course Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento
Institution Università degli Studi Guglielmo Marconi
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IL RUOLO DELLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA...


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IL RUOLO DELLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA I cambiamenti che, negli anni, si sono verificati in ogni ambito delle attività umane hanno avuto come caratteristica particolare quella dell’evoluzione tecnologica, con lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC o ICT), le quali hanno interessato anche i processi dell’istruzione, influenzandone l’insegnamento e l’apprendimento. Si è avvertita maggiormente l’esigenza di avere a disposizione delle possibilità di apprendimento sempre più diversificate e facilmente raggiungibili, riconoscendo nelle tecnologie ICT un mezzo educativo per eccellenza, in quanto in esse si uniscono anche le tecnologie relative all’informatica. Il Consiglio europeo si è espresso a proposito, sottolineando come sia necessario che i sistemi europei di istruzione e formazione si adattino alle necessità della società basata sulla conoscenza, spingendo gli Stati membri a fare in modo che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione vengano utilizzate nell’ambito dell’apprendimento. Il Consiglio europeo, poi, ha voluto ribadire la necessità di perseguire degli obiettivi importanti, tra i quali va indicato quello del miglioramento di istruzione e formazione degli insegnanti, considerando che essi hanno l’importante compito di aiutare gli allievi nello sviluppo delle proprie capacità finalizzate alla crescita personale ed anche nell’aiutarli ad ottenere tutte le conoscenze di cui necessiteranno in futuro1. Tutto ciò è molto importante, in quanto il perfezionamento dell’insegnamento è uno dei fattori attraverso i quali l’Unione europea potrà competere maggiormente in un mondo così globalizzato, considerando anche il fatto che è stato riscontrato come un miglioramento nella formazione degli insegnanti corrisponda ad un miglioramento nei risultati degli allievi. Per fare in modo che gli insegnanti acquisiscano le competenze necessarie, è importante partire da una formazione iniziale di una certa qualità, ma anche di un processo di aggiornamento continuo, in modo da riuscire a rispondere alle tante richieste. Lo strumento che ha rappresentato e rappresenta lo strumento per eccellenza della formazione costante è la formazione online, resa possibile grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione o TIC, che indicano diversi elementi tecnologici, come il computer, le telecomunicazioni, la radiodiffusione, ecc. Per quanto riguarda, invece, l’apprendimento basato sulle TIC, che viene denominato e-learning, esso viene indicato come qualsiasi tipo di conoscenza che viene acquisita mediante l’uso degli strumenti relativi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, strumenti che

1 Cfr. R. Melchiori, Le tecnologie nella didattica. Una valutazione longitudinale sull’uso delle TIC , Edizioni Edicusano/Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2012.

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comprendono Internet, le reti wireless, la TV interattiva e, in relazione all’insegnamento, altri strumenti come le lavagne elettroniche. L’apprendimento che si basa sulle TIC si amplia nella continuità dell’apprendimento a distanza, che si svolge da remoto e viene erogato tramite Internet a delle trasmissioni digitali, con sporadiche occasioni in cui la formazione avviene in aula. Diversi sono gli usi che si fanno delle TIC come strumento per apprendere, ma ciò deve essere tenuto in considerazione nel momento in cui vengono delineati gli ambienti di apprendimento. Naturalmente, non ci sono solo aspetti positivi nell’uso delle tecnologie per l’apprendimento, il che è evidente soprattutto in quei casi in cui i metodi usati per fornire e per fruire dell’istruzione vengono sostituiti dalla tecnologia. Infatti, si è potuto notare un certo contrasto tra istituzioni che usano la forma tradizionale della formazione e quelle che usano soprattutto le nuove tecnologie, ossia l’e-learning. A questo proposito, va detto che i metodi di formazione che si usano mediante le tecnologie sono più vantaggiosi per alcuni tipi di apprendimento anziché per altri, ma sembra che le TIC non riescano ad ampliare le competenze principali, in quanto l’apprendimento che viene fornito attraverso le TIC non permette, come nei luoghi in cui si svolge la formazione tradizionale, la presenza simultanea di allievi e docenti. Questo significa che le TIC sono considerate come dei canali per diffondere la conoscenza e non come strumenti che devono attivare la trasformazione. L’utilizzo delle TIC è stato sottoposto ad alcune critiche, in relazione al fatto che gran parte delle piattaforme di e-learning si basano sulla trasmissione dell’informazione e della comunicazione solo in una direzione. Infatti, con l’utilizzo delle TIC per la formazione dovrebbero essere avviate forme di apprendimento simili a quelle che avvengono nella formazione in presenza, anziché rappresentare solo un trasferimento di informazioni legato a specifiche capacità e, poi c’è da dire che con l’apprendimento a distanza basato sulle TIC e sull’e-learning, gli allievi non assimilano tutte le forme di apprendimento. Va sottolineato, inoltre, che l’apprendimento mediante le nuove tecnologie può creare dei problemi legati alla mancanza di contatti tra gli allievi che fruiscono delle TIC, il che può farli sentire come isolati e, questo, potrebbe essere un grande ostacolo. Negli anni, l’Unione Europea si è interessata molto a queste problematiche e, ad esempio, ha individuato alcuni settori collegati all’uso delle TIC per insegnare nelle scuole, come nel caso del collegamento dei computer a linee di elevata velocità per la trasmissione con Internet e la messa a disposizione di risorse multimediali per gli studenti presenti in classe. Ogni paese europeo ha applicato piani volti a favorire l’utilizzo delle TIC nei vari settori dell’insegnamento, anche in relazione al fatto che si tratta di piani comprendenti delle strategie 2

legate all’istruzione, la cui finalità è quella di offrire soprattutto le competenze dell’alfabetizzazione a studenti ed insegnanti2. Anche se non è esente da difficoltà pratiche, l’uso della tecnologia a scuola non può essere più solo un obiettivo, ma una necessità, se si vuole stare al passo con i tempi, anche perché con l’avvento dei tablet e delle nuove tecnologie digitali, la didattica è cambiata e ha mostrato come sia necessario che la scuola cambi. Questo cambiamento è fondamentale per vari motivi, soprattutto per il fatto che, con l’introduzione delle nuove tecnologie mobili, si può superare il divario digitale che separa l’Italia dagli altri paesi europei; si possono introdurre nuovi metodi utili alla formazione nella classe; si possono offrire agli studenti migliori strumenti per apprendere; si può rilanciare la scuola italiana. Le nuove generazioni di studenti e insegnanti 2.0, ossia che sanno le enormi potenzialità che l’utilizzo della tecnologia a scuola comporta, hanno permesso la diffusione di una nuova cultura, che ha trovato una risposta importante nella propagazione delle tecnologie LIM, ossia delle Lavagne Interattive Multimediali, nei libri in formato digitale, nelle applicazioni che possono cambiare la didattica e nelle modalità in cui gli studenti apprendono. Le nuove tecnologie stanno apportando numerosi cambiamenti sia sul piano individuale, sia nella praticità della vita di tutti i giorni che impegna le persone che sono a scuola. Inoltre, la presenza di queste nuove tecnologie a scuola diventa sempre più uno strumento importante per uno sviluppo continuo che caratterizza la didattica e l’apprendimento degli studenti, in classe e a casa, anche grazie al fatto che le istituzioni stanno arrivando ad una sempre maggiore coscienza del fatto che la scuola diventa sempre più uno strumento di competizione per le future generazioni. Queste nuove tecnologie hanno il vantaggio di far superare le barriere dello spazio e del tempo, trasformando la didattica e l’apprendimento in un’esperienza in cui tutti sono uniti nel dar vita ad un nuovo sapere, fatto di nuovi metodi didattici. Attraverso queste tecnologie innovative, si stanno diffondendo sempre di più le tante possibilità di conoscenza e di collaborazione, soprattutto a scuola, dove tutto questo permetterà di abbandonare le vecchie forme di insegnamento per poterle sostituire con quelle nuove, in modo da permettere una migliore trasmissione di informazioni e conoscenze. Per operare questo cambiamento, però, è necessario che sia messa in campo una grande intelligenza sul piano professionale, insieme ad una maggiore volontà a confrontarsi, a sperimentare e a dar vita a progetti che continuino a rinnovarsi, il che porterà sicuramente ad un miglioramento della didattica e dell’inclinazione degli studenti allo studio, in quanto la scuola non può ignorare i cambiamenti che sono avvenuti nella società e non può esserne da meno. 2 Ibidem.

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La scuola ha realmente bisogno di quel cambiamento che solo le tecnologie possono garantire, per cui l’importante è saperle utilizzare nel modo giusto, affinchè non creino isolamento, dal momento che esse rientrano in un sistema in cui sono inclusi tutti quegli elementi che le caratterizzano e che comprende anche tanto altro ancora. Tanti sono i cambiamenti positivi che la scuola può apportare, come quello di facilitare la gestione della scuola; di far comunicare fra loro tutti quelli che fanno parte della scuola; di farli accedere a risorse che possono servire loro per lo svolgimento delle loro attività. È importante che una vera e propria rivoluzione tecnologica si verifichi nella scuola stessa e nel rapporto tra insegnante e studente, dal momento che le nuove tecnologie non potranno che cambiare sia il modo in cui gli studenti imparano, sia il modo in cui i docenti insegnano, tecnologie che fanno parte di un sistema che cambierà il futuro modo di insegnare, puntando sempre di più su aspetti come quelli della cooperazione, della risoluzione dei problemi, della condivisione della ricerca,, dell’apprendere facendo. Nel fare tutto questo, però, è necessario anche pensare a quelli che sono gli ambiti in cui avverrà il cambiamento, ambiti che si riferiscono alla didattica, all’apprendimento, ai metodi e agli strumenti da utilizzare, all’organizzazione della classe, alla vicinanza dei ragazzi alla tecnologia, ecc. È logico, quindi, che la rivoluzione tecnologica non poteva non coinvolgere anche la scuola, sia per quanto riguarda l’apprendimento che la didattica. Infatti, i cambiamenti sono evidenti dal fatto che cambia l’ambiente che caratterizza l’insegnamento in aula e che da frontale e basato sulla trasmissione di nozioni si trasforma in un insegnamento di tipo interattivo e sociale, dando vita a nuove metodologie di insegnamento che vogliono stimolare la scoperta, la creatività e la motivazione di studenti e insegnanti3. Certamente, la tecnologia da sola non basta a produrre il cambiamento, ma è uno stimolo per nuovi metodi e nuove forme di lavoro che influiscono sulle modalità che caratterizzano la didattica e l’apprendimento, che vengono facilitate anche dal fatto che la nuova generazione è formata da nativi digitali che, grazie ad Internet, ai social network e alle applicazioni mobili hanno sviluppato un rapporto diverso con la tecnologia. Con le nuove tecnologie si vuole evidenziare il passaggio da una didattica basata su lezioni in cattedra con l’uso di una lavagna o LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) ad una basata sulla soluzione dei problemi e che implica una maggiore partecipazione. Si può dire che con le tecnologie tradizionali, i metodi di apprendimento connessi al fare spettavano a poche persone, mentre le nuove tecnologie permettono a tutti gli studenti di avere a disposizione strumenti importanti attraverso i quali acquisire nuove conoscenze e in modo interattivo. 3 Cfr. C. Mazzucchelli, Tablet a scuola: come cambia la didattica, Delos Digital srl, Milano, 2014.

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Mediante le nuove tecnologie digitali, si può apprendere sempre più in modo interattivo, considerando il fatto che si va alla ricerca di quello che serve e con un click si ottengono le informazioni che si vogliono avere. La scuola non può tenere al di fuori di sé queste nuove tecnologie, in quanto è cambiata la mentalità degli studenti delle nuove generazioni e anche quella di alcuni insegnanti e questo è accaduto perché è cambiato anche il loro modo di conoscere. Infatti, l’accesso alla conoscenza non si limita più a luoghi fisici come la scuola, ma si aggira intorno a spazi virtuali come Internet e i social network, che permettono una ricerca individuale più semplificata e l’acquisizione di nuove conoscenze, anche grazie alla collaborazione degli altri. Lo strumento migliore per apprendere diventa la ricerca, per cui l’insegnante non è più colui che trasmette conoscenze, come nella didattica frontale, ma diventa colui che può favorire lo sviluppo di nuovi metodi di conoscenza su tempi sempre più complessi. Con l’inserimento dei tablet in aula, cambia anche l’ambito didattico, per cui si passa da un’aula fatta di cattedra e banchi ad una fatta di gruppi che lavorano in squadra, nell’ambito di isole di apprendimento, che si basa sulla collaborazione. Si tratta di un lavoro di gruppo che si può continuare anche al di fuori della scuola, in un’aula virtuale, anche perché le nuove aule interattive, dette isole, servono ad agevolare la nuova tipologia di apprendimento di ragazzi che sono cresciuti sul web e che non hanno sviluppato un apprendimento basato sulla memoria come hanno fatto i ragazzi della precedente generazione, ma basato sulla ricerca. Si tratta di un apprendimento che si caratterizza per le tante ricerche sui motori di ricerca, per i diversi saperi condivisi sulla rete, per le nuove conoscenze attraverso i collegamenti online, ecc. È questo tipo di apprendimento a trarre beneficio dal contributo reciproco di conoscenza che ogni membro del gruppo, ossia l’aula virtuale, porta con sé, ma obbligano anche a ripensare costantemente gli spazi virtuali e le forme dell’apprendimento. In tal modo, questo apprendimento adegua le conoscenze di ogni membro del gruppo all’esperienza sociale collettiva, favorendo una grande apertura mentale, la quale facilita l’acquisizione di nuove conoscenze. Quanto detto fa capire come la scuola attuale abbia grandi responsabilità nel dover adattare la didattica alle esigenze delle nuove generazioni, fornendo loro gli strumenti necessari per acquisire conoscenze che gli servono per comprendere i cambiamenti del mondo. In questo nuovo ambito, cambia anche il ruolo dell’insegnante, a prescindere dalla scuola nella quale insegna, insegnante che sa di dover guidare persone che già conoscono il mondo delle nuove tecnologie, per cui non deve preoccuparsi dei metodi da utilizzare per l’acquisizione di nuove conoscenze. 5

L’insegnante deve essere in grado di indicare quelli che sono i nuovi metodi per valutare i risultati e la produttività dei ragazzi. Si tratta di valutazioni che devono includere la creatività e la collaborazione, le discussioni tra i membri del gruppo e le fonti di conoscenza online usate, ma anche il modo di condividere queste conoscenze. Alla valutazione devono partecipare anche i membri stessi del gruppo, in modo da favorire la collaborazione, la condivisione delle idee e l’accettazione di punti di vista diversi. Tutto questo favorisce tipologie di didattica che sono basate di più sull’interesse generale e non su quello individuale, ma ciò che fa davvero la differenza è la presenza delle nuove tecnologie e l’aula che da analogica diventa virtuale. Emerge, così, il nuovo contesto didattico, ossia reale-virtuale, mobile-online, che influisce sull’apprendimento, il quale si basa sempre più sulla collaborazione e sulla condivisione veloce delle nuove conoscenze. Tutto diventa più facile grazie ad una maggiore disponibilità di informazioni provenienti dalla rete, a contenuti sempre più visibili, al poter verificare le fasi della ricerca del gruppo, ecc. È per questo che con le nuove tecnologie molti sono i vantaggi che si ottengono, come la facilità con cui si può parlare dei risultati ottenuti e la formazione di una memoria di gruppo che serve per il lavoro futuro. Con le nuove tipologie di didattica e di apprendimento, l’insegnante deve modificare i metodi usati per valutare il lavoro degli studenti, per cui egli usa criteri diversi da come vengono usati di solito, criteri che si possono riassumere in: -

impegno dimostrato nel lavoro di gruppo;

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creatività che è stata espressa;

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capacità di ideare;

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cooperazione;

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capacità di comunicare;

-

leadership.

Anche la scuola italiana, basata su una didattica di tipo tradizionale, può vedere in queste nuove tecnologie un’importante possibilità di rinnovarsi, il che è una necessità, sia per il futuro delle prossime generazioni, sia per rendere l’Italia più competitiva sul piano culturale. I progetti ci sono, ma sono molto limitati dai budget che si hanno a disposizione e dalla non sempre spinta motivazionale delle varie scuole. Questi progetti partono da un’idea che vede l’attuazione di spazi collettivi di apprendimento che possono allargare i confini delle classi e creare dei percorsi di formazione personalizzati, risultato della collaborazione tra studenti e docenti. Ciò che preme maggiormente sottolineare è la necessità che tutto questo venga fatto nel più breve tempo possibile per evitare che le nuove generazioni continuino ad essere penalizzate4. 4 Ibidem.

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Nell’ambito delle nuove tecnologie merita di essere menzionata la LIM, ossia la Lavagna Interattiva Multimediale, uno strumento che ha permesso di invertire il modello comprendente tecnologia, comunicazione e didattica. Infatti, se nell’apprendimento a distanza c’è sempre stata al centro la comunicazione mediata dal computer stesso, nell’uso della LIM è il computer ad essere mediato dall’insegnante, il quale riesce a mantenere il rapporto tra docente e alunno e tra alunno e alunno. È proprio questa mediazione che garantisce il successo dell’apprendimento proposto dalla LIM, ossia il fatto che la tecnologia non si mette in mezzo alle persone, in quanto non sostituisce i loro volti con delle interfacce. Quindi, la Lavagna Interattiva Multimediale rappresenta una periferica del computer e consiste in una superficie sulla quale si vede lo schermo di un computer grazie al collegamento con un proiettore. Si tratta di una superficie sensibile al tocco ed essendo collegata al computer, in essa di può fare tutto ciò che si potrebbe fare sul computer stesso. Tutto quello che viene rappresentato su questa lavagna viene visualizzato da tutti quelli che si trovano in un certo ambiente, per cui rappresenta un valido strumento per condividere le informazioni visualizzate e, quindi, un ottimo strumento da usare in un’aula di scuola. Certamente, non esiste un’unica tipologia di LIM 5, in quanto esse si distinguono in relazione alla tecnologia usata e le tecnologie più importanti sono quella elettromagnetica, quella resistiva e quella a triangolazione. Le LIM con tecnologia ‘elettromagnetica’ sono caratterizzate dall’uso di una penna all’interno della quale vi è un chip che ha delle interazioni con la griglia che si trova sotto la superficie. In questo modo, si verifica un’interazione elettromagnetica, indicata dalla griglia, per poi inviare le informazioni al computer. Le LIM con tecnologia ‘resistiva’ sono caratterizzate da superfici formate da due membrane divise. Quando si tocca la membrana esterna si ha il contatto con la parte interna e, quindi, vengono inviate le informazioni al computer. Le LIM con tecnologia ‘a triangolazione’ sono caratterizzate da una superficie inattiva sulla quale vengono emessi alcuni raggi attraverso degli emettitori che sono posti all’esterno di questa stessa superficie, il che permette di creare un fascio sulla superficie stessa e usare una penna per interagire con questi raggi mentre viene creato al computer un segnale che identifica la penna sulla superficie. La LIM viene sempre più considerata come uno strumento che può servire per rinnovare la didattica, il che dipende soprattutto dal fatto che essa, presentando una superficie di interazione condivisa, permette molti usi dal punto di vist...


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