Tesina pedagogia sulle fasi della malattia secondo Elizabeth Kubler Ross PDF

Title Tesina pedagogia sulle fasi della malattia secondo Elizabeth Kubler Ross
Author Giada Santoro
Course Pedagogia generale
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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Summary

Le fasi della malattia secondo Elizabeth Kubler Ross, spiegazione delle cinque fasi riguardanti l'elaborazione del lutto: negazione, collera, patteggiamento, depressione e accettazione....


Description

Le fasi della malattia secondo Elizabeth Kubler Ross.

Elisabeth Kübler-Ross è una psichiatra che nasce in Svizzera negli anni venti. Ha svolto un lavoro importante nel campo dell'assistenza ai malati terminali e della ricerca sulla morte e il morire. Le innumerevoli ore trascorse accanto ai pazienti allo stadio terminale le hanno consentito di fare scoperte che sono in seguito state confermate da altri ricercatori e che sono ormai patrimonio acquisito di questo campo di studio. Per anni si è occupata delle reazioni al dolore in pazienti cui era stata diagnosticata una malattia terminale. Un modello poi rivelatosi utile anche per seguire l’evoluzione delle dinamiche psicologiche dopo una perdita, sia fisica che emotiva, attraverso cinque fasi successive: -negazione -collera -patteggiamento -depressione -accettazione. Cinque momenti che non necessariamente si presentano sempre nello stesso ordine, ma che tendono invece spesso ad alternarsi, sovrapporsi e confondersi l’un l’altro. Possono presentarsi più volte nel corso del tempo con intensità variabile, dato che le emozioni non seguono regole particolari.

Questo modello è citato anche in un episodio di una nota serie tv americana, Grey's Anatomy. In seguito ad un incidente aereo, ognuno dei cinque sopravvissuti, pur mostrando emozioni diverse si fa portavoce di una fase particolare, che più di ogni altra sembra contraddistinguerlo, lungo il percorso che condurrà ciascuno di loro verso l’accettazione del proprio dolore.

LE CINQUE FASI:  NEGAZIONE. La prima fase è generalmente quella di diniego: la persona rifiuta l’accaduto, l’evidenza e le sue conseguenze. Un meccanismo di difesa rigido e primitivo, ma funzionale nel momento immediatamente successivo all’evento poiché protegge il paziente dall’angoscia eccessiva che non sarebbe in grado di gestire, consentendo di prendersi il tempo necessario per elaborare sentimenti forti e destabilizzanti. Con il tempo tale difesa tende a diventare, infatti, sempre più debole, per far spazio ad altri tipi di vissuto. E’ accompagnata da espressioni tipo ‘’Ma è sicuro, dottore, che le analisi sono fatte bene?” “Non è possibile, si sbaglia!” “Non ci posso credere”.

 COLLERA Dopo la negazione di solito vi è il manifestarsi di emozioni forti quali rabbia e paura, che vanno in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. Il paziente ha la sensazione di non essere compreso da nessuno, mentre chi lo circonda vive la frustrante sensazione di sbagliare sempre ogni mossa e ogni parola. La rabbia ha così spesso un impatto esplosivo sulle relazioni affettive e familiari, la cui tenuta viene messa duramente alla prova. La frase più frequente è “perché proprio a me?”. È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé. Per dare sostegno ad una persona nella fase della collera è necessario accogliere la protesta e cercare di capire quali problemi non risolti la irritano, aprendo la strada al patteggiamento, depressione, accettazione. Morire in collera è probabilmente più doloroso, per sé e per chi resta. Significa fallire una pacificazione con sé stessi e con gli altri, lasciando ai propri cari una strada difficile per elaborare il lutto. Spesso le persone che non riescono a valicare la fase della rabbia sono quelle che nel vivere la loro esistenza senza malattia hanno avuto l’illusione del controllo totale della propria persona. Individui volitivi, che hanno avuto successo, prestigio, che hanno la sensazione che gli sia stato rubato il futuro.

 PATTEGGIAMENTO In questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare e in quali progetti può investire le proprie speranze, avviando una sorta di negoziato che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “Se prendo le medicine, crede che potrò vivere fino a…”, “se guarisco, farò…” Diventa possibile riprendere il controllo della propria vita e riparare a ciò che non c’è più.

 DEPRESSIONE La depressione compare nel momento in cui la persona inizia a prendere consapevolezza di ciò che ha subito, comincia a sperimentare un senso di sconfitta per ciò che ha irrimediabilmente perso. E’ caratterizzata da uno sguardo vuoto, un volto inespressivo e il terrore al pensiero di morire. Di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria. La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi a causa della malattia. La depressione preparatoria è quella vera e propria, che ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui vi è un forte senso di sconfitta.

 ACCETTAZIONE Quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto stia succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione e ad una consapevolezza di quanto stia per accadere. Cambia l’approccio con la morte, in cui se prima era vista come un male, un futuro infranto, ora è vista come una sorta di liberazione dalla sofferenza, come un riposo finale. Durante questa fase possono comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. In questa fase il paziente tende ad essere silenzioso e tende a raccogliersi, ma sono frequenti anche momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto può essere sistemato, in cui si prende cura dei propri “oggetti” (sia in senso pratico, che in senso psicoanalitico). La fase dell’accettazione non coincide necessariamente con lo stadio terminale della malattia o con la fase pre-morte.

Giada Santoro Terapia Occupazionale I anno...


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